CINCINNATO |
LE ORIGINI DELLA DITTATURA
La dittatura nasce a Roma?
Scriveva Strabone:
- I Lucani sono di stirpe Sannitica ma avendo battuto i Posidoniati e i loro alleati in guerra vennero in possesso delle loro città. In tutti i periodi ordinari, ed è vero, il loro governo era democratico, ma nei periodi di guerra veniva scelto un re dai magistrati in carica. Adesso sono Romani. -
Anche i Lucani avevano dunque un dictator.
Sappiamo inoltre che nelle città latine esisteva un dittatore, magistrato annuo, di cui abbiamo sicura testimonianza per Aricia, Lanuvio e Nomento, e Catone cita da un antico documento un dictator della lega latina. Dunque il dictator non è prerogativa romana.
Comunque per Roma le fonti la danno fondata nel 501 o nel 498 a.c., citando come primi dittatori T. Larcio o M. Valerio. Eliminato Valerio, ma poichè la gente Valeria, potente anche in epoca tarda, si assunse spesso onori arbitrari, si ritiene che il primo dittatore sia stato Tito Larcio, della cui età (circa 500 a.c.) fanno fede i fasti consolari e il nome del suo magister equitum Spurio Cassio, autore del trattato di alleanza con i Latini che porta il suo nome (foedus cassianum).
Dunque Roma non si inventò la dittatura, quindi il potere assoluto pro tempore (perchè la tirannia esisteva da un pezzo) ma la usò molto a lungo, praticamente fino all'impero. Come mai fu così ampiamente adottata? Perchè i romani avevano una grande capacità razionale e quindi organizzativa. Essi adottarono sempre le migliori espressioni degli altri popoli, non temevano il cambiamento. Inoltre avevano un grande amor di patria e per questo sapevano scegliere gli uomini migliori per guidare e per combattere.
GIULIO CESARE |
CARATTERISTICHE
Il potere del dittatore era assoluto e non poteva essere controllato da nessuna istituzione o magistrato. Egli poteva sospendere tutti gli altri magistrati forniti di imperium o conservarli nel loro ufficio, ma subordinati a lui stesso. Era scelto originariamente tra i patrizi: solo dal 356 la dittatura fu accessibile anche ai plebei.
Il potere del dictator era dotato di temporaneità, pienezza dei poteri e della particolare procedura di designazione del dittatore.
Il potere del dittatore era assoluto e non poteva essere controllato da nessuna istituzione o magistrato. Egli poteva sospendere tutti gli altri magistrati forniti di imperium o conservarli nel loro ufficio, ma subordinati a lui stesso. Era scelto originariamente tra i patrizi: solo dal 356 la dittatura fu accessibile anche ai plebei.
Anche se il grande studioso Theodor Mommsen ritiene che la dittatura romana fosse una magistratura straordinaria, non risultano dalle fonti delle distinzioni tra le magistrature ordinarie e quelle straordinarie.
Difficile pure considerare il dictator come una magistratura, perché al contrario di tutte le magistrature dell'età repubblicana, non aveva:
- collegialità, cioè era "sine collega", non aveva collega,
- nè elettività, non era eletto dalle assemblee popolari come i magistrati,
- invece veniva dictus, cioè nominato, da un console in accordo con l'altro console e con il senato, seguendo un rituale che prevedeva la nomina di notte, in silenzio, rivolto verso oriente, e in territorio romano.
- collegialità, cioè era "sine collega", non aveva collega,
- nè elettività, non era eletto dalle assemblee popolari come i magistrati,
- invece veniva dictus, cioè nominato, da un console in accordo con l'altro console e con il senato, seguendo un rituale che prevedeva la nomina di notte, in silenzio, rivolto verso oriente, e in territorio romano.
Cicerone e Varrone, anzi, ricollegano l'etimologia del termine a questa particolare procedura di nomina.
Il dittatore, nominava come proprio luogotenenete, il magister equitum (comandante della cavalleria), ed è probabile che questi fosse l'antico comandante della fanteria, il magister populi, e questo spiegherebbe l'antico divieto per lui di montare a cavallo.
Il dittatore, nominava come proprio luogotenenete, il magister equitum (comandante della cavalleria), ed è probabile che questi fosse l'antico comandante della fanteria, il magister populi, e questo spiegherebbe l'antico divieto per lui di montare a cavallo.
