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TEMPIO DEL SOLE NEL CIRCO MASSIMO

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IL TEMPIO DEL SOLE AL CIRCO MASSIMO

IL CIRCO MASSIMO

Il Circo Massimo venne realizzato per il divertimento e gli spettacoli, sia sacri che profani, come la corsa delle bighe, dei cavalli e le lotte dei gladiatori. È una delle più grandi arene mai costruite: lungo 600 metri e largo 140, il circo poteva ospitare fino a 300.000 persone. Ha una forma ad "U" e le gradinate per il pubblico sono disposte su tre lati.

Fu uno degli edifici più antichi di Roma, che risaliva infatti all’epoca dei Tarquini (Tarquinio Prisco fu il primo dei re etruschi di Roma), poi modificato e ingrandito più volte.

Per alcuni secoli le strutture rimasero in legno; le prime opere in muratura iniziarono dopo il II secolo a.c.. Così in questa era al circo vennero aggiunti i carceres, cioè le gabbie di partenza dei carri, e la spina, cioè il muretto che divide la pista a metà in senso longitudinale.

Sulla spina si ponevano sette uova di pietra (e in seguito sette delfini in bronzo) per contare i giri delle bighe.

Danneggiato da un incendio, il Circo venne ricostruito da Augusto, che aggiunse il pulvinar, cioè la zona riservata all’imperatore, e fece innalzare sulla spina l’obelisco egiziano di Ramsete II (oggi a Piazza del Popolo). 

Col tempo si aggiunsero nuove strutture, decorazioni in marmo, statue, archi, colonne, portici . Sotto Costantino fu aggiunto l’altro obelisco egiziano di Thutmosis III (oggi a piazza San Giovanni in Laterano).

Nel circo da quindici anni si svolgono lavori di scavo, consolidamento e restauro; è in preparazione un progetto per la sistemazione dell'area archeologica, così come per l'organizzazione della Torretta e di alcuni ambienti limitrofi relativi alla Marrana come antiquarium del circo.

IL TEMPIO DEL SOLE

IL TEMPIO DEL SOLE AL CIRCO MASSIMO

Si sa che ve ne era uno proprio all'interno del Circo Massimo, in quanto la religione pagana sapeva unire il sacro col profano, cioè il culto alla divinità colla festa e il divertimento.

Coll'avvento del Cristianesimo la festa religiosa significa solo astensione dal lavoro ma niente divertimento perchè la mente mana nel frattempo si è ancor più scissa relegando alla religione il sacrificio e al peccato il divertimento.

Nel Circo Massimo dunque il tempio, quello col tetto a due spioventi, si ergeva di fronte alla spina del circo e non distante dalla tribuna d'onore dell'imperatore che si vede sulla destra.

MONETA RITRAENTE IL CIRCO MASSIMO
Il Dio Sole riguardava molto da vicino l'auriga che correva nell'arena, essendo il Dio guidatore infallibile del carro solare che ogni giorno faceva salire nel cielo per farlo ridiscendere dietro l'orizzonte.

Il carro del sole veniva dai romani concepito come una quadriga, quadriga che fu usata anche per Giove ma pure per l'apoteosi degli imperatori romani.

Sul Mausoleo d'Augusto l'imperatore appariva infatti alla guida di una quadriga di bronzo dorato.

Per contro la Luna guidava sempre una biga, probabilmente in quanto divinità minore e pure per il percorso apparentemente più lento.

Non dimentichiamo che nello stesso circo, il 28 agosto, si celebravano i Ludi Circensi in onore del Sole e della Luna. Tacito ci parla dell'antico tempio del Sole in circo Maximo come di un "Vetus aedes apud circum". Tertulliano fu ancora più esplicito, dichiarando il circo consacrato al Dio Sole di cui brillava un'immagine bronzea sulla sommità del tempio a lui consacrato ed eretto dentro al circo, esattamente sulle gradinate.

Di questa immagine esiste una riproduzione sul sesterzio di Traiano ma molto semplificato con la sagoma di un tempio e un grande sole in mezzo.

Presso il Circo Massimo venne infatti rinvenuta una lastra di bronzo con un'immagine del Dio Sol e con la scritta : INVENTOR LUCIS. Forse un ex voto del tempio o la lastra per una vittoria ottenuta.



AEDES SOLIS

"Un tempio arcaico posto entro il  Circus Maximus e dedicato al Dio Sole, a cui il circo era stato consacrato, (Tert., De spect. 8; Humphrey 269-71, Richardson, Ciancio Rossetto); il tempio fu costruito nel sito dell'Aventino, proprio opposto alla linea di confine e va dal Pulvinar al Circum Maximum (Humphrey 94; see fig. 9).
Tacito, in in un preciso riferimento al tempio, lo denomina un vetus aedes nel 65 a.c. (Ann. 15.74.1); una successiva testimonianza in numismatica si può riconoscere nel denarius di Mark Antony datato al 42 a.c., che mostra un piccolo, santuario dedicato al Dio Sol (RRC 496/1; Ciancio Rossetto; Humphrey). 
Notare che qui la Luna non venne adorata fin oltre il 64 d.c., (secondo altri c'è un errore, da leggersi la Luna venne adorata) quando il fuoco distrusse il suo tempio sull'Aventino (Humphrey). Sull'esatta locazione e forma del tempio Augustano non si sa molto".





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