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MOGONTIACUM - MAINZ (Limes Retico)

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IL TEATRO
Si riteneva che l'accampamento romano fosse stato fondato nel 38 a.c., ma studi recenti hanno spostato la sua fondazione al 13/12 a.c., al 13 a.c. risale comunque la sistemazione di un accampamento in legno, ad opera del valoroso Druso maggiore (38 a.c. - 9 a.c.). Magonza dall'89 fu la capitale della provincia della Germania superiore, e restò romana per più di 500 anni.

Magonza (Mainz in tedesco) è una città della Germania occidentale, situata alla confluenza dei fiumi Meno e Reno. I Celti dominarono la Germania durante la II metà del I secolo a.c. I Romani giunti nella regione dopo le guerre galliche (58 -50 a.c.) chiamarono il loro presidio militare Mogontiacum, toponimo che deriva dal nome della divinità celtica Mogon.

Si riportava al 39 o 38 a.c. la fondazione leggendaria della città durante la campagna militare di Agrippa, ma studi recenti hanno spostato la sua fondazione al 13/12 a.c., ad opera del valoroso Nerone Claudio Druso, detto Druso maggiore (38 a.c. - 9 a.c.), figlio di Livia, la terza moglie di Augusto, e fratello del futuro imperatore Tiberio, per controllare le tribù germaniche dei Catti, dei Mattiaci e dei Vangioni e per la conquista della Germania.

Per il clima mite della pianura del Reno, la ricchezza di selvaggina del vicino Tauno e il guado davanti alla foce del Meno, che facilitavano il commercio e il controllo della frontiera, Mainz venne scelta dai Romani per lo stazionamento delle truppe.

Druso giunse ai confini occidentali dei Cherusci sul fiume Visurgis (attuale Weser), facendo infine erigere due castri per proteggersi dagli attacchi dei Germani, uno dove si congiungono cui il fiume Lupia e l'Eliso (Aliso, moderna Haltern), l'altro nel territorio dei Catti, lungo la riva del Reno, appunto a Mogontiacum.

Nel 10 a.c. Druso marciò contro i Catti, i Mattiaci e i Tencteri, sulla riva destra del Reno, devastandone i territori già a loro assegnati dai Romani, ma ormai disabitati poiché si erano ritirati nella grande Selva Ercinia, una foresta che giungeva fino al mar Baltico.

Druso pose il suo quartier generale nella fortezza legionaria di Mogontiacum (Magonza), collegata con altre nuove fortificazioni, come Rödgen sempre nel territorio dei Catti.

I Romani chiamarono il loro accampamento Mogontiacum (ossia appartenente a Mogon), dal Dio celtico della luce, Mogon, assimilato ad Apollo, oppure dal nome della sua consorte, Mogontia, divinità femminile con poteri taumaturgici.

Sebbene l'accampamento fosse molto lontano da Roma, aveva una grande importanza strategica, sia per la difesa contro i Germani, sia come punto di partenza per nuove conquiste.

Infatti vi stazionavano quattro legioni, sia pure per tempi limitati, per circa 20.000 soldati scelti, e altrettanti di truppe ausiliarie. Questo poderoso esercito che costituiva quasi un terzo dei milites romani) erano in genere sotto il comando di un membro della famiglia imperiale. 

Posto strategicamente su di un’altura, questo castrum permetteva ai Romani di controllare i nemici situati oltre il Reno, di fronte alla confluenza del fiume Reno e del suo affluente, il Meno.

SANTUARIO DI ISIDE E DELLA MAGNA MATER

SANTUARIO DI ISIDE E DELLA MAGNA MATER

Il santuario di Iside e della Magna Mater venne edificato durante l’età flavia, come testimoniano le iscrizioni votive rinvenute, rimesso in luce nel 1999, nel corso di lavori per la costruzione di una galleria commerciale ("Römerpassage") nel centro cittadino. 

Una petizione di cittadini indusse le autorità di Magonza a conservare i resti romani in un apposito sotterraneo del nuovo edificio, senza che questi fossero asportati per la costruzione del futuro centro commerciale. Nella galleria commerciale è stato allestito un piccolo museo, con i resti archeologici del santuario e una scelta dei reperti rinvenuti negli scavi.

Si sa che il santuario sia dedicato a Iside e alla Magna Mater in base alle iscrizioni a loro dedicate (Iside viene nominata con gli epiteti di Panthea e di Regina). Il culto della Dea egizia Iside aveva acquistato rilevanza sotto gli imperatori Flavi e probabilmente il luogo di culto di Mogontiacum fu eretto per volere imperiale, come sembrano provare i marchi rinvenuti sui blocchi di pietra della costruzione. Il santuario è racchiuso da un muro di cinta, all’interno del quale sono ospitate diverse strutture. 

