Nome: Marcus Cornelius Nigrinus Curiatius Maternus;
Nascita: Liria, 40 circa
Morte: dopo il 98
Professione: Legato e governatore
LE ORIGINI
Ovvero Marcus Cornelius Nigrinus Curiatius Maternus, si pensa sia nato nella Liria Edetanorum (Hispania Tarraconensis), della prestigiosa tribù edetana Galeria, nel 40 circa dc., là dove sono state rinvenute le uniche iscrizioni onorarie a lui dedicate, all'incirca negli anni 80 dc..
Fu figlio di Marco Cornelio Nigrino.
La sua carriera venne desunta attraverso alcune iscrizioni frammentarie, la cui ricostruzione ha permesso di delineare l'eccezionale carriera di questo generale.
Fu infatti uno degli ufficiali più decorati dell’esercito romano.
Paragonabile forse solo ad altri quattro senatori di epoca imperiale: uno sconosciuto eroe dell’epoca di Vespasiano, Lucio Licino Sura all’epoca delle campagne daciche di Traiano, Caio Aufidio Vittorino e Tito Pomponio Proculo Vitrasio Pollione all’epoca delle campagne antoniniane sul Danubio.
TRIBUNO DELLA LEGIO
Sappiamo che Marco Cornelio fu pretore ma tutto fa supporre, dato lo stragrande numero di onorificenze sul campo, che non passasse tempo da civile ma che passò piuttosto da un castro all'altro.
Dovette distinguersi talmente tanto che nell'anno 83 venne nominato governatore della Gallia Aquitania. Giulio Cesare la definisce come la terra che "si estende dalla Garonna fino ai Pirenei e a quella parte dell'Oceano che va verso l'Hispania; si estende tra occidente e settentrione".
Nascita: Liria, 40 circa
Morte: dopo il 98
Professione: Legato e governatore
LE ORIGINI
Ovvero Marcus Cornelius Nigrinus Curiatius Maternus, si pensa sia nato nella Liria Edetanorum (Hispania Tarraconensis), della prestigiosa tribù edetana Galeria, nel 40 circa dc., là dove sono state rinvenute le uniche iscrizioni onorarie a lui dedicate, all'incirca negli anni 80 dc..
Fu figlio di Marco Cornelio Nigrino.
La sua carriera venne desunta attraverso alcune iscrizioni frammentarie, la cui ricostruzione ha permesso di delineare l'eccezionale carriera di questo generale.
Fu infatti uno degli ufficiali più decorati dell’esercito romano.
Paragonabile forse solo ad altri quattro senatori di epoca imperiale: uno sconosciuto eroe dell’epoca di Vespasiano, Lucio Licino Sura all’epoca delle campagne daciche di Traiano, Caio Aufidio Vittorino e Tito Pomponio Proculo Vitrasio Pollione all’epoca delle campagne antoniniane sul Danubio.
TRIBUNO DELLA LEGIO
Sappiamo che venne nominato tribuno presso la Legio XIV Gemina, dunque dovette esserci nel gennaio del 69, quando scoppiò la guerra civile dei quattro imperatori e la rivolta di Vitellio governatore della Germania Inferiore.
Galba venne linciato e sostituito da Ottone. La XIV legione dovette scegliere e preferì Otho, ma non arrivò in tempo per la prima battaglia di Cremona, una subunità si battè per il suo imperatore, ma fu sconfitta con le altre legioni ottoniane.
Vitellio, tuttavia, era misericordioso e fece andare la XIV in Gran Bretagna. Nella seconda parte della guerra civile di Vespasiano contro Vitellio la XIV Gemina restò in disparte.
Tuttavia, nel 70, ormai Marco Cornelio ha una trentina d'anni, la XIV Legio coadiuvò il generale Petillius Ceriale per sopprimere la rivolta batava. La legione marciò così da Boulogne attraverso il paese del Nervi fino a Tongeren e Colonia e partecipò alla battaglia decisiva di Xanten.
Qui Marco dovette distinguersi nel coraggio e nell'abilità, due caratteristiche che possedeva a sommo grado.
Questa volta, la legione non tornò in Gran Bretagna, ma a Magonza, dove condivise il campo con la I Adiutrix.
