Salius (dal latino: Salius, pl. Salii), detto anche Palatine Salium (Salius palatinus pl. Salii palatini), era un "sacerdote saltatore" (dal verbo salio, "salta") che eseguiva il culto di Marte Gradivo, cioè il Marte che precede tutti i combattenti nella battaglia, o colui che combatte in prima fila, che è la stessa cosa. Altri autori fanno derivare il gradivo da divus, ma basta guardare la Atena Gradiva ovvero la Promachos, per comprendere che sta con un passo in avanti come tutte le statue "gradive".
La tradizione narra che i Salii Palatini siano stati istituiti dal re Numa Pompilio (r. 715-673 a.c.) che formò un collegio sacerdotale composto da 12 Salios scelti tra i giovani patrizi, con lo scopo di custodire lo scudo consegnato da Marte Gradivo a Numa Pompilio (nell'ottavo anno del regno del re, durante un'epidemia di peste) come pegno dell'eterna salvezza ed invincibilità di Roma.
Come suggerito al re dalla ninfa Egeria, Numa incaricò il fabbro Mamurio Veturio (della gens Veturia) di forgiare altri 11 scudi identici all'Ancile, così che fosse impossibile ai nemici di Roma sottrarre quello autentico, ed ordinò che fossero riposti nella Reggia e conservati dal sacerdote Flamine Diale ed affidati, per i riti sacri, al nuovo collegio sacerdotale dei Salii Palatini.
Gli scudi venivano custoditi nel santuario palatino di Marte, che avrebbero dato origine al nome distintivo dei saggi palatini.
Gli scudi venivano custoditi nel santuario palatino di Marte, che avrebbero dato origine al nome distintivo dei saggi palatini.
Si ha menzione di un certo Nummio Attidiano Tusco menzionato come Salio Palatino nel 191, pontefice nel 199 (Borghesi Oeuvres IV, 510), e console nel 206 insieme con Lucio Fulvio Emiliano (Klein fasti; C. /. L V, 4347).
LE ORIGINI
- Secondo gli autori antichi citati da Servio Onorato e dal Macrobio, i Salios sarebbero esistiti a Tivoli, Tuscolo e Veio prima della loro creazione a Roma.
- Secondo gli Etruschi, la fondazione fu attribuita a Morio, re di Veio.
- Secondo altri autori invece i Salios sarebbe stati associati a Dardano, figlio di Zeus ed Electra e fondatore della Dardania (regione stretto dei Dardanelli).
- Secondo altri fu Salio, un giovane abitante della Acarnia (Grecia) con dei suoi compatrioti, che sarebbero venuti in Italia con Evandro (vedi Eneide) per la competizione nei giochi funebri di Ankise.
- Secondo Marco Terenzio Varrone Salius aveva raggiunto la penisola italica con Evandro, il re acarnaniano al quale furono attribuite varie istituzioni religiose romane.
SALIOS COLINOS
Tito Livio narra che il re Tullo Ostilio (Thullus Hostilius - r. tra il 673 e il 643 a.c.) avrebbe istituito un altro collegio di Saliani chiamato Salios Colinos in adempimento di un voto che avrebbe fatto durante le guerre combattute contro Fidene e Veio. Erano anch'essi 12 in numero, anche questi scelti tra i patrizi, e sembrano venissero dedicati al servizio del Dio Quirino. Sarebbero conosciuti come salios colinos (latino: salii colini ), agonais (agonales) o agonenses (agonenses).
LE DANZE
Il fatto di danzare saltando fa pensare alle danze di guerra tribali di cui sicuramente avanzavano dei residui a quell'epoca. La danza serviva in tempi antichissimi sia per incitare alla guerra sia per festeggiare la vittoria.
La loro funzione principale era la protezione dei dodici scudi sacri (ancilia) di Marte, celebravano una festa dedicata a Marte per diversi giorni dal I marzo. In questa occasione giravano per Roma con i loro particolari costumi portando gli scudi sacri sopra la spalla sinistra mentre danzavano e cantavano.
I Salii erano presieduti da un Magister, al quale si affiancavano il Praesul, che dirigeva le danze mostrando i passi e le figure della danza amptrurare agli altri sacerdoti che dovevano poi ripeterle (reamptrurare), ed il Vates, il direttore del coro.