LA DECADENZA
La dittatura decadde nel sec. III soprattutto per l'ampliarsi del potere del Senato e il moltiplicarsi dei magistrati forniti d'imperio; sicché il dittatore diventava nello stesso tempo inutile e sospetto all'oligarchia senatoria.
La dittatura decadde nel sec. III soprattutto per l'ampliarsi del potere del Senato e il moltiplicarsi dei magistrati forniti d'imperio; sicché il dittatore diventava nello stesso tempo inutile e sospetto all'oligarchia senatoria.
L'ultimo dittatore con poteri militari (rei gerundae causa) è del 216; l'ultimo "comitiorum habendorum causa"è del 202. La dittatura fu rinnovata da Silla, che si fece dare dai comizi il titolo di "dictator republicae constituendae" nell'82 e lo depose nel 79. Poi Cesare, dopo una prima breve dittatura nel 49, si fece poi nominare nel 48 dittatore a tempo indeterminato e nel 46 dittatore annuale per la durata di dieci anni. Dopo la morte di Cesare la dittatura non fu più rinnovata, perchè nacquero gli imperatori.
I POTERI DEL DICTATOR
Alla dittatura si faceva ricorso solo in casi straordinari:
- particolari pericoli da nemici esterni,
- rivolte,
- impedimento grave ad operare del console che lo nominava.
Quando vi era la necessità di nominare un dittatore, il Senato emetteva un decreto, il senatus consultum, che autorizzava i consoli a nominarne uno, il quale si insediava immediatamente. Spesso il dittatore rimaneva in carica fino a quando non era cessato il pericolo, per poi dimettersi e restituendo i poteri concessigli.
Comunque non restava in carica più di sei mesi, e usciva dalla carica una volta scaduto l'anno di carica del console che lo aveva nominato.
Il dittatore era dotato di summum imperium, cioè la facoltà di impartire ordini a cui nessuno poteva sottrarsi, unendo in sé il potere dei due consoli, e per questo era accompagnato da ventiquattro littori.
Inoltre non era soggetto alle limitazioni dei Tribuni della plebe nè al limite della "provocatio ad populum", la possibilità che il popolo potesse trasformare la pena capitale di una condannato a morte in altra pena se richiesto dal condannato.
Per questo i suoi littori giravano anche all'interno del pomerium con le scuri inserite nei fasci littori.
Tutti gli altri magistrati erano a lui subordinati.
Sembra però che in seguito i dittatori dovettero piegarsi sia ai tribuni che alla provocatio.
I magistrati ordinari (come consoli e pretori) rimanevano in carica, ma diventavano subordinati al dittatore.Nel caso in cui avessero disubbidito agli ordini del dittatore, potevano anche essere costretti a dimettersi.
E mentre un dittatore poteva ignorare il diritto della Provocatio, cioè il diritto di grazia da parte della plebe ad un condannato che si fosse rivolto ad essa, ma questo diritto, così come l'indipendenza dei tribuni della plebe, in teoria continuava ad esistere anche durante la dittatura.
Silla tenne questa carica per anni prima di abdicare volontariamente e ritirarsi dalla vita pubblica.
I POTERI DEL DICTATOR
Alla dittatura si faceva ricorso solo in casi straordinari:
- particolari pericoli da nemici esterni,
- rivolte,
- impedimento grave ad operare del console che lo nominava.
MARCO FURIO CAMILLO |
Comunque non restava in carica più di sei mesi, e usciva dalla carica una volta scaduto l'anno di carica del console che lo aveva nominato.
Il dittatore era dotato di summum imperium, cioè la facoltà di impartire ordini a cui nessuno poteva sottrarsi, unendo in sé il potere dei due consoli, e per questo era accompagnato da ventiquattro littori.
Inoltre non era soggetto alle limitazioni dei Tribuni della plebe nè al limite della "provocatio ad populum", la possibilità che il popolo potesse trasformare la pena capitale di una condannato a morte in altra pena se richiesto dal condannato.
Per questo i suoi littori giravano anche all'interno del pomerium con le scuri inserite nei fasci littori.
Tutti gli altri magistrati erano a lui subordinati.
Sembra però che in seguito i dittatori dovettero piegarsi sia ai tribuni che alla provocatio.
