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CLIVUS PUBLICIUS

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PERCORSO DEL CLIVUS PUBLICIUS VICINO AL CIRCO MASSIMO

Il Clivus Publicius, o Clivo Publicio, era una strada in salita della XIII regione augustea, corrispondente all'odierno Clivo dei Publicii. Fu la prima strada edificata per salire il Colle Aventino, impresa notevole perchè il colle era abitato interamente da plebei.

IN ROSSO IL CLIVUS PUNLICIUS
"La salita più celebre di questo Colle Aventino era quella che dicevasi Clivo Pubblicio. Ovidio narra che i due Pubblicii Edili della Plebe col danaro cavato dalle Multe di coloro che danneggiavano i pubblici pascoli fecero tale strada e gli diedero il nome vicino al Tempio di Flora, situato prossimo alle Saline, del quale fa ricordanza Vittore e Frontino o lo situa vicino alli condotti dell'Appia, onde non doveva esser lontano, se non è forse il medesimo, che oggi si sale per andare al Colle di S. Maria in Cosmedin.

Salendosi oggi per cotal via si vede il sentiero su la metà dividersi, la parte sinistra, costeggiando la metà del Colle potendosi ancora ascendere dietro al Circo Massimo, conduce a S Prisca e l'altro a S. Sabina e al Priorato."

(Ridolfino Venuti Cortonese 1763)

Il clivo fu realizzato tra il 241 a.c. e il 238 a.c., rendendo agevole e lastricata una strada  che da Roma si estendeva al monte aventino, dagli edili plebei Lucio Publicio Malleolo e Marco Publicio Malleolo.

I due fratelli vennero eletti edili nel 240 a.c. e fecero costruire un tempio dedicato alla Dea Flora, istituirono i Ludi florales ( la prima celebrazione dei giochi risale al 238 a.c., con la dedica del santuario del Circo) e costruirono il Publicus clivus, con il denaro ricavato dalle sanzioni per appropriazione indebita, pagate da quelli che aveano portato gli armenti a danneggiare i pascoli del fisco.

L'ODIERNO CLIVO DI ROCCA SAVELLA ANTICAMENTE PARTE DEL CLIVUS PUBLICIUS
Così il clivus portò il nome degli autori chiamandosi Clivus Publicius, un'opera cosi importante che il servigio dei due fratelli venne conservato nella memoria degli uomini immortalandolo in una medaglia avente da un lato il genio del popolo romano e dall'altro una pecorella, simbolo delle multe pecuniarie che aveano consentito l'edificazione di tali monumenti. E' Festo a darci il nome di questi edili: Lucio Publicio e Marco Publicio Malleolo.

Il clivus iniziava dal Foro Boario, posto presso l'attuale Monte Testaccio, lungo la riva sinistra del fiume Tevere, tra Campidoglio e Aventino, e più precisamente nei pressi della Porta Trigemina e del margine occidentale del Circo Massimo.

Si estendeva poi lungo l'attuale via di Santa Prisca fino al Vicus Piscinae Publicae, che collegava l'angolo sudorientale del Circo Massimo alla Porta Raudusculana. Dal clivo si staccava sulla destra un'altra strada antica, chiamata Vicus Armilustri (attuale via di Santa Sabina), che andava verso sud fino alla Porta Lavernalis delle mura Serviane.

Lungo il clivo sorgeva il Tempio di Diana, che si trovava tra via San Domenico e l'omonima chiesa, e che fu costruito come un santuario federale dei Latini da Servio Tullio. Il tempio, splendido e ricco, era circondato da un vasto portico a due ordini di colonne.

Il clivo doveva comunque costituire una Via sacra perchè il Tempio di Diana, peraltro famosissimo santuario conosciuto anche in terra straniera, non era l'unico che si trovasse sul clivus. Vi si allocavano infatti un tempio non si sa bene se di Ercole o di Bacco (molti protendono per il secondo) e il Tempio di Flora.

L'ODIERNO CLIVO DEI PUBLICII SEGUE IN BUONA PARTE IL PERCORSO ORIGINARIO
Sullo stesso clivo dovevano sorgere il tempio della Luna (templum o aedes Lunae), Dea italica e preromana, e il Tempio del Sole che probabilmente le sorgeva accanto, anch'esso di culto italico, dedicato al Dio Elios, importato dalla Grecia.

Secondo Tacito (Annales, xv.41), il tempio della Luna fu costruito dal re Servio Tullio, ma la prima menzione del tempio della Luna è di un prodigio del 182 a.c., quando un turbine d'aria scardinò una delle sue porte e la mandò a sbattere contro il retro del tempio di Cerere. Il che fa capire, che vi sorgeva anche questo Tempio in onore della Dea delle messi.

Questo susseguirsi di templi derivava dal vasto e fecondo traffico dei commercianti che sbarcati sull'Aventino percorrevano il Clivus per onorare e raccomandarsi alle divinità predilette che potevano accordargli protezione e prosperità. Il clivo fu interessato dall'incendio che scoppiò nel 203 a.c.

Oggi la scalata del clivo non è ardita come nei tempi antichi: l´Aventino è alto 47 metri sul livello del mare, ma supera di soli 25 metri la quota della sua base, all´altezza della Bocca della verità. Oggi il clivo dei Publicii, parte dal roseto comunale, alle pendici della Valle Murcia, ripercorrendo il tracciato del clivus Publicius, con giardini ed alberi ai suoi lati, o la visione del palatino dall'alto, e ricordando che fu la prima grande strada lastricata della zona plebea dell'Urbe.



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