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CULTO DEGLI EROTI (AMORINI)

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Il termine angelo deriva dal latino angelus, che risale al greco anghelos, e ancor prima al miceneo del XIV/XII sec. a.c. akero, del XIV/XII sec. a.c. con il significato di inviato, messaggero. Il presupposto è che il messaggero abbia le ali per correre spedito, così il Dio Hermes è messaggero degli Dei e ha due ali ai piedi o sul cappello.

Ma il culto degli angeli si manifesta in Egitto e in Asia Minore tra il II e III sec. d.c. come accompagnatore dell'anima da cielo a terra, durante la vita come guida e protezione, e nel dopomorte, quando gli angeli recidono i vincoli dell'anima dal corpo. Del resto anche Hermes è psicopompo, perchè accompagna le anime nell'Ade.

In area mesopotamica gli angeli, detti sukkal (o sukol). nel mito babilonese sono i messaggeri del Dio: il sukkal di Marduk è Nabu, quello di Anu è Papsukkal e quello di Inanna è Mummu, ogni divinità ha i suoi.

Il culto babilonese prevede gli angeli-custodi degli uomini raffigurati all'ingresso delle case a protezione degli abitanti, accompagnandoli pure quando escono.

Il karibu da cui il nome "cherubino", ha le mani protese al cielo per intercedere presso gli Dei. E' antropomorfo o zoomorfo, ma sempre munito di ali, adottato poi nelle iconografie delle religioni abramitiche: cristianesimo ebraismo e islamismo.

Ma pure lo Zoroastrismo (o Mazdeismo), la religione fondata dal profeta iranico Zarathuštra tra il X e l'VIII sec. a.c. e che influenzerà sia l'Ebraismo che il Cristianesimo, presuppone un unico Dio, due spiriti superiori e una serie di spiriti secondari. 

Uno dei due spiriti superiori, lo Spirito del male, si ribellò al Dio unico trascinando con sé una moltitudine di esseri celesti mentre l'altro spirito, lo Spirito del bene, unitamente ad altri spiriti restarono fedeli al Dio, avviando uno scontro cosmico tra il Bene e il Male. 

Poi c'erano gli angeli denominati Fravašay (o Fravaši) come "angeli custodi" o "spiriti guardiani benefici" degli uomini vivi, delle loro famiglie e comunità e delle loro anime dopo la morte.

Anche nella letteratura ebraica il termine "angelo"è usato con il significato di "inviato", "messaggero"; infatti sulla nozione dell'"angelo" biblico si osservano influenze semitiche, cananee e zoroastriane.

In un testo del V sec. a.c.detto il Libro dei Vigilanti, inserito nel I Libro di Enoch e proibito nell'Halakhah ebraica, degli angeli prendono forma umana per accompagnarsi alle donne, cadendo quindi dal loro stato celestiale:

« Ed accadde, da che aumentarono i figli degli uomini, in quei tempi nacquero, ad essi, ragazze belle di aspetto. E gli angeli, figli del cielo, le videro, se ne innamorarono, e dissero fra loro: "Venite, scegliamoci delle donne fra gli uomini e generiamoci dei figli"» 
(Enoc, VI. Apocrifi dell'Antico Testamento - UTET, 2006)

« i figli di Dio videro le figlie dell'uomo che erano belle e si presero delle mogli (donne) fra tutte quelle che scelsero. » 
(Bereshit (Genesi) VI - Bibbia ebraica, Torino, 2010)

Dunque gli angeli in questo caso avevano un corpo e pure delle passioni. Sembra che insegnassero alle donne ad usare dei contraccettivi, a truccarsi, a studiare l'astronomia, la geografia, la medicina ed altro.