Marco Cornelio così tornò in Spagna, la sua terra natia. Ma non poteva restarci a lungo, perchè ormai i suoi capi si erano accorti del suo eccezionale valore.
LEGATO DELLA LEGIO
In genere il Legatus legionis era un ex pretore (magistrato) cui veniva dato il comando di una legione, in province imperiali con più di una legione (tranne l'Egitto e la Mesopotamia).
Galba venne linciato e sostituito da Ottone. La XIV legione dovette scegliere e preferì Otho, ma non arrivò in tempo per la prima battaglia di Cremona, una subunità si battè per il suo imperatore, ma fu sconfitta con le altre legioni ottoniane.
Vitellio, tuttavia, era misericordioso e fece andare la XIV in Gran Bretagna. Nella seconda parte della guerra civile di Vespasiano contro Vitellio la XIV Gemina restò in disparte.
Tuttavia, nel 70, ormai Marco Cornelio ha una trentina d'anni, la XIV Legio coadiuvò il generale Petillius Ceriale per sopprimere la rivolta batava. La legione marciò così da Boulogne attraverso il paese del Nervi fino a Tongeren e Colonia e partecipò alla battaglia decisiva di Xanten.
Qui Marco dovette distinguersi nel coraggio e nell'abilità, due caratteristiche che possedeva a sommo grado.
Questa volta, la legione non tornò in Gran Bretagna, ma a Magonza, dove condivise il campo con la I Adiutrix.
Marco Cornelio così tornò in Spagna, la sua terra natia. Ma non poteva restarci a lungo, perchè ormai i suoi capi si erano accorti del suo eccezionale valore.
LEGATO DELLA LEGIO
In genere il Legatus legionis era un ex pretore (magistrato) cui veniva dato il comando di una legione, in province imperiali con più di una legione (tranne l'Egitto e la Mesopotamia).
Era una carica di grande importanza, praticamente un generale.
ONORIFICENZA IN ARGENTO DEDICATA AD UN SOLDATO DELLA LEG VIII |
I romani, seguendo le orme di Cesare, vedevano molto di buon occhio chi sapeva combattere e soprattutto sapesse fare strategie, perchè tenevano molto alla vita dei soldati, sia perchè erano romani, sia perchè addestrare un buon soldato era lumgo e costoso.
Sappiamo dunque che Marco Cornelio fu nominato Legato, nel 75-78, della Legio VIII Augusta, forse quando gran parte della Legio venne inviata in Britannia a presidio del Vallo di Adriano.
Lo troviamo si nuovo insignito della prestigiosa carica di legato nella Legio IIII Flavia Felix la Legione organizzata da Vespasiano che le aveva dato il proprio nome.
La legione fu mandata a Burnum (in Dalmazia) a rimpiazzare la XI Claudia; fu probabilmente in questo periodo che ricevette il titolo Felix, "ricca", evidentemente per le vittorie e i bottini ottenuti.
Sappiamo dunque che Marco Cornelio fu nominato Legato, nel 75-78, della Legio VIII Augusta, forse quando gran parte della Legio venne inviata in Britannia a presidio del Vallo di Adriano.
Lo troviamo si nuovo insignito della prestigiosa carica di legato nella Legio IIII Flavia Felix la Legione organizzata da Vespasiano che le aveva dato il proprio nome.
La legione fu mandata a Burnum (in Dalmazia) a rimpiazzare la XI Claudia; fu probabilmente in questo periodo che ricevette il titolo Felix, "ricca", evidentemente per le vittorie e i bottini ottenuti.
GOVERNATORE DELLA GALLIA AQUITANIA
Poichè l'Aquitania in epoca imperiale fu affidata ad un legatus Augusti pro praetore, (un governatore di provincia imperiale di rango senatorio munito di imperium delegato dal principe) viene da pensare che inevitabilmente Nigrino fosse stato insignito di tale carica.
CONSOLE SUFFETTO
Ma non basta, nell'83 il generale Quinto Petilio Ceriale divenne console per la terza volta, in qualità di console suffetto per la morte del console Quinto Petilio Rufo II, collega di rango inferiore dell'imperatore Domiziano, ma quest'ultimo morì nell'anno stesso.
