Fu definita "VII legione Paterna Claudia Pia Fidelis", "paterna" in quanto derivata dalla legio VII del padre di Ottaviano, Giulio Cesare; "Pia", nel senso di devota, e "Fidelis" come fedele. Il suo emblema, come quello di tutte le legioni cesariane, era il toro, insieme con il leone.
L'ANTEFATTO
Prese parte alla guerra sociale del 90 - 89 a.c. e fu attiva dal 91 al 58 a.c. La Guerra Sociale vide opposti Roma e i municipia dell'Italia fin allora alleati del popolo romano, per l'estensione dei diritti di cittadinanza anche ad altri popoli italici fino ad allora federati. Non sappiamo però se se si trattò della stessa legione utilizzata da Cesare trent'anni più tardi. Alcuni studiosi lo sostengono, altri lo confutano.
Abbiamo notizia di una VII Legione nella Gallia Transalpina negli anni 67- 65 a.c., quando l'allora governatore Gaio Calpurnio Pisone pose fine ad una rivolta di Galli Allobrogi. Nel 62 a.c. partecipò, invece, insieme alla legio VIII (legio VIII Gallica Veterana Mutinensis) e la IX (legio VIIII o IX Triumphalis Macedonica) a sedare la cospirazione di Lucio Sergio Catilina nel Piceno.
GIULIO CESARE
58 a.c. - All'inizio del proconsolato di Gaio Giulio Cesare era acquartierata, insieme alle legioni VIII (legio VIII Gallica Veterana Mutinensis), e alla IX ( legio VIIII o IX Triumphalis Macedonica), nella
Gallia Cisalpina presso Aquileia.
« A suo dire [di Orgetorige], gli Elvezi, visto che erano superiori a tutti in valore, potevano impadronirsi con facilità dell'intera Gallia. Egli li convinse di ciò in quanto, per la configurazione geografica del paese, gli Elvezi sono chiusi da ogni parte: da un lato dal Reno, largo e profondo, che divide le terre degli Elvezi dai Germani, dall'altra dal monte Giura, molto alto, che è tra loro e i Sequani e infine dal Lago Lemano e dal fiume Rodano, che li separa dalla nostra provincia. Tutto ciò riduceva l'area in cui potevano fare scorrerie e rendeva difficile fare guerra ai popoli vicini. Perciò, essendo molto bellicosi, erano afflitti. Inoltre, pensavano di avere un territorio troppo piccolo rispetto al numero del loro popolo e alla gloria che avevano per il loro valore in guerra, lungo 240 miglia e largo 180»
(Cesare, De bello Gallico.)
58 a.c. - sull'Arar (attuale fiume Saone), tra l'esercito romano guidato da Gaio Giulio Cesare e gli Elvezi, con la vittoria romana durante l'attraversamento del fiume.
58 a.c. - Bibracte contro gli Elvezi, in cui Cesare riuscì, come in molti altri casi, a sconfiggere un esercito nettamente superiore al suo
58 a.c. - in Alsazia contro le genti germaniche di Ariovisto
57 a.c. - sul fiume Axona e sul Sabis contro le popolazioni dei Belgi;
55 a.c. - in Britannia.; nella battaglia di Avaricum. contro i Biturigi, vinta da Ceasre e narrata nel De Bello Gallico.
52 a.c. - ad Alesia, il capolavoro strategico di Cesare che portò alla vittoria con la sottomissione definitiva delle genti galliche.
52-51 a.c. - in inverno era, insieme alla XV Apollinaris e la cavalleria, con Tito Labieno ed il suo luogotenente, Marco Sempronio Rutilo, tra i Sequani (sul fiume Arara) a Vesontio (sul fiume Doubs in Francia)..
49 - a.c. - Al'inizio della guerra civile, la legione si trovava presso Narbona, capitale della Gallia Narbonese e venne inviata da Cesare in Hispania sotto il comando del suo legato, Gaio Fabio, prendendo parte alla vittoriosa campagna di Lerida.
48 a.c. - La VII venne trasferita in Macedonia partecipando alla battaglia di Dyrrhachium, tra Cesare e Pompeo che ebbe la meglio facendo ritirare Cesare nella Tessaglia.
46 a.c. - La Paterna partecipò anche alla battaglia decisiva di Farsalo, in cui Cesare sconfisse Pompeo.
46 a.c. - Prese parte poi alla battaglia di Tapso in Africa. Subito dopo la legione sembra sia stata sciolta ed i suoi veterani inviati in Campania ed in Gallia Narbonese a Baeterrae.
46 a.c. - Tuttavia fu formata nuovamente da Marco Antonio, con un nucleo di veterani, su loro richiesta, che mal si erano adattati alla vita civile.
46 a.c. - Tuttavia fu formata nuovamente da Marco Antonio, con un nucleo di veterani, su loro richiesta, che mal si erano adattati alla vita civile.
OTTAVIANO
44 a.c. Dopo la morte di Cesare, i veterani stanziati nelle colonie militari vennero reclutati sia dal giovane Cesare Ottaviano sia dal fedele luogotenente di Marco Antonio, Publio Ventidio Basso. Quindi alla vigilia della guerra di Modena furono costituite due legioni con il numerale VII: la legione di Ottaviano venne impegnata a Modena, e da Ottaviano avrebbe ricevuto una ricompensa di 20 000 sesterzi per la strepitosa vittoria.
Combatté con successo contro Antonio nella seconda fase della battaglia di Forum Gallorum (tra Cesare e Marco Antonio), mentre la VII legione reclutata da Ventidio Basso marciò insieme alla VIII e IX legione incontro a Marco Antonio e si congiunse con successo con le forze di quest'ultimo a Vado Ligure.
Questa legione non sarebbe da identificare con la omonima VII di Marco Antonio, reclutata in Oriente, probabilmente durante il suo soggiorno a fianco della regina d'Egitto, Cleopatra VII.
Dopo la battaglia di Filippi passò dalla parte di Ottaviano, con il quale rimase fino alla battaglia di Azio del 31 a.c., confluendo infine nella VII Paterna Macedonica poi Claudia.
42 a.c. - Filippi, con la battaglia del triumvirato, composto da Marco Antonio, Cesare Ottaviano, e Marco Emilio Lepido, contro i cesaricidi Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino.
41 a.c. - Prese poi le parti di Ottaviano durante l'assedio di Perugia, e con quest'ultimo rimase fino alla battaglia di Azio (31 a.c.). Come coloni di Ottaviano, furono inviati, al termine della guerra civile, a Rusazus ed a Saldae in Mauretania Cesariense.
31 a.c. Venne riformata da Augusto dopo la battaglia di Azio del 31 a.c., ed esistette almeno fino alla fine del IV sec, quando svolgeva compiti di pattuglia nel medio corso del Danubio.CLAUDIO
42 d.c. - ottenne il titolo di Claudia Pia fidelis in seguito alla rivolta del governatore della provincia di Dalmazia, Furio Camillo Scriboniano, poiché le legioni (VII e XI) lo sostennero solo per quattro giorni e la rivolta non si estese. Claudio per questi motivi premiò la lealtà delle legioni dalmatiche.