FEBBRAIO
Febbraio era dedicato al Dio Februus, identificato con Lupercus, Faunus e tardivamente con Dis Pater, il Dio del regno dei morti.
Nel corso del mese avvenivano le Februa, le Purificazioni.
Febbraio era dedicato al Dio Februus, identificato con Lupercus, Faunus e tardivamente con Dis Pater, il Dio del regno dei morti.
Nel corso del mese avvenivano le Februa, le Purificazioni.
1 - Kalendis Februaris - IUNO SOSPITA MATER REGINA -
S. NICOLA IN CARCERE SUL TEMPIO IUNO SOSPITA (Roma) |
Il culto venne importato a Roma nel 338 a.c. quando venne concessa la cittadinanza ai Lanuvini.
Il tempio nel Forum Olitorium venne invece costruito nel 194 a.c.
Era stato promesso da Caius Cornelius Cetegus nel 197 a.c. durante la guerra celtica.
Nelle statue e nelle monete la Dea (Giunone propizia) viene solitamente rappresentata con una pelle di capra sul capo, una lancia in mano ed accompagnata da una serpe.
Un altro santuario, molto celebre in tutto il Lazio antico, era stato edificato a Lanuvio.
IUNO SOSPITA |
L'antefissa deve essere molto arcaica. Si suppone che ad Antemnae vi fosse un suo santuario
Fra i personaggi più legati alla Sospita si ricorda Metella Balearica, figlia del trionfatore Quinto Cecilio Metello Balearico, vergine vestale e sacerdotessa di Giunone Sospita.
Con la sua influenza riuscì a salvare il giovane Giulio Cesare dal dittatore Lucio Cornelio Silla, che lo aveva condannato a morte per aver rifiutato il divorzio da Cornelia Cinna.
Con la sua influenza riuscì a salvare il giovane Giulio Cesare dal dittatore Lucio Cornelio Silla, che lo aveva condannato a morte per aver rifiutato il divorzio da Cornelia Cinna.
Fu anche la protettrice di Sesto Roscio, difeso da Cicerone e dai suoi nipoti Q.Cecilio Metello Celeree e Q. Cecilio Metello Nepote Minore nella celebrata orazione Pro Roscio.
2 - ante diem quartum Nonas Februarias -
3 - ante diem tertium Nonas Februarias -
4 - pridie Nonas Februarias -
5 - Nonis Februariis - AUGUSTUS PATER PATRIAE -
Festa di Augusto Padre della Patria, titolo conferito il 5 febbraio del 2 a.c.
Pater Patriae (Padre della Patria) era un titolo onorifico iscritto di solito sulle monete o su i monumenti imperiali, abbreviato in P.P.
Il titolo era solo un riconoscimento onorario ufficiale attribuito dallo Stato.
Alcuni imperatori come Tiberio non vollero mai accettarlo e Adriano lo accolse solo dopo due anni, ma non costituì mai titolo ufficiale, come non lo erano i titoli di "Augustus" o "princeps".
Ottaviano lo fece attribuire anche a Giulio Cesare.
Pater Patriae (Padre della Patria) era un titolo onorifico iscritto di solito sulle monete o su i monumenti imperiali, abbreviato in P.P.
Il titolo era solo un riconoscimento onorario ufficiale attribuito dallo Stato.
Alcuni imperatori come Tiberio non vollero mai accettarlo e Adriano lo accolse solo dopo due anni, ma non costituì mai titolo ufficiale, come non lo erano i titoli di "Augustus" o "princeps".
Ottaviano lo fece attribuire anche a Giulio Cesare.
Svetonio narra che anzitutto fu la plebe romana ad attribuirglielo, ma poiché lo rifiutava, una folla coronata di lauro, glielo richiese mentre entrava ad uno spettacolo. Fu poi la volta del Senato nella curia, con Valerio Messala che, a nome di tutti, gli disse:
« Le mie parole siano di buon auspicio e di felicità a te e la tua famiglia, Cesare Augusto! Così noi riteniamo di invocare eterna prosperità e gioia eterna per la Res publica: il Senato, con il consenso del popolo romano, ti saluta pater patriae. »
A Messalla Augusto rispose con le lacrime agli occhi:
« Avendo ottenuto quanto avevo desiderato dai miei voti, padri coscritti, che altro potrei chiedere agli dei immortali se non che possa vedere questo vostro accordo mantenersi fino all'ultimo giorno della mia vita?»
