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LUCIO GIUNIO MODERATO COLUMELLA

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Nome: Lucius Iunius Moderatus Columella
Nascita: Gades, 4 d.c.
Morte: 70 d.c.
Mestiere: Scrittore


Lucio Giunio Moderato Columella

"Et ut agricolationem Romana tandem ciuitate donemus (nam adhuc istis auctoribus Graecae gentis fuit) iam nunc M. Catonem Censorium illum memoremus, qui eam latine loqui primus instituit, post hunc duos Sasernas, patrem et filium, qui eam diligentius erudiuerunt, ac deinde Scrofam Tremelium, qui etiam eloquentem reddidit, et M. Terentium, qui expoliuit, mox Vergilium, qui carminum quoque potentem fecit, nec postremo quasi paedagogi eius meminisse dedignemur Iuli Hygini, uerum tamen ut Carthaginiensem Magonem rusticationis parentem maxime ueneremur; nam huius octo et uiginti memorabilia illa uolumina ex senatus consulto in Latinum sermonem conuersa sunt. Non minorem tamen laudem meruerunt nostrorum temporum uiri Cornelius Celsus et Iulius Atticus, quippe Cornelius totum corpus disciplinae quinque libris conplexus est, hic de una specie culturae pertinentis ad uitis singularem librum edidit. cuius uelut discipulus duo uolumina similium praeceptorum de uineis Iulius Graecinus conposita facetius et eruditius posteritati tradenda curauit."
(Columella, Rei rusticae libri 1.1.12-14)

Columella nacque a Gades in Spagna, probabilmente da genitori romani, nel 4 dc, e morì nel 70, affermandosi come un conoscitore, divulgatore e scrittore romano di agricoltura.
Iniziò il suo cursus honorum abbracciando la carriera nell'esercito che perseguì fino a raggiungere il grado di tribuno in Siria nel 34 d.c., dopodichè iniziò l'attività di fattore.
Il suo trattato De re rustica, ci è pervenuto integro, suddiviso in dodici libri, in cui il decimo è in esametri ben scritti ed eleganti. Costituisce l'opera più importante sotto il profilo agronomico dell'intera antichità, dove non si parla solo di agricoltura ma più in generale delle varie scienze agrarie, e rappresenta la maggiore fonte di conoscenza sull'agricoltura romana, insieme ai lavori di Catone il Vecchio e Varrone, che cita entrambi occasionalmente. Il libro X, in onore di Virgilio, è in esametri.
L'opera di Columella per quasi due millenni, è stata pertanto il punto di riferimento di chi voleva applicarsi razionalmente alle attività agricole, per l’ampia gamma di tecniche “avanzate” da applicare a numerose colture specializzate.

Le sue opere erano andate perdute ma grazie a Poggio Bracciolini il quale esplorò monasteri in Francia, Svizzera e Germania, furono riportati in Italia diversi suoi documenti. Anche un piccolo libro sugli alberi (De arboribus) è stato tramandato interamente.

"Solo l'arte dell'agricoltura, che senza dubbio è vicinissima alla sapienza e, per così dire, sua consanguinea, non ha né discepoli né maestri". (da De re rustica)

Columella si è avvalso di molte fonti andate distrutte, e delle quali è perciò un importante testimone:

  • Cornelio Celso, autore di una vasta opera enciclopedica, chiamata De artibus e composta da sei libri, l'ultimo dei quali dedicato alla medicina, 
  • lo scrittore punico Magone il Cartaginese (Magus Carthaginensis di cui parliamo più sotto) 
  • e Tremellio Scrofa, scrittore latino del I sec. a.c. di agricoltura; ricordato come un'autorità in questo campo da Varrone (con cui fu nel 59 a.c. vigintivir ad agros dividendos Campanos) e da Columella. La sua opera, che non ci è giunta, fu una delle fonti della Naturalis Historia di Plinio, e molte fonti greche tra le altre.

Grazie a questa formazione scientifica, un certo suo istinto di naturalista, e l’esperienza sul campo di agronomo e di imprenditore agricolo, compose il primo vero trattato di scienza della coltivazione. Suo zio Marco Columella, "un uomo astuto ed uno splendido fattore" (VII 2.30.), aveva già condotto esperimenti vari a livello zoologico, tra cui anche incroci di specie, ed insegnò molte cose del campo al nipote, infondendogli poi la passione per l'agricoltura. Columella, che possedeva alcune fattorie in Italia, si riferì soprattutto ad alcune sue proprietà preferite: ad Ardea, Carseoli ed Alba Longa, riportando soprattutto della propria esperienza pratica in agricoltura.