Il Cristianesimo dal suo canto ha ereditato la nozione degli angeli dalla cultura religiosa biblico-ebraica, ma con molti distinguo.
A Paolo di Tarso per esempio gli angeli non piacciono:
« Nessuno vi squalifichi compiacendosi in pratiche di umiltà e nel culto degli angeli, prendendo in considerazione le sue visioni, lasciandosi vanamente gonfiare dalla sua mente carnale»
(San Paolo. Lettere ai Colossesi II - Milano - Rizzoli, 2009)
Anzi nel 336, il Concilio di Laodicea proibirà l'adorazione degli angeli. che del resto verranno raffigurati con le ali solo a partire dal IV sec., onde evitare confusione con le divinità pagane come Nike.


Origene sostenne che gli angeli fossero precedenti agli uomini nella creazione, considerando le anime degli uomini come angeli decaduti.

Giustino, Ireneo, Lattanzio ed Ambrogio, seguendo il Libro di Enoch considerato canonico dalle chiese cristiane dei primi secoli, considerarono "angeli" i figli di Dio che peccarono con le figlie degli uomini. Pertanto Tertulliano ritenne che gli angeli disponessero di un corpo, visibile solo al loro creatore, capace di prendere la forma umana

A partire dal IV secolo la Chiesa cristiana rigettò la canonicità del Libro di Enoch e quindi negò la corporeità degli angeli, strano, visto che nel Medioevo fu ammesso il commercio sessuale col demonio commesso dalle streghe.

Secondo Agostino di Ippona, agli angeli fu concessa da Dio la libertà di scegliere fra il bene e il male, scelta definitiva e irreversibile. Così essi si divisero fra quanti servono Dio e quanti seguono il demonio.

Per gli angeli non è possibile il pentimento, possibile invece della natura imperfetta e limitata degli esseri umani. ambiare idea è patrimonio degli uomini e di tutte le creature che fanno esperienza. Gli angeli non fanno esperienza, gli viene concessa l'intelligenza una sola volta per la scelta poi la spina si stacca, non elaborano più.
LASE ETRUSCHE

L'ANGELO ITALICO

Ce ne sono diversi, a cominciare dagli angeli etruschi, le cosiddette Lase. 

"- L’anima etrusca era femmina, Lasa alata che scortava il defunto nell’oltretomba, in Grecia era la Nike alata, in Babilonia Lilith, alata anch’essa; in Persia a tre giorni dalla morte compariva al defunto la “Daena”, divina fanciulla alata che accompagnava il pio mazdeo alla dimora dei beati.

- Nella Chiesa cattolica diventa angelo, ma le tolgono il sesso. Non è bisessuale, non è gay, non è trans, sarà castrato? Ma i preti come hanno fatto a decidere che non ha sesso, gli hanno guardato nelle mutande? 

- No hanno fatto un Concilio.
- E durante il Concilio li hanno guardati nelle mutande?
- Non si sa."

La Lasa etrusca, secondo alcuni una Dea, era in effetti un angelo personale, un angelo custode. Quest'angelo fu per gli antichi Greci la Nike, la protettrice del popolo, divenuta poi premiatrice dei vittoriosi, ma prima era lei che assicurava la vittoria.


La Nike è una Dea titanide, della antica schiera di Dei che vennero soppiantati poi dagli Dei Olimpici governati da Zeus. Nella ceramica greca, molte delle figure alate, molto simili alle Lase etrusche, chiamate Nikai, costituiscono da un lato un elemento decorativo, dall'altro rappresentano come le Lase etrusche e le Ninfe italiche, il mondo invisibile e animato che ci circonda, insomma sono i cosiddetti Geni.

I geni più diffusi nel mondo italico furono gli eroti, o amorini, bambini alati e non, che convivono spesso con gli uomini ma quasi sempre invisibili ad essi.

Il mondo romano è pieno di genietti lavoratori e inventori, un po' come la favola del ciabattino cui gli gnomi cuciono le scarpe durante la notte. Insomma i genii possono aiutare l'uomo, ma sono anche ludici e hanno una vita autonoma. 

Ed ecco allora le pitture romane (in particolare le pompeiane perchè il resto è stato furiosamente distrutto) empirsi di geni profumieri, simili ad amorini, maschi e femmine, i maschi con ali di piume e le femmine con ali di farfalla.


