ECATE TRINA |
11 ottobre - Meditrinalia
- Veniva dedicata in onore di Giove. E' una festa dedicata alla lavorazione del vino. Non è mai citata una Dea che si chiami Meditrina. Tuttavia si tratta di una festa già in disuso ai tempi di Varrone e nominata poi di nuovo solo ai tempi della riforma di Augusto.
Varrone tuttavia ne riporta una formula antica, recitata durante la degustazione del vino nuovo: "Novus-vetus vinum libo; novo-veteri vino morbo medeor"
("Bevo vino nuovo-vecchio, curo con tale vino nuovo-vecchio la malattia").
Da questa formula e dall'antico concetto del vino come medicina deriverebbe secondo alcuni il nome di Meditrinalia. Ma non è così, anche perchè medicina e meditrina sono termini molto diversi. In realtà Meditrina era un aspetto dell'antica Dea e significava colei che sta nel mezzo della divinità Trina. L'antica Dea era infatti Trina, tre Dee in una: la Dea che dà la vita, quella che nutre e quella che dà la morte. Il vino era legato al nutrimento per cui riguardava la Dea centrale della divinità.
Meditrina era una Dea romana che sembra essere stata un'invenzione tardoromana a giustificare l'origine dei Meditrinalia. La più antica associazione dei Meditrinalia alla Dea del vino fu l'intuizione del grammatico del II secolo Sesto Pompeo Festo, e grazie a lui gli studiosi hanno compreso che si trattava di una Dea romana della salute, della longevità e del vino, con un significato etimologico di "guaritrice" suggerito da alcuni.
Festo fu un grammatico romano del II secolo d.c., che scrisse in venti volumi l'enciclopedico trattato di Verrius Flaccus "De Verborum Significatione". Flaccus era stato un famoso grammatico che fiorì sotto il regno di Augusto. Grazie a lui Festus dà l' etimologia e il significato di molte parole, chiarendoci molti miti e culti religiosi dell'antica Roma.
Un tempo all'antica Dea si sacrificava la focaccia e il vino, ma per "sacrificare" s'intendeva all'epoca rendere sacro attraverso un rito o una preghiera, non significava bruciare la focaccia o versare il vino sull'altare, perchè sprecare il cibo non era ben visto dalla Dea.
Tanto è vero che i fedeli si riunivano accanto a un fuoco, o a un altare e il sacerdote, in genere una sacerdotessa, distribuiva le focacce e diceva:
"Mangiate le focacce, esse sono il corpo della madre Terra."
Poi versava il vino e diceva:
"Bevete il vino, esso è il sangue della Madre Terra".
Così tutti mangiavano, bevevano e ringraziavano la Dea Meditrina, cioè la Madre Terra che li nutriva. In effetti la farina era il prodotto della spiga impastato con l'acqua delle sorgenti e il vino era il prodotto dell'uva che era a sua volta il prodotto della terra.
Grazie a questo rito tutti si sentivano figli della Grande Madre che li nutriva, e pertanto fratelli. Poi venne il cattolicesimo che a sua volta impastò la farina con l'acqua facendone non focacce ma ostie, ma più o meno ci siamo, sempre di farina e acqua si trattava e poi offrì il vino, anzi dopo se lo bevve solo il prete forse perchè costava meno.
Comunque offrirono le ostie dicendo che si trattava del corpo di Cristo e il vino era il sangue di Cristo, ma non ci si capì più niente, per cui dissero allora che si trattava di un mistero e lo chiamarono il "Mistero della Transustanziazione", che significa il Mistero di un cambiamento di sostanze, e rimase ancora più oscuro.
Nel culto della Dea Metidrina invece il rito era palese, era la Madre Terra che forniva il cibo, e prima di essere figli dell'uomo e della donna, gli umani, tutti gli umani, erano i figli di Meditrina, la Terra.