Raggiunse il massimo della gloria e della carriera quando viene inviato (85 d.c.) da Domiziano in Moesia, per arginare l’invasione dei Daci, in attesa dell’arrivo dello stesso imperatore. Infatti nello stesso anno era morto il governatore della Mesia, Oppio Sabino, durante la guerra dacica, causata dall'invasione della provincia da parte delle popolazioni daciche nell'area carpatica.
Nigrino fu inviato a succedergli prima come governatore dell’intera provincia e successivamente (dopo la suddivisione della provincia) come governatore della Mesia inferiore.
Nell'86 Domiziano, molto incline alla guerra, per alcune ribellioni daciche, pur avendo ristabilito l’ordine nella provincia di Mesia, inviò in Dacia a capo delle armate romane, il prefetto del Pretorio, Cornelio Fusco. L'avanzata romana fu, però subì una disastrosa sconfitta, dove lo stesso Prefetto perse la vita.
Pieno di fama e di gloria, pluridecorato fino all'inverosimile, legato e governatore dell'Impero romano, Nigrino dovette candidarsi alla successione dell'imperatore Nerva, ma a lui venne preferito Traiano.
LA FINE
Dopo Traiano, lo testimoniano le epigrafi, Nigrino dovette abbandonare rapidamente rapidamente il governatorato, ma non sappiamo esattamente che fine fece.
Sappiamo solo che non venne ucciso, forse in considerazione della sua strepitosa carriera militare, il che avrebbe sollevato tutti soldati che avevano militato sotto di lui, ma venne allontanato dalla vita politica e si ritirò in Hispania, per non fare mai più ritorno a Roma.
.
Le cronache dell'epoca non ne parlano oltre e forse in questo dovette entrarci Traiano, che pur essendo un ottimo imperatore non ammetteva rivali.
Pertanto il nome di Macrino fu avvolto in un specie di damnatio memoria, altrimenti non si spiega tanto silenzio in una vita così gloriosa ed eccezionale.
LE DECORAZIONI
Le decorazioni (i dona militaria) ricevute da Nigrino sono elencate da un'iscrizione, e segnano un primato non eguagliato, se non da pochissimi, nella storia militare romana:
DUE CORONE MURALI
- corona in oro, o un cerchio d'oro, simile a una merlatura, al primo soldato che saliva su una piazzaforte o cittadella nemica assediata.
DUE CORONE VALLARI
- al primo soldato che saliva sul bastione nemico o che apriva un varco in un accampamento nemico. Era d'oro e decorata con i montanti (Valli) di una trincea o torrette di una città.
DUE CORONE CIVICHE
- la decorazione più antica, intrecciata con foglie di quercia, a chi avesse salvato la vita di un cittadino romano in un combattimento. Durante la Repubblica romana, e il Principato successivi, è stata considerata come la seconda più alta decorazione militare cui un cittadino potesse aspirare.
DUE CORONE AUREE
- di foglie d'alloro, e ornata da un nastro. Dai centurioni in su, per aver ucciso un nemico in combattimento unico e mantenendo il terreno fino alla fine della battaglia..
OTTO ASTAE PURAE
- L'asta pura era una particolare lancia (hasta) d'oro (pura, "[d'oro] puro"). Era una ricompensa data direttamente dall'Imperatore.
OTTO VEXILLII
- una piccola replica d'argento del vessillo a chi per primo lo avesse piantato sulle mura nemiche.
Dal tipo di onoreficienze si comprende che Marco Cornelio non faceva il solito generale nella retroguardia ma si lanciava in prima fila a dare l'esempio e incoraggiare i soldati. Insomma un eroe in piena regola, come comandante e come soldato.
