RICOSTRUZIONE DELLA VILLA |
Tra le ville romane del bresciano quelle Toscolano Maderno e presso la Pieve di Nuvolento non solo per i resti pregiati, ma anche perché entrambe appartennero nel Il sec. d.c. a due senatori originari di Brixia: la villa di Toscolano aderno a Marcus Nonius Macrinus, quella di Nuvolento probabilmente a M. Lae/ius Firminus L'identificazione del proprietario della villa di Toscolano Maderno risale già alla fine dell'Ottocento e si fonda sul ritrovamento della dedica in marmo botticino, che il senatore pose ai Dii Conservatores per la salute della moglie Arria:
Dis Cop Conservatorîb(us) pro salute
Arriae sune
M(arcus) Nonius
Macrin(us) consecdavit).
La dedica dovette essere posta nel larario della villa o in qualche edicola o tempietto, la cui presenza all'esterno delle residenze di campagna è documentata da Plinio il Giovane per la sua villa di Tifernum Tiberinum. I Nonii erano una famiglia senatoria famosa nell'epigrafia bresciana, grazie anche alle iscrizioni di schiavi e liberti.
M. Nonio Macrino console nel 54, è il primo e unico esponente di questa gens di cui conosciamo la carriera, svolta sotto tre imperatori: Adriano, Antonino Pio e M. Aurelio. A Cellatica, località di collina ai margini settentrionali della pianura, è stata reinvenuta la dedica del figlio per il consolato di M. Nonio Macrino.
A Brixia, la colonia lo aveva già scelto quale patrono e gli aveva dedicato una statua nel foro. Altre due statue gli erano state già dedicate da due ufficiali equestri quando lui era stato governatore della Pannonia inferiore, e poi governatore della Pannonia superiore, lodato come praeses optimus e rarissimus.
La lunga carriera di Macrino ci è nota dalla dedica bresciana del foro e da una dedica di statua proveniente da Efeso, pubblicata già agli inizi del '900 e risalente agli anni del proconsolato d' Asia. La data del suo consolato suffetto, compare nei Fasti Ostienses avvenuta nel 154, quando Macrino, allora quarantenne, sostituì Lucio Vero, figlio adottivo dell'imperatore Antonino Pio
Dopo il consolato Macrino fu chiamato al controllo dell'alveo e delle rive del Tevere; poi fu nominato legatus Augustipro praetore della Pannonia superiore, dove egli era già stato come comandante della legione XIV Gemina stanziata a Carnuntum. Sono questi gli anni in cui Macrino, a Brescia, ricevette sia la statua da parte di Tito Giulio Giuliano, sia la statua nel foro da parte dell'intera comunità, che proprio allora lo scelse quale patrono.
MARCO NONIO MACRINO
Marco Nonio Macrino, ovvero Marcus Nonius Macrinus, generale romano dell'imperatore Marco Aurelio, durante le guerre settentrionali contro Marcomanni, Quadi e Sarmati Iazigi.
Era originario di Brescia, appartenente alla facoltosa e potente famiglia dei Nonii, sposato ad Arria e gli è pure attribuita la proprietà di una grande villa a Toscolano Maderno, sulle rive del lago di Garda.
Ricoprì la prestigiosissima carica di Comes di Marco Aurelio, e pure di proconsole delle province romane di Asia, Pannonia inferiore ( 153-154) e Pannonia superiore (159-161).
Nell'ottobre 2008 a Roma, durante la costruzione di alcuni edifici sulla via Flaminia, è stato rinvenuto il suo mausoleo a forma di tempietto, alto circa 15 metri e rivestito in marmo, edificato da suo figlio Macrino.
La notizia ha suscitato l'attenzione dei media nazionali ed internazionali a causa di un fraintendimento delle parole degli archeologi che hanno paragonato la vita del generale a quella del personaggio "Massimo Decimo Meridio", protagonista del film di Ridley Scott "Il gladiatore", per somiglianza di carriera politico-militare e periodo storico di appartenenza.
