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SEMENTIVE A TELLUS (13 Dicembre)

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TELLUS NELL'ARA PACIS

Dei documenti greci, il più antico è l'Inno alla Terra, uno degli inni cosiddetti «omerici», anche se databile posteriormente, agli inizi del secolo VI a.c. :

"Mi accingo a cantare alla Terra, Madre universale dalle solide fondamenta,
vecchia venerabile, che nutre quanto si trova sulla superficie di essa.
Da te procede la fecondità e la fertilità, o Sovrana!,
e da te proviene dare e togliere la vita agli uomini mortali.
Beato colui al quale tu, benevola, rendi onori;
questi ha tutto in abbondanza... dea augusta, generosa divinità!
Salve, Madre degli Dei, sposa del Cielo stellato!
Concedimi una vita felice come premio al mio canto!
D'ora in poi mi ricorderò di te nei rimanenti canti."

Tellus è spesso identificata come la figura centrale sul cosiddetto: “pannello del sollievo dell’Italia” nell’ Ara Pacis, che appare qui sopra, e che è incorniciato da bucrani (teste di bue ornamentali) e motivi di vegetazione, di abbondanza e di fertilità animale.

Gli attributi di Tellus erano la cornucopia, o mazzi di fiori o frutta. La parola Tellus, Telluris, in latino indica la terra, il territorio, e lo stesso pianeta Terra. Da questa divinità sembra derivi la formula "tellus  tersa", che significa "terra ferma".



ETIMOLOGIA

L' etimologia di Tellus è incerta; è forse legato al sanscrito Talam, "terra pianura". Nel IV secolo d.c. il commentatore Servio distingue tra Tellus e Terra in uso. Terra, dice, è correttamente utilizzato come Elementum, uno dei quattro elementi classici con l'aria (Ventus), acqua (Aqua), e il fuoco (Ignis); Tellus invece è la dea, il cui nome può essere sostituito (ponimus ... pro) per la sua sfera funzionale della terra, proprio come il nome Vulcanus viene utilizzato per il fuoco, Cerere per i prodotti, e Liber per il vino.  

Tellus si riferisce quindi alla divinità custode di Terra e, per estensione, il mondo stesso. Tellus può essere un aspetto del nume chiamato "Dea Dia" dai sacerdoti Arvali, o almeno una stretta collaboratrice come "divinità del cielo sereno."

DEA TELLUS

LA CERIMONIA

La festa era inaugurata dal Flamine dei Cereali e dalle Vestali addette al Fuoco Sacro, che offrivano in olocausto una vacca (o una scrofa) gravida, in onore della Madre Terra che aveva accolto i semi. Nell’antica religione romana, la credenza ed il mito di Tellus Mater o Terra Mater ("Madre Terra") dovevano racchiudere diverse divinità della terra. Anche se Tellus, il nome della dea della terra originale nelle pratiche religiose della Repubblica e Terra sono difficilmente distinguibili durante l' epoca imperiale. 

Marco Terenzio Varrone (116 – 27 a.c.) letterato, grammatico, militare e agronomo romano, elenca Tellus come una dei Selecti, una delle venti principali divinità di Roma, e una delle dodici divinità agricole. Dell'autore dice Cicerone:
«Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria, sulle fasi della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue cariche sacerdotali, sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei suoi quartieri e vari punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari, sia divini che umani

In seguito la Dea venne associata a Ceres (Cerere), nei rituali relativi alla terra ed alla fertilità agricola. In genere viene raffigurata reclinata su un fianco, come distesa sulla “sua” terra. In questo ricorda un po' la Dea neolitica di Malta, che però sembra sdraiata su un piatto, come a significare non solo la Terra ma anche il cibo, visto che gli umani e gli animali si nutrono del suo corpo. 

DEA MALTESE
- Varrone identifica Terra Mater con Ceres:
“Non senza causa era la Terra chiamata Mater e Cerere. Si credeva che chi la coltivava conduceva una vita pia e utile ( piam et utilem vitam), e che i contadini erano gli unici sopravvissuti dalla linea di re Saturno.”

