FORO DI AUGUSTO
Il Foro di Augusto era formato da una grande piazza rettangolare dove era posta una grande statua dell'imperatore a guida di una quadriga; la piazza, sui lati più lunghi, era ombreggiata da due portici colonnati nei quali si aprivano a specchio due grandi esedre. Sul fondo il Foro era chiuso da un imponente muraglione alto ben 30 metri che è ancora intatto, formato da blocchi bugnati di peperino e pietra di Gabi in mezzo a fascioni di travertino, struttura destinata a separare il Foro dal quartiere della "Subura" ( oggi Suburra).
Il Foro di Augusto era formato da una grande piazza rettangolare dove era posta una grande statua dell'imperatore a guida di una quadriga; la piazza, sui lati più lunghi, era ombreggiata da due portici colonnati nei quali si aprivano a specchio due grandi esedre. Sul fondo il Foro era chiuso da un imponente muraglione alto ben 30 metri che è ancora intatto, formato da blocchi bugnati di peperino e pietra di Gabi in mezzo a fascioni di travertino, struttura destinata a separare il Foro dal quartiere della "Subura" ( oggi Suburra).
Su questo muraglione si aprivano due ingressi laterali, uno formato da tre fornici dai quali parte una gradinata, l'altro invece era formato da un solo fornice e nel Medioevo era conosciuto come "Arco dei Pantani". In mezzo a questi due ingressi era situato il Tempio di Marte Ultore fiancheggiato da due Archi onorari fatti costruire dal Senato in onore dei principi Druso e Germanico (figlio e nipote di Tiberio).
ANTICA STAMPA DEL FORO DI AUGUSTO (SEC. XVIII) A SINISTRA CON LE 3 COLONNE I RESTI DEL TEMPIO DI MARTE ULTORE, AL CENTRO L'ARCO DEI PANTANI E A DESTRA IL TEMPIO DI MINERVA OGGI COMPLETAMENTE ABBATTUTO |
FORO TRANSITORIO
Come si vede in alto, nell'antica incisione di Vasi del 1758, il Tempio di Nerva aveva ancora le sue colonne e la sua trabeazione e l'arco dei Pantani era ancora in marmo come la stragrande maggioranza dei monumenti romani. Di questo marmo resta oggi solo la parte superiore dell'arco, che ne era invece totalmente rivestito, dentro e fuori dei fori imperiali.
L'Area dei Pantani, oggi nella zona tra la Suburra e i Fori Imperiali, si estendeva dal colle Quirinale all'Esquilino, fino a colle Oppio. Un alto muro al Foro di Augusto separava la Suburra dal resto della città e qui sorgeva l'arco dei Pantani. ancora oggi visibile, che collegava la Suburra all'area dei Pantani, area cosi chiamata perché soggetta alle inondazioni del Tevere e malarica.
Come si vede in alto, nell'antica incisione di Vasi del 1758, il Tempio di Nerva aveva ancora le sue colonne e la sua trabeazione e l'arco dei Pantani era ancora in marmo come la stragrande maggioranza dei monumenti romani. Di questo marmo resta oggi solo la parte superiore dell'arco, che ne era invece totalmente rivestito, dentro e fuori dei fori imperiali.
ARCO DEI PANTANI VISTO DALL'INTERNO DEL FORO DI AUGUSTO |
D'altronde la zona dei Pantani era insieme alla Bocca della Verità e al Pantheon una delle zone più basse di Roma, poste a 13 - 14 metri sul livello del mare, e quindi spesso soggetta agli allagamenti. A sinistra si scorgono le gigantesche colonne del Tempio di Marte Ultore. Nell'area dei Pantani si ergeva tra l'altro la splendida colonna Traiana.
L'Argileto, che si trovava nella zona dei Pantani, attuali via Leonina e via della Madonna dei Monti. era una via romana che percorreva la valle a nord della Suburra, dividendosi nel vicus Patricius, attuale via Urbana, e nel Clivus Suburanus, attuale via Santa Lucia in Selci.
L'argiletus doveva il nome alla natura argillosa del terreno, in questa zona dei Pantani, dove svolgevano le attività commerciali i librari e gli antiquariii che Marziale e Orazio descrivono ricchi di opere.