Sono state rinvenute anche circa 300 lucerne e tracce di animali e cibi offerti agli Dei. Inoltre, sono state ritrovate 34 maledizioni, bigliettini scritti in latino volgare e classico, destinati ad autori di presunti crimini (in un caso anche ad una rivale d’amore). Ma c'erano anche figurine d’argilla modellate a mano, che recano tracce di punture di spilli, soprattutto sul petto, in una figurina una lamina in piombo col nome della vittima della maledizione.

PITTURA DI ANUBI NEL SANTUARIO

Pittura di Anubi

Questo dipinto murale del Dio egizio dei morti, Anubi, è uno dei reperti del santuario, oltre a trecento lampade a olio, che devono essere state utilizzate durante i misteri svolti in questo tempio e che devono aver contribuito a creare un'atmosfera speciale. Le ossa di pollo suggeriscono che tipo di sacrificio venisse offerto alle due Dee orientali.

Davanti all'ingresso del tempio vi era una latrina e delle costruzioni in legno con focolare e fontana,  utilizzate come luoghi di riunione e di culto. All'interno del recinto sacro si trovavano due tempietti rettangolari con moltissimi oggetti, monete e statuette: rappresentanti animali destinati al sacrificio, e quelle di Venere e Mercurio, e quella bronzea rappresentante un nano, provvisto di mantello e ghirlanda sulla testa.

Il santuario della Dea madre egizia Iside e del suo omologo frigio Cibele è stato sicuramente costruito dopo che l'imperatore Vespasiano (69-79) aveva affermato di essere stato miracolosamente protetto da Iside. Il santuario rimase attivo per circa 250 anni, migliorato e ristrutturato più volte, finchè alla fine del III sec. d.c. venne progressivamente abbandonato. 

DRUSO MAGGIORE

DRUSO MAGGIORE

- Druso Maggiore, legato in Gallia Comata nel 13 a.c., una volta che Augusto ebbe lasciato la provincia e fatto ritorno a Roma, assunse il comando delle operazioni militari contro le tribù germaniche ad est del Reno. Grazie alla nuova postazione di Mogontianum, le truppe di Druso, nel 10 e nel 9 a.c., sconfissero i Mattiaci, i Catti e i Marcomanni.

- Inoltre, venne terminata la costruzione della Classis Germanica, la flotta imperiale romana che controllava il Reno. Druso maggiore utilizzò per primo la flotta Germanica, scavando un canale dalla Zuiderzee (un golfo dei Paesi Bassi) al Mare del Nord (fossa Drusi), che gli permise di sbarcare sulle coste dei Frisoni e dei Cauci, riducendo così le correnti del mare aperto e le tempeste.

IL TEATRO
- Druso morì nel 9 a.c. a causa di una caduta da cavallo, narra Svetonio che Druso rifiutò di tornare a Roma, morendo quindi a Mogontiacum. In 4 anni di campagne, Druso aveva fortificato la provincia con numerose guarnigioni e con più di cinquanta fortini lungo il Reno.

- Nel 9 a.c. dopo la sua sfortunata morte, le spoglie di Druso, durante il loro trasporto a Roma, vennero portate a Mainz, dove i soldati, che molto erano attaccati a lui, gli innalzarono un cenotafio (la cosiddetta Pietra di Druso o Pietra della Quercia) alto 30 m..

Cassio Dione - Storia romana: "Ma non appena Augusto seppe che Druso era malato, inviò d'urgenza Tiberio. Questi lo trovò ancora in vita e, dopo la sua morte, ne riportò il cadavere a Roma. Innanzitutto lo condusse all'accampamento invernale dell'esercito romano... Egli stesso, così come suo figlio, ebbe il titolo di "Germanicus" e fu inoltre onorato da statue, da un arco a tutto sesto e da un cenotafio nelle vicinanze del Reno".

IL TEATRO

IL TEATRO

Il teatro aveva una larghezza di 116 metri e circa 10.000 persone potevano assistere agli spettacoli. Il teatro è uno degli edifici più antichi di Magonza, anche se, purtroppo, non si sa nulla della sua prima fase di costruzione. Quello che è certo, è che è stato ristrutturato durante il regno di Domiziano, che visitò la città, e questa fase è quella che vediamo oggi. Probabilmente, il teatro non veniva utilizzato solo per le rappresentazioni teatrali, ma anche per le riunioni politiche.



