Nel 1818 Pio VII (1800-1823) fece sostituire la precedente fontana, di cui si è persa traccia, con la conca di granito recuperata a Campo Vaccino, dove fungeva da abbeveratoio presso il tempio di Castore e Polluce.
Campo Vaccino era il nome con cui nel XVI-XVIII sec. venivano chiamati l'area in cui erano sorti gli antichi Fori Imperiali. Il nome, attestato in una bolla pontificia di papa Sisto V del 1589, derivava dal mercato delle vacche che vi si teneva, regolato dal "governatore della dogana di Campo Vaccino".
Qui si trovava una fontana-abbeveratoio, costituita da una vasca in granito e da un mascherone: fatto scolpire da da Giacomo Della Porta (1532 – 1602) per ornare la fontana. Smantellata nel XIX sec., la vasca venne spostata sotto l'obelisco del Quirinale in piazza del Quirinale, mentre il mascherone si trova oggi in una fontana moderna a piazza Pietro d'Illiria.
La vasca era stata ritrovata nel 1587, probabilmente proprio durante i lavori per la costruzione del condotto secondario "dell'Acqua Felice", e si trattava di un'antica fontana in granito di epoca romana, recuperata nell'area posta tra il Circo Massimo ed il Tevere.
Sebbene anche in quella zona, che all'epoca ancora ospitava il mercato del bestiame, fosse prevista la realizzazione di una fontana, papa Sisto V ritenne più utile la costruzione di un abbeveratoio per gli animali e ne affidò la realizzazione a Giacomo Della Porta, il quale si limitò ad ornare la vasca-abbeveratoio di un semplice mascherone dal quale fuoriusciva l'acqua.
Nell'arco di pochi anni, a causa dell'incuria del monumento di cui nessuno aveva l'incarico di occuparsi, nonchè dell'uso che ne veniva fatto, la vasca si riempì di rifiuti e di melma, e cessò di essere utilizzata, rimanendo di nuovo semisepolta. Pio VI pensò dunque di recuperarla e di sostituire la fontana in piazza del Quirinale, il cui originale di Domenico Fontana venne eliminato e andò purtroppo definitivamente perduto.
In realtà l'opera di trasformazione della fontana, che già si trascinava per le lunghe, dovette essere sospesa per alcuni anni, perché proprio durante il trasferimento della vasca di Campo Vaccino le truppe napoleoniche presero Roma, nel 1798, una ulteriore tragedia che depauperò, come non fossero bastati il cristianesimo e i vandali, il patrimonio artistico e archeologico nazionale.
La piazza rimase senza fontana fino alla sconfitta di Napoleone a Waterloo, nel 1815, dopodiché, con la fine dell'occupazione francese, fu possibile riprendere e, nel 1818, completare i lavori, che l'architetto italiano Raffaele Stern (1774 -1820) concluse con la sistemazione definitiva dell'intero gruppo come appare oggi: una grande vasca circolare al cui centro un balaustro sorregge la fontana romana di granito proveniente dai Fori imperiali.