VILLA TOSCOLANO MADERNO
La villa di Toscolano Maderno è solo parzialmente scavata, anche se si è compresa la planimetria generale, ma ne è visibile solo il suo settore meridionale.
La villa aveva in origine un loggiato frontale sul lato orientale, verso il lago, con avancorpi sui due lati nord e sud. Il loggiato si apriva su un grande bacino-fontana di 47 m di lunghezza.
La lunga carriera di Macrino ci è nota dalla dedica bresciana del foro e da una dedica di statua proveniente da Efeso, pubblicata già agli inizi del '900 e risalente agli anni del proconsolato d' Asia. La data del suo consolato suffetto, compare nei Fasti Ostienses avvenuta nel 154, quando Macrino, allora quarantenne, sostituì Lucio Vero, figlio adottivo dell'imperatore Antonino Pio
Dopo il consolato Macrino fu chiamato al controllo dell'alveo e delle rive del Tevere; poi fu nominato legatus Augustipro praetore della Pannonia superiore, dove egli era già stato come comandante della legione XIV Gemina stanziata a Carnuntum. Sono questi gli anni in cui Macrino, a Brescia, ricevette sia la statua da parte di Tito Giulio Giuliano, sia la statua nel foro da parte dell'intera comunità, che proprio allora lo scelse quale patrono.
Morto prematuramente Lucio Vero nel 169, Macrino fu chiamato a far parte con altri amici del principe del sodalizio degli Antoniniani Veriani, incaricato del culto del divo Vero, ma in precedenza aveva fatto parte del prestigioso collegio dei XVviri sacris faciundis.
Nello stesso anno, nel 169 Macrino fu chiamato da Marco Aurelio alla nuova spedizione Germanica, come suo luogotenente e consigliere. Nel 170/171 ottenne la carica di proconsole d'Asia, minacciata da un'invasione di Bastarni. In questi anni, a Efeso, Macrino venne onorato con una statua dal sofista Flavio Damiano, che lo definisce "soter tes eparcheixs" (salvatore della provincia), titolo eccezionale per un governatore provinciale.
Negli scavi che la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, sotto la direzione di Daniela Rossi, sta conducendo dal 2008 all'altezza del km 8,5 della via Flaminia sono venuti in luce molti reperti marmorei di un importante monumento funerario in marmo, in cui compare:
[M.] Nonio M. fil. Macrino consuli, proconsuli Asiae, XV L'ido) sacrisflac(iundis),
sodali Verian[o Antoniniano, amico Augustodum)?], /
comiti, leg(ato) imperatoris) Antonini Aug(ustl) ex peditionis Germanic(ae) et Sannatic(ae)?, legato] Aug(ustz) pr(o) pdaetore) p[rovinciarum Baeticae? et Hispa]niae /
citerioris item Pannoniae sup[erioris item Pannoniae in erioris, curato]ri a[/
vei Tiberis, leg(ato) leg(ionis) XII II Gem(inae), praet(orz), tr(ibuno) p/(ebis) , le?] ato /
provinciae Asine, quaestodi, tribuno militum leg(ionis) X Fretens(is)? item leg(ionis) VI/
Geminae, Xvh(o) stlitibus iudican]dis /
patri optimoet Havi[ae - - -l /
M. IVoniu[s Arrius -
M. IVoniu[s Arrius -
Sappiamo così che dopo il proconsolato d'Asia, Macrino fu destinato ad un ulteriore incarico nella provincia di Spagna citeriore, evidentemente con il grado di legatus Augusti pro praetore. Pertanto dopo il 154, svolse quattro incarichi di rango consolare: la curatela del Tevere, il governatorato della Pannonia superiore, il proconsolato d'Asia e il governatorato della Spagna citeriore. Nella Spagna attorno al 172/173 le province spagnole si trovavano sotto la pressione dei Mauri, che minacciavano l'intera Spagna.
