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GENNAIO (Feste Romane)

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CALENDE IDI E NONE

Nel calendario romano le calende, da cui deriva appunto la parola calendario, erano il primo giorno di ciascun mese. In quel giorno, i pontefici annunciavano presso la Curia Calabra. da dove avvistavano la luna nuova, per la data delle feste mobili del mese seguente.  Infatti le calende erano il giorno della luna nuova, le none erano il giorno del primo quarto, le idi il giorno della luna piena.

La data veniva dunque misurata in avanti per i successivi giorni come le calende, none o idi. Per trovare il giorno delle calende del mese corrente, si conta quanti giorni rimangono nel mese e si aggiunge due.

Così, il 22 aprile, è il 10 delle calende di maggio, perché mancano 8 giorni nel mese di aprile (che ha 30 giorni), + 2 = 10.

- Quindi il primo giorno del mese è chiamato calende;
- sei giorni dopo ci sono le none di: maggio, ottobre, luglio e marzo;
- quattro giorni dopo le none di: novembre, aprile, giugno e settembre
- otto giorni dopo ci sono le idi.

Pertanto:

Mesi con Idi e None nel 13° e 5° giorno: gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre.
Mesi con Idi e None nel 15° e 7° giorno: marzo, maggio, luglio e ottobre.

Per far corrispondere il calendario lunare con il ciclo solare, cadevano dieci giorni di festa, le calende di Marte, in onore del Dio considerato il padre biologico dei romani, esattamente alla fine dell'anno.

TRIADE CAPITOLINA


MENSIS IANUARIUS DIES XXXI


MESE GENNAIO, Giorni 31

Il mese prende nome dal Dio Giano, il Dio dai due volti, principio fine, presente passato, vita morte. Egli è il Dio del passaggio.


1 gennaio - AESCULAPIUS - festa in onore di Esculapio, Dio della medicina che dal 291 a.c. aveva un  tempio sull'isola Tiberina.


Dio della medicina, Esculapio era il nome latino del Dio greco Asclepio, figlio di Apollo e di Coronide, e allevato dal centauro Chirone. 

Le sue straordinarie capacità di medico gli permisero non solo di curare i malati, ma di risuscitare i morti. Ades se ne lamentò con Zeus che colpì il medico con un fulmine.
Esculapio alla sua morte ricevette onori divini e gli furono eretti molti templi, tra cui più celebre quello di Epidauro, dove i malati si recavano in pellegrinaggio. 

Qui era rappresentato con una statua in oro e avorio con l’aspetto di un uomo dalla lunga barba, che reggeva in mano un bastone intorno al quale era attorcigliato un serpente.

Da Epidauro il suo culto fu introdotto a Roma in seguito a una pestilenza scoppiata nel III secolo a.c. 
Quando, grazie ai sacrifici offerti ad Esculapio, l’epidemia cessò, i Romani, grati, gli eressero un tempio. 

Sue figlie furono Panacea. personificazione divina di un'erba o di una medicina mitica, capace di guarire ogni male, e Igea, dea della salute e dell'igiene.


IL TEMPIO

Il tempio di Esculapio era situato sull'Isola Tiberina, a Roma. Il tempio venne eretto tra il 293  e il 290 ac, mentre la sua consacrazione avvenne l'anno successivo.

Secondo una tradizione, nel 293 ac a Roma scoppiò una grave epidemia, che spinse il Senato a far costruire di Asclepio, che poi avrebbe assunto il nome latino di Aesculapius. Dopo aver consultato i Libri Sibillini una delegazione di saggi romani venne inviata a Epidauro, in Grecia, in cui era presente un santuario molto famoso dedicato appunto ad Asclepio, per ottenere una statua del Dio da portare a Roma.

In realtà non ottennero la statua ma durante i riti propiziatori un serpente colubro, sacro sia ad Apollo che ad Esculapio sbucò dalla base della statua del Dio, uscì dal santuario di Epidauro e andò a nascondersi all'interno della nave romana  o forse nella stanza del tribuno Ogulnio che guidava la delegazione.

Certi che fosse un segno del Dio, i Romani tennero il colubro, finchè, giunti sul Tevere, accadde che nei pressi dell'isola Tiberina il serpente uscì dalla nave e si nascose sull'isolotto, indicando così il luogo dove avrebbe dovuto sorgere l'edificio. I lavori iniziarono subito e il tempio venne inaugurato nel 289 ac: da lì a breve l'epidemia ebbe fine.