LE EPIGRAFI
« [M(arco) Cornelio] M(arci) f(ilio) Ga[l(eria) Nigrino]
[Curiatio Ma]terno co(n)[s(uli)]
[trib(uno) mi]l(itum) leg(ionis) XIIII ge[minae adlecto]
[inter praetorios a]b Imp(eratore) Caesar[e Vespasiano Aug(usto)]
e[t Tit]o Imp(eratore) Caesare A[u]g(usti) f(ilio) ab eis prae
libus emendandis leg(ato) Aug(usti) leg(ionis) VIII Au[gust(ae) leg(ato) Aug(usti) pro pr(aetore)] provinc(iae) Aquitania leg(ato) pro pr(aetore) M[oesiae donato bello Da]
cico co[ro]nis mura[l]ibus duabus et [coronis vallaribus du]
abus e[t coro]nis classic[is] duabus et coro[nis aureis duabus hastis]
[puris octo vexillis oc]to leg(ato) Aug(usti) pro [pr(aetore) provinc(iae) Syriae] »
« Marco Cornelio, figlio di Marco della tribù Galeria, Nigrino Curiazo Materno,
console,
tribuno militare della legione XIII Gemina,
pretore con gli imperatori Vespasiano e Tito,
legato di Augusto della legione VIII Augusta,
legatus augusti pro pretore della provincia di Aquitania,
legatus augusti pro praetore della provincia di Moesia,
ricevette per la guerra in Dacia due corone murali,
due corone vallari,
due corone classiche,
due corone auree,
otto aste pure
e otto vessilli,
legatus augusti pro pretore della provincia di Siria. » (CIL II, 03788) (LA)
« M(arco) Cornelio
M(arci) f(ilio) G[al(eria)] Nigri/no Curiatio
Materno co(n)s(uli)
leg(ato) Aug(usti) pro pr(aetore)
provinc(iae) Moes(iae)
provinc(iae) Syriae »
« Marco Cornelio, figlio di Marco della tribù Galeria, Nigrino Curiazo Materno, console, legatus augusti pro praetore della provincia di Moesia e della provincia di Siria. » (CIL II, 06013)
« M(arco) Cornelio M(arci) f(ilio) Gal(eria)
Nigrino Curiatio Ma/terno co(n)s(uli) leg(ato) Aug(usti) pr(o)
pr(aetore) provinc(iae) Moesiae
provinc(iae) Syriae »
« Marco Cornelio, figlio di Marco della tribù Galeria, Nigrino Curiazo Materno, console, legatus augusti pro praetore della provincia di Moesia e della provincia di Siria. » (CIL II, 03783)
« M(arco) Cornelio
M(arci) f(ilio) Gal(eria)
Nigrino
filio »
« Marco Cornelio, figlio di Marco della tribù Galeria, figlio di Nigrino » (CIL II, 00128)
« Nig]rin[us »
« Nigrino » (AE 1998, 00788)
CONSOLE SUFFETTO
Ma non basta, nell'83 il generale Quinto Petilio Ceriale divenne console per la terza volta, in qualità di console suffetto per la morte del console Quinto Petilio Rufo II, collega di rango inferiore dell'imperatore Domiziano, ma quest'ultimo morì nell'anno stesso.
Venne allora eletto a ulteriore console suffetto, sempre nell'83, Marco Cornelio Nigrino, che godeva molta stima da parte dell'imperatore.
GOVERNATORE DELLA MOESIA
Nigrino fu inviato a succedergli prima come governatore dell’intera provincia e successivamente (dopo la suddivisione della provincia) come governatore della Mesia inferiore.
COMANDANTE DELLA FLAVIA FELIX
Nel'88 la Flavia Felix comandata da Marco Cornelio partecipò all'invasione punitiva della Dacia, attribuendosi la vittoriosa battaglia di Tape.
Dovette essere una battaglia ben giocata, perchè sia Strabone che Decebalo affermano che l'esercito romano era di circa 50000 uomini, mentre quello dacico ne contava circa 200000.
Un rapporto da 1 a 4, eccezionale, ma era usuale un rapporto da uno a due nelle guerre romane contro i nemici.
Del resto Cesare combattè anche con numeri molto superiori, tanto che a Roma si diceva che un soldato romano valeva 10 soldati barbari.
Per i grandi meriti acquisiti, a conclusione della campagna nel 89 d.c. Marco Cornelio Nigrino rimase in Moesia, prima come governatore dell’intera provincia e successivamente (dopo la suddivisione della provincia) della Moesia Inferiore.