TIBERIO IN GERMANIA

- Le operazioni in Germania proseguirono con Tiberio che, dopo aver ceduto il comando ad altri generali di Augusto, con l’esercito di terra e la flotta, riuscì a risalire il fiume Elba nel 4-5 d.c. sconfiggendo le popolazioni a ovest del fiume, tra cui i Longobardi, e i popoli ad est: Cimbri, Charidi e Semnoni.

- Nel 9 d.c. l’esercito romano guidato da Publio Quintilio Varo e composto da 20.000 soldati, venne tradito e massacrato nella Foresta di Teutoburgo da una coalizione di tribù germaniche comandate da Arminio. I Germani cominciarono pericolosamente ad avanzare ma si arrestarono proprio nei pressi delle fortezze romane poste a guardia del Reno, Mogontiacum e Castra Vetera (l’odierna Xanten), dove erano rimaste solo 2 o 3 legioni a guardia dell’intera provincia gallica.

- 16 d.c. - Tiberio mette fine alle spedizioni contro i Germani; il confine dell'Impero Romano resta sul Reno.

- Il console Getulico fu mandato in Germania superiore nel 29, dove governò come Legatus Augusti pro praetore fino al 39. Egli governò bene la sua provincia, e fu molto amato dalle sue truppe. Così quando, nell'autunno del 39 l'imperatore Caligola decise di condurre una spedizione in Germania Magna, Getulico fu fatto uccidere sia per essere sospettato di una congiura sia per essere stato troppo amato dai suoi soldati. 

LA COLONNA DI GIOVE

LA COLONNA DI GIOVE

- Anno 58. La colonna di Giove, ritrovata frantumata in 2000 pezzi nel 1905, venne ricostruita con lungo e difficile lavoro. Solo del basamento certamente a gradini non è rimasto alcuno frammento. Della statua di Giove in bronzo dorato, eretto sulla colonna, è rimasto soltanto il piede sinistro, un dito, il fascio di fulmini e un artiglio d'aquila.

Delle divinità rappresentate sulla colonna si sono riconosciute: Luna, Giunone, Sole, Bacco, Pace, Vesta, Venere, Cerere, Marte, Vittoria, Nettuno, Diana, Apollo, Giove, Fortuna, Minerva, Ercole e i Lari. 

Il monumento è una copia di quella rinvenuta nel 1934, non lontano dal Römisch-Germanisches Zentralmuseum. Il monumento originale sta ora nel Landesmuseum. Dall'alto verso il basso, la parte rimanente è costituita da un cubo che fungeva da base di una statua; un capitello corinzio; il fusto rotondo, decorato con ogni tipo di divinità; il piedistallo quadrato, che si compone di due parti, anch'esso decorato con divinità.

Sul piedistallo c'è la dedica {CIL 13.11806a.}

Iovi Optimo Maximo
PRO SALVTE NERONIS
CLAVDI CAESARIS 
AVGusti IMPeratoris
CANABARI PVBLICE
Pvblio SVLPICIO SCRIBONIO
PROCVLO LEGato AVGvsti PRo PRaetore
CVRA ET IMPENSA
Qvinti IVLI PRISCI ET
Qvinti IVLI AVETI 

"A Giove, il più grande e il migliore, per la salute di Nerone Claudio Cesare Augustus, imperator e dalla comunità delle cannabae. Publius Sulpicius Scribonius Proculus era governatore. Eseguito e pagato da Quintus Julius Priscus e da Quintus Julius Avetus"

Il nome dell'imperatore Nero prova che l'iscrizione venne fatta tra il 54 e il 68; e che Nerone era detestato, con conseguente "damnatio memoriae", cioè cancellazione del suo nome. I due Quinti Julii erano una sorta di decuriones, rappresentanti dell'ordine civile.

Nella incisione c'è scritto che gli abitanti di Canabe hanno consacrata questa colonna a Giove per la guarigione di Nerone, quando era comandante Publio Scipione Sabinio Proculo. Quasi per 300 anni la colonna di Giove rimase eretta nella Mainz romana fino a quando, verso la metà del quarto secolo, fu rotta in 2000 pezzi dai seguaci della fede cristiana contro le vecchie divinità.

CENOTAFIO DI DRUSO

DOPO NERONE

- Dopo la morte di Nerone, avvenuta il 68 d.c. i Batavi guidati da Gaio Giulio Civile, infatti, si ribellarono ai Romani, riuscendo a sconfiggere ben quattro legioni. Sebbene gli accampamenti di Colonia Agrippina e Castra Vetera fossero stati espugnati e dati alle fiamme, Mogontiacum riuscì a resistere alle orde barbariche. Solo l’intervento delle truppe del generale Quinto Petilio Ceriale salvò Mogontiacum da una fine analoga a quella degli altri castra.