L'isola, a ricordo dell'evento, venne rimodellata a forma di trireme. Un obelisco venne posto al centro dell'isola, davanti al tempio, come un albero maestro, mentre sulle rive vennero posti blocchi di travertino che simulavano una poppa e una prua. Sull'isola sorsero diverse strutture adibite al ricovero degli ammalati, e ciò è testimoniato da numerosi voti e iscrizioni rinvenuti in loco.
Il tempio andò distrutto nell'anno 1000 per costruirvi sopra la basilica di San Bartolomeo all'Isola. Il suo obelisco per sfregio fu abbattuto e smembrato in tre pezzi di cui due sono al museo di Napoli e uno al Museo di Monaco.

Il simbolo del serpente comunque era l'antico simbolo della Grande Madre, simbolo in parte terrestre perchè striscia sulla terra, e in parte ctonio, perchè scava le sue tane sottoterra.


LA FESTA

Si sa che durante la festa veniva sacrificato un bue, animale a lui sacro e venissero portati in processione i serpenti. La carne del bue veniva poi cotta e distribuita tra i sacerdoti, gli ammalati che sostavano presso il tempio e il popolo che assisteva. Insieme alla carne veniva distribuito il vino annacquato recato dai fedeli in omaggio al Dio.


I gennaio  - IANUS - I festa in onore di Giano, Ianus dies. 
La festa di Giano veniva poi ripetuta il 17 agosto (insieme ai Portunalia ) e l'11 dicembre. Nel 260 a.c. gli venne dedicato un tempio da Caius Duilius dopo la vittoria riportata a Mylae, (Milazzo), sui cartaginesi.

Giano è una divinità esclusivamente romano-italica, la più antica tra gli Dei nazionali, Pertanto il suo culto è antichissimo, probabilmente la divinità principale del pantheon romano in epoca arcaica, non per nulla venne chiamato Ianus Pater anche in epoca classica.

Infatti nel Carmen Saliare Giano si invita:
« cantate Lui, il padre degli Dei, supplicate il Dio degli Dei »

Era anche denominato Consivio, cioè seminatore (creatore) del genere umano, era preposto alle porte (ianuae), ai passaggi (iani) e ai ponti: ne custodiva l'entrata e l'uscita e portava in mano, come i portinai, gli ianitores (da cui il termine genitori, coloro che creano), una chiave e un bastone, mentre le due facce vegliavano nelle due direzioni, entrata e uscita.

Giano non aveva un flamen specifico, ma il Rex Sacrorum, che apriva per primo le processioni e le cerimonie religiose, precedendo lo stesso flamen Dialis, sacerdote di Giove. Sembra che anticamente si sacrificassero a lui le sementi a simbolo di vita e poi gli animali a simbolo di morte, ma su questa simbologia non v'è grande accordo.

Si sa invece che le porte del tempio di Giano si spalancavano in tempo di guerra e nel suo tempio si sacrificava per ottenere vaticini sulla riuscita delle imprese militari.


I gennaio - IOVIS -  In onore di Giove Capitolino al Campidoglio.
Il tempio fu inaugurato il 13  settembre del 509 a.c. da Marco Orazio Pulvillo, console repubblicano,
nel I anno della Repubblica. La sua festa infatti si celebrò da allora anche il 15 settembre, in cui si ricordava la dedicatio del tempio.

Arrivato ai piedi del Tempio di Giove , il trionfatore romano scendeva dal carro e saliva la scalinata del tempio di Giove Capitolino.

Poi si toglieva la corona dal capo e la depositava sull'ara del Dio, a significare che il merito della vittoria era soprattutto dovuto alla benevolenza del Dio.

Però il tempio di Giove (con tre celle dedicate rispettivamente a Giove Capitolino, Giunone e Minerva), fondato, si dice, da Tarquinio Prisco e ricostruito varie volte, per ultimo da Domiziano, era il culto primigenio di una antica trinità formata da un padre, da sua moglie e da sua figlia, in quanto Minerva aveva solo un padre senza madre.