(Svetonio, Augustus, 58.)
A Messalla Augusto rispose con le lacrime agli occhi:
« Avendo ottenuto quanto avevo desiderato dai miei voti, padri coscritti, che altro potrei chiedere agli dei immortali se non che possa vedere questo vostro accordo mantenersi fino all'ultimo giorno della mia vita?»
(Svetonio, Augustus, 58.)
6 - ante diem octavum Idus Februarias
7 - ante diem septimum Idus Februarias
8 - ante diem sextum Idus Februarias
9 - ante diem quintum Idus Februarias
10 - ante diem quartum Idus Februarias
11 - ante diem tertium Idus Februarias
12 - pridie Idus Februarias - TEMPLUM FAUNI -
Festa in onore di Faunus, Dio dei pastori e protettore dei greggi.
Fu anche chiamato Luperco, in qualità di difensore delle greggi, il che provoca però non poche perplessità, per un Dio lupo che protegge le pecore.
Si celebrava l'anniversario della dedicatio del tempio di Fauno.
Si concludeva il 13 febbraio, quando ricorreva esattamente la dedica del 196 a.c.
Nel mito latino, Fauno era figlio di Giove e della maga Circe. La sua sposa era Fauna, chiamata anche Fatua, antica Signora delle Belve.
Fu anche identificato più tardi col Dio Quirino. Divenne poi una specie di semidio, ovvero sostituito coi fauni dei boschi che insidiavano le ninfe.
13 - Idibus Februariis - PARENTALIA -
Inizio delle celebrazioni degli antenati defunti. La festa veniva celebrata per nove giorni. Parentes significava “gli antenati, gli avi”. Le celebrazioni erano pertanto in onore dei defunti.
Si concludeva il 21 febbraio con la cerimonia dei Feralia. I templi restavano chiusi. I matrimoni non venivano celebrati.. Venivano offerte corone di fiori ai defunti.
Proseguiva poi il 15 febbraio in onore del Dio Faunus, protettore dei pastori. Si festeggiavano inoltre i Lupercalia dove i flamines luperci, ossia i sacerdoti del dio Fauno, celebravano antichi riti importati dall'Arcadia al tempo di Romolo e Remo.
Vine da chidersi cosa c'entrasse il culto dei defunti con il culto del Dio Faunus, con i Lupercalia e con i Feralia. In effetti c'entrava, perchè il culto dei defunti rimandava a feste antichissime preromane, dove il Dio Faunus stava per La Signora delle Fiere, veneratissima nel suolo italico, che assumeva in vari luoghi il nome di Dea Fauna, Dea Lupa e Dea Fera, cioè delle fiere. La Signora delle Fiere era appunto Dea degli animali, colei che dava la vita, dava il nutrimento e dava la morte.
14 - ante diem sextum Kalendas Martias
15 - ante diem quintum decimum Kalendas Martias - Si festeggiava ancora il Dio FAUNUS, (o Lupercus) protettore dei pastori. Si festeggiavano nella stessa data i LUPERCALIA.
14 - ante diem sextum Kalendas Martias
15 - ante diem quintum decimum Kalendas Martias - Si festeggiava ancora il Dio FAUNUS, (o Lupercus) protettore dei pastori. Si festeggiavano nella stessa data i LUPERCALIA.
Corsa di giovani intorno al Palatino, dove la lupa aveva allattato Romolo e Remo.
Soppressa da Papa Gelasio nel 494.
"Lupercalia dicta, quod in Lupercali Luperci sacra faciunt. Rex cum ferias menstruas Nonis Februariis edicit, hunc diem februatum appellat; februm Sabini purgamentum, et id in sacris nostris uerbum non ignotum: nam pellem capri, cuius de loro caeduntur puellae Lupercalibus, ueteres februm uocabant, et Lupercalia Februatio, ut in Antiquitatum libris demonstraui".