- Con l’avvento della dinastia Flavia, Mogontiacum divenne capitale della provincia della Germania superiore, regione che comprendeva territori dell’attuale Svizzera, Germania e Francia.

- Il I gennaio 69 la IV e la XXII legione, stazionate a Mogontiacum, distruggono le immagini dell'imperatore Galba, dando così inizio alla guerra civile dell'anno dei quattro imperatori.

- 71-72 Nuova sistemazione in pietra dell'accampamento della legione.

LA PORTA NORD-ORIENTALE

LA PORTA NORD-ORIENTALE

Dopo la rivolta bataviana del 70 d.c., in cui l'insediamento civile di Magonza era stato distrutto e i castra avevano resistito con difficoltà a un assedio, i soldati della I Adiutrix e della XIV Gemina ricostruirono la fortezza sulla collina oggi nota come Kaestrich.

Una parte del muro di cinta nord-orientale sopravvive e si può ancora riconoscere una porta. A sud-ovest vivevano i soldati, a nord-est i cittadini. La fortezza stessa è meglio conosciuta perché è il luogo dove sono stati trovati i piedistalli di Magonza.



I PIEDISTALLI DI MAGONZA

I PIEDISTALLI DI MAGONZA
I piedistalli di Magonza, che un tempo sostenevano diverse colonne davanti alla sede della fortezza romana di Magonza-Kästrich, e che ora si trovano nel Landesmuseum, non sono un capolavoro di arte classica.

Infatti come fattezze i personaggi, tozzi e squadrati, lasciano molto a desiderare, ma sono ottimi come forza espressiva.

I piedistalli appartengono a una fase di costruzione della fortezza di Kästrich dell'ultimo quarto del I secolo.

Dopo la Rivolta Bataviana, in cui la città era stata distrutta e i castra avevano resistito con difficoltà a un assedio, i soldati di I Adiutrix e XIV Gemina ricostruirono la fortezza.

Un decennio più tardi, nell'83 per la precisione, l'imperatore romano Domiziano visitò Kästrich per condurre con successo una guerra contro i Chatti, che portò alla conquista di terre sulla riva orientale del Reno e alla costruzione del Taunus limes.


LA RIVOLTA DI SATURNINO

- Dopo la ribellione del governatore legato della provincia della Germania superiore, Lucio Antonio Saturnino, che cercò di spodestare l’imperatore Domiziano nell’88-89 d.c., lo stesso imperatore decise di abolire le fortezze legionarie provviste di più legioni per evitare situazione analoghe. Così Mogontiacum vide il suo stanziamento ridotto a una sola legione. Al tempo stesso, però, cominciarono a sorgere attorno all’accampamento degli agglomerati urbani (le canabae).

- 197 - Visita dell'imperatore Settimio Severo a Mainz.

- 121 - Visita di Adriano a Mainz e riorganizzazione del confine lungo il limes.

- Nel 235, durante un ammutinamento delle truppe, vengono uccisi a Mainz l'imperatore Severo Alessandro e sua madre Giulia Mammea; il limes viene conquistato definitivamente dagli Alemanni; il confine torna sul Reno.

- Nel 257 d.c., il tribuno militare della città, Aureliano (futuro imperatore) respinse l’attacco dei Franchi.

- Nel 259/260 l'imperatore Postumo viene ucciso a Mainz durante una rivolta militare.

- Nel 269 si ha la rivolta del luogotenente di Mainz Leliano contro l'imperatore Postumo. Questi viene ucciso dai suoi soldati perché voleva impedire il saccheggio di Mainz.

ARCO DI DATIVIUS-VICTOR
Grazie all'abbondante quantità di frammenti architettonici recuperati negli anni 1898-1991 presso il 'Gautor' (la porta della regione) si è potuto ricostruire l'arco onorifico detto" Dativus-Victor" del III secolo d.c., dedicato alla famiglia imperiale, e che misura circa 6,50 m. di altezza e 4,60 m. di larghezza, con un fornice largo 2,45 m.

L'arco che sovrasta l'apertura è decorato sul fronte con i segni zodiacali accompagnati, al di sopra, da quattro divinità, su cui troneggiano Giove e Giunone. Negli angoli, sopra due amorini, sono rappresentate scene sacrificali, fiancheggiate dai geni delle stagioni. La parte frontale e l'intradosso dell'arco sono decorati con motivi a tralci e a lamelle. L'intero arco è costruito in pietra arenaria del Meno.