Ci sono poi i geni che battono moneta, i geni coniatori che sono, come tutti i geni, ispiratori, inventori ed esecutori in un invisibile mondo che in qualche modo influenza quello dei mortali. Compaiono anche i geni orefici, che pesano, fondono, usano i vari strumenti di cesello e battitura, o quelli della vendemmia e del vino.

Ma ci sono amorini, ovvero genii prettamente ludici, che cavalcano un delfino, o si fanno trainare da un granchio, o da cigni, o da animali selvatici, che cavalcano o di cui hanno le redini. Questa visione della natura animata e ludica era una visione sacra che si è potentemente modificata col cristianesimo dove la natura è inanimata e al servizio dell'uomo come un balocco che l'essere umano può usare a suo piacimento in quanto autorizzato dalla divinità.



GLI AMORINI

Detti propriamente Eroti, da Eros, figlio di Afrodite, (o Cupido figlio di Venere), costituiscono il corteo della Dea e sono i geni più primitivi. Non sono nè buoni nè cattivi, sono bambini giocosi e come tali talvolta dispettosi, ma solo per il gusto del gioco.

Come mai fanno parte del corteo di Venere? Perchè Venere-Afrodite è la ex Grande Madre, colei che tutto crea ovvero partorisce, dagli uomini agli animali e alle piante, ma lo fa, si noti bene, senza l'ausilio del maschio. Lei crea per partenogenesi.

La partenogenesi (o nascita verginale) è un modo di riproduzione di alcune piante e animali in cui lo sviluppo dell'uovo avviene senza che questo sia stato fecondato. È la modalità che non richiede fecondazione.

La Grande Madre come forma originale, ovvero la Natura, non ha marito, lei è senza tempo e nessuno è come lei. Pertanto produce le creature senza bisogno di essere fecondata da maschi, nè uomo nè Dio.

Lei partorisce bambini divini, giocosi e indipendenti anche se a volte seguono la Dea nei suoi viaggi amorosi. Sono detti Eroti, da Eros, Amore, perchè amano la natura, la vita e tutte le sue manifestazioni "erotiche". Infatti quando Afrodite si accoppia loro svolazzano felici intorno a lei e ai suoi numerosi amanti.

Amano la natura e gli istinti, volano nudi e liberi e non hanno restrizioni. Somigliano ad Eros, il figlio di Afrodite, ma al contrario di lui non crescono, restano degli eterni bambini.

Eros al contrario di loro cresce ma resta per sempre adolescente, armato delle divine frecce con cui colpisce il cuore dei mortali nella malia d'amore.


Gli Eroti invece non fanno innamorare ma sono parte essi stessi dell'amore, in un eterno gioco di svolazzi e scherzi, che investono tanto i mortali quanto gli dei o i Semidei.

A volte compiono pure atti cruenti, per esempio nell'iconografia di Mitra dove si accingono a sgozzare il toro, ma senza malizia o serietà. In questo caso sono i chierichetti di Mitra e fanno il suo lavoro.

A volte lavorano ma il divertimento è molto evidente, è una libera scelta. oppure giocano, a rincorrersi, a nascondarella, a cogliere fiori e fare ghirlande con cui ornano se stessi e le fanciulle.

In ogni caso hanno affinità con le fanciulle, seguono Afrodite, come qualsiasi Dea o Ninfa o donna innamorata. Sono attratti dagli innamoramenti e dalle nozze ma pure dagli animali e dalle piante.

Insomma sono affini a tutto ciò che esalta l'istinto creativo, che è poi l'istinto della natura e degli uomini. L'istinto creativo per eccellenza è il sesso esaltato senza falsi pudori.

Il culto degli eroti non è eseguito dallo stato romano ma è molto seguito nelle campagne, dove era importantissimo per la fecondazione, tanto degli uomini che degli animali.

