L'EDILE PLEBEO |
I compiti originali dei due aedes plebei non sono chiari. Il nome suggerisce che avessero qualcosa a che fare con un aedes ('sacrario'), ma la traduzione greca agoranomos implica che l'aedile fosse un sovrintendente di mercato. Oltre a Roma si hanno notizie di un collegio di tre edili a Tusculum e in altre città volsce in seguito latinizzate (Arpino, Fondi, Formia), e di coppie di edili nel governo ottumviro di altre città soprattutto sabine: Amiterno, Nursia, Trebula Mutuesca, Interamnia Praetuttianorum, Plestia (Colfiorito).
Qui le cariche di edili vennero probabilmente importate da Roma, dove del resto l'edilità non era originaria in quanto in un primo tempo fu costituita da funzionari plebei e non da magistrati civici. Essi vennero successivamente esportati anche nelle province romane.
Comunque la tradizione romana afferma che i primi aediles erano gli assistenti dei tribuni plebei. Ora i Plebei avevano i loro archivi nel santuario di Ceres sul Forum Boarium, 'mercato del bestiame'. Così è possibile che i primi aedili fossero sovrintendenti di mercato e che i rappresentanti dei commercianti non appartenessero all'aristocrazia, ma che dovessero affiancare i tribuni della plebe nei conflitti degli ordini. Sembra fossero anche responsabili dell'organizzazione dei Giochi Plebei (Ludi plebeii)
LEX PUBLILIA VOLERONIS
All'inizio gli edili plebei (aediles plebis) erano due, eletti annualmente dai plebei riuniti nel Concilium plebis, ed erano infatti addetti alle funzioni del tempio di Cerere, acquisendo col tempo ulteriori mansioni civili, quali l'applicazione delle sentenze dei tribuni della plebe dei quali costituivano una sorta di segretari.
A partire dal 471 a.c., con la promulgazione della Lex Publilia Voleronis, gli edili furono eletti dai Comitia Populi Tributa. La legge fu proposta dai tribuni della plebe, tra cui Publilio Volerone, primo propositore della legge, a cui dette il nome, e Gaio Letorio
Con questa legge il concilio della plebe, costituitosi "extra ordinem" dopo la I Secessione della Plebe sul Monte Sacro del 494 a.c., fu riconosciuto ufficialmente dalla Repubblica romana ed organizzato su base tributa. I tribuni della plebe e gli edili vennero così eletti dai Concilia Plebis Tributa
Comunque sia, gli aedili vennero riconosciuti dal Senato come magistrati ufficiali dopo le riforme dei 360, e a partire dal 367 a.c. vennero istituiti altri due edili, detti "edili curuli" (aediles curules). Potevano essere solo patrizi ed erano a rigori i soli edili con caratteristiche di magistrati civici, come testimonia l'aggettivo curulis.
Nel III secolo a.c. a Roma esisteva una particolare istituzione denominata “Ufficio degli Edili“, l’antesignano dell’odierno Istituto di Vigilanza. La sicurezza dei privati cittadini e le proprietà dei “cives” romani e della collettività non erano sotto la tutela degli organi militari né del senato, il quale si occupava principalmente di indicare la direzione politica di Roma.
LEX PUBLILIA VOLERONIS
All'inizio gli edili plebei (aediles plebis) erano due, eletti annualmente dai plebei riuniti nel Concilium plebis, ed erano infatti addetti alle funzioni del tempio di Cerere, acquisendo col tempo ulteriori mansioni civili, quali l'applicazione delle sentenze dei tribuni della plebe dei quali costituivano una sorta di segretari.
A partire dal 471 a.c., con la promulgazione della Lex Publilia Voleronis, gli edili furono eletti dai Comitia Populi Tributa. La legge fu proposta dai tribuni della plebe, tra cui Publilio Volerone, primo propositore della legge, a cui dette il nome, e Gaio Letorio
Con questa legge il concilio della plebe, costituitosi "extra ordinem" dopo la I Secessione della Plebe sul Monte Sacro del 494 a.c., fu riconosciuto ufficialmente dalla Repubblica romana ed organizzato su base tributa. I tribuni della plebe e gli edili vennero così eletti dai Concilia Plebis Tributa
Comunque sia, gli aedili vennero riconosciuti dal Senato come magistrati ufficiali dopo le riforme dei 360, e a partire dal 367 a.c. vennero istituiti altri due edili, detti "edili curuli" (aediles curules). Potevano essere solo patrizi ed erano a rigori i soli edili con caratteristiche di magistrati civici, come testimonia l'aggettivo curulis.