I magistrati ordinari (come consoli e pretori) rimanevano in carica, ma diventavano subordinati al dittatore.Nel caso in cui avessero disubbidito agli ordini del dittatore, potevano anche essere costretti a dimettersi.
E mentre un dittatore poteva ignorare il diritto della Provocatio, cioè il diritto di grazia da parte della plebe ad un condannato che si fosse rivolto ad essa, ma questo diritto, così come l'indipendenza dei tribuni della plebe, in teoria continuava ad esistere anche durante la dittatura.
Il suo potere equivaleva alla somma dei poteri di due consoli insieme, senza alcun controllo sul suo operato da parte di alcun organo di governo. Così, quando vi era questa necessità, era come se per sei mesi Roma tornasse al periodo monarchico, con il dittatore che prendeva il posto dell'antico Re monarchico.
Egli era poi accompagnato da ventiquattro littori fuori dal pomerium e dodici al suo interno (come era per il re), al contrario un console ne aveva dodici fuori dal pomerium e sei al suo interno.
Come segno esterno della provocatio ad populum i littori che precedevano i consoli, quando erano nella città di Roma, portavano i fasci littori privi di scure, ad indicare che il magistrato era privo del potere di erogare pene capitali. Fuori Roma, come accadeva in occasione di campagne militari, il potere era in genere pieno, ed i littori avevano pertanto i fasci con le scuri. Dentro Roma però il dictator aveva littori con la scure nei fasci.Il normale governo era sciolto e tutto passava nelle mani del dittatore, il quale aveva potere assoluto sulla res publica. Egli nominava quindi un Magister equitum (comandante della cavalleria) da utilizzare come suo giovane subordinato. L'ultimo dittatore venne nominato nel 202 a.c. Dopo questa data le emergenze estreme vennero gestite attraverso un decreto senatoriale; senatus consultum ultimum, corrispondente oggi allo stato di emergenza.
In questo modo cessava il normale governo civile e si dichiarava la legge marziale, investendo i due consoli del potere dittatoriale. Ci sono molti motivi per questo cambiamento. Fino al 202 a.c., i dittatori erano spesso nominati per sedare i disordini della plebe. Nel 217 a.c., passò una legge che diede alle assemblee popolari il diritto di nominare i dittatori togliendone il monopolio dell'aristocrazia, che l'aveva avuto fino ad allora..
I CASI DELLA DITTATURA
- dictator rei gerendae causa (per affrontare pericoli esterni e governare lo Stato in situazioni di difficoltà). I più noti dictatores rei gerundae causa furono Cincinnato e Fabio Massimo (durante la II guerra punica). Dopo di allora questa forma di dittatura cadde in disuso. Molto più tardi Giulio Cesare ripristinò la dittatura rei gerendae causa, quindi la modificò con la durata di un anno completo. Fu nominato dictator rei gerendae causa per un anno completo nel 49 a.c. e poi fu successivamente designato per nove volte consecutive a questa carica annuale, diventando di fatto dittatore per dieci anni. Nel 44 a.c. il Senato votò per nominarlo dictator perpetuus (dittatore perpetuo).
- dictator seditionis sedandae causa (per sedare una rivolta) Dionigi di Alicarnasso, ricorda l'utilizzo dei poteri del dictator perordine durante la secessione della plebe
- dictator comitiorum habendorum causa (per convocare i comitia per le elezioni)
- dictator clavi figendi causa (per piantare il clavus annalis, il chiodo annuale, nella parete del tempio di Giove, utile ai fini del computo calendariale degli anni)
- dictator feriarum constituendarum causa (per determinare le festività)
- dictator ludorum faciendorum causa (per officiare i giochi pubblici)
- dictator quaestionibus exercendis (per tenere determinati processi)
- dictator legendo senatui (per nominare nuovi senatori ai posti che si erano resi vacanti nel Senato)
- dictator rei publicae constituendae causa et legibus scribundis (durante le lotte tra Gaio Mario e Lucio Cornelio Silla, questi marciò su Roma e si fece eleggere dai comizi, su proposta dell'interrex Valerio) Questa nuova dittatura non corrispondeva a quella tradizionale, perché non aveva alcun limite temporale e non era basata su una dictio.
SILLA |
Fu poi la volta di Cesare, mai imperator ma sempre dictator, a detenere la carica, sebbene tutto il mondo l'abbia sempre considerato il primo imperatore di Roma.