Con la costruzione del Foro di Nerva, chiamato anche Foro transitorio, avvenuta nel 97 d.c. per volere di Domiziano, il primo tratto dell'Argileto venne sostituito dal Foro di Nerva.
ARCO DEI PANTANI VISTO DALL'ESTERNO DEL FORO |
I librari all'epoca erano anche editori, con l'esclusiva sugli autori famosi, i Sosii erano gli editori di Orazio, Secundus era l'editore di Marziale, Tryphon era l'editore di Quintiliano e Dorus l'editore di Seneca. Gli antiquari esponevano soprattutto opere greche, le sculture del IV sec. a.c. erano in assoluto le più costose, ma vendevano anche bronzetti, terracotte, vasi in pietra o alabastro e statue lignee.
L'alto muro che circondava il forum conserva ancora due archi trionfali, che sono stati aggiunti da Tiberio nel 19 d.c. per commemorare le vittorie in Germania del figlio Druso e del nipote Germanico.
(Tacito, Annals, II.64).
Nel Medioevo, divenendo quest'area soggetta a frequenti inondazioni che rendevano il terreno paludoso, l'Arco dedicato a Germanico divenne l'Arco dei Pantani.
L'ARCO DEI PANTANI IN UNA STAMPA DEL 1820 DOVE E' ANCORA VISIBILE UNA CHIESA EDIFICATA ALL'INTERNO DEL TEMPIO DI MARTE ULTORE.. |
Questo arco, oggi in via Tor de Conti, del Rione Monti, è un arco a un unico fornice del Foro di Augusto, privo di qualsiasi ornamento, che poneva in comunicazione i Fori e la Suburra, consentendo allora e tutt'oggi, una magnifica vista sui Fori Imperiali e quelli Romani, cioè dei Fori di Augusto e di Nerva.
Gli scavi nell'area dei Fori in corso dal 1998 hanno mostrato gli strati di crollo per depredazione e/o abbandono databili tra il VI e il VII sec., nonchè i resti delle case aristocratiche databili al IX e X sec. nel Foro di Nerva, tra le pochissime tracce di edilizia di età carolingia a Roma.
L'area comunque, pianeggiante e posta ai piedi dei colli Quirinale, Viminale e Oppio, con la messa fuori uso del sistema fognante romano era tornata paludosa, come fu nei primordi di Roma, tanto da essere nominata popolarmente "i Pantani", perchè di veri e propri pantani si trattava.
L'area comunque, pianeggiante e posta ai piedi dei colli Quirinale, Viminale e Oppio, con la messa fuori uso del sistema fognante romano era tornata paludosa, come fu nei primordi di Roma, tanto da essere nominata popolarmente "i Pantani", perchè di veri e propri pantani si trattava.
COME APPARIVA L'ARCO ALLA FINE DEL 1800 |
In questa incisione di Rodolfo Lanciani su "Roma antica alla luce delle scoperte recenti " (1891), si può vedere quanto poco lo scavo del foro fosse stato completato entro la fine del XIX secolo.
Oggi dell'arco si scorgono ancora i leganti di bronzo sottratti per farne fusione. come è accaduto a qualsiasi monumento romano, Colosseo compreso, e inoltre si scorgono i fori dei cardini essendo evidentemente provvisto di porta. Si può pensare che ad una data ora, ma non necessariamente in epoca romana, le porte venissero chiuse per isolare forse dal quartiere un po' turbolento della Suburra quella parte della città. L'aspetto tondeggiante che appare nella figura deriva dal fatto che la parte inferiore coi laterali diritti dell'arco non era ancora stata scavata.
Oggi dell'arco si scorgono ancora i leganti di bronzo sottratti per farne fusione. come è accaduto a qualsiasi monumento romano, Colosseo compreso, e inoltre si scorgono i fori dei cardini essendo evidentemente provvisto di porta. Si può pensare che ad una data ora, ma non necessariamente in epoca romana, le porte venissero chiuse per isolare forse dal quartiere un po' turbolento della Suburra quella parte della città. L'aspetto tondeggiante che appare nella figura deriva dal fatto che la parte inferiore coi laterali diritti dell'arco non era ancora stata scavata.