Mentre le piccole fattorie coltivate direttamente dai cittadini romani militanti nell'esercito fallivano per l'assenza dei coltivatori ed erano costretti a vendere i loro appezzamenti, sorsero in loro vece le grandi imprese aziendali appartenenti a patrizi o dei cavalieri, condotte con manodopera di servi e di schiavi, specializzate in produzioni da esportazione per le grandi città dell'Impero, come Roma, Atene, Alessandria.

Il V libro dell'opera viene dedicato anche alla coltivazione dell'olivo, con un valente trattato di olivicoltura e di tecnica olearia, basato su cognizioni botaniche e precetti tecnologici destinati a restare fino al XVIII sec. il punto di riferimento di questa attività dei paesi mediterranei dell'Europa meridionale, insieme a quella della vinicoltura.



ALTRI SCRITTORI SULL'AGRICOLTURA

Altri scrittori romani di agricoltura in periodo imperiale, sono
-  Rutilio Tauro Emiliano Palladio, Vegezio e Virgilio; 
nel periodo repubblicano oltre ai già citati
- Catone il Vecchio e Varrone, abbiamo Igino e Vitruvio, anche se dedicano meno importanza all'argomento.

(Catone nel suo libro: “De Agricoltura” scrive: "Farai così il libum. Sciogli bene in un mortaio due libbre di formaggio. Quando lo avrai reso del tutto liscio impasta bene...". Si prendeva della ricotta di pecora fresca, e vi si aggiungeva farina, uovo, sale e pepe. Si impastava facendone delle palline che si ponevano su foglie d’alloro da passare in forno affinché non fossero ben dorate).- Un editto di Diocleziano che informa sui prezzi del materiale agricolo nel tardo impero.
- Una collezione bizantina di venti libri, Geoponica, include molto materiale del periodo romano e di quello greco.

Dopo l'invenzione della stampa Columella fu uno degli autori maggiormente presenti anche con ricchissime edizioni. A differenza degli altri autori latini che si sono occupati di agricoltura, ricordati quasi esclusivamente per la loro importanza letteraria, Columella occupa un posto importante proprio nella Storia delle Scienze agrarie, (tanto che nell'opera dell'agronomo Antonio Saltini a Columella sono dedicate 71 pagine), per l'approccio contemporaneamente scientifico e di consigli pratici dato alla materia. Per questo all'epoca dell'invenzione della stampa il trattato di Columella fu uno di quelli che ebbe più edizioni.



MAGUS CARTHAGINENSIS

"Mago Carthaginiensis opus de re rustica  lingua Punica viginti octo libris conscripsit. Huius operis nunc deperditi fragmenta nonnulla exstant Graece vel Latine translata, quorum primum libris Columellae Rei rusticae sic legitur:
qui agrum paravit, domum vendat, ne malit urbanum quam rusticum larem colere; cui magis cordi fuerit urbanum domicilium, rustico praedio non erit opus."
(Columella, Rei rusticae libri, 1.1.18)

"Carthagine deleta anno 146 a.c., bibliothecae huius urbis datae sunt principibus Numidiae. Libri autem Magonis Romam allati Decimo Silano viri nobili committuntur a Senatu Romano. Silanus opus Magonis Latine, Cassius Dionysius Uticensis fere eodem tempore Graece traduxerunt. Operis Dionysii libris xx deducti epitome libris vi saeculo primo ac. conscripta est a Diophanis Nicaeensis".


