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PONTE DELLA BULLICA

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Il Ponte della Bulica, o della Bullica è in realtà un tratto dell'acquedotto dell'Acqua Marcia (Aqua Marcia) che venne costruito per scavalcare il fosso di Collafri. Esso si raggiunge poco prima di Gallicano (in epoca romana l'antica Pedum) nel Lazio, dopo il tratto dell’antica via Prenestina ed il Ponte Amato, e poi una stradina sterrata.

Il ponte è alto m 5,5, largo m 3,35 e lungo 10,60 m, e il ponte è tutt'oggi in buone condizioni, senza aver mai avuto ricevuto radicali restauri. Vi sono in effetti dei resti di cementizio inseriti lungo la sponda sud-est del fosso per contenere l'erosione delle piene, un sicuro intervento di età imperiale, ma poca cosa per 2000 anni di resistenza. Si presuppone infatti che il ponte sia età augustea.

Il ponte, data l'esiguità del torrente, presenta un'unica arcata a tutto sesto in conci radiali di tufo con 5,8 m di luce e sopra al ponte passava il condotto dell'Acqua Marcia, che mediante il ponte manteneva la sua giusta pendenza. Sulle sponde ai lati delle due colline, a circa 30 m dal ponte, si presentano dei locali e una galleria di servizio romani.


La galleria di servizio posta sulla sponda di sud ovest, scavata nel tufo è lunga 230 metri circa ed è stata realizzata contemporaneamente all'acquedotto. All'interno ci sono infatti. ogni 30-40 metri, gli imbocchi dei pozzi creati per l'estrazione del materiale e per la manutenzione dello speco. Questo espediente ha fatto in modo di non creare pozzi troppo profondi e quindi difficilmente praticabili.

Lo speco sotterraneo dell’acquedotto dell’Aqua Marcia, che secondo Plinio il Vecchio portava l’acqua più fredda e limpida di Roma, è alimentato da acque freschissime dalle sorgenti Rosoline di Marano Equo, tra Àrsoli ed Agosta.

Fu condotto a Roma tra il 144 ed il 140 a.c. dal pretore Quintus Marcius Rex. È l’acquedotto più lungo di tutti (91 Km circa) di cui il 90% sotterraneo e con circa 9 chilometri ininterrotti di archi che costeggiavano la Via Latina. Arrivato allo Spem Veterem, seguiva poi le Mura Aureliane fino alla Porta Tiburtina e poi raggiungeva il castello terminale vicino a Porta Collina. 

GALLERIA DELLA BULLICA
La galleria della Bulica (o Bullica) è una galleria lunga circa 230 metri di dimensioni carrabili.
Venne realizzata da Augusto insieme all'ampliamento dell'omonimo e limitrofo ponte della Bulica, per permettere ai carri di manutenzione di attraversare colle Collafri.

La galleria, scavata nel tufo, si compone di un unico pozzo d'ispezione che la collega con l'esterno, mentre all'interno sono presenti delle grandi nicchie scavate, che per mezzo di pozzi a pianta circolare, danno accesso all'acquedotto marcio.

La galleria venne documentata per la prima volta, negli anni '70, dalla dott.sa Cecilia Roncaioli Lamberti e, successivamente, venne effettuato uno studio approfondito da Marco Placidi.


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