Era la festa più importante di Roma, in cui si snodava una lunga e ricca processione, in cui si immolavano buoi, giovenche e capre, dove il popolo mangiava e beveva a spese dello stato, dove il colle del Campidoglio si riempiva di bancarelle piene di merci e souvenir, ma soprattutto di statuette delle tre divinità, un po' come noi teniamo in casa il quadretto della Madonna.

Ci si chiede come mai questo Giove adorato in precedenza da solo venisse poi posto su un unico trono insieme a due Dee, ma la risposta è semplice, nel IV sec. a.c. a Roma regnavano gli etruschi, soprattutto Servio Tullio, cioè l'etrusco Mastarna. Gli etruschi avevano grande rispetto per le donne e per le Dee, per cui appare logico che il padre degli Dei fosse sostenuto da due divinità femminili.

Ma ciò che colpisce di più è che Giunone, sposa di Giove, non siede alla sua destra, ma alla sua sinistra, alla sua destra invece c'è Minerva. Ciò dipende dal fatto che gli etruschi, come gli antichi egizi ed altri popoli, prediligeva la sinistra alla destra, per cui Giove tiene i fulmini con la sinistra, Minerva tiene la lancia con la sinistra e Giunone tiene lo scettro con la sinistra. I razionalissimi romani privilegeranno invece la destra.


 I gennaio   - VEDIOVIS  - divinità arcaica il cui culto terminò forse in età imperiale.
In qualità di divinità ctonia gli si attribuivano come sacri le radici o i frutti del terreno con i semi avvolti da un baccello. come ad esempio i legumi.
Se la divinità aveva riti segreti di Acri ;Misteri, di solito quei vegetali era proibito consumarli, se invece il rito non aveva risvolti segreti venivano al contrario consumati in onore del Dio, in forma pubblica e in rito pubblico, oppure come cibo sacro in forma privata nelle case, secondo la tradizione tradizione.


3 gennaio - COMPITALIA -  antica festa celebrata in onore dei Lares.
I Lares erano divinità protettrici della famiglia, costituita anche da liberi e schiavi. I compita erano gli incroci delle strade. Presso gli incroci erano delle edicole dedicate ai Lares. Era una festa a cui partecipavano principalmente gli schiavi e gli affrancati.

Dionigi di Alicarnasso attribuisce l'origine della festività a Servio Tullio e in quell'occasione si offrivano come sacrifici dolci di miele che venivano in realtà benedetti e poi offerti in ogni casa. Gli officianti del rito non sarebbero stati uomini liberi ma schiavi, per volere stesso dei Lari. Peraltro durante i Compitalia gli schiavi perdevano i loro doveri verso i loro padroni.

Durante la celebrazione della festività ogni famiglia appendeva al portone della propria casa, una statuetta della Dea Mania. Inoltre sui portoni i romani appendevano figure fatte col filo di lana a effigie di uomini e donne, accompagnante da richieste e protezioni ai Lari. Per quanto riguarda gli schiavi anziché figure di uomini, appendevano sfere o i panni di lana.

Secondo Macrobio le Compitalia sarebbero state ristabilite da Tarquinio il Superbo, in seguito ad un oracolo che gli chiese in cambio della pace e della prosperità una testa per salvare una testa, così ordinò che si sarebbe dovuto sacrificare dei bambini a Mania, madre dei Lari. 

Ma Lucio Giunio Bruto, dopo l'espulsione dei Tarquini, sostituì le teste di bambino con quelle di aglio e dei papaveri, così soddisfacendo l'oracolo che avevano richiesto soltanto delle teste, in latino "capita", non specificando di che tipo.

Sono necessarie delle spiegazioni su diversi fatti:
- perchè gli officianti erano schiavi
- perchè si poneva Mania sulla porta
- perchè si appendevano figure di lana sulla porta
- perchè gli schiavi invece non appendevano figure
- se è vero che Tarquinio il Superbo sacrificasse i bambini.

I Compitalia erano antiche feste preromane che riguardavano una Dea che nel suo aspetto di portatrice di morte era detta Mania. In quel giorno si rendeva omaggio alla Dea dell'Oltretomba con cui i sacerdoti poco avevano piacere di celebrare da un verso, e dall'altro verso il celebrare l'oltretomba sovvertiva parecchio i costumi umani. Pertanto erano gli schiavi ad avere a che fare con la morte e nel sovvertimento delle cose erano liberi, almeno in parte.

