Il tempio “E’ caratterizzato da una pianta di larghezza poco inferiore alla lunghezza, con la metà anteriore occupata dal portico colonnato e la metà posteriore costituita da tre celle, per tre diverse divinità, o da una sola cella fiancheggiata da duealae o ambulacri aperti”. Il tempio era accessibile non tramite un crepidoma perimetrale, ma attraverso una scalinata frontale. L'area del tempio è divisa in due zone: una antecedente o pronao con otto colonne disposte in due file da quattro, una posteriore costituita da tre celle uguali e coperte, ognuna dedicata ad una particolare divinità."
Questa è la descrizione che Vitruvio dà dal tempio ideale romano, ma egli è vissuto nel I sec. a.c. mentre l'ermeo palatino risale al V sec. a.c. e l’architettura religiosa romana di questo secolo ha lasciato poche tracce in quanto costruita con materiali deperibili. Le informazioni provengono però proprio dai testi di Vitruvio, che descrisse l'architettura presente nella sua epoca ma anche del passato, classificando i templi più antichi, di era monarchica, sotto un nuovo ordine, quello tuscanico. La colonna tuscanica aveva un capitello simile a quella dorica, era rastremata ma non scanalata e presentava un basamento.
RICOSTRUZIONE DELL'AUDITORIUM DELL'ERMEO PALATINO |
Al culto di Mercurio venne infatti dedicato un tempio vicino al Circo Massimo, sul colle Palatino, nel 495 a.c. La costruzione si ergeva su un podio di 2,5 - 3 m su cui si ergeva un portico a colonne. Il tempio era costruito in mattoni crudi e legno e rivestito in pietra. Aveva acroteri, antefisse e culmen, il tutto in terracotta decorata, ma soprattutto aveva la statua del Dio Hermes, assimilato poi al latino Mercurio, in terracotta policroma.
HERMES |
Il tempio di Portonaccio è il primo tempio tuscanico di cui si abbia notizia, codificato in età augustea da Vitruvio, eretto in Etruria nel 510 a.c. Il tempio avrebbe avuto una pianta quadrata di 60 piedi di lato, suddivisa in un pronao con due colonne in facciata tra ante profondo 24 piedi e in un blocco retrostante di tre celle affiancate, profonde 30 piedi.
Le colonne, alte 21 piedi, erano di tufo stuccato come i muri, rivestiti all’interno del pronao da più ordini di pitture su lastre fittili, mentre tutta la copertura era in legno, schermato da terrecotte policrome, con riporti bronzei e immagini in terracotta, per lo più modellate a mano, come la serie di grandi antefisse e di teste di grifo.
In epoca molto arcaica, l'iconografia di Hermes era diversa da quella del periodo classico: un dio barbuto e dotato di un fallo enorme ma, nel V - VI secolo a.c. la sua figura venne trasformata in quella di un giovane dall'aspetto atletico mentre l'altra figura fu assorbita da Priapo. Tutti i resti dell'epoca lasciano pensare che nell'ermeo palatino fosse raffigurato l'Hermes greco giovane e bello, protettore dei viaggiatori, dei commercianti e dei ladri.