Dopo l'assassinio di Cesare, il collega consolare Marco Antonio fece approvare una lex Antonia che abolì la dittatura e la cancellò dalla costituzione repubblicana.
La carica fu successivamente offerta ad Augusto, che prudentemente rifiutò ed optò invece per la potestà tribunizia e per l'imperium consolare senza detenere nessuna altra carica che quella di pontifex maximus e di princeps senatus, una disposizione politica che lo lasciò con le funzioni di dittatore senza doverne tenere il discutibile titolo.
« Il popolo con grande insistenza offrì ad Augusto la dittatura, ma lo stesso, dopo essersi inginocchiato, fece cadere la toga dalle spalle e, a petto nudo, supplicò che non gli fosse imposta. »
(Svetonio, Augustus, 52)
494 a.c. - Manio Valerio Voluso Massimo - m. e. Quinto Servilio Prisco
Tito Livio narra che dovette fronteggiare una guerra imminente, dato che alle frontiere i Sabini, gli Equi ed i Volsci, effettuavano scorrerie in territorio romano e degli alleati latini, e, all'interno di Roma c'era la rivolta della plebe. Seppe far fronte ad entrambe ed ebbe il trionfo.
458 a.c. - Lucio Quinzio Cincinnato I - m. e. Lucio Tarquizio Flacco
292 a.c. - Appio Claudio Cieco I - nominato due volte dittatore, sconfisse Etruschi, Latini, Sabini e Sanniti,
285 a.c. - Appio Claudio Cieco II .
249 a.c. - Aulo Atilio Calatino, in seguito al disastro della battaglia svoltasi a Drepana, durante la I guerra punica .
217 a.c. - Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore della II guerra punica.
216 a.c. - Marco Giunio Pera, dopo il disastro della battaglia di Canne
208 a.c. - Tito Manlio Torquato - nominato per tenere i comizi e di presiedere ai giochi indetti dal pretore Marco Emilio
203 a.c. - Publius Sulpicio Galba Massimo - per controllare l'esercito cartaginese
82/79 a.c. - Lucio Cornelio Silla - vedi Silla
49/44 a.c. - Gaio Giulio Cesare - vedi Cesare
IL COMMENTO
Per quasi 400 anni i Romani mantennero la carica della dittatura e con grandi profitti, perchè il senato e i consoli, avendo a cuore, pur con ambizioni e beghe varie, più il benessere di Roma che quello della propria classe dirigente o militare, o peggio, del proprio profitto personale, nominarono sempre gli uomini migliori che la patria offriva in quel momento.
Inoltre, Silla a parte, se i senatori patrizi romani non avessero indegnamente escluso Cesare dai suoi trionfi attentando inoltre alla sua vita, non lo avrebbero costretto alla guerra civile per salvare la sua vita e i suoi diritti.
Ma forse dovremmo ringraziarli per averci procurato il più grande imperatore di tutte le epoche.
"Così egli operò e creò, come mai nessun altro mortale prima e dopo di lui, e come operatore e creatore Cesare vive ancora, dopo tanti secoli, nel pensiero delle nazioni, il primo e veramente unico imperatore".
Dopo l'assassinio di Cesare, il collega consolare Marco Antonio fece approvare una lex Antonia che abolì la dittatura e la cancellò dalla costituzione repubblicana.
La carica fu successivamente offerta ad Augusto, che prudentemente rifiutò ed optò invece per la potestà tribunizia e per l'imperium consolare senza detenere nessuna altra carica che quella di pontifex maximus e di princeps senatus, una disposizione politica che lo lasciò con le funzioni di dittatore senza doverne tenere il discutibile titolo.
« Il popolo con grande insistenza offrì ad Augusto la dittatura, ma lo stesso, dopo essersi inginocchiato, fece cadere la toga dalle spalle e, a petto nudo, supplicò che non gli fosse imposta. »
(Svetonio, Augustus, 52)
Così Roma abrogò i dittatori facendo sorgere gli imperatori.
501 a.c. - Tito Larcio Flavo - Magister equitum Spurio Cassio Vecellino.
Console nel 501 a.c. fu scelto come dittatore (la prima volta che fu attribuita la carica) per comandare l'esercito contro le trenta città latine che avevano giurato di reintegrare Tarquinio il Superbo a Roma, cui si temeva si sarebbero alleati i Sabini.