Dovette essere una battaglia ben giocata, perchè sia Strabone che Decebalo affermano che l'esercito romano era di circa 50000 uomini, mentre quello dacico ne contava circa 200000.
Un rapporto da 1 a 4, eccezionale, ma era usuale un rapporto da uno a due nelle guerre romane contro i nemici.
Del resto Cesare combattè anche con numeri molto superiori, tanto che a Roma si diceva che un soldato romano valeva 10 soldati barbari.
Per i grandi meriti acquisiti, a conclusione della campagna nel 89 d.c. Marco Cornelio Nigrino rimase in Moesia, prima come governatore dell’intera provincia e successivamente (dopo la suddivisione della provincia) della Moesia Inferiore.
Si presume che combatté anche nella successiva fase delle Campagne di Domiziano in Dacia nel biennio 88-89 sotto Tettio Giuliano, durante le quali ricevette le sue decorazioni.
GOVERNATORE DELLA SIRIA
L'EPIGRAFE COMPRENSIVA DELLE PARTI AMNCANTI |
GOVERNATORE DELLA SIRIA
Fu nominato anche governatore della Siria nel 94/95-97 circa, nel periodo che va dalla morte di Domiziano (fine 96) all'adozione di Traiano da parte di Nerva.
IL CONTENDENTE AL TRONO
Questa notizia, assieme a quella riportata da Plinio il Giovane in una delle sue lettere che parla di un governatore di una provincia orientale con un grosso esercito che aspirava al posto di Traiano, fa pensare che Nigrino si sia visto scavalcare dal proprio conterraneo come successore designato da Nerva.
IL CONTENDENTE AL TRONO
Questa notizia, assieme a quella riportata da Plinio il Giovane in una delle sue lettere che parla di un governatore di una provincia orientale con un grosso esercito che aspirava al posto di Traiano, fa pensare che Nigrino si sia visto scavalcare dal proprio conterraneo come successore designato da Nerva.
Pieno di fama e di gloria, pluridecorato fino all'inverosimile, legato e governatore dell'Impero romano, Nigrino dovette candidarsi alla successione dell'imperatore Nerva, ma a lui venne preferito Traiano.
LA FINE
Dopo Traiano, lo testimoniano le epigrafi, Nigrino dovette abbandonare rapidamente rapidamente il governatorato, ma non sappiamo esattamente che fine fece.
Sappiamo solo che non venne ucciso, forse in considerazione della sua strepitosa carriera militare, il che avrebbe sollevato tutti soldati che avevano militato sotto di lui, ma venne allontanato dalla vita politica e si ritirò in Hispania, per non fare mai più ritorno a Roma.
.
Le cronache dell'epoca non ne parlano oltre e forse in questo dovette entrarci Traiano, che pur essendo un ottimo imperatore non ammetteva rivali.
Pertanto il nome di Macrino fu avvolto in un specie di damnatio memoria, altrimenti non si spiega tanto silenzio in una vita così gloriosa ed eccezionale.
LE DECORAZIONI
Le decorazioni (i dona militaria) ricevute da Nigrino sono elencate da un'iscrizione, e segnano un primato non eguagliato, se non da pochissimi, nella storia militare romana:
DUE CORONE MURALI
- corona in oro, o un cerchio d'oro, simile a una merlatura, al primo soldato che saliva su una piazzaforte o cittadella nemica assediata.
DUE CORONE VALLARI
- al primo soldato che saliva sul bastione nemico o che apriva un varco in un accampamento nemico. Era d'oro e decorata con i montanti (Valli) di una trincea o torrette di una città.
DUE CORONE CIVICHE
- la decorazione più antica, intrecciata con foglie di quercia, a chi avesse salvato la vita di un cittadino romano in un combattimento. Durante la Repubblica romana, e il Principato successivi, è stata considerata come la seconda più alta decorazione militare cui un cittadino potesse aspirare.
DUE CORONE AUREE
- di foglie d'alloro, e ornata da un nastro. Dai centurioni in su, per aver ucciso un nemico in combattimento unico e mantenendo il terreno fino alla fine della battaglia..