- Ovidio distingue tra Tellus come il "luogo della crescita", e Cerere come "la sua causa agente".

Mater, "la madre", è spesso usato come un titolo onorifico per alcune Dee, tra cui Vesta, pur essendo una vergine. "Madre" esprime quindi il rispetto che si deve a colei che ci ha generato, anche se Tellus e Terra sono entrambi considerate anche come madri in senso genealogico.

Le feste dedicate a Tellus riguardavano soprattutto l'agricoltura ed erano spesso connesse con Ceres, onorate a gennaio come "madri dei prodotti " nella festa mobile (conceptivae Feriae) delle sementivae, la festa della semina. Il suo omologo greco è Gea (GE Mater) 

SACRIFICIO BOVINO

IL TEMPIO DI TELLUS

Il 13 dicembre era in realtà l'anniversario del Tempio di Tellus e veniva celebrato con un lectisternio (banchetto) per Ceres, che incarnava il potere riproduttivo della terra. Nel lectisternio una statua della Dea, si presuppone di legno, veniva sdraiata su un triclinio posto nel tempio e le veniva offerto il banchetto a cui partecipavano i sacerdoti e i dignitari invitati. 

Alla Dea, la cui statua era vestita e addobbata a festa, con nastri e gioielli offerti dalla pietas popolare, veniva posto il cibo nel piatto e la bevanda nel bicchiere. Alla fine del banchetto il cibo della Dea veniva bruciato e il vino sparso in terra insieme alle ceneri ottenute, giustamente un'offerta alla Dea Terra. In questa occasione si sacrificava una vacca incinta, per favorire la rinascita dei semi di grano già piantati.

Il Tempio di Tellus è stato il punto di riferimento più importante della Carinae, un quartiere alla moda sul Colle Oppio, vicino alle domus  appartenenti a Pompeo e alla famiglia di Cicerone. Il tempio era il risultato di un votum realizzato nel 268 a.c. da Publio Sempronio Sophus, quando un terremoto colpì nel corso di una battaglia contro i Piceni. Occupava l'ex sito di una casa di proprietà di Spurio Cassio, demolita quando lui fu giustiziato, nel 485 a.c., (pochi anni dall’inizio della Repubblica, nata nel 509) per aver tentato di farsi re.

Il tempio costruito da Sophus aveva per anniversario (dies natalis) cioè del suo impegno e molto probabilmente dell’apertura, la giornata di oggi: il 13 dicembre. Un oggetto misterioso chiamato "magmentarium" si trovava nel tempio,  conosciuto anche per una rappresentazione del suolo italico sul muro, o una mappa o una allegoria. Era il territorio di Roma. Non a caso quel terremoto, (scossa tellurica), aveva fatto nascere il voto del condottiero durante una battaglia di conquista sull’Adriatico.

Una statua di Quinto Cicerone, istituito da suo fratello Marcus, si trovava nel recinto del tempio. E Cicerone stesso scrive che la vicinanza della sua proprietà ha spinto alcuni romani a credere che la sua famiglia avesse la responsabilità di aiutare a mantenere il tempio.

TELLUS NELL'IPOGEO DI VIA DINO COMPAGNI


LE FORDICIDIA

Ma Tellus riceveva il sacrificio di una mucca incinta alla festa del Fordicidia, festa attribuita a Numa Pompilio, il Sabino, secondo re di Roma: una festa di fertilità e zootecnia che si teneva il 15 aprile, a metà del Cerialia (aprile 12-19).

Si narrava che durante un periodo in cui Roma era alle prese con condizioni agricole difficili, Numa fosse stato incaricato dal rustico Dio Fauno, in sogno, di un sacrificio a Tellus. Come spesso accade con gli oracoli, il messaggio richiedeva una certa interpretazione:
"Con la morte del bestiame, Re, Tellus deve essere placata: due mucche, ma una singola giovenca che possieda due vite (animae) per il sacrificio."