Originariamente era interamente rivestito di stucco bianco e dipinto in varie tonalità cromatiche, come dimostrano le tracce di colore. L'arco non si ergeva isolato, ma era stato concepito nel contesto architettonico di un colonnato che però è andato perduto.

L'iscrizione che gli amorini tengono in mano dice: 

In h(onorem) d(omus) d(ivinae) I(ovi) O(ptimo) M(aximo) 
conservatori arcum et porticus, 
quos Dativus Victor dec(urio) civit(atis) Taun(ensium) 
sacerdotalis Moguntiacensibus p(romisit), 
Victorii Ursus frum(entarius) et Lupus filii et heredes consumaverunt. 

Traduzione

"In onore della famiglia imperiale i figli e i successori di Dativus Victor, Victorius Ursus, commerciante di granaglie, e Victorius Lupus, hanno completato e dedicato a Giove Ottimo Massimo Conservatore l'arco e il colonnato, come promesso agli abitanti di Magonza dal padre, consigliere della Comunità dei Taunensi e sacerdote del culto imperiale."

Quindi Dativius Victor, decurio nella città del popolo del Taunus (cioè Francoforte) ed ex sommo sacerdote provinciale del culto imperiale, dedicò l'arco con le sue decorazioni a Giove, il più grande e il migliore degli Dei, nonchè un colonnato non meglio identificato,  per onorare la sacra dinastia imperiale, come una volta aveva promesso al popolo di Magonza. 

Il monumento fu terminato da Vittorius Ursus ("l'orso"), commerciante di grano, e da Victorius Lupus ("il lupo"), figli ed eredi di Victor. L'imperatore che fu così onorato non è stato identificato, ma Valeriano (253-260) è una buona ipotesi, perché suo figlio era Gallieno era il suo co-reggente ed è noto per aver visitato Magonza.

I RESTI DELL'ACQUEDOTTO
L'ACQUEDOTTO

L'acquedotto di Magonza romana, fu costruito dopo il 70 d.c., dai soldati della recente I Legione Adiutrix e della vecchia XIV Legione Gemina. Faceva parte di una serie di lavori di costruzione, che includevano la ricostruzione della fortezza legionaria sulla Kaestrich, questa volta in pietra.

Il nuovo acquedotto portava l'acqua alle terme. Aveva una lunghezza di ben nove km. La sorgente si trovava nei pressi di un villaggio oggi chiamato Finthen (dal latino fontes, "fonti"), e i resti degli archi sono ancora visibili lungo una strada che si chiama "An den Römersteinen" ("vicino alle rocce romane").


LE TERME

LA GUERRA DI PROBO

- 276-280 Guerra dell'imperatore Probo contro Alemanni, Franchi, Burgundi e Vandali. Vengono edificate delle nuove mura di cinta nella città.

- L’imperatore Marco Aurelio Probo riuscì a riconquistare l’intera area della frontiera gallica nel 278 d.c..

- 300-303 - Riforma di Diocleziano e persecuzione dei cristiani, tra i quali è ucciso il martire di Mainz Ferrutius. Non si hanno su di lui notizie biografiche certe, ma per tradizione sarebbe stato un soldato dell'esercito romano di stanza in Germania intorno al IV secolo.

ELMETTO ROMANO DI MAINZ
Nei pressi dell'attuale città di Magonza l'esercito di cui faceva parte sarebbe stato sconfitto e Ferruccio avrebbe deciso di lasciare la carriera militare e convertirsi al Cristianesimo. Per questa scelta sarebbe stato arrestato e torturato fino alla morte. (La diserzione comunque comportava la morte).

- Nel 312, secondo la leggenda, Costantino avrebbe avuto a Mainz la celebre visione della croce e da qui si sarebbe recato a Roma col simbolo di Cristo sui vessilli per vincere poi la battaglia decisiva al Ponte Milvio.

- 356-358 - L'imperatore Giuliano l'Apostata riconquista Mainz togliendola ai Germani.

- 368 Attacco del principe alemanno Rando contro Mainz indifesa.

- dopo il 368 Riconquista di Mainz.

- 406 Invasione di Burgundi, Alani, Svevi e Vandali.

- 451 Invasione degli Unni, martirio e morte del vescovo Aureo

- Nel 406-407 d.c. Mogontiacum è disfatta. I Vandali, infatti, riuscirono a penetrare e saccheggiare la città. Da quel momento in poi, Mogontiacum subì altri saccheggi, l’ultimo dei quali da parte degli Unni di Attila nel 451 d.c.. E' la fine.


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