"Novus-vetus vinum libo; novo-veteri vino morbo medeor"
("Bevo vino nuovo-vecchio, curo con tale vino nuovo-vecchio la malattia").
Qual'era la malattia che veniva curata col vino? Le sofferenze della vita, la sofferenza del vivere. Bevendo il vino si dimenticano gli affanni, questo era il regalo della Dea agli uomini. Bere il vino nuovo insieme al vecchio era unire affanni passati e affanni presenti, curandosi di entrambi.
E che c'entrava Giove col cibo e col vino per lenire gli affanni? Nulla ma avendo perduto il ricordo dell'antica Dea preferirono dedicare la festa al nuovo Padre, che sembrava più potente dell'antica Madre.
Meditrina era una Dea romana che sembra essere stata un'invenzione tardoromana a giustificare l'origine dei Meditrinalia. La più antica associazione dei Meditrinalia alla Dea del vino fu l'intuizione del grammatico del II secolo Sesto Pompeo Festo, e grazie a lui gli studiosi hanno compreso che si trattava di una Dea romana della salute, della longevità e del vino, con un significato etimologico di "guaritrice" suggerito da alcuni.
Festo fu un grammatico romano del II secolo d.c., che scrisse in venti volumi l'enciclopedico trattato di Verrius Flaccus "De Verborum Significatione". Flaccus era stato un famoso grammatico che fiorì sotto il regno di Augusto. Grazie a lui Festus dà l' etimologia e il significato di molte parole, chiarendoci molti miti e culti religiosi dell'antica Roma.
Un tempo all'antica Dea si sacrificava la focaccia e il vino, ma per "sacrificare" s'intendeva all'epoca rendere sacro attraverso un rito o una preghiera, non significava bruciare la focaccia o versare il vino sull'altare, perchè sprecare il cibo non era ben visto dalla Dea.
LA TRIPLICE MADONNA |
"Mangiate le focacce, esse sono il corpo della madre Terra."
Poi versava il vino e diceva:
"Bevete il vino, esso è il sangue della Madre Terra".
Così tutti mangiavano, bevevano e ringraziavano la Dea Meditrina, cioè la Madre Terra che li nutriva. In effetti la farina era il prodotto della spiga impastato con l'acqua delle sorgenti e il vino era il prodotto dell'uva che era a sua volta il prodotto della terra.
Grazie a questo rito tutti si sentivano figli della Grande Madre che li nutriva, e pertanto fratelli. Poi venne il cattolicesimo che a sua volta impastò la farina con l'acqua facendone non focacce ma ostie, ma più o meno ci siamo, sempre di farina e acqua si trattava e poi offrì il vino, anzi dopo se lo bevve solo il prete forse perchè costava meno.
Comunque offrirono le ostie dicendo che si trattava del corpo di Cristo e il vino era il sangue di Cristo, ma non ci si capì più niente, per cui dissero allora che si trattava di un mistero e lo chiamarono il "Mistero della Transustanziazione", che significa il Mistero di un cambiamento di sostanze, e rimase ancora più oscuro.
Nel culto della Dea Metidrina invece il rito era palese, era la Madre Terra che forniva il cibo, e prima di essere figli dell'uomo e della donna, gli umani, tutti gli umani, erano i figli di Meditrina, la Terra.
"Novus-vetus vinum libo; novo-veteri vino morbo medeor"
("Bevo vino nuovo-vecchio, curo con tale vino nuovo-vecchio la malattia").
Qual'era la malattia che veniva curata col vino? Le sofferenze della vita, la sofferenza del vivere. Bevendo il vino si dimenticano gli affanni, questo era il regalo della Dea agli uomini. Bere il vino nuovo insieme al vecchio era unire affanni passati e affanni presenti, curandosi di entrambi.
E che c'entrava Giove col cibo e col vino per lenire gli affanni? Nulla ma avendo perduto il ricordo dell'antica Dea preferirono dedicare la festa al nuovo Padre, che sembrava più potente dell'antica Madre.