Index fragmentorum et citationum
  • "Qui agrum paravit, domum vendat". Columellae Rei rusticae libri 1.1.18 (vide supra);
  •  Agro empto domum vendendam inclementer atque non ex utilitate publici status Mago censuit, hoc exordio praecepta pandere ingressus, ut tamen appareat adsiduitatem desideratam ab eo (Plinii  Naturalis historia 18.35).
  • Vineae aquilone versae maxime praeferunt. Columellae Rei rusticae libri 3.12.5.
  • Plantatio vinearum. Columellae Rei rusticae libri 3.15.3-5 et 5.5.4, cf. Vergilii  Georgica 2.348-353; 
  • Mago ante annum iubet, ut solem pluviasque conbibant, aut, si id condicio largita non sit, ignes in mediis fieri ante menses duos, nec nisi post imbres in his seri, altitudinem eorum in argilloso aut duro solo trium cubitorum esse in quamque partem, in pronis palmo amplius, iubetque caminata fossura ore conpressiore esse, in nigra vero terra duo cubita et palmum quadratis angulis eadem mensura (Plinii Naturalis Historia 17.80).
  • Mago in colle et siccis et argilla inter autumnum et brumam [olivam] seri iussit, in crasso aut umido aut subriguo solo a messe ad brumam. quod praecepisse eum Africae intellegitur (PliniiNaturalis Historia 17.128).
  • Pampinatio vinearum. Columellae Rei rusticae libri 4.10.1.
  • Plantatio olivarum. Columellae De Arboribus 4.10.1; 
  • Ideo LXXV pedes Mago intervallo dedit undique aut in macro solo ac duro atque ventoso, cum minimum, XLV (Plinii Naturalis Historia 17.93)
  • Plantatio arbustorum.Inter ea, quae semine seruntur, Mago in nucibus operosus est. amygdalam in argilla molli meridiem spectante seri iubet; gaudere et dura calidaque terra, in pingui aut umida mori aut sterilescere; serendas quam maxime falcatas et e novella fimoque diluto maceratas per triduum aut pridie, quam serantur, aqua mulsa; mucrone defigi, aciem lateris in aquilonem spectare; ternas simul serendas, triangula ratione palmo inter se distantes; denis diebus adaquari, donec grandescant. Iuglandes nuces porrectae seruntur commissuris iacentibus, pineae nucleis septenis fere in ollas perforatas additis aut ut laurus, quae bacis seritur. Citrea grano et propagine, sorba semine et a radice planta et avolsione proveniunt, sed illa in calidis, sorba in frigidis et umidis (Plinii Naturalis Historia 17.63-64).
  • Mago idem amygdalas ab occasu arcturi ad brumam seri iubet, pira non eodem tempore omnia, quoniam neque floreant eodem, oblonga aut rotunda ab occasu vergiliarum ad brumam, reliqua genera media hieme ab occasu sagittae, subsolanum aut septentrionis spectantia, laurum ab occasu aquilae ad occasum sagittae (Plinii Naturalis Historia 17.131).
  • De paludibus. Plinii Naturalis Historia 21.110-112.
  • Praeparatio frugum. Plinii Naturalis Historia 18.97-98.
  • De bubulcorum selectione. Columellae Rei rusticae libri 6.1.3.
  • De boum sanitate. Varronis  De re rustica 2.5.18: De sanitate sunt complura, quae exscripta de Magonis libris armentarium meum crebro ut aliquid legat curo. Numerus de tauris et vaccis sic habendus, ut in sexaginta unus sit anniculus, alter bimus.
  • De parturitu mulorum in Africa. Varro, De Re Rustica 2.1.27;
  • Columellae Rei rusticae libri 6.37.3.Cui ego ut succinerem, subicio Magonem et Dionysium scribere, mula et equa cum conceperint, duodecimo mense parere. Varro, De Re Rustica 2.1.27.
  • De animalibus in villa pascendis. Varronis De Re Rustica 3.2.13: Duo enim genera cum sint pastionum, unum agreste, in quo pecuariae sunt, alterum villaticum, in quo sunt gallinae ac columbae et apes et cetera, quae in villa solent pasci, de quibus et Poenus Mago et Cassius Dionysius et alii quaedam separatim ac dispersim in libris reliquerunt, quae Seius legisse videtur et ideo ex iis pastionibus ex una villa maioris fructus capere, quam alii faciunt ex toto fundo.
  • Apias e cadavero bubulco extrahere. Columellae Rei rusticae libri 9.14.6.
  • De apiis. Columellae Rei rusticae libri 9.15.3.
  • Malorum punicorum conditura. Columellae Rei rusticae libri 12.46.5.
  • Passi confectus. Columellae Rei rusticae libri 12.39.1.

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