TRIONFO DI ROMOLO |
20 SETTEMBRE - FESTA DEL NATALE DI ROMOLO
Natalis Romuli - 20 settembre
Natalis Augusti - 23 settembre, nascita di Augusto.
Natalis Romuli: Romulus, filius Martis, una cum fratre gemino Remo expositus est. Infantes a lupa alebantur, a pastore Faustuli inventi sunt.
Il componimento più esaustivo sulla nascita dei gemelli e sulla fondazione di Roma lo abbiamo nella "Vita di Romolo" di Plutarco, composta con ogni probabilità dopo il 96 d.c. e collocata, insieme alla biografia di Teseo, al settimo posto delle Vite parallele.
L'autore ricompone l’infanzia dei gemelli fatidici basandosi informazioni offerte da Diocle Pepareto (III sec. a.c.) e Fabio Pittore (Quinctus Fabius Pictor 260 – 190 a.c.):
ROMOLO |
« Ma il primo a diffondere fra i Greci la versione più attendibile sulle origini di Roma, la più degna di fede e la più documentata, fu Diocle di Pepareto, con il quale concordò su moltissimi particolari Fabio Pittore. » (Plutarco, Vite Parallele : Romolo).
Narra Plutarco che i due gemelli « si distinguevano sia per la prestanza fisica sia per l’avvenenza; crescendo poi divennero entrambi impetuosi e valorosi e dotati di uno spirito e di un’audacia che non veniva meno neppure di fronte a terribili calamità. Romolo sembrava possedere maggiore capacità di giudizio e un’innata perspicacia politica, mostrando nei rapporti con i confinanti per i diritti di pascolo e di caccia una naturale predisposizione al comando piuttosto che alla sottomissione » (Rom. VI 3).
Sembrerebbe che per primo Romolo abbia istituito il culto del fuoco, creando vergini sacre chiamate Vestali. Si diceva poi che fosse esperto di arte divinatoria e che portasse il cosiddetto lituo, un bastone ricurvo con cui venivano descritti i quadrati celesti. Poi però il potere, come spesso accade, gli dette alla testa dimenticando la modestia e il buon senso (veramente aveva assassinato il fratello per cui anche prima di etica non doveva essere un granchè):
« Inorgoglitosi per i successi conseguiti, con grande arroganza abbandonò la precedente tendenza democratica, per uniformarsi a un modello monarchico opprimente e intollerabile, innanzitutto per l’atteggiamento che aveva assunto. Infatti indossava un mantello purpureo e una toga bordata di porpora e concedeva udienza stando seduto su un trono ricurvo. Era sempre attorniato da alcuni giovani chiamati Celeri per la prontezza che mostravano nel compiacerlo» (Rom. XXVI 2).
Sulla misteriosa morte di Romolo Plutarco è piuttosto conciso:
« Scomparve alle none del mese ora chiamato luglio e allora Quintile. Sulla sua morte non si può dire nulla di sicuro, né sapere niente che appaia attendibile, tranne appunto la data» (Rom. XXVII 4).
Con tutto ciò Romolo che a nostro avviso deve essere stata una figura reale, perchè solo le persone reali possono essere criticate e pure duramente, le leggende di solito hanno tutti i meriti, dalla bellezza, alla saggezza e al coraggio. Romolo fu molto determinato e coraggioso, ottimo condottiero e lungimirante per la patria, ma pure violento, guerrafondaio e misogino.
« Inorgoglitosi per i successi conseguiti, con grande arroganza abbandonò la precedente tendenza democratica, per uniformarsi a un modello monarchico opprimente e intollerabile, innanzitutto per l’atteggiamento che aveva assunto. Infatti indossava un mantello purpureo e una toga bordata di porpora e concedeva udienza stando seduto su un trono ricurvo. Era sempre attorniato da alcuni giovani chiamati Celeri per la prontezza che mostravano nel compiacerlo» (Rom. XXVI 2).
Sulla misteriosa morte di Romolo Plutarco è piuttosto conciso:
« Scomparve alle none del mese ora chiamato luglio e allora Quintile. Sulla sua morte non si può dire nulla di sicuro, né sapere niente che appaia attendibile, tranne appunto la data» (Rom. XXVII 4).
ROMOLO TRACCIA IL SOLCO DI ROMA |
Dopo aver esaminato le circostanze della vita e della morte del fondatore di Roma, calcolò che Romolo (e naturalmente anche Remo) fosse nato il 23 settembre, nel secondo anno della seconda Olimpiade, cioè il 771 a.c.
La coincidenza di questa data con un'eclissi di sole, riferita da Plutarco, è ripresa e discussa da Giuseppe Giusto Scaligero senza rivelarne la fonte.
La datazione che fu piuttosto derisa dal suo contemporaneo Marco Tullio Cicerone (106 – 43 a.c.) e in seguito da Gaio Giulio Solino (Gaius Iulius Solinus; 210 circa – dopo il 258).
Secondo altri Romolo nacque il 21 settembre, e secondo altri ancora il 23 settembre.
Tuttavia i romani festeggiavano il natale di Romolo il 20 settembre. Per capirne le ragioni occorre ricordare che Augusto era nato il 23 settembre, per cui associare il suo genetliaco a quello di Romolo - Dio Quirino piacque molto al suo forte spirito propagandistico. Per cui durante il suo regno le due date si sovrapposero festeggiando sia Ottaviano che il Dio Quirino.
In seguito, ai futuri imperatori non garbava la festa di Augusto-Quirino per cui si dissociarono le due date e la festa fu celebrata si, ma solo in onore di Romolo-Quirino. Rimase inoltre una festa un po' secondaria, perchè la festa principale del Dio era quella del 17 febbraio.
Nella festa si sacrificavano pecore o capre perchè anticamente i romani erano pastori di ovini e si bruciava del mirto, che era sacro a Quirino. Seguivano varie benedizioni sulla semina da parte dei sacerdoti seguiti da processioni e banchetti.