Nell'edificio si conservavano inoltre la statua di Marte, gli strumenti del culto per i sacerdoti salii, preposti appunto alla cerimonia, cioè le armi per uccidere le vittime, nonchè le vesti dei sacerdoti, i contenitori, il necessario per il fuoco, i bracieri e i simboli della cerimonia.
In questa danza, i Salios battevano gli scudi con i bastoni, in modo da tenere il tempo con le voci e i movimenti di danza. Le canzoni o gli inni eseguiti, detti le canzoni dei Saggi, in latino "saliaria carmina" erano chiamati "Asamenta", "Assamenta" o Axamenta", la cui etimologia è controversa.
I CANTI
Nei canti si invocavano gli Dei del pantheon romano e tale Mamurius Veturius, che si pensa l'armaiolo che fece le 11 copie dell'originale scudo sacro caduto dal cielo. Più tardi, tuttavia, vennero incorporati nel carme Augusto, Germanico e Lucio Vero. Alla conclusione della festività, i Saggi partecipavano a splendidi spettacoli al Tempio di Marte, che erano ovunque famosi.
MAMURIO VETURIO
Mamurio fu un presunto fabbro romano di origine sabina, vissuto durante il regno di Numa Pompilio (r. 715-673 a.c.), colui che creò gli 11 scudi santi rendendoli esattamente uguali a quelli inviati dal cielo durante un'epidemia ai tempi di Numa, onde proteggerlo da un eventuale furto.
Le sue opere furono menzionate nelle "canzoni dei Saggi", ma la sua esistenza fu messa in discussione anche tra gli antichi, con Marco Terencio Cinghiale (116 a.c. - 27 a.c.) che analizzò il suo nome come equivalente alla vetus memoria ("vecchia memoria"). Alcuni autori moderni lo associano invece all'artista etrusco che realizzò una statua in bronzo in onore del Dio Vertumno.
INTERPRETAZIONI
Georges Dumezil interpreta il rituale salico come segno dell'apertura e della chiusura della stagione annuale della guerra. L'apertura coinciderebbe con il Giorno dell'agonia marziale il 19 marzo, e la chiusura con il Giorno dell'Armilustrium, il 19 ottobre.
Il primo appuntamento avrebbe riguardato lo "spostare gli scudi sacri" (ancilia movere), e il secondo come "mantenere (o nascondere) gli scudi sacri" (ancilia condere). Dumézil vede i due gruppi di Salios, uno che rappresenta Marte e l'altro Quirino, come una relazione basilare della vita romana che evidenzi l'interdipendenza delle funzioni economiche, civili e militari nella società romana.
Per il filologo classico Georg Wissowa il rituale saliano è una danza di guerra o di spade, con le sue figure e movenze che indicano chiaramente la sua origine militare. Wissowa confronta i saggi con il giovane nobile che balla il Gioco di Troia ( Lusus Troiae ).
Poichè il primo calendario romano iniziò a marzo, Hermann Usener suggerì che la cerimonia dell'ancilia movere fosse un rituale di termine del vecchio anno, rappresentato dalla misteriosa figura di Mamurius Veturius, per aprire la strada alla nascita. dal Dio Marte il I marzo, quando in una certa cerimonia detta Mamuralia, un uomo, di nome rituale Mamurius Veturius, fu picchiato con lunghe aste bianche, che secondo Usener sarebbero state una sorta di rituale da capro espiatorio.
Secondo Hermann Usener e Ludwig Preller, Marte sarebbe un Dio della guerra e della fertilità (ma forse alludono a Mavor antico Dio dei campi, mentre Mammonium Veturius sarebbe l'Antico Marte. Marte è lui stesso un ballerino, e il capo dei ballerini saliani.
BIBLIO
- William Smith - Dizionario di biografia e mitologia greca e romana Vol. III (1875).
PROCESSIONE DEGLI ANCILIA |
LE ORIGINI
- Secondo gli autori antichi citati da Servio Onorato e dal Macrobio, i Salios sarebbero esistiti a Tivoli, Tuscolo e Veio prima della loro creazione a Roma.
- Secondo gli Etruschi, la fondazione fu attribuita a Morio, re di Veio.
- Secondo altri autori invece i Salios sarebbe stati associati a Dardano, figlio di Zeus ed Electra e fondatore della Dardania (regione stretto dei Dardanelli).
- Secondo altri fu Salio, un giovane abitante della Acarnia (Grecia) con dei suoi compatrioti, che sarebbero venuti in Italia con Evandro (vedi Eneide) per la competizione nei giochi funebri di Ankise.
