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QASR AL-AZRAQ (Giordania)

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Qasr al-Azraq, il cui nome significa "Castello blu", è una grande fortezza romana situata nell'est della Giordania. Essa è uno dei castelli del deserto, posto nelle vicinanze della città di Azraq, a circa 100 km. da Amman. Il suo valore strategico derivava dalla vicina oasi, unica fonte d'acqua in una vasta regione desertica.  La prima iscrizione che si trova in sito è un altare dedicato all'imperatore Diocleziano che daterebbe il forte al 284-305 d.c. anche se le pietre miliari lungo la strada che corre vicino all'oasi mostrano che gli interessi romani risalgono al 208 d.c..

Gli antichi Romani furono i primi a edificare e a fare un uso militare di questo sito e successivamente al suo centro venne edificata una moschea. Alcuni sostengono che la prima edificazione fosse dei beduini, ma le basi del forte dimostrano inequivocabilmente la matrice romana.

Tuttavia la fortezza assunse la forma attuale dopo una vasta ristrutturazione ed espansione realizzata dagli Ayyubidi nel XIII secolo, utilizzando la pietra di una locale cava basalto che rende il castello più scuro rispetto alla maggior parte degli altri edifici della zona.

Venne utilizzato in seguito dall'esercito dell'Impero ottomano quando governò in quell'area (XVII-XX sec.). Durante la Rivolta Araba, T.E. Lawrence fece di questa fortezza il centro la sua attività nel 1917-18, un'esperienza descritta nel suo libro "I sette pilastri della saggezza". Il collegamento con la figura di Lawrence d'Arabia è stato uno dei principali poli di interesse del castello per i turisti.

Si tratta di una regione desolata situata nel bordo della "teglia giordana", il terribile deserto, e avvolta dalla Siria a nord, l'Arabia Saudita a sud e l'Iraq ad est. È una zona conosciuta dai giordani come "al-Badia", termine arabo che significa  "zona arida" ma pure "il luogo dove provengono i beduini". Anche se la Badia comprende le aree più deserte In Giordania, tra i luoghi frequentati dai turisti, la parte più orientale rimane un mondo separato, e non delude mai.

Questo forte sconosciuto costruito migliaia di anni fa rimane nascosto in un'oasi circondata da un mare deserto di pietra nera. Inoltre, non ci sono le solite bancarelle di biglietti, visite guidate, righe di autobus o spettacoli di ospitalità locale così comuni nel resto del paese. Non c'è nulla da fare, se non ammirare una scena che è cambiata poco per un paio di millenni.



LA PORTA DI PIETRA

Il castello è costruito con la locale pietra nera basaltica e ha una forma pressoché quadrata, con circa 80 metri di lato. Le mura perimetrali racchiudono un ampio cortile centrale al centro del quale è situata una piccola moschea che risale ai tempi degli Omayyadi.

Ad ogni angolo del muro esterno vi è una torre di forma oblunga. L'ingresso principale è composto da un unico massiccio battente in lastra di granito, che porta ad un vestibolo dove si può vedere scolpito nel pavimento un gioco da tavolo romano.

 Anche se molto pesante - 1 tonnellata per ciascuna delle ante del cancello principale, 3 tonnellate per anta le altre - queste porte di pietra possono facilmente essere spostate, grazie alla straordinaria e precisa capacità edificatoria dei romani. La scelta inusuale della pietra può essere spiegata dal fatto che non vi è, nelle vicinanze, alcuna disponibilità di legno, oltre a quello della palma, legno però molto morbido e non idoneo alla costruzione. Sappiamo inoltre che i romani sapevano adattarsi ad ogni situazione adeguandosi alle risorse del luogo.



I NABATEI

L'importanza strategica del castello è quella di trovarsi nel bel mezzo dell'oasi di Azraq, l'unica fonte permanente di acqua in circa 12.000 km² di deserto, per cui diversi popoli si contesero il sito, La zona fu abitata dai Nabatei ed intorno a circa l'anno 200 cadde sotto il controllo dell'Impero Romano.

I Nabatei furono un popolo di commercianti dell'Arabia antica, insediati nell'area di confine fra Siria e l'Arabia, dall'Eufrate al mar Rosso. La efficientissima rete mercantile metteva in comunicazione il sud e il nord della Penisola araba e pure l'area mediterranea con prodotti provenienti anche dalla lontana India.

All'inizio i romani ebbero difficoltà contro i Nabatei. Nel 62 a.c. Marco Emilio Scauro accettò un versamento di 300 talenti per togliere l'assedio a Petra, Però, ottenuta la pace, il re Aretas conservò per intero i suoi domini, inclusa Damasco e divenne vassallo di Roma.