Numa risolse l'enigma istituendo il sacrificio di una mucca incinta. Lo scopo del sacrificio, come suggerito da Ovidio, era quello di assicurare la fertilità del grano piantato e già in crescita nel grembo della Madre Terra in veste di Tellus.

Questo sacrificio pubblico si era poi trasformato in olocausto (dal greco holòkaustos, "bruciato interamente") che veniva celebrato per conto dello stato, e per ciascuna delle trenta curie, le più antiche divisioni della città fatta da Romolo dalle tre tribù originarie.

Il sacrificio di stato veniva presieduto dalle Vestali, che useranno la cenere dell'olocausto per preparare il suffimen, una sostanza rituale usata più avanti nel mese di aprile per le Parilia. In realtà solo gli embrioni dei vitelli venivano bruciati dalle vestali, che ne usavano le ceneri per purificare il popolo nei Parilia, il 21 aprile. Il resto, cioè la mucca, veniva bruciata dai sacerdoti.

CERERE - TELLUS

NATALE DI ROMA

Il 21 aprile, il giorno di fondazione (dies natalis) di Roma era anch'essa una festa di Tellus:
celebrazione della terra “posseduta”, propria: e quindi del pomerium, cioè la città.


I GIOCHI SECOLARI

Durante i Giochi secolari tenuti da Augusto nel 17 a.c., la Terra Mater fu tra le divinità onorate nel Tarentum del Campo Marzio, con cerimonie condotte secondo il  "rito greco" ( Ritus Graecus ), (la distinzione dal Tellus romana il cui tempio era all'interno del pomerio) e ci fu l'olocausto di una scrofa incinta.  

I Giochi secolari di 249 a.c. furono dedicati agli inferi divinità Dis Pater e Proserpina, il cui altare sotterraneo era in Tarentum. Il seme sotto terra, riporta sempre agli dei inferi. Sotto Augusto, i Giochi (ludi) sono stati dedicati ad altre sette divinità, invocate come Moerae , Iuppiter, Ilithyia , Giunone, Terra Mater, Apollo e Diana. 


IL CERIALE SACRO

Il Ceriale sacro ("il rito  dei cereali ") era celebrato in onore di Tellus e Cerere, da un flamen, sicuramente il Flamen Ceriale, che procedeva all'invocazione assieme a dodici aiutanti. Secondo Varrone, le due dee ricevevano congiuntamente il "praecidanea porca", un maiale sacrificato in anticipo del raccolto. Alcuni riti originariamente di pertinenza Tellus potrebbero essere stati trasferiti a Ceres, o condivisi con lei, come risultato della sua identificazione con greca Demetra.


I RITI DI PASSAGGIO

Tellus è ritenuta essere comunque presente durante tutti i riti di passaggio, in modo implicito, o invocata. Era coinvolta nelle cerimonie alla nascita di un bambino, quando il neonato era posato a terra, immediatamente dopo la nascita e veniva invocata anche in occasione dei matrimoni romani.

TELLUS- CERERE
Iscrizioni dedicatorie però a Tellus o Terra sono relativamente poche. Si trovano epitaffi durante il periodo imperiale, che a volte contengono espressioni formulari, come: "Terra Mater, mi ricevi."

Nella zona mineraria della Pannonia, si trovano iscrizioni votive e dediche a Terra Mater da villici, sorveglianti di schiavi imperiali che gestivano le operazioni negli stabilimenti del minerale di fusione (Ferrariae). 

E qui bisogna pensare al materiale che viene fuori dalle viscere della terra. 

L'imperatore Settimio Severo restaurerà un tempio della Terra Mater a Rudnik, una zona mineraria d'argento della Mesia Superiore: un tempio di 30 per 20 metri, che si trovava situato apposta, all'ingresso della zona di lavoro. 


IL PAREDRO DI TELLUS

Il suo complemento maschile era un dio del cielo, come Caelus ( Urano ), o una forma di Giove e tra gli Etruschi, ma è anche menzionato un certo Tellumo o Tellurus, menzionato però raramente e del quale sappiamo troppo poco.


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