(Varrone - De lingua latina)
La Dea Lupa, e non una lupa qualsiasi, allattò i fatidici gemelli, soppiantata da un Dio Luperco che era assai strano in un popolo di pastori.
Soppressa da Papa Gelasio nel 494.
"Lupercalia dicta, quod in Lupercali Luperci sacra faciunt. Rex cum ferias menstruas Nonis Februariis edicit, hunc diem februatum appellat; februm Sabini purgamentum, et id in sacris nostris uerbum non ignotum: nam pellem capri, cuius de loro caeduntur puellae Lupercalibus, ueteres februm uocabant, et Lupercalia Februatio, ut in Antiquitatum libris demonstraui".
(Varrone - De lingua latina)
La Dea Lupa, e non una lupa qualsiasi, allattò i fatidici gemelli, soppiantata da un Dio Luperco che era assai strano in un popolo di pastori.
16 febbraio - ante diem quartum decimum Kalendas Martias
17 febbraio - ante diem tertium decimum Kalendas Martias - QUIRINALIA -
Festa celebrata in onore del Dio Quirinus, un Dio oracolare sabino, figlio di Pico e di Pomona, nipote di Marte e padre di Latino, Fu un'antica divinità degli abitanti del colle Quirinalis, poi identificato con Romolo. Il flamen quirinalis, ossia il sacerdote di Quirinus, era annoverato tra i tre flamines maiores. Fu il patrono delle curie e dei romani Quirites, titolare del colle Quirinalis, protettore della proprietà e della repubblica, della pace, del lavoro e degli uomini liberi. Il suo patrocinio sulle curie era condiviso dal dio umbro Uofion, che formava la triade grabovia insieme a Giove e Marte, così come Quirino era il terzo della triade romana Giove-Marte-Quirino, poi sostituita da quella capitolina e filoetrusca di Giove-Giunone-Minerva.
Festa celebrata in onore del Dio Quirinus, un Dio oracolare sabino, figlio di Pico e di Pomona, nipote di Marte e padre di Latino, Fu un'antica divinità degli abitanti del colle Quirinalis, poi identificato con Romolo. Il flamen quirinalis, ossia il sacerdote di Quirinus, era annoverato tra i tre flamines maiores. Fu il patrono delle curie e dei romani Quirites, titolare del colle Quirinalis, protettore della proprietà e della repubblica, della pace, del lavoro e degli uomini liberi. Il suo patrocinio sulle curie era condiviso dal dio umbro Uofion, che formava la triade grabovia insieme a Giove e Marte, così come Quirino era il terzo della triade romana Giove-Marte-Quirino, poi sostituita da quella capitolina e filoetrusca di Giove-Giunone-Minerva.
18 febbraio - ante diem duodecimum Kalendas Martias
19 febbraio - ante diem undecimum Kalendas Martias
20 febbraio - ante diem decimum Kalendas Martias
subito dopo la commemorazione dei morti (Parentalia e Feralia), veniva indetta questa festa in onore dei Lares, divinità tutelari della casa, e dei Genii, Dei tutelari degli umani. I membri della famiglia si riunivano a banchetto e deponevano ogni rancore e discordia.
I Caristia, conosciuti anche come Cara Cognatio, erano un'antica festività romana. Sebbene fosse ufficiale, era tenuta in ambito privato il 22 febbraio con banchetti e scambi di doni per celebrare l'unione familiare. Le famiglie cenavano insieme ed offrivano incenso ai Lari. Era anche un giorno di riconciliazione, ma Ovidio nota satiricamente che essere ottenuta solo escludendo i membri disturbatori della famiglia.
La Cognatio erano gli Affini, legati tra loro per discendenza comune sul padre o sulla madre. Cognatio è bilaterale a differenza di agnatio che è unilaterale con i privilegi di discendenza patrilineare. Pertanto la Cara Cognatio erano i cari affini o cari parenti, che c'entra allora la Caristia?
E' molto simile alla parola Carestia, cioè "penuria, mancanza di" ma non se ne comprende l'accostamento.
23 febbraio - ante diem septimum Kalendas Martias - TERMINALIA -
Festa celebrata in onore di Terminus, Dio protettore dei confini.
La cerimonia pubblica aveva luogo al VI miglio della via Laurentina, antico confine dello stato romano, con il sacrificio di una pecora.