- Secondo Marco Terenzio Varrone Salius aveva raggiunto la penisola italica con Evandro, il re acarnaniano al quale furono attribuite varie istituzioni religiose romane.
SALIOS COLINOS
Tito Livio narra che il re Tullo Ostilio (Thullus Hostilius - r. tra il 673 e il 643 a.c.) avrebbe istituito un altro collegio di Saliani chiamato Salios Colinos in adempimento di un voto che avrebbe fatto durante le guerre combattute contro Fidene e Veio. Erano anch'essi 12 in numero, anche questi scelti tra i patrizi, e sembrano venissero dedicati al servizio del Dio Quirino. Sarebbero conosciuti come salios colinos (latino: salii colini ), agonais (agonales) o agonenses (agonenses).
- la trabea (una toga ornata da strisce orizzontali viola, zafferano e scarlatto come asserisce Mario Servio Onorato secondo il quale c'erano tre tipi: uno totalmente viola, sacro agli Dei ; un viola e bianco, come abito regale legato ai re di Roma; e uno viola e zafferano / scarlatto che veniva usato dai sacerdoti),
- il pettorale di bronzo,
- la patta (mantello attaccato alla spalla destra indossato dai comandanti militari),
- la spada sul lato destro,
- la lancia o un bastone sul lato sinistro,
- lo scudo sulla spalla sinistra,
- l'apice (il berretto a forma di cono, ornato della verga d’olivo).
- la patta (mantello attaccato alla spalla destra indossato dai comandanti militari),
- la spada sul lato destro,
- la lancia o un bastone sul lato sinistro,
- lo scudo sulla spalla sinistra,
- l'apice (il berretto a forma di cono, ornato della verga d’olivo).
I Salii Palatini furono incaricati della protezione dei dodici scudi sacri ( ancilia ) di Marte e dello svolgimento di una festa dedicata alla divinità in cui attraversavano Roma. portando scudi, ballando e cantando, per il culto di Quirino sul Monte Quirinale. Loro speciale prerogativa era scandire il passaggio, nell'anno romano, da tempo militare a tempo civile, e viceversa.
VERGINI DI SALIAE
Festo nella sua opera "Sul significato delle parole" afferma, citando Cíncio ed Elio Estilao, che esistevano "vergini di saliae". Indossando le palme e l'apice dei saggi, queste giovanissime ragazze venivano "assunte" per aiutare i pontefici a operare nei sacrifici fatti nella Regia.
Secondo alcuni studiosi tuttavia, il passaggio di Festus descriverebbe un rituale di iniziazione travestito. Una precedente spiegazione afferma che queste donne hanno interpretato il ruolo di assenti guerriere in una sorta di "sacrificio vicario" o "sacrificio espiatorio". Ci si è chiesti sul criterio con cui venissero assunte. Sicuramente venivano scelte dal magister tra le giovanissime patrizie romane.
SACERDOTESSE |
VERGINI DI SALIAE
Festo nella sua opera "Sul significato delle parole" afferma, citando Cíncio ed Elio Estilao, che esistevano "vergini di saliae". Indossando le palme e l'apice dei saggi, queste giovanissime ragazze venivano "assunte" per aiutare i pontefici a operare nei sacrifici fatti nella Regia.
Secondo alcuni studiosi tuttavia, il passaggio di Festus descriverebbe un rituale di iniziazione travestito. Una precedente spiegazione afferma che queste donne hanno interpretato il ruolo di assenti guerriere in una sorta di "sacrificio vicario" o "sacrificio espiatorio". Ci si è chiesti sul criterio con cui venissero assunte. Sicuramente venivano scelte dal magister tra le giovanissime patrizie romane.
LE DANZE
Il fatto di danzare saltando fa pensare alle danze di guerra tribali di cui sicuramente avanzavano dei residui a quell'epoca. La danza serviva in tempi antichissimi sia per incitare alla guerra sia per festeggiare la vittoria.
La loro funzione principale era la protezione dei dodici scudi sacri (ancilia) di Marte, celebravano una festa dedicata a Marte per diversi giorni dal I marzo. In questa occasione giravano per Roma con i loro particolari costumi portando gli scudi sacri sopra la spalla sinistra mentre danzavano e cantavano.