Infatti l'effigie della Dea Mania aveva lo scopo di allontanare la morte dai propri cari, ma in tal caso di augurarne un po' ai meno cari. Infatti la ragione per cui non veniva concesso agli schiavi di fare le figure di lana sta nel fatto che si trattava di malefici, e gli schiavi avrebbero in quella notte potuto farne ai propri padroni.

La Dea Mania era infatti la madre dei Lares, cioè dei geni dei crocicchi, e i malefici si facevano appunto nei crocicchi. Come infatti Venere era Trivia e dominava i postriboli sacri, l'antica Ecate era Quadrivia e dominava i quadrivi, cioè la stregoneria. L'antica Ecate e l'antica Mania, la Dea che produceva la follia, erano l'identica divinità, la Dea Maga.

In quanto ai sacrifici umani si sa che è stato detto di tutti i nemici, compresi i cartaginesi, i sumeri,  e pure i cristiani. I romani giudicavano barbari i sacrifici umani che a Roma, in tutta la sua durata, vennero fatti solo due volte, e in momenti di tragica follia. Gli etruschi poi non sacrificarono mai i bambini, e nemmeno gli adulti.


 3 gennaio - COMPITALIA PER LA DEA PAX
La religione dei romani era fortemente legata alla sfera civile, familiare e socio-politica. Il culto verso gli Dei era un dovere morale e civico, in quanto solamente la pietas, quindi l'homo pius, ovvero il rispetto per il sacro e l'adempimento dei riti, poteva assicurare la Pax Deorum per il bene della città, della famiglia e dell'individuo.

La Dea Pax provvedeva pertanto alla tutela dei romani e delle loro istituzioni, a iniziare da quella degli schiavi, la manodopera a buon mercato che tanta ricchezza portò si romani. Per questo di festeggiarono le Compitalia per la Dea Pax, a sottolineare la protezione della Dea per tutti, non solo per i romani, ma pure per gli schiavi. Insomma una Dea Madre a cui ricorrere.


4 gennaioCOMPITALIA PER LA DEA PAX
Vedi sopra.


4 gennaio - PRINCEPS SALUS -  si facevano riti e voti alla Dea Salus per la salute del princeps.
La Pax Romana, la salute e la fortuna dello stato dipendeva dal suo princeps, pertanto officiare in suo favore ovvero per la sua salute significava pregare per la protezione non solo del princeps ma del suo Genius, a cominciare da quello di Augusto che assicurava il popolo e la Pax Romana.

Si faceva la processione, si officiava davanti al tempio e veniva offerto un bue che, cotto e mangiato, veniva distribuito al popolo insieme a delle focacce.


5 gennaioCOMPITALIA PER LA DEA PAX
Vedi sopra.


5 gennaio - VICA POTA - in onore di Vica Pota,
Dea romana della vittoria e del potere ( Vincere - Potiri). Il suo tempio sulla Velia era stato consacrato proprio il 5 gennaio. Secondo Cicerone l'etimologia deriverebbe dal latino "vincendi atque potiundi" (vincendo e potendo). Trattavasi di un'antica Dea italica guerriera, quindi preromana. In suo nome si facevano spesso spettacoli di gare ginniche  con le armi e poi combattimenti gladiatori.


8 gennaio - IUSTITIAE - festa della Dea Giustizia.
« ..visse ai tempi dell' Età dell'oro degli uomini ed era il loro capo. A causa della sua integrità ed imparzialità fu denominata Giustizia ed a quel tempo nessuna Nazione straniera era impegnata nella guerra, nessuno ancora navigava sopra i mari, ma tutti si godevano le loro vite ché si preoccupano per i loro campi. Ma gli uomini che vennero dopo, cominciarono ad essere meno osservanti al dovere e più avidi, di modo che la Giustizia si accompagnò più raramente con gli uomini. Infine il male diventò sì estremo, durante l'Età del Bronzo, che Ella non poté resistere oltre; e volò tra le stelle» Igino Astronomo Astronomica
E' evidente che fosse un'antichissima Dea sostituita poi da divinità successive soprattutto maschili. Anche Vesta lasciò cortesemente il posto a Mercurio, ma perchè gli Dei cambiarono di importanza.