Nel 32 a.c. Erode il Grande iniziò un conflitto contro la Nabatea devastandola. Divenuti poi alleati dei Romani, i Nabatei continuarono a prosperare per tutto il I sec. d.c. estendendosi dentro l'Arabia, lungo il Mar Rosso fino allo Yemen, e Petra divenne un emporio cosmopolita. Sotto la Pax Romana persero le abitudini guerriere e nomadi e divennero un popolo ordinato, totalmente dedito al commercio e all'agricoltura.

I Nabatei divennero baluardo tra Roma e le popolazioni beduine ribelli. Dopo che l'imperatore Traiano, nel 106, aveva annesso il regno nabateo, a Gerasa affluirono molte ricchezze e molti edifici furono abbattuti per essere sostituiti da altri ancora più imponenti.Dal III secolo d.c. i Nabatei smisero di scrivere in aramaico passando al greco e, dal IV sec., si convertirono al Cristianesimo e divennero contadini.



I ROMANI

I Romani costruirono questa fortezza, così come ne costruirono molte altre nella zona desertica giordana, utilizzando il basalto locale, su cui si innalzarono le costruzioni successive realizzate anche dai bizantini e dagli Omayyadi. Qasr al-Azraq subì la sua ultima importante modifica dai Mamelucchi nel XIII sec..La fortezza, nella sua forma attuale, risale a questo periodo.

Nel XVI secolo gli Ottomani turchi vi impiantarono una guarnigione, e T. E. Lawrence (Lawrence d'Arabia) ne fece il suo quartier generale nel deserto durante l'inverno del 1917, durante la Grande Rivolta Araba contro l'Impero ottomano. 



LARENCE D'ARABIA

TE Lawrence e Sharif Hussein bin Ali posero qui la loro base nell'inverno del 1917-18 durante la rivolta araba contro i turchi.

AFFRESCO BIZANTINO NEI CASTELLI DEL DESERTO
Lawrence ha sistemato i suoi alloggi nella stanza sopra l'ingresso sud, mentre i suoi seguaci si sono sparsi in altre zone del forte. Abitarono qui per parecchi mesi in condizioni disagiate e affollate, con un poco efficace riparo dal freddo intenso che veniva dal tetto, fatto in rami di palma e argilla.
Nonostante le difficoltà  Lawrence amò il tempo trascorso con i suoi uomini nella fortezza, dove a sera tutti si riunirono davanti a un grande fuoco nel cortile spezzando il pane che si scambiavano insieme a storie di guerra, pace e amore.

Al di sopra dell'ingresso si trova la Camera di Lawrence, strategicamente affacciata sull'entrata e attrezzata con balestre munite di frecce per la difesa. Di fronte all'entrata e proprio a sinistra, sono i resti di un altare, costruito nel III secolo dc dai Romani. Nel mezzo del cortile è una piccola moschea, inclinata come al solito per affrontare la Mecca - risale al periodo Ayyubid (all'inizio del XIII secolo), ma fu costruita sulle rovine di una chiesa bizantina. Nell'angolo nord-est del cortile, un buco con scale conduce ad un pozzo, pieno d'acqua fino a circa 20 anni fa. Nell'angolo nord-ovest sono le rovine della prigione.

Le sezioni settentrionali sono zone residenziali con le rovine da poco scoperte di una cucina e di una sala da pranzo, e vicini depositi e stalle.

La torre nella parete occidentale è la più spettacolare e presenta una grande porta composta da una sola massiccia lastra di basalto. Lawrence descrive nel suo libro

"Sette pilastri di saggezza" che si chiudeva con "un clang e un crash che faceva tremare la parete ovest del castello".



LE ROVINE  

Oggi Qasr al-Azraq è spesso incluso in gite di un giorno da Amman verso i castelli del deserto. I visitatori possono esplorare la maggior parte del castello, sia al piano di sopra che di sotto, ad eccezione di alcune sezioni chiuse, poiché la roccia è puntellata.

Costruito in pietra di basalto nero, Qasr al-Azraq era originariamente alto tre piani. Alcune pietre di pavimentazione nell'entrata principale presentano piccole indentazioni, intagliate dai guardiani romani  che facevano un gioco da tavolo intagliato con ciottoli per passare il tempo. All'ingresso del cortile ci sono le sculture di animali e varie iscrizioni.

Di relativamente poco si sa sulla storia di Qasr al-Azraq, e c'è stato poco scavo e ristrutturazione. Le iscrizioni greche e latine appaiono costruzioni precedenti sul sito a circa 300 d.c, coincidente con l'occupazione romana.



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