UFFICIO DEGLI EDILI
Naturalmente esistevano anche consoli, pretori e magistrati, ma costoro avevano funzioni prevalentemente amministrative o finanziarie. Toccava, pertanto, all’Ufficio degli Edili vigilare sulla vita (economica e religiosa) e sui i beni della collettività.
Tale Ufficio era eletto e controllato direttamente dal Senato e si avvaleva dei servizi di guardie, chiamate “Praefecti Nocturni”, che costituivano una particolare milizia non assoggettata al controllo militare, ma esclusivamente impegnata per la vigilanza e la custodia dei beni pubblici e privati.
In epoca più tarda (44 a.c.) Cesare creò altri due edili plebei, detti "edili ceriali" (aediles ceriales), specificamente addetti a sorveglianti dell'Annona ( i magazzini pubblici per il frumento e che poi designò il nome dei magazzini; il termine è rimasto a indicare definitivamente la politica degli approvvigionamenti alimentari e l'insieme stesso delle derrate) e responsabili anche dell'approvvigionamento del grano per la città di Roma.
LE ELEZIONI
Gli aediles plebei e curuliani venivano stati eletti dai comitia tributa, un'assemblea della gente che era divisa in distretti di voto. In questa assemblea, le ricche persone avevano meno influenza che in quelle dei Comitia centuriata.
Durante il III e II sec., i compiti degli aedili divennero più importanti. Dovevano prendersi cura dei templi, organizzavano giochi ed erano responsabili della manutenzione degli edifici pubblici a Roma. Inoltre, si occuparono dell'acqua e dell'alimentazione di Roma.
Tale Ufficio era eletto e controllato direttamente dal Senato e si avvaleva dei servizi di guardie, chiamate “Praefecti Nocturni”, che costituivano una particolare milizia non assoggettata al controllo militare, ma esclusivamente impegnata per la vigilanza e la custodia dei beni pubblici e privati.
LEX FURIA DE AEDILIBUS CURULIBUS
Secondo altri autori gli edili curuli vennero creati, su proposta di Marco Furio Camillo con la Lex Furia de aedilibus curulibus solo nel del 200 a.c.. In questa legge, venne introdotta una seconda coppia di aedili, gli aedili curuliani, il cui compito era quello di organizzare i Ludi Romani. Tuttavia sembra che il plebiscito popolare non gradì la legge. minacciando Furio di accollargli una multa di non si sa se 50000 o 5000 assi, se avesse osato servirsi dei suoi poteri dittatoriali (Plutarco)
EDILI CERIALI
LE ELEZIONI
Gli aediles plebei e curuliani venivano stati eletti dai comitia tributa, un'assemblea della gente che era divisa in distretti di voto. In questa assemblea, le ricche persone avevano meno influenza che in quelle dei Comitia centuriata.
Durante il III e II sec., i compiti degli aedili divennero più importanti. Dovevano prendersi cura dei templi, organizzavano giochi ed erano responsabili della manutenzione degli edifici pubblici a Roma. Inoltre, si occuparono dell'acqua e dell'alimentazione di Roma.
Nella loro qualità dei superintendenti del mercato, servivano a volte come giudici negli affari mercantili. Perché controllavano i giochi, esercitavano una certa influenza sulla libertà di parola: per esempio, un attore o un comico non poteva sempre liberamente dire quello che aveva in mente.
LEGGE VILLIA ANNALIS
LEGGE VILLIA ANNALIS
La lex Villia annalis è un plebiscito fatto approvare nel 180 a.c. dal tribuno Lucio Villio, la cui famiglia acquistò, pertanto, il cognome di Annalis. Questo provvedimento introdusse un'età minima per l'accesso alle magistrature del cursus honorum e un intervallo obbligatorio di due anni tra l'assunzione di due cariche.
Non furono invece modificate le regole che disciplinavano la rielezione alla stessa magistratura, e già stabilite da un plebiscito del 342 a.c. Non si poteva essere questori prima di aver prestato dieci anni di servizio militare (decem stipendia), termine innalzato poi da Silla a 30 anni.