« ...Dopo l'elezione del primo dittatore della storia di Roma, quando la gente lo vide preceduto dalle scuri, provò una paura tale da obbedire con più zelo alla sua parola. Infatti non era più possibile, come nel caso dei consoli, i quali dividevano equamente il potere, ricorrere o appellarsi al collega, né esisteva altra forma di comportamento che l'obbedienza scrupolosa. »
(Tito Livio, Ab Urbe condita)
499 a.c. - Aulo Postumio Albo Regillense - m. e. Tito Ebuzio Helva
Venne eletto per la battaglia con la lega delle città latine, guidate da Tarquinio il Superbo e da suo genero, Mamilio Ottavio, dittatore della città di Tusculum. Vinse sul lago Regillo ed ebbe il trionfo.
LISTA DEI DITTATORI ROMANI
501 a.c. - Tito Larcio Flavo - Magister equitum Spurio Cassio Vecellino.
Console nel 501 a.c. fu scelto come dittatore (la prima volta che fu attribuita la carica) per comandare l'esercito contro le trenta città latine che avevano giurato di reintegrare Tarquinio il Superbo a Roma, cui si temeva si sarebbero alleati i Sabini.
« ...Dopo l'elezione del primo dittatore della storia di Roma, quando la gente lo vide preceduto dalle scuri, provò una paura tale da obbedire con più zelo alla sua parola. Infatti non era più possibile, come nel caso dei consoli, i quali dividevano equamente il potere, ricorrere o appellarsi al collega, né esisteva altra forma di comportamento che l'obbedienza scrupolosa. »
(Tito Livio, Ab Urbe condita)
Venne eletto per la battaglia con la lega delle città latine, guidate da Tarquinio il Superbo e da suo genero, Mamilio Ottavio, dittatore della città di Tusculum. Vinse sul lago Regillo ed ebbe il trionfo.
494 a.c. - Manio Valerio Voluso Massimo - m. e. Quinto Servilio Prisco
Tito Livio narra che dovette fronteggiare una guerra imminente, dato che alle frontiere i Sabini, gli Equi ed i Volsci, effettuavano scorrerie in territorio romano e degli alleati latini, e, all'interno di Roma c'era la rivolta della plebe. Seppe far fronte ad entrambe ed ebbe il trionfo.
458 a.c. - Lucio Quinzio Cincinnato I - m. e. Lucio Tarquizio Flacco
439 a.c. - Lucio Quinzio Cincinnato II - m. e. Gaio Servilio Strutto Ahala
Fu due volte dittatore, nel 458 e nel 439 a.c. Sappiamo da Tito Livio (IV, 13) che aveva passato gli ottant'anni quando fu proclamato dittatore per la seconda volta.
Fu due volte dittatore, nel 458 e nel 439 a.c. Sappiamo da Tito Livio (IV, 13) che aveva passato gli ottant'anni quando fu proclamato dittatore per la seconda volta.
437 a.c. - Mamerco Emilio Mamercino I - m. e. Lucio Quinzio Cincinnato - vincendo contro Fidene e Veio.
434 a.c. - Mamerco Emilio Mamercino II - m. e. Aulo Postumio Tuberto
426 a.c. - Mamerco Emilio Mamercino III - m. e. Aulo Cornelio Cosso - vinse Fidene definitivamente.
434 a.c. - Mamerco Emilio Mamercino II - m. e. Aulo Postumio Tuberto
426 a.c. - Mamerco Emilio Mamercino III - m. e. Aulo Cornelio Cosso - vinse Fidene definitivamente.
435 a.c. - Quinto Servilio Prisco Fidenate I - m. e. Postumio Ebuzio Helva Cornicino - vincendo contro Equi e Labicani
418 a.c. - Quinto Servilio Prisco Fidenate II - m. e. Gaio Servilio (Strutto) Axilla - vinse contro Labico
418 a.c. - Quinto Servilio Prisco Fidenate II - m. e. Gaio Servilio (Strutto) Axilla - vinse contro Labico
431 a.c. - Aulo Postumio Tuberto - m. e. Lucio Giulio Iullo - vinse contro Volsci ed Equi.