In qualità di geni nel pagus avevano il loro angolino con l'immagine di un erote o di un gruppo di essi, considerati portatori di gioia e fertilità.


Ad essi si dedicavano, come a tutti i geni, offerte incruente, di vino, di focacce e di erbe odorose. Nelle feste si usava dedicare loro, ovvero alle loro immagini, nastri e ghirlande. Questo culto rimase intatto anche a cristianesimo inoltrato, si che la chiesa ritenne di doverlo inglobare non potendolo sconfiggere.

Così ordinò ai pittori dell'epoca di creare gli angioletti, non austeri o adulti come quelli ebraici, ma dei veri e propri eroti, con tanto di alucce. Era necessario che la gente andasse in chiesa a onorare gli amorini, e che rientrassero nella liturgia e nel mito cristiano. Ecco perchè San Paolo non li vede di buon occhio, perchè sa che le visioni che gli erti mandano agli uomini non riguardano il culto di Cristo con gli angeli, ma il vecchio culto pagano con gli eroti.

Non solo se ne copiarono i bassorilievi ma pure le splendide pitture. Ne fa testo questa meravigliosa tempera del Canova fatta con tanta perfezione e similitudine da poter essere scambiata per romana.

Tanto venne percepito e apprezzato lo spirito delle iconografie, perlopiù pompeiane, di questi amorini che moltissimi pittori del Rinascimento ne fecero largo uso nelle loro produzioni pittoriche.

Ma il bello è che tali amorini personificarono sia le figure sacre che quelle profane.

Infatti vennero ripresi sia con le ali che senza, anche se spesso dovettero coprire con un panno o un velo le nudità dei bimbi.

La ragione per cui gli amorini ebbero tanto successo dalle antiche epoche preromane e romane, fino al Rinascimento e diversi secoli oltre, risiede nel fatto che questa iconografia corrisponde a una precisa sensazione del nostro inconscio.

Dentro di noi sappiamo che esistono energie naturali, dentro di noi e fuori di noi che amano la vita e la natura, che vorrebbero giocare e sorridere alla vita, e che spesso questa gioia di vivere ci viene soffocata dall'educazione familiare e scolastica.

Abbiamo una parte ludica compressa da una mente che ci vuole efficienti, pratici e sacrificali. Questa stessa mente ci presenta un mondo cosifizzato in un funzionamento a livello molecolare e cellulare, insomma scientifico e descrittivo ma privo di anima. Questo mondo che agli antichi appariva pieno di invisibili presenze liete e pure burlone, oggi alla nostra mente appare assolutamente vuoto.

VENDITRICE DI AMORINI (Pompei)
ORIGINALE E RICOSTRUZIONE

AMORINI ED ANGELI

E' evidente che la Chiesa Cattolica attinse, nella costruzione della sua dottrina, molto più dalla religione ebraica che non dai Vangeli di Cristo. La presenza degli angeli era si prevista dall'ebraismo ma non era prevista la loro rappresentazione perchè per gli ebrei, come poi per i musulmani, erano proibite le rappresentazioni sacre.

Fece eccezione la costruzione del tempio di Gerusalemme con la cosiddetta Arca dell'Alleanza, un cofano con raffigurati due angeli alati, probabilmente di derivazione cananea ed egizia. Gli angeli erano adulti e con lunghe ali. La Chiesa Cristiana non poteva passare dalla infinita produzione di immagini della civiltà romana alle ridottissime raffigurazioni ebraiche, per cui dovette adattarsi a copiare le sue nuove rappresentazioni, sostituendo Dei, semidei e geni con Dio, Cristo, Madonne, angeli e santi.

Così fece redigere la Bibbia ebraica con le icone degli angeli limitate a facce di amorini dotate di varie serie di ali. Ma a Roma, per ornare i templi, dovette copiare gli amorini per intero, ali comprese, con il compito di rappresentare gli angeli cristiani. Fu così che gli eroti divennero angeli nel primo cristianesimo e anche putti nel Rinascimento.


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