FONTE FERONIA |
Nequino, cittadina dell'Umbria posta sul fiume Nera, oggi Narnia, corrispondente all'attuale Narni. Sappiamo che Narnia divenne colonia latina all’inizio del III sec. a.c., che si arricchì e ampliò con la costruzione della via Flaminia, che doveva passare su una antica strada già esistente, tanto da avere un suo porto fluviale sul Nera, e ancor più prosperò dopo essere divenuta municipium. Tra l'altro ebbe l'onore di dare i natali all’imperatore Marco Cocceio Nerva (IMP·NERVA·CAES·AVG·PONT·MAX· TR·POT. 30 - 98 d.c.)
LA NARNIA ROMANA
Tito Livio ci ha tramandato lo stratagemma col quale l’inespugnabile oppidum di Nequinum fu presa dai
romani nel 299 a.c. che l'avevano inutilmente assediata per più di un anno, attraverso l'esercito guidato dal console Quinto Appuleio Pansa. Attraverso il tradimento di due narnesi, che realizzarono un cunicolo nei pressi della loro abitazione posta nei pressi delle mura, i Romani riuscirono a entrare a Nequinum e conquistarla.
Recenti rinvenimenti di siti protostorici sulle alture intorno a Narni fanno ipotizzare che i romani abbiano conquistato un territorio controllato non da un unico centro abitato ma da una sorta di confederazione di villaggi, dei quali Nequinum rappresentava forse il centro strategico più importante.
Nequinum divenne così Narnia, colonia latina posta a controllo dello snodo strategico tra i centri sulla valle tiberina di Ocriculum e Ameria (Otricoli e Amelia) e l’Umbria interna, raggiungibile attraverso quella che diventerà presto la via Flaminia nelle due direzioni: quella a nord, verso Carsulae (che sarà resa più agevole con la costruzione del Ponte di Augusto), e quella verso nord-est diretta a Interamna – oggi Terni.
Da Nequinum a Narnia.
Sembra che i Romani, piuttosto superstiziosi, considerando il nome della città di cattivo auspicio, in latino nequeo significa “non posso”, cambiarono il nome in Narnia, proprio dal fiume Nar che vi scorre sotto. Del resto per la stessa ragione cambiarono il nome Maleventum in Beneventum, oggi Benevento.
Testimoniato anche dalle fonti e dai ritrovamenti archeologici si sa che la città godeva del porto di Narnia, prima di Nequinum, e soprattutto del cantiere navale costruito nei pressi dell’odierna Stifone, il borgo e il porto lungo le Gole del Nera. Sotto la rupe rocciosa su cui poggia il castello di Taizzano, oggi pressochè scomparso, ma in un luogo di bellezze naturalistiche e storiche.
Sembra che i Romani, piuttosto superstiziosi, considerando il nome della città di cattivo auspicio, in latino nequeo significa “non posso”, cambiarono il nome in Narnia, proprio dal fiume Nar che vi scorre sotto. Del resto per la stessa ragione cambiarono il nome Maleventum in Beneventum, oggi Benevento.
Testimoniato anche dalle fonti e dai ritrovamenti archeologici si sa che la città godeva del porto di Narnia, prima di Nequinum, e soprattutto del cantiere navale costruito nei pressi dell’odierna Stifone, il borgo e il porto lungo le Gole del Nera. Sotto la rupe rocciosa su cui poggia il castello di Taizzano, oggi pressochè scomparso, ma in un luogo di bellezze naturalistiche e storiche.
La zona dove oggi insiste il borgo fu il porto fluviale di Narni già in epoca pre-romana e crebbe, nel
periodo successivo, con la realizzazione di un cantiere navale, probabilmente realizzato a partire dalla prima guerra punica. Tacito narra del viaggio verso Roma, con imbarco presso il porto di Narnia, del console Gneo Calpurnio Pisone nel 19 d.c. e alcuni ritrovamenti di sepolture e mosaici di età imperiale attestano che il porto divenne un luogo sempre più frequentato.
periodo successivo, con la realizzazione di un cantiere navale, probabilmente realizzato a partire dalla prima guerra punica. Tacito narra del viaggio verso Roma, con imbarco presso il porto di Narnia, del console Gneo Calpurnio Pisone nel 19 d.c. e alcuni ritrovamenti di sepolture e mosaici di età imperiale attestano che il porto divenne un luogo sempre più frequentato.