408 a.c.- Publio Cornelio Rutilo Cosso - m.e. Gaio Servilio Strutto Ahala - vinse contro Volsci ed Equi.
396 a.c. - Marco Furio Camillo I - celebrò il trionfo quattro volte, cinque volte fu dittatore e fu onorato con il titolo di Pater Patriae, e Secondo fondatore di Roma.
390 a.c. - Marco Furio Camillo II
389 a.c. - Marco Furio Camillo III
368 a.c. - Marco Furio Camillo IV
367 a.c. - Marco Furio Camillo V
368 a.c. - Marco Furio Camillo IV
367 a.c. - Marco Furio Camillo V
385 a.c.- Aulo Cornelio Cosso - Vinse i Volsci.
380 a.c. - Tito Quinzio Cincinnato Capitolino - vinse Preneste e Velletri.
368 a.c. - Publio Manlio Capitolino - per domare le richieste dei tribuni della plebe, dopo le dimissioni di Furio Camillo, richieste in parte andate a buon fine.
363 a.c. - Lucio Manlio Capitolino Imperioso - eletto per motivi cerimoniali fu accusato di crudeltà verso gli uomini e verso il figlio.
362 a.c. - Appio Claudio Crasso Inregillense - sconfisse gli Ernici.
361 a.c. - Tito Quinzio Peno Capitolino Crispino - sconfisse i galli ed ottenne il trionfo.
360 a.c. - Quinto Servilio Ahala - sconfisse i Galli alleati dei tiburtini.
358 a.c. - Gaio Sulpicio Petico - sconfisse i Galli e ottenne il trionfo
356 a.c. - Gaio Marcio Rutilo - sconfisse gli etruschi e ottenne il trionfo.
353 a.c. - Tito Manlio Imperioso Torquato - quando sembrò che Cere si fosse alleata con Tarquinia contro Roma, ma stabilì la pace.
349 a.c. - Tito Manlio Imperioso Torquato - fu rinominato dittatore per presiedere alle elezioni consolari.
352 a.c. - Gaius Iulius Iulus - una pretesa guerra contro etruschi, ma in realtà per consentire l'elezione di due patrizi nei comizi consolari, in violazione della lex Licinia Sextia.
351 a.c. - Marco Fabio Ambusto - fu nominato dittatore perché fosse rispettata la legge per l'elezione dei consoli.
350 a.c. - Lucio Furio Camillo - fu nominato dittatore perché fosse rispettata la legge per l'elezione dei consoli.
345 a.c. - Lucio Furio Camillo - combattè e vinse gli Aurunci
344 a.c. - Publio Valerio Publicola - per un evento prodigioso, fu nominato dittatore, onde stabilire un calendario di cerimonie religiose.
342 a.c. - Marco Valerio Corvo I - domò con mitezza la rivolta di Capua
301 a.c. - Marco Valerio Corvo II - sconfisse Marsi ed Etruschi ottenendo il trionfo
340 a.c. - Lucio Papirio Crasso - nominato per combattere Antium ma concluse poco.
339 a.c. - Quinto Publilio Filone - nominato dal suo collega, promulgò tre leggi, tra le quali la Lex Publilia, per la quale i plebisciti avevano valore anche per i patrizi.
337 a.c. - Gaio Claudio Regillense - nominato dal senato, ma quando gli auguri misero in dubbio la legalità della votazione rinunciò alla carica.
335 a.c. - Lucio Emilio Mamercino Privernate - fu nominato dictator comitiorum habendorum causa per assicurare lo svolgimento dei comizi centuriati e l'elezione dei consoli per l'anno successivo.
316 - Lucio Emilio Mamercino Privernate - nominato dictator rei gerundae causa, per combattere i Sanniti che infatti li vinse.
333 a.c. - Publio Cornelio Rufino - rinunciò all'incarico perchè si temette infondatamente un attacco dei Sanniti.
332 a.c. - Marco Papirio Crasso - nominato perchè si temeva un attacco dei Galli, attacco che non giunse.
331 a.c. - Gneo Quintilio Capitolino - nominato per un rituale che scongiurasse un evento terribile: 170 matrone romane furono condannate per veneficio, dopo che altre si erano suicidate. L'evento, inspiegabile, fu considerato frutto di menti folli.
327 a.c. - Marco Claudio Marcello - nominato allo scopo di convocare i comizi. La nomina fu però invalidata per vizio di forma da parte dei tribuni.