La Iustitia romana però, pure essendo più mite di quella greca, Temi che puniva le ingiustizie, iustitia era spesso bendata per cui non del tutto affidabile nella sua "giustizia", oltre tutto armata di bilancia e spada, figura poi assorbita nel cattolicesimo nell'arcangelo Michele. La sua festa perciò era un'esortazione a non colpire chi la onorava o a colpire chi aveva nuociuto all'orante. Le si offrivano primizie e vino, tutti prodotti vegetali, a ricordo forse dei tempi più antichi, quando si viveva di agricoltura.


AGONALIA
9 gennaio  - AGONALIA IANI -  in onore soprattutto del Dio Ianus, Giano. 
Anticamente, Agonalia, o Agonia, la I festa in onore di varie divinità, come Giano e, come riferisce Festo, anche il Dio Agonius, che i romani usavano prima di intraprendere qualsiasi attività. Ad essi si immolavano di solito degli ovini, tranne in caso di guerra, in cui si immolavano bovini.

Negli agonalia ci si sfidava in gare o in combattimenti non cruenti.


11 gennaio -IUTURNALIA - in onore di Giuturna, Dea delle sorgenti.
Iuturnalia è la festa della ninfa Iuturna, o Giuturna, moglie di Giano e Dea delle fonti. Infatti è simboleggiata dalle sorgenti, che portano l'acqua dalle profondità per scaturire dalle alture. In suo onore ci si purificava bagnandosi nelle acque sacre e si banchettava poi ai piedi delle sorgenti.


11 gennaio - CARMENTALIA - I festa in onore di Carmenta.
Era la Dea protettrice delle donne e delle partorienti, con una corona di fave sui capelli e un'arpa in mano. Aveva un tempio presso la Porta Carmentalis, tra il Forum boarium e il Forum olitorium.
La Dea Carmenta (da carmen che significa "oracolo") è una profetessa italica, una delle Camène, antiche divinità delle sorgenti fluviali. Essa rendeva i suoi oracoli in versi, ed aveva a Roma un suo tempio, dove officiava un apposito sacerdote, il flamine carmentale. 

Carmenta è anche conosciuta col nome di Metis, la Titanessa della Saggezza. E' anche chiamata Carya, che era uno degli appellativi di Diana venerata nei Sacri Misteri. Dopo il suo arrivo nel Lazio con suo figlio Evandro, andò in cima al Monte Capitolino e iniziò a profetizzare. Iniziò così ad essere adorata come Dea. A lei si fa risalire l'invenzione dell'alfabeto di 15 lettere latino


11 gennaio - SEPTIMONTIUM
Ne parla Sesto Pompeo Festo, istituita da Numa Pompilio e pare si festeggiasse con una processione lungo tutti i "sette monti" con relativi sacrifici presso i siti dei 27 sepolcri degli Argei, gli eroici, per altri meno eroici e invece vessatori, principi greci che, giunti nel Lazio al seguito di Ercole, vinsero i siculi e i liguri ivi stanziati. 

All'inizio la festa era riservata alle sole genti di stirpe latina ma con Servio Tullio venne estesa anche alle genti di origine sabina abitanti il Quirinale. In epoca imperiale divenne comune a tutta la città.


12 gennaio - LUDI PALATINI - in onore di Augusto.
Istituiti già da Livia il 14 d.c. per l'anniversario delle nozze con Augusto, si svolsero dal 37 d.c. non più come privati ma come Ludi Pubblici, davanti al Tempio del Divo Augusto. Essi avvenivano in un teatro provvisorio, quindi di legno, che veniva montato e smontato ogni anno, alla data della dedica del Tempio in onore di Augusto.


12 gennaio  - COMPITALIA - festa dei crocicchi, con fiere e mercati.
Stavolta la festa era a carattere più profano che religioso, si festeggiavano i crocicchi in genere che ospitavano sovente le immagini dei Lari, ma soprattutto si mangiava e beveva con spettacolini e prodotti in vendita sulle bancarelle, sia alimentari che artigianali.

Durante i Compitalia venivano appese figurine in legno che rappresentavano gli schiavi e i bambini della famiglia, cioè le figure più bisognose di protezione perchè più fragili.


13 gennaioLUDI PALATINI - secondo giorno dei Ludi.