OTTO ASTAE PURAE
- L'asta pura era una particolare lancia (hasta) d'oro (pura, "[d'oro] puro"). Era una ricompensa data direttamente dall'Imperatore.
OTTO VEXILLII
- una piccola replica d'argento del vessillo a chi per primo lo avesse piantato sulle mura nemiche.
Dal tipo di onoreficienze si comprende che Marco Cornelio non faceva il solito generale nella retroguardia ma si lanciava in prima fila a dare l'esempio e incoraggiare i soldati. Insomma un eroe in piena regola, come comandante e come soldato.
LE EPIGRAFI
« [M(arco) Cornelio] M(arci) f(ilio) Ga[l(eria) Nigrino]
[Curiatio Ma]terno co(n)[s(uli)]
[trib(uno) mi]l(itum) leg(ionis) XIIII ge[minae adlecto]
[inter praetorios a]b Imp(eratore) Caesar[e Vespasiano Aug(usto)]
e[t Tit]o Imp(eratore) Caesare A[u]g(usti) f(ilio) ab eis prae
libus emendandis leg(ato) Aug(usti) leg(ionis) VIII Au[gust(ae) leg(ato) Aug(usti) pro pr(aetore)] provinc(iae) Aquitania leg(ato) pro pr(aetore) M[oesiae donato bello Da]
cico co[ro]nis mura[l]ibus duabus et [coronis vallaribus du]
abus e[t coro]nis classic[is] duabus et coro[nis aureis duabus hastis]
[puris octo vexillis oc]to leg(ato) Aug(usti) pro [pr(aetore) provinc(iae) Syriae] »
« Marco Cornelio, figlio di Marco della tribù Galeria, Nigrino Curiazo Materno,
console,
tribuno militare della legione XIII Gemina,
pretore con gli imperatori Vespasiano e Tito,
legato di Augusto della legione VIII Augusta,
legatus augusti pro pretore della provincia di Aquitania,
legatus augusti pro praetore della provincia di Moesia,
ricevette per la guerra in Dacia due corone murali,
due corone vallari,
due corone classiche,
due corone auree,
otto aste pure
e otto vessilli,
legatus augusti pro pretore della provincia di Siria. » (CIL II, 03788) (LA)
« M(arco) Cornelio
M(arci) f(ilio) G[al(eria)] Nigri/no Curiatio
Materno co(n)s(uli)
leg(ato) Aug(usti) pro pr(aetore)
provinc(iae) Moes(iae)
provinc(iae) Syriae »
« Marco Cornelio, figlio di Marco della tribù Galeria, Nigrino Curiazo Materno, console, legatus augusti pro praetore della provincia di Moesia e della provincia di Siria. » (CIL II, 06013)
« M(arco) Cornelio M(arci) f(ilio) Gal(eria)
Nigrino Curiatio Ma/terno co(n)s(uli) leg(ato) Aug(usti) pr(o)
pr(aetore) provinc(iae) Moesiae
provinc(iae) Syriae »
« Marco Cornelio, figlio di Marco della tribù Galeria, Nigrino Curiazo Materno, console, legatus augusti pro praetore della provincia di Moesia e della provincia di Siria. » (CIL II, 03783)
« M(arco) Cornelio
M(arci) f(ilio) Gal(eria)
Nigrino
filio »
« Marco Cornelio, figlio di Marco della tribù Galeria, figlio di Nigrino » (CIL II, 00128)
« Nig]rin[us »
« Nigrino » (AE 1998, 00788)
A LIRIA EDETANORUM, PATRIA DI MARCO NIGRINO SI RECUPERANO GRANDI TERME
Liria recupera il complesso termale più grande e completo dell'impero romano trovato in Spagna
Le terme di Mura avevano diverse strutture per uomini e donne e per il tempio oracolare, e occupano quasi 5.000 metri quadrati
Prendono circa cinque mila metri quadrati in una posizione centrale nella città, zona Mura, e che ora sta facendo il restauro e la fase di consolidamento di una gran parte di questa zona monumentale, grazie ad un investimento di € 750.000 da parte del Ministero della Cultura.