Tuttavia Plutarco riferisce che Termine era l’unica divinità romana che rifiutava i sacrifici cruenti e accettava in dono solo foglie e petali di fiori per ornare i suoi simulacri.
E' evidente che il rito era anticamente incruento e che venne poi modificato.
In effetti si trattava della festa dei termini, cioè delle pietre terminali, su cui si ponevano una corona e una focaccia offerta al Dio, il che ne conferma l'antico rito incruento.
Nume Pompilio ordinò ai contadini di porre le pietre terminali ai loro campi e in caso di violazione dei confini la pena era gravissima.
Infatti il violatore veniva reietto e abbandonato alla collera divina, e in caso venisse ucciso da qualcuno l'assassino non commetteva reato, interpretando la volontà degli Dei.
25 febbraio - ante diem quintum Kalendas Martias
26 febbraio - ante diem quartum Kalendas Martias
27 febbraio - ante diem tertium Kalendas Martias - EQUIRRIA -
Festa celebrata il 27 febbraio e il 14 marzo -
Era la festa del Dio Mars (Marte). Dio della guerra e padre dei romani.
Rappresentavano il giorno dell'uscita dell'esercito romano, ovvero l'inizio della stagione delle campagne militari annuali.
Queste terminavano sei mesi più tardi, nel giorno dell'October equus (15 ottobre).
Si tenevano le corse di cavalli in Campo Marzio, nel Trigarium, o sul Monte Celio in caso di straripamento del Tevere.
I romani adoravano le corse dei cavalli che avvenivano o con cavalli senza fantino o con cavalli trainanti bighe, trighe (da cui Trigarium) e quadrighe, a seconda di quanti cavalli ritavano i carri: due, tre o quattro.
In questa festa i sacerdoti effettuavano anche riti di purificazione per l'esercito.
E' molto simile alla parola Carestia, cioè "penuria, mancanza di" ma non se ne comprende l'accostamento.
23 febbraio - ante diem septimum Kalendas Martias - TERMINALIA -
Festa celebrata in onore di Terminus, Dio protettore dei confini.
La cerimonia pubblica aveva luogo al VI miglio della via Laurentina, antico confine dello stato romano, con il sacrificio di una pecora.
Tuttavia Plutarco riferisce che Termine era l’unica divinità romana che rifiutava i sacrifici cruenti e accettava in dono solo foglie e petali di fiori per ornare i suoi simulacri.
E' evidente che il rito era anticamente incruento e che venne poi modificato.
In effetti si trattava della festa dei termini, cioè delle pietre terminali, su cui si ponevano una corona e una focaccia offerta al Dio, il che ne conferma l'antico rito incruento.
Nume Pompilio ordinò ai contadini di porre le pietre terminali ai loro campi e in caso di violazione dei confini la pena era gravissima.
Infatti il violatore veniva reietto e abbandonato alla collera divina, e in caso venisse ucciso da qualcuno l'assassino non commetteva reato, interpretando la volontà degli Dei.
24 febbraio - ante diem sextum Kalendas Martias - REGIFUGIUM - Festa si commemorazione per la fuga dell'ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo.
26 febbraio - ante diem quartum Kalendas Martias
27 febbraio - ante diem tertium Kalendas Martias - EQUIRRIA -
Festa celebrata il 27 febbraio e il 14 marzo -
Era la festa del Dio Mars (Marte). Dio della guerra e padre dei romani.
Rappresentavano il giorno dell'uscita dell'esercito romano, ovvero l'inizio della stagione delle campagne militari annuali.
Queste terminavano sei mesi più tardi, nel giorno dell'October equus (15 ottobre).
Si tenevano le corse di cavalli in Campo Marzio, nel Trigarium, o sul Monte Celio in caso di straripamento del Tevere.
I romani adoravano le corse dei cavalli che avvenivano o con cavalli senza fantino o con cavalli trainanti bighe, trighe (da cui Trigarium) e quadrighe, a seconda di quanti cavalli ritavano i carri: due, tre o quattro.
In questa festa i sacerdoti effettuavano anche riti di purificazione per l'esercito.
28 febbraio - pridie Kalendas Martias