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NEPOZIANO - NEPOTIANUS (Usurpatori)

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Nome completo: Flavius ​​Iulius Popilius Nepotianus Constantinus
Nascita: -
Morte: Roma, 30 giugno 350
Predecessore: Costanzo II
Successore: Costanzo II
Dinastia: Costantiniana
Padre: Virio Nepoziano
Madre: Eutropia
Regno: 3 giugno - 30 giugno 350


Giulio Nepoziano, ovvero Iulius Nepotianus fu un membro della dinastia costantiniana e, per un breve periodo, divenne un usurpatore dell'Impero romano.

Egli era figlio di Eutropia, sorellastra dell'imperatore Costantino I, e di Virio Nepoziano, console dell'Impero per il 301, probabilmente morto nel 337 in occasione degli assassinii della famiglia imperiale per togliere di mezzo eventuali rivendicazioni al trono romano. 

Per via della madre Eutropia Nepoziano era inoltre nipote dell'imperatore Costanzo Cloro (imperatore nel 305-306 durante la tetrarchia) e di Flavia Massimiana Teodora. Fu probabilmente console nel 336.
Dopo la rivolta del'usurpatore barbaro Magnenzio, che regnò dal 350 al 353 e che morì suicida, Nepoziano, per nulla scoraggiato dalla fine precoce degli usurpatori, decise di farsi imperatore, conquistando Roma. Sicuramente contava sul plauso popolare, visto che una volta morto Costante I, ucciso da Magnenzio, egli era rimasto l'unico rappresentante della dinastia costantiniana in Occidente. 
NEPOZIANO
Con i pochi mezzi a disposizione raccolse un nutrito gruppo di gladiatori, predoni e altri personaggi fuorilegge e il 3 giugno 350 marciò verso Roma, paludato con le vesti imperiali. Il praefectus urbi Tiziano, alleato di Magnenzio, armò alcuni civili e li condusse fuori dalla città per attaccare Nepoziano ma le sue milizie erano incapaci e indisciplinate, per cui vennero messe in fuga dalle truppe di Nepoziano, più abituate allo scontro e alla lotta. 

Il prefetto, vedendo le sue truppe fuggire verso la città, rientrò precipitosamente e dette vilmente l'ordine di chiudere le porte, per paura che gli uomini di Nepoziano entrassero dietro di loro loro, dopodichè i cittadini lasciati a se stessi, vennero tutti massacrati dai pepoziani.

Magnenzio allora mandò rapidamente a Roma il suo fidato magister officiorum Marcellino che, giunto con un esercito, sconfisse rapidamente Nepoziano il(30 giugno 350, riconquistando la città e mandando a morte sia Nepoziano che sua madre Eutropia, sorellastra di Costantino I che però non c'entrava nulla.

Nepoziano non solo fu ucciso ma la sua testa fu posta in cima a una lancia e portata lungo le vie della città a monito di eventuali rivoltosi Nei giorni seguenti vi fu gran massacro della nobiltà, perchè ostile a Magnenzio.

La ribellione di Nepoziano e l'uccisione di esponenti della nobiltà della città di Roma sta a significare che l'usurpazione di Magnenzio, nata per rispondere allo scontento della corte imperiale e dei militari galli contro Costante, non ebbe però il sostegno del popolo romano: la casata di Costantino riscuoteva ancora la lealtà ottenuta dal suo fondatore e Magnenzio ne ebbe un'ulteriore prova con la sollevazione di Vetranione.

VETRANIONE

VETRANIONE

Esperto militare di umili origini, Vetranione servì sotto Costantino I diventando poi magister militum di suo figlio Costante I, imperatore dell'Italia e delle regioni danubiane.

Quando l'usurpatore Magnenzio uccise Costante nel 350, Costantina, sorella di Costanzo II e Costante I, chiese a Vetranione di proclamarsi augusto per proteggere la sua famiglia: le truppe danubiane potevano essere più fedeli ad un usurpatore che ad un imperatore nel lontano Oriente. 
Vetranione fu proclamato augusto a Sirmio il I marzo 350 in Illirico e Costanzo lo accettò di buon grado inviandogli un diadema, del denaro, e lo mise a capo delle truppe del Danubio, in modo da impegnare Magnenzio. Vetranione d'altronde manifestò sempre a Costanzo la sua lealtà.

Poi le loro relazioni deteriorarono e Vetranione passò dalla parte di Magnenzio. Insieme mandarono a Costanzo una proposta di pace che sarebbe stata suggellata con i matrimoni di Magnenzio e Costantina e di Costanzo e la figlia di Magnenzio, ma Costanzo rifiutò.

Allora Vetranione si incontrò con Costanzo a Serdica e poi a Naissus, dove Vetranione venne deposto il 25 dicembre 350. Costanzo e Vetranione montarono su di una piattaforma, e Costanzo riuscì a farsi acclamare imperatore dalle truppe, spogliò Vetranione della porpora, poi lo accompagnò giù dalla piattaforma e, chiamandolo padre, lo accompagnò alla tavola da pranzo.

Costanzo permise a Vetranione di vivere da privato cittadino con una pensione di stato a Prusa. Purtuttavia Vetranione si suicidò intorno all'anno 356.



BIBLIO

- Aurelio Vittore - De cesaribus - Pierre Dufraigne - Collection Budé - 1975 -
- C. G. Starr, Aurelius Victor - Historian of Empire - American Historical Review - 1955-56 -
- S. D'Elia - Ricerche sulla tradizione manoscritta e sul testo di Aurelio Vittore e dell'Epitome de Caesaribus - in « Rend. Acc. Napoli » - 1968 -
- Michael DiMaio - Nepotian (350 A.D.) -

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