TRIBALLI |
I Traci vengono descritti da Erodoto come il popolo più numeroso, dopo gli indiani (invasione indoeuropea), e probabilmente il più potente, affermando che l'insieme delle terre che controllavano sarebbe stato un vasto impero, se fossero stati uniti. Ma uniti non erano perchè erano costituiti da tribù molto spesso in lotta tra loro.
Omero li cita abbondantemente nell'Iliade, ove narra che i Traci combattono in qualità di alleati di Priamo nella Guerra di Troia, guidati dal giovane re Reso che verrà poi ucciso dai principi achei Diomede e Ulisse.
Ma li cita pure nell'Odissea, quando Ulisse e i suoi uomini saccheggiano la Tracia nel loro ritorno dalla guerra.
Il loro dominio si estendeva così intorno alle pianure della moderna del sud della Serbia e occidentale della Bulgaria, all'Angrus e al Brongus (la Morava Sud e Ovest ) e al fiume Iskar, più o meno al centro dove Serbia e Bulgaria sono uniti.
I Triballi, che avevano ricevuto influenze da Celti, Sciti e Illiri, furono spesso descritti come un popolo selvaggio e bellicoso (Isocrate) e in Aristofane un Triballo è introdotto come esempio di barbaro non civilizzato.
I Triballi adoravano anzitutto il Dio principale Zibelthiurdos, una specie di Zeus, poi una Bendis, equivalente di Artemide, Dea della luna e della caccia. a cui però non manca il lato infero in quanto a Bendis erano legate anche alcune divinità della notte (Ecate, Cibele e Cotys), associate al ciclo della vita e alla fertilità.
ATENIESI
Nel 510 a.c. i Traci furono in gran parte sottomessi alla Persia di Dario I; poco più tardi figurano tra le componenti dell'esercito che Serse condusse contro la Grecia. Più tardi il re Teres, della tribù degli Odrisi (già di per sè un'unione di tribù traci), riuscì a riunire sotto il suo scettro le altre popolazioni traciche, ma non i Triballi, lasciando poi il regno al figlio Sitalce.
TERRITORIO DEI TRIBALLI |
I Triballi, che avevano ricevuto influenze da Celti, Sciti e Illiri, furono spesso descritti come un popolo selvaggio e bellicoso (Isocrate) e in Aristofane un Triballo è introdotto come esempio di barbaro non civilizzato.
Tuttavia nelle leggende che si narravano su di loro apparivano spesso dotati di poteri magici, come rileva anche Plinio il Vecchio.
ATENIESI
Nel 510 a.c. i Traci furono in gran parte sottomessi alla Persia di Dario I; poco più tardi figurano tra le componenti dell'esercito che Serse condusse contro la Grecia. Più tardi il re Teres, della tribù degli Odrisi (già di per sè un'unione di tribù traci), riuscì a riunire sotto il suo scettro le altre popolazioni traciche, ma non i Triballi, lasciando poi il regno al figlio Sitalce.
Questi, come narrato da Tucidide, nel 490 a.c. guidò il suo popolo in una spedizione contro la Macedonia. Ben presto però le tribù traci ripresero a disgregarsi, ponendosi sotto l'influenza, ma non sotto dominio, dei vicini Macedoni.
Nel 424 a.c. i Triballi indipendentisti vennero attaccati da Sitalce, re degli Odrisi, che tuttavia fu sconfitto e ucciso in battaglia. Invece vennero poi sconfitti dalla tribù illirica degli Otariati. Un nuovo momento di unità del popolo fu ottenuto dal re Cotys I nella prima metà del IV secolo a.c., che rafforzò la sua posizione imparentandosi con il grande generale ateniese Ificrate (418 a.c. – 353 a.c.).
Nel 375 a.c. Cotys I soffocò la ribellione dei Triballi, una delle tribù che componevano il popolo tracico, e nel 359 a.c. sconfisse gli Ateniesi, ottenendo il controllo dell'intera penisola del Chersoneso Tracico (penisola di Gallipoli, oggi in Turchia).
Tuttavia nel 376 a.c. un nutrito gruppo di Triballi superò il monte Hemo e raggiunse la città di Abdera, sulla costa della Tracia nei pressi della foce del fiume Nestos, che posero sotto assedio. Sopraggiunse però la flotta ateniese condotta dal generale Cabria ed i Triballi furono costretti a ritirarsi.
