TUNNEL DI TITO IN ENTRATA |
Il nome moderno è Çevlik, un piccolo villaggio vicino a Samandağ. L'apostolo Pietro scelse questo luogo per la sua prima missione di conversione rivolta ai gentili, e i suoi convertiti ad Antiochia furono il primo gruppo ad andare sotto il nome di cristiani.
I macedoni chiamarono questa regione Pieria, e questa regione aveva almeno due porti (il "porto interno" e il "porto esterno"), che a volte venivano usati dalla marina imperiale romana.
Tuttavia, i porti hanno continuato ad insabbiarsi per un fenomeno di bradisismo.
Secondo altri si tratterebbe invece delle piene dei torrenti che invaderebbero la zona del porto inondandolo di sabbia e detriti.
Probabilmente i due fenomeni si associano tra loro, tanto è vero che
diversi imperatori romani ordinarono di scavare alcuni canali per impedire questo processo, ma alla fine tutto divenne inutile.
La città fu costruita, un po' a nord dell'estuario degli Oronti, tra i piccoli fiumi sulle pendici occidentali del Coryphaeus, una delle vette meridionali dei Monti Amanus.
Il tunnel di Tito e Vespasiano si trova vicino al villaggio di Çevlik ("Porta d'acqua" ), nel distretto di Samandağ nella provincia di Hatay, ai piedi delle montagne Nur e a circa 35 km a sud-ovest di Antiochia. Da un punto di vista strategico l’importanza di questa città fu notevole in quanto costituiva una base della flotta imperiale romana.
Poco lontano dal porto si può vedere un grandioso tunnel, magnifico progetto dei bravissimi genieri romani, edificato per deviare il corso di un torrente che minacciava di ostruire il porto. Presumibilmente si trattava di una fenditura naturale poi allargata e dotata di chiuse.
Così i romani, per evitare che le acque, spesso piene di sabbia e detriti, insabbiassero il porto, decisero di deviare il torrente, facendo tagliare agli schiavi un canale lungo e attraverso la roccia per quasi un miglio.
Qui sopra vi è l'iscrizione di entrata nel tunnel: la dedica a Vespasiano e a Tito 81 d.c. – 96 d.c. Negli studi effettuati (Università dell'Arizona e Università di Ankara) si ritiene si tratti di una antichissima grotta preesistente, la cosiddetta Grotta Kanal, una grotta preistorica che venne trasformata in tunnel dai romani (Andrea De Pascale - Anatolia).
Il progetto ingegneristico iniziò infatti intorno al 69-79 d.c. sotto il regno di Vespasiano e continuò durante il regno dell'imperatore Tito nel 79-81 d.c., utilizzando soprattutto gli schiavi ebrei ottenuti dalla sconfitta di Gerusalemme (nel 70, altri prigionieri di guerra furono inviati a Roma, dove dovevano costruire il Colosseo).
Seleucia aveva almeno due porti, ma ambedue i porti continuavano ad insabbiarsi. Diversi imperatori romani ordinarono di scavare canali per impedire questo processo, ma alla fine tutti gli interventi risultarono inutili. Uno di questi canali, perchè ne furono scavati diversi, è il cosiddetto Tunnel di Tito.
Il canale di Tito, era stato scavato, secondo la narrazione di Flavio Giuseppe, da schiavi ebrei che lavoravano per ordine del comandante romano Tito, che aveva catturato Gerusalemme nel 70 (altri prigionieri di guerra furono inviati a Roma, dove dovevano costruire il Colosseo).
Qui sopra vi è l'iscrizione ed uscita dal tunnel: la dedica ad Antonino Pio 138 d.c.–161 d.c. Lo scavo proseguì per molti anni, non per la sezione della roccia ma soprattutto per i detriti che qui continuamente si accumulavano.
Il sistema di deviazione si basava sul principio di chiudere il fronte del letto del torrente con una copertura di deviazione e di trasferire le acque del torrente al mare attraverso un canale artificiale e una galleria.