324 a.c. - Lucio Papirio Cursore - vinse i Sanniti ottenendo il trionfo.
309 a.c. - Lucio Papirio Cursore
322 a.c. - Aulo Cornelio Cosso Arvina - sconfisse i Sanniti e ottenne il trionfo.
321 a.c. - Quinto Fabio Ambusto - Nominato dittatore all'indomani delle Forche Caudine, per l'elezione dei nuovi consoli, si dimise per qualche irregolarità nell'elezione.
321 a.c. - Marco Emilio Papo - nominato dopo le Forche Caudine per l'elezione dei nuovi consoli, dopo che Quinto Fabio Ambusto, si era dimesso a causa di alcune irregolarità nelle sue elezioni, si dimise a sua volta, in quanto non riuscì a presiedere all'elezioni consolari.
315 a.c. - Quinto Fabio Massimo Rulliano - sconfisse i Sanniti.
314 a.c. - Gaio Menio Publio - per il timore di una defezione di Capua, defezione che non avvenne.
313 a.c.- Gaio Petelio Libone Visolo - vinse i Sanniti.
312 a.c. - Gaio Sulpicio Longo - a causa della malattia che aveva colto il console Publio Decio Mure e per affrontare gli Etruschi, ma non vi fu scontro.
306 a.c. - Publio Cornelio Scipione Barbato - Fu nominato dittatore per l'assenza dei consoli Quinto Marcio Tremulo e Publio Cornelio Arvina, impegnati contro i Sanniti, per indire le nuove elezioni consolari
302 a.c. - Gaio Giunio Bubulco Bruto - sconfisse gli Equi ottenendo il trionfo.
363 a.c. - Lucio Manlio Capitolino Imperioso - eletto per motivi cerimoniali fu accusato di crudeltà verso gli uomini e verso il figlio.
362 a.c. - Appio Claudio Crasso Inregillense - sconfisse gli Ernici.
361 a.c. - Tito Quinzio Peno Capitolino Crispino - sconfisse i galli ed ottenne il trionfo.
360 a.c. - Quinto Servilio Ahala - sconfisse i Galli alleati dei tiburtini.
358 a.c. - Gaio Sulpicio Petico - sconfisse i Galli e ottenne il trionfo
356 a.c. - Gaio Marcio Rutilo - sconfisse gli etruschi e ottenne il trionfo.
353 a.c. - Tito Manlio Imperioso Torquato - quando sembrò che Cere si fosse alleata con Tarquinia contro Roma, ma stabilì la pace.
349 a.c. - Tito Manlio Imperioso Torquato - fu rinominato dittatore per presiedere alle elezioni consolari.
352 a.c. - Gaius Iulius Iulus - una pretesa guerra contro etruschi, ma in realtà per consentire l'elezione di due patrizi nei comizi consolari, in violazione della lex Licinia Sextia.
351 a.c. - Marco Fabio Ambusto - fu nominato dittatore perché fosse rispettata la legge per l'elezione dei consoli.
350 a.c. - Lucio Furio Camillo - fu nominato dittatore perché fosse rispettata la legge per l'elezione dei consoli.
345 a.c. - Lucio Furio Camillo - combattè e vinse gli Aurunci
344 a.c. - Publio Valerio Publicola - per un evento prodigioso, fu nominato dittatore, onde stabilire un calendario di cerimonie religiose.
342 a.c. - Marco Valerio Corvo I - domò con mitezza la rivolta di Capua
301 a.c. - Marco Valerio Corvo II - sconfisse Marsi ed Etruschi ottenendo il trionfo
340 a.c. - Lucio Papirio Crasso - nominato per combattere Antium ma concluse poco.
339 a.c. - Quinto Publilio Filone - nominato dal suo collega, promulgò tre leggi, tra le quali la Lex Publilia, per la quale i plebisciti avevano valore anche per i patrizi.
337 a.c. - Gaio Claudio Regillense - nominato dal senato, ma quando gli auguri misero in dubbio la legalità della votazione rinunciò alla carica.
335 a.c. - Lucio Emilio Mamercino Privernate - fu nominato dictator comitiorum habendorum causa per assicurare lo svolgimento dei comizi centuriati e l'elezione dei consoli per l'anno successivo.