13 gennaio  - I FERIAE AUGUSTAE - in onore di Giove e di Cesare cui fu dato in quel giorno il     nome  di Augusto.
Ma le ferie augustali vere e proprie vennero dislocate in Agosto.


14 gennaioLUDI PALATINI - terzo giorno dei Ludi.
Durante i Ludi si svolgevano corse e gare ginniche (tra cui lotta, tiro del giavellotto, lancio del disco, ecc.)



14 gennaio - CARMENTALIA -  Festa in onore di Carmenta. 
Fu voluta dalle matrone romane perchè la Dea che le aveva favorite contro il Senato che aveva proibito loro l'uso delle carrozze. Per non essere costrette a casa o ad estenuanti camminate, le donne si coalizzarono negando ai mariti il piacere dei sensi finché non costrinsero il Senato a togliere il divieto. La Dea aveva un tempio presso la Porta Carmentalis, tra il Forum boarium e il Forum olitorium.


15 gennaioLUDI PALATINI - IV giorno dei Ludi.


15 gennaio  - CARMENTALIA - II festa in onore di Carmenta.



16 gennaio - LUDI PALATINI - V giorno dei Ludi.



16 gennaio  - CONCORDIA - festa in onore della Concordia, Dea dell'accordo pubblico e privato.
Il tempio principale, nel Forum, era stato dedicato da Furio Camillo nel 367 a.c. per le leggi Liciniae-Sextiae. Nel 10 d.c. venne restaurato da Tiberio e intitolato alla Concordia Augusta. Un altro tempio in Capitolium era stato costruito da L. Manlio nel 216 a.c. per la fine della ribellione delle truppe in Gallia Cisalpina. Ma era pure la Dea dell'accordo tra gli abitanti, i membri di una famiglia o i componenti di un organico.
Per queto la festa era celebrata tanto dallo stato che distribuiva cibo e vino tanto nelle famiglie che festeggiavano con particolari banchetti.

 
17 gennaio - LUDI PALATINI - VI giorno dei Ludi.




17 gennaio - FELICITAS -  I festa della Dea Felicitas.
Felicitas, antica Dea italica, era una divinità dell'abbondanza, della ricchezza e pure del successo nella carriera, soprattutto politica, e presiedeva alla buona sorte.

A volte era un epiteto riferito a Giunone Felicitas personificazione della Felicità. 
A Roma aveva molti templi, fra cui uno sul Campidoglio, ed era raffigurata con il caduceo e la cornucopia.

Una sua seconda festa veniva celebrata il 9 ottobre.

18 gennaio - LUDI PALATINI -  VII giorno dei Ludi.


19 gennaio - LUDI PALATINI - VIII giorno dei Ludi.


19 gennaio  - FORNICALIA - I festa in onore della Dea Fornix.
In nome della Dea Fornace, si cuoceva e si offriva la mola salsa alla Dea e il pane alla gente. La festa si protraeva nelle varie zone dell'Urbe fino a fine gennaio. L'usanza di donare il pane si ripeteva anche per la feste di Cerere.
Sembra che anticamente avvenissero anche accoppiamenti in nome della divinità.


20 gennaio - LUDI PALATINI - IX giorno dei Ludi.


20 gennaio -  FORNICALIA - II giorno di festa in onore della Dea Fornix, Fornace.
Ancora si cuoceva e si offriva la mola  salsa alla Dea e il pane alla gente.


21 gennaio - LUDI PALATINI - XX giorno dei Ludi.


21 gennaio  - FORNICALIA - II giorno di festa in onore della Dea Fornix, Fornace.
Di nuovo si cuoceva e si   offriva la mola  salsa alla Dea Fornix (Fornace) e il pane alla gente. Soprattutto i poveri si giovavano di queste elargizioni festive pagate dallo stato.

La Dea Fornace era una divinità preromana antichissima, colei che presiedeva alla cottura dei cibi e alla sessualità. Si ritiene che da lei venga il termine fornicare, cioè esercitare la sessualità, anch'essa collegata col calore.


22 gennaio - LUDI PALATINI - XXI giorno dei Ludi.


23 gennaio - LUDI PALATINI - XXII giorno dei Ludi.


24 gennaio - LUDI PALATINI - XXIIII giorno dei Ludi.