Il Sindaco di Liria, Manuel Izquierdo, mostra i resti di pittura romana e spiega l'importanza del sito per la sua città e in tutta la Regione, evidenziando il chiaro impegno della società e il governo per dare valore al patrimonio iconico della città.
Gli archeologi comunali orgogliosamente spiegano le dimensioni del monumento.
Carmen Martínez, Xavier Vidal e Vincent Escrivá hanno scoperto le grondaie, l'acqua distribuita, le fognature, le piscine calde col sistema sotterraneo caldo, caldo e freddo, la guida per riscaldare il pavimento, gli armadi dove si paga l'ingresso, il negozio ...
Nel forno ancora hanno scoperto resti di ceneri di pini, ulivi e carrubi.
In Edeta per tradizione esisteva un pellegrinaggio religioso degli iberici, proseguito in epoca romana, e poi ha continuato con invocazioni cristiane di San Miguel e San Vicente.
Si andava al Mura oracolare del tempio per 'chiedere' per i loro raccolti, per la salute dei loro ... C'è un tempio collegato a un particolare Dio, ma che le preghiere erano rivolte verso una pietra a forma di ombelico (l'oracolo) centrato sull'altare.
Un eroe locale, Marco Cornelio Nigrino, deve aver avuto un ruolo nella sua costruzione.
Marco è diventato console di Roma, governatore di varie province dell'impero e stette per diventare imperatore, anche se poi Nerva chiamò Traiano a succedergli.
I bagni sono stati attivi fino alla metà del III secolo, dopo tutto ospitava un monastero e fu abbandonata intorno all'anno 610.
Nel frattempo ci fu saccheggio di blocchi.
Innumerevoli le pietre di grandi dimensioni sono stati rimossi e venduti.
Con la successiva dominazione musulmana i resti delle terme sono stati finiti a sgretolarsi, il terreno venne coperto e divennero giardini terrazzati, il che ha salvato la rimanente e ha permesso di arrivare a questo giorno.
Liria recupera il complesso termale più grande e completo dell'impero romano trovato in Spagna
Le terme di Mura avevano diverse strutture per uomini e donne e per il tempio oracolare, e occupano quasi 5.000 metri quadrati
PLASTICO DELLE TERME |
Il Sindaco di Liria, Manuel Izquierdo, mostra i resti di pittura romana e spiega l'importanza del sito per la sua città e in tutta la Regione, evidenziando il chiaro impegno della società e il governo per dare valore al patrimonio iconico della città.
Gli archeologi comunali orgogliosamente spiegano le dimensioni del monumento.
Carmen Martínez, Xavier Vidal e Vincent Escrivá hanno scoperto le grondaie, l'acqua distribuita, le fognature, le piscine calde col sistema sotterraneo caldo, caldo e freddo, la guida per riscaldare il pavimento, gli armadi dove si paga l'ingresso, il negozio ...
Nel forno ancora hanno scoperto resti di ceneri di pini, ulivi e carrubi.
In Edeta per tradizione esisteva un pellegrinaggio religioso degli iberici, proseguito in epoca romana, e poi ha continuato con invocazioni cristiane di San Miguel e San Vicente.
Si andava al Mura oracolare del tempio per 'chiedere' per i loro raccolti, per la salute dei loro ... C'è un tempio collegato a un particolare Dio, ma che le preghiere erano rivolte verso una pietra a forma di ombelico (l'oracolo) centrato sull'altare.
Un eroe locale, Marco Cornelio Nigrino, deve aver avuto un ruolo nella sua costruzione.
Marco è diventato console di Roma, governatore di varie province dell'impero e stette per diventare imperatore, anche se poi Nerva chiamò Traiano a succedergli.
I bagni sono stati attivi fino alla metà del III secolo, dopo tutto ospitava un monastero e fu abbandonata intorno all'anno 610.
Nel frattempo ci fu saccheggio di blocchi.
Innumerevoli le pietre di grandi dimensioni sono stati rimossi e venduti.
Con la successiva dominazione musulmana i resti delle terme sono stati finiti a sgretolarsi, il terreno venne coperto e divennero giardini terrazzati, il che ha salvato la rimanente e ha permesso di arrivare a questo giorno.