I Salii erano presieduti da un Magister, al quale si affiancavano il Praesul, che dirigeva le danze mostrando i passi e le figure della danza amptrurare agli altri sacerdoti che dovevano poi ripeterle (reamptrurare), ed il Vates, il direttore del coro.
Nell'edificio si conservavano inoltre la statua di Marte, gli strumenti del culto per i sacerdoti salii, preposti appunto alla cerimonia, cioè le armi per uccidere le vittime, nonchè le vesti dei sacerdoti, i contenitori, il necessario per il fuoco, i bracieri e i simboli della cerimonia.
In questa danza, i Salios battevano gli scudi con i bastoni, in modo da tenere il tempo con le voci e i movimenti di danza. Le canzoni o gli inni eseguiti, detti le canzoni dei Saggi, in latino "saliaria carmina" erano chiamati "Asamenta", "Assamenta" o Axamenta", la cui etimologia è controversa.
I CARMINA ANCILIARI CON LE INVOCAZIONI AD AUGUSTO |
I CANTI
Nei canti si invocavano gli Dei del pantheon romano e tale Mamurius Veturius, che si pensa l'armaiolo che fece le 11 copie dell'originale scudo sacro caduto dal cielo. Più tardi, tuttavia, vennero incorporati nel carme Augusto, Germanico e Lucio Vero. Alla conclusione della festività, i Saggi partecipavano a splendidi spettacoli al Tempio di Marte, che erano ovunque famosi.
MAMURIO VETURIO
Mamurio fu un presunto fabbro romano di origine sabina, vissuto durante il regno di Numa Pompilio (r. 715-673 a.c.), colui che creò gli 11 scudi santi rendendoli esattamente uguali a quelli inviati dal cielo durante un'epidemia ai tempi di Numa, onde proteggerlo da un eventuale furto.
Le sue opere furono menzionate nelle "canzoni dei Saggi", ma la sua esistenza fu messa in discussione anche tra gli antichi, con Marco Terencio Cinghiale (116 a.c. - 27 a.c.) che analizzò il suo nome come equivalente alla vetus memoria ("vecchia memoria"). Alcuni autori moderni lo associano invece all'artista etrusco che realizzò una statua in bronzo in onore del Dio Vertumno.
ANCILIA DI ANTONINO PIO |
INTERPRETAZIONI
Georges Dumezil interpreta il rituale salico come segno dell'apertura e della chiusura della stagione annuale della guerra. L'apertura coinciderebbe con il Giorno dell'agonia marziale il 19 marzo, e la chiusura con il Giorno dell'Armilustrium, il 19 ottobre.
Il primo appuntamento avrebbe riguardato lo "spostare gli scudi sacri" (ancilia movere), e il secondo come "mantenere (o nascondere) gli scudi sacri" (ancilia condere). Dumézil vede i due gruppi di Salios, uno che rappresenta Marte e l'altro Quirino, come una relazione basilare della vita romana che evidenzi l'interdipendenza delle funzioni economiche, civili e militari nella società romana.
Per il filologo classico Georg Wissowa il rituale saliano è una danza di guerra o di spade, con le sue figure e movenze che indicano chiaramente la sua origine militare. Wissowa confronta i saggi con il giovane nobile che balla il Gioco di Troia ( Lusus Troiae ).
Poichè il primo calendario romano iniziò a marzo, Hermann Usener suggerì che la cerimonia dell'ancilia movere fosse un rituale di termine del vecchio anno, rappresentato dalla misteriosa figura di Mamurius Veturius, per aprire la strada alla nascita. dal Dio Marte il I marzo, quando in una certa cerimonia detta Mamuralia, un uomo, di nome rituale Mamurius Veturius, fu picchiato con lunghe aste bianche, che secondo Usener sarebbero state una sorta di rituale da capro espiatorio.
Secondo Hermann Usener e Ludwig Preller, Marte sarebbe un Dio della guerra e della fertilità (ma forse alludono a Mavor antico Dio dei campi, mentre Mammonium Veturius sarebbe l'Antico Marte. Marte è lui stesso un ballerino, e il capo dei ballerini saliani.
BIBLIO
- William Smith - Dizionario di biografia e mitologia greca e romana Vol. III (1875).
- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane - Milano 1823
- Marco Terenzio Varrone - G. Piras, Varrone e i poetica verba. - Studio sul settimo libro del «De lingua Latina», Bologna, R. Patron, 1998.