Ai tempi di Cicerone non si poteva essere:
- edili curuli prima dei 37 anni,
- pretori prima dei 40
- consoli prima dei 43.
Funzione della lex Villia era quella di assicurare l'avvicendamento al potere dei membri della classe dirigente, evitando concentrazioni di potere dannose ed evitando la continua successione delle cariche. La legge è citata, fra gli altri, da Cicerone e Livio:
“Legibus enim annalibus cum grandiorem aetatem ad consulatum constituebant, adulescentiae temeritatem uerebantur ...”
“Quando stabilivano un'età più matura per il consolato mediante leggi che prescrivevano un intervallo di anni, temevano l' imprudenza della gioventù …”
(Cicerone, Phil., V, 47)
"Eo anno rogatio primum lata est ab L. Villio tribuno plebis, quot annos nati quemque magistratum peterent caperentque. inde cognomen familiae inditum, ut Annales appellarentur".
"In quell'anno per la prima volta fu presentata dal tribuno della plebe Lucio Villio una proposta di legge per regolare a quale età potessero candidarsi e assumere ciascuna magistratura; perciò fu aggiunto il cognome alla famiglia in modo che da allora si chiamassero Annales".
(Livio, XL, 44)
Dopo la Lex Villia annalis (180), era necessaria un'età minima di 37 anni. Nel I sec., divenne obbligatorio aver servito in primo luogo come quaestore. Giulio Cesare aggiunse due aedili in più, la cui sola responsabilità era l'approvvigionamento alimentare. Qualcuno che aveva servito come aedile, poteva essere eletto pretore..
Durante l'impero la carica di edile perse molto della sua importanza. Molti compiti che gli erano stati affidati vennero dati ad altri magistrati (ad esempio il prefetto pretoriano e il prefetto di Roma). Anche l'approvvigionamento alimentare divenne responsabilità di un prefetto.
Un aedile non aveva guardia del corpo (lictor), ma poteva indossare una toga praetexta. cioè col bordo di porpora.
Non furono invece modificate le regole che disciplinavano la rielezione alla stessa magistratura, e già stabilite da un plebiscito del 342 a.c. Non si poteva essere questori prima di aver prestato dieci anni di servizio militare (decem stipendia), termine innalzato poi da Silla a 30 anni.
Ai tempi di Cicerone non si poteva essere:
- edili curuli prima dei 37 anni,
- pretori prima dei 40
- consoli prima dei 43.
Funzione della lex Villia era quella di assicurare l'avvicendamento al potere dei membri della classe dirigente, evitando concentrazioni di potere dannose ed evitando la continua successione delle cariche. La legge è citata, fra gli altri, da Cicerone e Livio:
“Legibus enim annalibus cum grandiorem aetatem ad consulatum constituebant, adulescentiae temeritatem uerebantur ...”
“Quando stabilivano un'età più matura per il consolato mediante leggi che prescrivevano un intervallo di anni, temevano l' imprudenza della gioventù …”
(Cicerone, Phil., V, 47)
"Eo anno rogatio primum lata est ab L. Villio tribuno plebis, quot annos nati quemque magistratum peterent caperentque. inde cognomen familiae inditum, ut Annales appellarentur".
"In quell'anno per la prima volta fu presentata dal tribuno della plebe Lucio Villio una proposta di legge per regolare a quale età potessero candidarsi e assumere ciascuna magistratura; perciò fu aggiunto il cognome alla famiglia in modo che da allora si chiamassero Annales".
(Livio, XL, 44)
Dopo la Lex Villia annalis (180), era necessaria un'età minima di 37 anni. Nel I sec., divenne obbligatorio aver servito in primo luogo come quaestore. Giulio Cesare aggiunse due aedili in più, la cui sola responsabilità era l'approvvigionamento alimentare. Qualcuno che aveva servito come aedile, poteva essere eletto pretore..
Durante l'impero la carica di edile perse molto della sua importanza. Molti compiti che gli erano stati affidati vennero dati ad altri magistrati (ad esempio il prefetto pretoriano e il prefetto di Roma). Anche l'approvvigionamento alimentare divenne responsabilità di un prefetto.
Un aedile non aveva guardia del corpo (lictor), ma poteva indossare una toga praetexta. cioè col bordo di porpora.