Il canale è lungo quasi 1400 metri e parte di esso attraversa un tunnel progettato dagli ingegneri della decima legione Fretensis. Anche confrontato con i mezzi attuali a disposizione, rimane una grande opera di ingegneria. Ma oltre alla stupefacente opera edilizia esso è meta dei turisti per la sua incredibile bellezza e suggestione di luci ed ombre, di ardite pareti scoscese e lucernari improvvisi sul soffitto altissimo.
La città fu costruita, un po' a nord dell'estuario degli Oronti, tra i piccoli fiumi sulle pendici occidentali del Coryphaeus, una delle vette meridionali dei Monti Amanus.
Il tunnel di Tito e Vespasiano si trova vicino al villaggio di Çevlik ("Porta d'acqua" ), nel distretto di Samandağ nella provincia di Hatay, ai piedi delle montagne Nur e a circa 35 km a sud-ovest di Antiochia. Da un punto di vista strategico l’importanza di questa città fu notevole in quanto costituiva una base della flotta imperiale romana.
Poco lontano dal porto si può vedere un grandioso tunnel, magnifico progetto dei bravissimi genieri romani, edificato per deviare il corso di un torrente che minacciava di ostruire il porto. Presumibilmente si trattava di una fenditura naturale poi allargata e dotata di chiuse.
Così i romani, per evitare che le acque, spesso piene di sabbia e detriti, insabbiassero il porto, decisero di deviare il torrente, facendo tagliare agli schiavi un canale lungo e attraverso la roccia per quasi un miglio.
ISCRIZIONE A VESPASIANO E TITO |
Il progetto ingegneristico iniziò infatti intorno al 69-79 d.c. sotto il regno di Vespasiano e continuò durante il regno dell'imperatore Tito nel 79-81 d.c., utilizzando soprattutto gli schiavi ebrei ottenuti dalla sconfitta di Gerusalemme (nel 70, altri prigionieri di guerra furono inviati a Roma, dove dovevano costruire il Colosseo).
Seleucia aveva almeno due porti, ma ambedue i porti continuavano ad insabbiarsi. Diversi imperatori romani ordinarono di scavare canali per impedire questo processo, ma alla fine tutti gli interventi risultarono inutili. Uno di questi canali, perchè ne furono scavati diversi, è il cosiddetto Tunnel di Tito.
Il canale di Tito, era stato scavato, secondo la narrazione di Flavio Giuseppe, da schiavi ebrei che lavoravano per ordine del comandante romano Tito, che aveva catturato Gerusalemme nel 70 (altri prigionieri di guerra furono inviati a Roma, dove dovevano costruire il Colosseo).
ISCRIZIONE AD ANTONINO PIO |
Il sistema di deviazione si basava sul principio di chiudere il fronte del letto del torrente con una copertura di deviazione e di trasferire le acque del torrente al mare attraverso un canale artificiale e una galleria.
Il canale è lungo quasi 1400 metri e parte di esso attraversa un tunnel progettato dagli ingegneri della decima legione Fretensis. Anche confrontato con i mezzi attuali a disposizione, rimane una grande opera di ingegneria. Ma oltre alla stupefacente opera edilizia esso è meta dei turisti per la sua incredibile bellezza e suggestione di luci ed ombre, di ardite pareti scoscese e lucernari improvvisi sul soffitto altissimo.
Secondo l'iscrizione infatti, il tunnel non fu terminato se non durante il regno di Antonino Pio (138-161). Gli ultimi operai furono i legionari di IIII Scythica e XVI Flavia Firma. Il loro non fu l'ultimo tentativo di migliorare i porti: secondo la Descriptio Totius Orbis del IV secolo, i porti furono nuovamente rinnovati dall'imperatore Costanzo II (r. 337 - 361).
Considerato "il tunnel più grande del mondo realizzato dall'uomo", l'antica struttura è visitata da centinaia di viaggiatori amanti della storia, dell'arte e dell'architettura.
Il tunnel, la cui costruzione iniziò nel I secolo d.c. durante il regno dell'imperatore romano Vespasiano e continuò sotto il figlio Tito e il suo successore Antonio Pio, venne costruito anche per combattere la costante minaccia delle acque di piena che provenivano dalle vicine montagne dell'antica città di Seleuceia Pieria, nella odierna Turchia, piene esistenti a tutt'oggi.