316 - Lucio Emilio Mamercino Privernate - nominato dictator rei gerundae causa, per combattere i Sanniti che infatti li vinse.
333 a.c. - Publio Cornelio Rufino - rinunciò all'incarico perchè si temette infondatamente un attacco dei Sanniti.
332 a.c. - Marco Papirio Crasso - nominato perchè si temeva un attacco dei Galli, attacco che non giunse.
331 a.c. - Gneo Quintilio Capitolino - nominato per un rituale che scongiurasse un evento terribile: 170 matrone romane furono condannate per veneficio, dopo che altre si erano suicidate. L'evento, inspiegabile, fu considerato frutto di menti folli.
327 a.c. - Marco Claudio Marcello - nominato allo scopo di convocare i comizi. La nomina fu però invalidata per vizio di forma da parte dei tribuni.
324 a.c. - Lucio Papirio Cursore - vinse i Sanniti ottenendo il trionfo.
309 a.c. - Lucio Papirio Cursore
322 a.c. - Aulo Cornelio Cosso Arvina - sconfisse i Sanniti e ottenne il trionfo.
321 a.c. - Quinto Fabio Ambusto - Nominato dittatore all'indomani delle Forche Caudine, per l'elezione dei nuovi consoli, si dimise per qualche irregolarità nell'elezione.
321 a.c. - Marco Emilio Papo - nominato dopo le Forche Caudine per l'elezione dei nuovi consoli, dopo che Quinto Fabio Ambusto, si era dimesso a causa di alcune irregolarità nelle sue elezioni, si dimise a sua volta, in quanto non riuscì a presiedere all'elezioni consolari.
315 a.c. - Quinto Fabio Massimo Rulliano - sconfisse i Sanniti.
314 a.c. - Gaio Menio Publio - per il timore di una defezione di Capua, defezione che non avvenne.
313 a.c.- Gaio Petelio Libone Visolo - vinse i Sanniti.
312 a.c. - Gaio Sulpicio Longo - a causa della malattia che aveva colto il console Publio Decio Mure e per affrontare gli Etruschi, ma non vi fu scontro.
306 a.c. - Publio Cornelio Scipione Barbato - Fu nominato dittatore per l'assenza dei consoli Quinto Marcio Tremulo e Publio Cornelio Arvina, impegnati contro i Sanniti, per indire le nuove elezioni consolari
302 a.c. - Gaio Giunio Bubulco Bruto - sconfisse gli Equi ottenendo il trionfo.
292 a.c. - Appio Claudio Cieco I - nominato due volte dittatore, sconfisse Etruschi, Latini, Sabini e Sanniti,
285 a.c. - Appio Claudio Cieco II .
249 a.c. - Aulo Atilio Calatino, in seguito al disastro della battaglia svoltasi a Drepana, durante la I guerra punica .
217 a.c. - Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore della II guerra punica.
216 a.c. - Marco Giunio Pera, dopo il disastro della battaglia di Canne
208 a.c. - Tito Manlio Torquato - nominato per tenere i comizi e di presiedere ai giochi indetti dal pretore Marco Emilio
203 a.c. - Publius Sulpicio Galba Massimo - per controllare l'esercito cartaginese
82/79 a.c. - Lucio Cornelio Silla - vedi Silla
49/44 a.c. - Gaio Giulio Cesare - vedi Cesare
IL COMMENTO
Per quasi 400 anni i Romani mantennero la carica della dittatura e con grandi profitti, perchè il senato e i consoli, avendo a cuore, pur con ambizioni e beghe varie, più il benessere di Roma che quello della propria classe dirigente o militare, o peggio, del proprio profitto personale, nominarono sempre gli uomini migliori che la patria offriva in quel momento.
Inoltre, Silla a parte, se i senatori patrizi romani non avessero indegnamente escluso Cesare dai suoi trionfi attentando inoltre alla sua vita, non lo avrebbero costretto alla guerra civile per salvare la sua vita e i suoi diritti.
Ma forse dovremmo ringraziarli per averci procurato il più grande imperatore di tutte le epoche.
"Così egli operò e creò, come mai nessun altro mortale prima e dopo di lui, e come operatore e creatore Cesare vive ancora, dopo tanti secoli, nel pensiero delle nazioni, il primo e veramente unico imperatore".
(Theodor Mommsen)