SANTO ACACIO DI BISANZIO |
La Gens Acacia viene alla ribalta solo in epoca bizantina, probabilmente di origini greche e plebee.
La gens acacia ebbe una variante in gens acatia (poi acazia). In greco antico il nome era Akakios), e Akakos, femminile Akakia, mentre in latino era Acacius, Acatius, Acathius e Acacus, al femminile Acacia. Il nome non è da confondere con un altro simile, Agazio, che però ha differente etimologia e significato
Il significato del nome Acacio è "innocente", "non malvagio", "privo del male", essendo composto da κακὸν (kakon) o κακη (kake), "male" combinato con un alfa privativa (ἄ). Secondo altre interpretazioni deriva invece dall'ebraico Achazia che significa "il Signore protegge".
Membri che si sono distinti nella gens Acacia:
noto anche come Agatangelo e Taumaturgo, (.. – 250), venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese ortodosse. Fu martire sotto l'imperatore Decio.
Acacius di Costantinopoli -
- Acacius di Bisanzio -
detto anche Agazio (Cappadocia, III sec. – Bisanzio 303) è stato un martire cristiano venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.
Fu un centurione romano, originario della Cappadocia, di stanza in Tracia con la coorte Marzia.
Durante la persecuzione contro i cristiani di Diocleziano e Massimiano fu dato l'ordine ai soldati di sacrificare agli Dei pagani.
Al rifiuto di Agazio, il tribuno della coorte Flavio Firmo lo inviò a giudizio a Bisanzio dal prefetto Bibiano, che lo fece torturare.
Il proconsole Flacciano infine lo condannò a morte per decapitazione.
(... – 430 circa) è stato un vescovo cattolico e santo armeno, vescovo di Melitene nella prima metà del V sec.
Nelle controversie cristologiche combatté Diodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia e, nel concilio di Efeso del 431, Nestorio, essendo evidentemente propenso al monofisismo.
Il Martirologio Romano ne scrive che: «A Melitene nell'antica Armenia, sant'Acacio, vescovo, che, per aver difeso la retta fede nel Concilio di Efeso contro Nestorio, fu ingiustamente deposto dalla sua sede».
Si parla pertanto della sua deposizione dalla carica ma non di una condanna a morte.
- Acacius di Beroea -
(Siria, 322 – 432) è stato un arcivescovo siro di Beroea, campione dell'ortodossia contro le eresie che si stavano diffondendo ai suoi tempi nella Chiesa orientale. Passò gli ultimi anni della sua vita cercando di eliminare il nestorianesimo dalle sue terre. Morì alla straordinaria età di 110 anni.
- Acacius di Cesarea -
(... – 366) scrittore, teologo e vescovo ariano greco, discepolo e biografo dello storico Eusebio, di cui fu successore nella sede di Cesarea dal 340. Vescovo di Cesarea in Palestina, è ricordato principalmente per la sua aspra opposizione a Cirillo di Gerusalemme e per l'importante ruolo che successivamente sostenendo l'arianesimo. Acacio dal 361 e per i successivi due anni occupò le sedi vacanti della Palestina con uomini simpatizzanti con le sue idee antinicene. All'incoronazione di Gioviano, nel 363, tuttavia, aderì ai niceni. Ma quando l'ariano Flavio Valente fu proclamato Augusto, nel 364, Acacio tornò all'arianesimo e si schierò con Eudossio di Costantinopoli. Nonostante ciò, quando i vescovi macedoni si riunirono a Lampsaco, confermarono la condanna infertagli in precedenza e di lui non si seppe più nulla. In definitiva passò la vita a sostenere le tesi ariane sia contro i fedeli di Nicea, sia contro i troppo morbidi seguaci di Ario.
- Acacius di Amida -
(IV – V sec.), arcivescovo di Amida in Mesopotamia (oggi in Turchia); è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Vendette pure i vasi della sua chiesa per liberare i persiani prigionieri nel 422: « A Diyarbakir in Mesopotamia, oggi in Turchia, sant’Acacio, vescovo, che, per riscattare dei Persiani fatti prigionieri e sottoposti a crudeli torture, persuase il clero e arrivò a vendere ai Romani anche i vasi sacri della Chiesa. »
(IV – V sec.), arcivescovo di Amida in Mesopotamia (oggi in Turchia); è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Vendette pure i vasi della sua chiesa per liberare i persiani prigionieri nel 422: « A Diyarbakir in Mesopotamia, oggi in Turchia, sant’Acacio, vescovo, che, per riscattare dei Persiani fatti prigionieri e sottoposti a crudeli torture, persuase il clero e arrivò a vendere ai Romani anche i vasi sacri della Chiesa. »
ACACIO MARTIRE |
(.... - 26 novembre 489) fu il Patriarca ecumenico di Costantinopoli dal 472 al 489, e fu il primo prelato in tutta l' ortodossia orientale, famoso per la partecipazione alla controversia calcedoniana.
Per porre fine alla disputa sull'Ortodossia fu indetto il Concilio di Calcedonia nel 482 che affermava il Credo niceno-costantinopolitano ma senza risultato. Acacio consigliò allora all'imperatore bizantino Zenone (425 - 491) di emanare l'editto di Henotikon del 482, in cui furono condannati Nestorio ( 386 - 450), arcivescovo di Costantinopoli, ed Eutyches (380 - 456) presbitero e archimandrita di Costantinopoli. Papa Felix III condannò e depose Acacio, comportando lo scisma acaciano che durò per tutto il regno dell'imperatore bizantino Anastasio I.
- Acacius militare bizantino -
(greco: Ἀκάκιος; Amida, ... – ...) nativo di Amida, la città turca di Diyarbakır, ex fortezza del limes romano. Acacius è stato un ufficiale militare bizantino, attivo ad Alessandria d'Egitto durante il regno di Giustiniano I (527–565).
Zaccaria di Mitilene lo definisce "Bar Eshkhofo", che sembra significare "figlio di un calzolaio", ma Acacius era pagano mentre Zaccaria era cristiano.
Zaccaria narra che dopo la deposizione del patriarca Paolo di Alessandria e la sua sostituzione con Zoilus (nel 539/540), Acacius era l'ufficiale militare incaricato di proteggere Zoilus dall'ostile popolazione di Alessandria.
Era probabilmente un militare professionista, ma con una carica minore, forse un comes rei militaris o un tribunus (comandante di un reggimento di cavalleria).
(greco: Ἀκάκιος; Amida, ... – ...) nativo di Amida, la città turca di Diyarbakır, ex fortezza del limes romano. Acacius è stato un ufficiale militare bizantino, attivo ad Alessandria d'Egitto durante il regno di Giustiniano I (527–565).
Zaccaria di Mitilene lo definisce "Bar Eshkhofo", che sembra significare "figlio di un calzolaio", ma Acacius era pagano mentre Zaccaria era cristiano.
Zaccaria narra che dopo la deposizione del patriarca Paolo di Alessandria e la sua sostituzione con Zoilus (nel 539/540), Acacius era l'ufficiale militare incaricato di proteggere Zoilus dall'ostile popolazione di Alessandria.
Era probabilmente un militare professionista, ma con una carica minore, forse un comes rei militaris o un tribunus (comandante di un reggimento di cavalleria).