Per risolvere questo problema, l'imperatore Vespasiano ordinò ai suoi legionari, marinai e prigionieri, di scavare un canale d'acqua attraverso la montagna per deviare le acque di piena attraverso un tunnel, impedendo così l'interramento del porto onde impedirne la fine.
I canali erano stati costruiti dagli ex imperatori romani per risolvere questo problema, ma non sono riusciti a fermare le inondazioni. Il fatto che l'intera galleria sia stata scavata nella roccia solida con martelli e scalpelli e sia sopravvissuta fino ad oggi senza molti danni, continua comunque a stupire gli ingegneri e gli architetti moderni.
Husnu Isıkgor, direttore provinciale per la cultura e il turismo, ha dichiarato all'Agenzia Anadolu di aver eseguito tutti i lavori possibili per la protezione del sito onde offrire ai visitatori un'esperienza migliore e più confortevole.
Isıkgor ha dichiarato di aver costruito per la prima volta sentieri per passeggiate, terrazze panoramiche e stand dove vengono venduti prodotti locali, ed ora stanno preparando un progetto per la creazione di un centro visitatori che includa strutture sociali all'interno del tunnel.
"Il tunnel Vespasianus-Titus è il tunnel più lungo del mondo mai scavato a mano. Accanto ad essa, c'è anche la grotta di Besikli, dove ci sono molte tombe di importanti sacerdoti e chierici", ha detto. La grotta è stata chiamata anche le "Tombe dei Re", poiché si ritiene che le tombe appartengano agli imperatori fin dall'epoca romana. "Vogliamo che il tunnel sia aggiunto alla lista permanente dell'UNESCO", ha aggiunto Isıkgor.
L'area del canale è stata proposta per il Patrimonio Mondiale dell'Umanità ed è stato aggiunto all'elenco provvisorio nella categoria culturale del patrimonio mondiale dell'UNESCO il 15 aprile 2014. .
IL PONTICELLO D'USCITA |
Il tunnel, la cui costruzione iniziò nel I secolo d.c. durante il regno dell'imperatore romano Vespasiano e continuò sotto il figlio Tito e il suo successore Antonio Pio, venne costruito anche per combattere la costante minaccia delle acque di piena che provenivano dalle vicine montagne dell'antica città di Seleuceia Pieria, nella odierna Turchia, piene esistenti a tutt'oggi.
Per risolvere questo problema, l'imperatore Vespasiano ordinò ai suoi legionari, marinai e prigionieri, di scavare un canale d'acqua attraverso la montagna per deviare le acque di piena attraverso un tunnel, impedendo così l'interramento del porto onde impedirne la fine.
I canali erano stati costruiti dagli ex imperatori romani per risolvere questo problema, ma non sono riusciti a fermare le inondazioni. Il fatto che l'intera galleria sia stata scavata nella roccia solida con martelli e scalpelli e sia sopravvissuta fino ad oggi senza molti danni, continua comunque a stupire gli ingegneri e gli architetti moderni.
L'USCITA DAL TUNNEL |
Isıkgor ha dichiarato di aver costruito per la prima volta sentieri per passeggiate, terrazze panoramiche e stand dove vengono venduti prodotti locali, ed ora stanno preparando un progetto per la creazione di un centro visitatori che includa strutture sociali all'interno del tunnel.
"Il tunnel Vespasianus-Titus è il tunnel più lungo del mondo mai scavato a mano. Accanto ad essa, c'è anche la grotta di Besikli, dove ci sono molte tombe di importanti sacerdoti e chierici", ha detto. La grotta è stata chiamata anche le "Tombe dei Re", poiché si ritiene che le tombe appartengano agli imperatori fin dall'epoca romana. "Vogliamo che il tunnel sia aggiunto alla lista permanente dell'UNESCO", ha aggiunto Isıkgor.
L'area del canale è stata proposta per il Patrimonio Mondiale dell'Umanità ed è stato aggiunto all'elenco provvisorio nella categoria culturale del patrimonio mondiale dell'UNESCO il 15 aprile 2014. .