FILIPPO II DI MACEDONIA
Nel 339 a.c., quando il re Filippo II di Macedonia tornava dalla sua spedizione contro gli Sciti, i Triballi si opposero al suo passaggio dal monte Hemo, a meno che non avesse loro consegnato parte del bottino.
Negli scontri che seguirono Filippo venne sconfitto e rischiò di rimanere ucciso, ma risollevatosi sconfisse e soggiogò i Triballi.
ALESSANDRO MAGNO
Dopo la morte di Filippo, essi presero le armi contro Alessandro Magno, che nel 335 a.c. iniziò la sua campagna balcanica passando il monte Hemo e li sconfisse presso lo sfocio del Lyginus nel Danubio.
SEUTET II RE DI TRACIA |
Il loro re, Sirmo, si rifugiò nell'isola di Peuce (Peuke) del Danubio, dove Alessandro non lo inseguì ma si dedicò al traversamento del Danubio.
"E i Geti non gradirono il passaggio dei cavalieri: infatti sorprendente sembrò loro la temerarietå di Alessandro Magno perché così agevolmente aveva attraversato in una notte il Danubio, il più grande dei fiumi traversabile a guado, i pericoli e il violento schieramento della falange."
Andrisco, detto Pseudofilippo, ma ufficialmente Filippo VI il Macedone, al tempo del dominio romano della Macedonia, formò un esercito di Traci e Macedoni, li convinse del suo lignaggio reale e assoldò i loro uomini per invadere la Macedonia. Accolto come liberatore dall'oppressione romana, la sua presenza infiammò lo spirito di indipendenza dei Balcani.
Strinse poi un'alleanza strategica con Cartagine, che stava combattendo la Terza guerra punica. Roma allora inviò una legione, comandata dal pretore Publio Iuvenzio, per destituire Andrisco e bloccargli le espansioni ma anche questi fallì morendo in combattimento non appena entrato in Macedonia. Così Andrisco invase anche la Tessaglia, ricreando un Regno di Macedonia.
Nel 378 d.c. ebbe luogo la Battaglia di Adrianopoli, in Tracia, dove i Visigoti sconfissero l’esercito di Roma mostrando per la prima volta la debolezza e la decadenza dell’Impero Romano, una grande era volgeva al termine.
Così i Geti attaccarono e Alessandro per contro assalì loro e la loro città conquistandola, saccheggiandola e sterminandone gli uomini con tanta facilità che i Triballi, per non fare la stessa fine si arresero immediatamente ad Alessandro.
I GALLI
"Dopo questa irruzione di Cambaule i Celti di quelle contrade fatti più animosi ed insieme sollecitati dai primi si accinsero a fare una nuova irruzione e a tal fine poscia divisero in tre parti il numeroso loro esercito l'anno di Roma 474. Altri con Ceretrio passarono nella Tracia e ne Triballi, altri con Brenno e Acichorio nella Pannonia, ed altri con Bolgio o sia Belgio nella Macedonia e nell'Illirico."
Intorno al 280 a.c. i Triballi ed i Geti furono ancora sconfitti dai Galli, guidati dal capo "Ceretrio" e successivamente dal 135 a.c. all'84 a.c. causarono diversi problemi ai governatori romani della provincia di Macedonia con le loro continue ribellioni e incursioni.
I ROMANI
Roma organizzò diverse spedizioni contro di loro, anche se in questa prima fase non mirò al completo dominio. Quando poi la Macedonia divenne provincia romana. Sul finire del I secolo a.c. però si ricostituì un'unità tracia, a cui parteciparono anche i Triballi, sotto re Cotys IV della tribù dei Sapei, re del Regno degli Odrisi, che regnò dal 170 a.c. al 160 a.c. e che riuscì a farsi riconoscere da Roma e a trasmettere il titolo al figlio Remetalce I.
Andrisco, detto Pseudofilippo, ma ufficialmente Filippo VI il Macedone, al tempo del dominio romano della Macedonia, formò un esercito di Traci e Macedoni, li convinse del suo lignaggio reale e assoldò i loro uomini per invadere la Macedonia. Accolto come liberatore dall'oppressione romana, la sua presenza infiammò lo spirito di indipendenza dei Balcani.
Il Senato romano inviò il legato Publio Cornelio Scipione Nasica Corculo per domare la rivolta, ma venne sconfitto da Andrisco aumentandone la popolarità. Forte dell'appoggio di tutto il popolo macedone, che lo riconobbe come re, Andrisco cinse la corona di Macedonia e si proclamò re Filippo VI, figlio di Perseo di Macedonia.