Fu probabilmente in uso prima della romanizzazione, e si presume vi furono costruite – al riparo dagli attacchi possibili sul Tevere – quelle navi che supportarono Roma nel conflitto contro Cartagine.
È certo che, come riferisce Tacito, il console Gneo Calpurnio Pisone nell’anno 19 d.c. raggiunse la capitale imbarcandosi proprio a Narni.
È certo che, come riferisce Tacito, il console Gneo Calpurnio Pisone nell’anno 19 d.c. raggiunse la capitale imbarcandosi proprio a Narni.
PONTE DI AUGUSTO |
La Via Flaminia
La costruzione della via Flaminia, intorno al 220 a.c., con l’uso in parte di tracciati preesistenti, rappresentò uno sviluppo sul territorio, realizzato per fini militari, ma anche di sviluppo economico.
Purtroppo le tracce archeologiche della fase repubblicana sono poche e si limitano a quanto resta delle mura urbiche e ai pochi reperti mobili oggi conservati nel museo.
La costruzione della via Flaminia, intorno al 220 a.c., con l’uso in parte di tracciati preesistenti, rappresentò uno sviluppo sul territorio, realizzato per fini militari, ma anche di sviluppo economico.
Purtroppo le tracce archeologiche della fase repubblicana sono poche e si limitano a quanto resta delle mura urbiche e ai pochi reperti mobili oggi conservati nel museo.
Di certo uno dei monumenti di questo periodo è, in Via dell’Arco Romano, quello che oggi è detto arco del Vescovo che doveva essere la porta principale di accesso alla città. Narnia, divenuta municipio dopo la guerra sociale del 90-88 a.c., fu ascritta alla tribù Papiria e inserita nella Regio VI in età augustea, quando l’opera degli ingegneri dell’imperatore edificarono l’opera più importante di cui oggi si conservano i monumentali resti: il Ponte di Augusto.
In questo periodo il fertile territorio di Narnia fu sfruttato per la costruzione di ville sia rustiche sia per l’otium, come quelle attestate dagli autori antichi, della ricchissima Pompeia Celerina, suocera di Plinio il Giovane.
ACQUEDOTTO DELLA FORMINA |
- Tra il 24 e il 33 d.c. - venne edificata, sotto la direzione del curator aquae Marco Cocceio Nerva, avo del futuro imperatore, la mirabile opera idraulica dell’Acquedotto della Formina.
- Nel 30 d.c. - vi nacque Marco Cocceio Nerva, imperatore dal 96 al 98 per adozione da parte di Domiziano: fu l’ultimo di origini italiche tra gli imperatori romani e gli successe Traiano.
Per ciò che concerne gli edifici pubblici: un’ipotesi posizionerebbe l’anfiteatro a valle, nei pressi del ramo della Flaminia che va verso Terni; carte del XVII secolo fanno supporre che il teatro potesse essere disposto dove ora sorge il complesso della Beata Lucia, nei pressi di Piazza Galeotto Marzio.
Non si hanno notizie di luoghi di culto. Unico sito, il cui toponimo è legato a una divinità italico-sabina, è quello della Fonte Feronia, luogo votato al culto delle acque con strutture primitive del IV-III sec. a.c. poi più volte rimaneggiate. Nonostante le tradizioni orali ponessero sotto la Chiesa di Santa Maria Impensole un tempio dedicato a Bacco, e sotto Santa Maria Maggiore, poi San Domenico e oggi Auditorium Bortolotti, quello dedicato a Minerva, da recenti studi queste ipotesi non sono state confermate.
NARNI SOTTERRANEA |
Rare anche le aree funerarie che sono state rinvenute principalmente lungo la via Flaminia. L’area sepolcrale più importante è quella di fianco le mura lungo la via Flaminia dove per tradizione venne sepolto San Giovenale morto nel 376 e dove, alcuni anni dopo, venne edificato quel sacello che accolse i vescovi di Narnia e che fu la base su cui fu edificata la Cattedrale di Narni.
BIBLIO
- Alvaro Caponi - I segreti del porto etrusco e il cantiere navale di Narnia: ritrovamenti unici al mondo: Villa Pompeia Celerina - Ricerca obiettivo - 2006 -
- Structurae - "Ponte di Augusto (Narni) | Structurae" - En.structurae.de. 2013-03-26 -
- Holly Hartman - Narnia: A Look Back - factmonster.com -