DA ROMANO IMPERO:
MAUSOLEO di MARCO NONIO MACRINO
Nel rinvenimento archeologico, in parte prevedibile data la collocazione a margine della strada antica, è avvenuto nel 2008 in via Vitorchiano, nella zona di Saxa Rubra sulla via Flaminia.
All’altezza del Km 8,500 della via Flaminia, l’epigrafe dedicatoria consente di identificare il mausoleo di Marco Nonio Macrino, prestigioso esponente della famosa famiglia bresciana nel II sec. d.c., che svolse parte della carriera sotto Antonino Pio concludendola poi con Marco Aurelio di cui fu compagno nella spedizione contro i Quadi ed i Marcomanni e che rivestì anche importanti ruoli sacerdotali.
Sembra che a questo personaggio si sia ispirato il film Il Gladiatore.
Del mausoleo di età imperiale scoperto nel corso degli scavi preventivi realizzati dalla Soprintendenza di Roma, non rimane solo la struttura. Ma anche il rivestimento marmoreo, compreso il monumentale timpano, appoggiato accanto ai basoli dell´antica strada consolare.
Nel rinvenimento archeologico, in parte prevedibile data la collocazione a margine della strada antica, è avvenuto nel 2008 in via Vitorchiano, nella zona di Saxa Rubra sulla via Flaminia.
DECORO DEL MAUSOLEO |
Sembra che a questo personaggio si sia ispirato il film Il Gladiatore.
Del mausoleo di età imperiale scoperto nel corso degli scavi preventivi realizzati dalla Soprintendenza di Roma, non rimane solo la struttura. Ma anche il rivestimento marmoreo, compreso il monumentale timpano, appoggiato accanto ai basoli dell´antica strada consolare.
MARCO NONIO MACRINO
Marco Nonio Macrino, ovvero Marcus Nonius Macrinus, generale romano dell'imperatore Marco Aurelio, durante le guerre settentrionali contro Marcomanni, Quadi e Sarmati Iazigi.
È stato console suffetto nel 154 sotto Antonino Pio, e diverse volte proconsole.
Era originario di Brescia, appartenente alla facoltosa e potente famiglia dei Nonii, sposato ad Arria e gli è pure attribuita la proprietà di una grande villa a Toscolano Maderno, sulle rive del lago di Garda.
Ricoprì la prestigiosissima carica di Comes di Marco Aurelio, e pure di proconsole delle province romane di Asia, Pannonia inferiore ( 153-154) e Pannonia superiore (159-161).
Nell'ottobre 2008 a Roma, durante la costruzione di alcuni edifici sulla via Flaminia, è stato rinvenuto il suo mausoleo a forma di tempietto, alto circa 15 metri e rivestito in marmo, edificato da suo figlio Macrino.
La notizia ha suscitato l'attenzione dei media nazionali ed internazionali a causa di un fraintendimento delle parole degli archeologi che hanno paragonato la vita del generale a quella del personaggio "Massimo Decimo Meridio", protagonista del film di Ridley Scott "Il gladiatore", per somiglianza di carriera politico-militare e periodo storico di appartenenza.
VILLA TOSCOLANO MADERNO
La villa di Toscolano Maderno è solo parzialmente scavata, anche se si è compresa la planimetria generale, ma ne è visibile solo il suo settore meridionale.
DEDICA DI MACRINO PER LA SALUTE DELLA MOGLIE ARRIA |
La villa, del I secolo d.c., subì interventi e trasformazioni sino all’inizio del V sec., conservando sempre caratteristiche di grande lusso. Tra la fine del I e la prima metà del II secolo appartenne a Marco Nonio Macrino, console nel 154 d.c..
La parte oggi visibile comprende diversi vani, alcuni dei quali conservano ancora ampi tratti di intonaco dipinto e pavimenti a mosaico con motivi geometrici, in sole tessere bianche e nere e anche con tessere colorate.
A questi vani si accedeva da un lungo ambiente, solo parzialmente scavato, che conserva ancora parti dell’intonaco dipinto. Il vano presentava in una sua prima fase due esedre lungo il lato settentrionale, successivamente tamponate.