TRIBALLI |
Nel 148 a.c., però Roma, visto che lo Pseudofilippo stava perdendo popolarità presso i ceti popolari per le sue crudeltà e le sue violente estorsioni, inviò in Macedonia un grosso esercito comandato da Quinto Cecilio Metello (210 a.c. - 116 a.c.). Andrisco dovette subire la superiorità dell'esercito romano e venne sconfitto nella seconda battaglia di Pidna.
Andrisco decise allora di ritirarsi in Tracia, in uno dei domini dei suoi principi traci alleati, nel disperato tentativo di riorganizzare le forze, ma Metello lo inseguì, osando sconfinare in Tracia, e infine lo catturò. Condotto a Roma, Andrisco venne condannato a morte.
Metello, come Lucio Emilio Paolo prima di lui, acquisì il cognomen di Macedonico grazie a questa campagna, colla quale finì l'indipendenza della Macedonia, che dal 147 a.c. divenne provincia romana, venendo accorpata all'Illiria e all'Epiro.
Nel 142 a.c. un altro avventuriero che si faceva chiamare Filippo, un emulo di Andrisco, tentò una seconda rivolta analoga a quella del 149 a.c./148 a.c., ma venne sconfitto dal questore Lucio Tremellio, fu catturato e messo a morte.
Nel 142 a.c. un altro avventuriero che si faceva chiamare Filippo, un emulo di Andrisco, tentò una seconda rivolta analoga a quella del 149 a.c./148 a.c., ma venne sconfitto dal questore Lucio Tremellio, fu catturato e messo a morte.
Nell'11 a.c., Vologeso di Besso, sacerdote di Dioniso e veggente presso i Traci, col suo largo credito organizzò l'uccisione di Rescuporide II (re degli Odrisi), figlio di Cotis VII, poi incalzò anche lo zio di Rescuporide fin nel Chersoneso tracico (Penisola di Gallipoli, che devastò. Allora Roma, stanca delle incursioni contro la provincia di Macedonia, inviò con il suo esercito provinciale Lucio Calpurnio Pisone, console nel 15 a.c. e governatore della Panfilia (costa meridionale dell'attuale Turchia).
I Bessi, saputo dell'arrivo del governatore romano, si ritirarono ma Pisone entrò nei loro territori e, nonostante una sconfitta iniziale, devastò i loro territori e quelli delle popolazioni limitrofe insorte con loro. Poi, con due legioni al seguito, vi condusse guerre per tre anni, dall'11 al 9 a.c., sottomettendo tutti i Traci, per cui a Roma gli vennero tributati delle supplicationes e gli ornamenta triumphalia.
Sotto Tiberio (42 a.c. - 37 d.c.) i Traci vengono menzionati nella provincia della Mesia (limes di Serbia e Bulgaria, e parte della Macedonia del Nord). Alla morte di Remetalce I il regno tornò a dividersi e Roma intervenne più volte, finchè nel 46, alla morte dell'ultimo re Remetalce III, l'imperatore Claudio (10 a.c - 50 d.c.) occupò la regione facendone la provincia di Tracia.
I Bessi, saputo dell'arrivo del governatore romano, si ritirarono ma Pisone entrò nei loro territori e, nonostante una sconfitta iniziale, devastò i loro territori e quelli delle popolazioni limitrofe insorte con loro. Poi, con due legioni al seguito, vi condusse guerre per tre anni, dall'11 al 9 a.c., sottomettendo tutti i Traci, per cui a Roma gli vennero tributati delle supplicationes e gli ornamenta triumphalia.
VASO DECORATO DELLA TRACIA |
Ma la romanizzazione fallì in larga parte, lasciando spesso l'aspetto tribale dei popoli traci e dei Triballi, tanto che il latino poco sostituì la lingua tracia, come notò Ovidio, esiliato proprio in Tracia, nel I secolo, e poi Teodosio di Cappadocia e Giordane nel VI secolo.
Nel III secolo l'imperatore Massimino il Trace (regno 235-237) fu il comandante di uno squadrone di Triballi, essendo appunto un imperatore barbaro e pure tracio di origini. Dopodiché dei Triballi non se ne hanno più notizie se non per una non meglio identificata lettera che avrebbero scritto a Diocleziano.