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LEGIO MARTIA I

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Una Legio Martia I, oltre alla famosissima creata da Giulio Cesare, che si meritò il titolo onorevole di Legio Martia senza altre specifiche o motivazioni, la ritroviamo nel tardo impero. Anch'essa era evidentemente dedicata al Dio della guerra Marte, come venne rinvenuto un'incisione e una iscrizione ora perdute.

FORTEZZA DI SIRMIO
La legione è anche menzionata nel testo tardo-antico della Notitia Dignitatum come una legione stanziata in Gallia, e sembra che i suoi soldati si chiamassero Martenses.
Si suppone sia stata fondata da Constantius I Chlorus (293-306), padre di Costantino, discendente della dinastia flavia.

Gli ultimi membri di questa gens furono cristiani e secondo alcuni non avrebbero chiamato una legione col nome di un Dio pagano.

Tuttavia all'epoca c'era una religione mista, tanto è vero che Costantino fino all'ultimò festeggiò il 25 dicembre il Dies Natalis Solis Invicti, e gli Dei pagani avevano ancora, in modo sotterraneo e non, un largo seguito.

Per giunta una legione di certo non poteva essere intitolata al Cristo, alla Madonna o a qualsiasi alta immagine cristiana essendo questa notoriamente contraria alla guerra, tanto è vero che Costantino che voleva dare un simbolo cristiano al suo esercito, pose la croce e non un'immagine divina.

Inoltre spesso vennero rieditate le legioni di Giulio Cesare che restò sempre un idolo nel cuore dei romani, anche quando scomparve definitivamente il paganesimo, con grande scorno dei vari papi.

SCUDO DELLA MARTIA I
Infatti le ceneri di Cesare, in base alla tradizione vennero collocate, nei Mirabilia Urbis Romae, dentro la sfera che sovrastava l'obelisco posto accanto alla basilica di S.Pietro. Ebbene i pellegrini devoti si inginocchiavano anche dinanzi all'obelisco, si che Sisto V indignato la fece aprire dichiarando che la sfera era vuota e non conteneva un bel nulla.

Pertanto per una legione portare il soprannome di una gloriosa legione di Cesare non solo era un grande onore, ma anche una spinta ad essere all'altezza di quel nome.
 Nel 357, come ci informa Ammiano Marcellino, le tribù dei Quadi attaccarono con diverse incursioni il limes pannonico, coalizzati con i Marcomanni e i Sarmati Iazigi, devastando le province romane di Rezia, Pannonia e Mesia.

L'imperatore Costanzo II dovette allora intervenire nel 358, svernando a Sirmio, in Serbia, col suo esercito (che sembra includesse la I Martia) e tra battaglie e assegnazioni di nuove terre ad alcune tribù della coalizione, riportò la pace in quei luoghi

AFFRESCO DEL CASTRO DI BRIGETIO
Si parla poi di una fortezza in provincia di Valeria nell'Ungheria occidentale che nel 371 ospitò ancora la Legio Martia I insieme ad altre legioni.

Però nel 374, Quadi e Iazigi tornarono a fare incursioni nella provincia romana, per cui il nuovo imperatore, Valentiniano I (321 - 375), fece partire in tutta fretta dalla fortezza legionaria di Carnuntum, una spedizione in assetto di guerra che ottenne piena vittoria sui razziatori.

Si suppone che la I Martia vi abbia partecipato.

A novembre dello stesso anno, nella fortezza legionaria di Brigetio, Valentiniano I, al termine delle sue campagne militari, morì durante un colloquio con i Quadi, un popolo germanico di origine suebica, colpito da un ictus cerebrale. 

Così terminarono le campagne militari di Valentiniano I contro i Quadi nel 375, .

Secondo alcuni però questa legione era identica alla Martenses menzionata come parte del campo dell'esercito illirico intorno al 400 d.c, e si suppone che la legione sia stata fondata da Diocleziano.

Si ricordano però altre unità col soprannome di Martia, pressappoco contemporanee alla Legio Martia I, note per aver custodito il confine del Reno e la costa armoricana. E 'possibile che queste unità fossero in qualche modo correlate all'altra, forse come vexillationes o altro, ma non se ne hanno notizie precise.


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