24 gennaio  - PAGANALIA - I festa dei villaggi, pagus, istituita da Numa Pompilio.
Lo scopo della festa era di invocare protezione per la semina da poco eseguita, per rendere le donne più fertili, il bestiame più forte, e il raccolto più abbondante. La festa durava due giorni, con distanza di una settimana l'una dall'altra.

Tellus, la madre terra che protegge nel suo grembo il seminato, veniva onorata il primo giorno sacrificando una scrofa gravida. Cerere, responsabile della 'forza vitale' del seme, veniva onorata il secondo giorno, con l'offerta di torte di farro.

Venivano però invocate altre divinità minori:

"Vervactor, il Dio della prima aratura, Reparator, Dio della seconda aratura; Obarator per l'aratura in genere, Occator, per l'erpicatura, Imporcitor, per i solchi profondi, Insitor, per l'innesto, Sarritor, per la zappatura, Subruncinator, per ili diserbo; Messor, per la vendemmia, Convector, per la raccolta, conditor, per immagazzinare,. Promitor, di portare fuori per l'uso "

"Gli agricoltori e gli animali da lavoro riposano. Gli animali vengono incoronati con ghirlande e vengono appesi agli alberi gli oscilla (maschere di Bacco), a prendere il vento che soffia la fertilità dei vigneti guardati a vista"

(Ovidio - Fasti)



24 gennaio - FERIAE SEMENTIVE - I festa dedicata al tempio della Dea Tellus sul colle Esquilino.
Era la festa che segnava la fine della stagione della semina.
In origine era una festa mobile, costituita da due giorni separati da una settimana, ma col tempo venne fissata in tre giorni consecutivi di gennaio, il 24, 25 e 26.


25 gennaio - FERIAE SEMENTIVE - II festa dedicata al tempio della Dea Tellus.



25 gennaio - PAGANALIA - II festa dei villaggi, pagus, istituita da Numa Pompilio.



26 gennaio - FERIAE SEMENTIVE - III festa dedicata al tempio della Dea Tellus.



26 gennaio - PAGANALIA - III festa dei villaggi, pagus, istituita da Numa Pompilio.


27 gennaio - CASTORIS ET POLLUXIS - in onore dei divini gemelli. 
Si rievocava la dedicatio al  tempio: dedicatio aedis castrorum. che si trovava nel Foro romano. Il culto dei Dioscuri fu inoltre particolarmente legato alla classe degli equites e probabilmente dal loro tempio partiva la tradizionale parata degli equites (transvectio equitum), istituita da Quinto Fabio Massimo Rulliano nel 304 a.c. e che si teneva ogni anno il 15 luglio, anniversario della battaglia.

Le fonti citano a Roma un altro tempio dedicato ai Dioscuri, situato nella zona del Circo Flaminio, probabilmente collocato tra questo e la riva del Tevere: in questa zona infatti, presso la chiesa di San Tommaso ai Cenci, vennero ritrovate le due statue dei Dioscuri attualmente collocate sulla balaustra della piazza del Campidoglio.


29 gennaio - EQUIRRIA -  I festa in onore degli Equiri.

Trattavasi di corse dei cavalli dedicati a Marte, in Campo Marzio. Rappresentavano l'inizio della stagione delle campagne militari annuali. 

Venivano poi ripetute il 27 febbraio e il 14 marzo e terminavano sei mesi più tardi, nel giorno dell'October equus (15 ottobre).

I sacerdoti tenevano riti di purificazione dell'esercito e si tenevano corse di cavalli nel Trigarium in Campo Marzio. 

Il Trigarium era un terreno di allenamento alle gare equestri ubicato nel margine nordoccidentale del Campo Marzio, presso l'attuale via Giulia.


30 gennaio - ARA PACIS AUGUSTAE - in onore di Pax, Dea della pace. 
L'ara venne costruita nel 13 a.c. e dedicata nel 9 a.c. in Campo Marzio per il felice ritorno dell'imperatore Augustus dalla Gallia e dalla Hispania pacificate.


31 gennaio - PENATIS - in onore Dei Penati.
Questi risalivano ai Penati di Enea, di cui i Romani si supponevano discendenti. Esisteva un tempio sul Palatino, dove venivano rappresentati come due giovani seduti. Qui doveva svolgersi la festa col sacrificio del bue.


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