RICOSTRUZIONE DEL CANALE E DEL FORTINO DI MATILO |
Nominato legato nella Germania Inferiore nel 47, Corbulone si distinse combattendo contro i Frisi e i Cauci comandati da Gannasco, ex ausiliario sotto Claudio dell'esercito romano, che disertò e si mise a capo di truppe di Cauci invadendo la Germania Inferiore con la guerriglia, i saccheggi e la pirateria.
A Corbulone si deve dunque il canale artificiale, la cosiddetta Fossa Corbulonis. Le indagini archeologiche del 2006, mostrarono che gli alberi furono tagliati nell'anno 50 d.c., il che suggerisce che i lavori continuarono per diversi anni o che le riparazioni furono necessarie rapidamente dopo la costruzione originale.
Corbulone riuscì a mantenere una disciplina eccellente fra le sue truppe acquistando notevole popolarità fra i soldati, ma Claudio, probabilmente geloso di tanto successo, gli impedì di proseguire oltre nella conquista, mandandolo verso le sponde del Reno. Qui, per non demoralizzare le sue truppe con l'inerzia, fece loro costruire due canali all'epoca importanti, uno dei quali fra la Mosa e il Reno.
Tacito racconta che questo canale, (che misurava 34 km), fu fatto costruire dal generale Corbulone, il quale "per tenere occupati i suoi soldati, fece scavare un canale di 23 miglia romane tra i fiumi Mosa ed il Reno, per evitare i pericoli del mare aperto".
Fu particolarmente utile in questo periodo storico per il trasferimento delle truppe del Reno nella nuova provincia romana di Britannia. Il canale permetteva anche a quelle imbarcazioni con il fondo piatto della "classis Germanica" di evitare di affrontare le terribili tempeste del Mare del Nord, rendendo più sicuro il trasporto di materiale militare dal medio corso del Reno, spesso necessario per la costruzione di "forti ausiliari.
Nel 1962 fu scoperto l'inizio del canale, a nord-ovest di Leida. Ulteriori scavi furono intrapresi a Leidschendam tra il 1989 e il 1992 e di nuovo nel 2004.
Corbulone riuscì a mantenere una disciplina eccellente fra le sue truppe acquistando notevole popolarità fra i soldati, ma Claudio, probabilmente geloso di tanto successo, gli impedì di proseguire oltre nella conquista, mandandolo verso le sponde del Reno. Qui, per non demoralizzare le sue truppe con l'inerzia, fece loro costruire due canali all'epoca importanti, uno dei quali fra la Mosa e il Reno.
Tacito racconta che questo canale, (che misurava 34 km), fu fatto costruire dal generale Corbulone, il quale "per tenere occupati i suoi soldati, fece scavare un canale di 23 miglia romane tra i fiumi Mosa ed il Reno, per evitare i pericoli del mare aperto".
ELMO CON MASCHERA RINVENUTO NELLA FOSSA CORBULONIS |
Ora le navi della Renania potevano ora spostarsi verso l'estuario della Mosa (l'Elinio) in sicurezza; laggiù era più facile trasferire merci su navi idonee alla navigazione che alla foce del Reno, a Katwijk. Ciò fu particolarmente utile perché in questi anni molti soldati vennero dalla Renania e dovettero combattere in Gran Bretagna.
È possibile che i Romani abbiano dovuto scavare solo pochi metri in profondità, sfruttando il preesistente “letto” di un piccolo fiume: la Gantel. Il percorso esatto non è noto, ma abbiamo indicazioni secondo le quali sembra che questo canale artificiale collegasse i fortini di "Forum Adriani" (oggi Voorburg, nell'Olanda meridionale) con il forte di "Matilo" nei pressi della città di Leida.
Il Canale di Corbulo era situato su una piccola striscia di terra tra le vecchie dune sulla riva occidentale e le torbiere sulla riva orientale. La capitale del Cananefates, Voorburg, fu fondata circa quattro Km a sud-ovest dello spartiacque tra i bacini fluviali della Mosa e del Reno, in un luogo oggi chiamato Leidschendam.
GLI SCAVI
Nel 1962 fu scoperto l'inizio del canale, a nord-ovest di Leida. Ulteriori scavi furono intrapresi a Leidschendam tra il 1989 e il 1992 e di nuovo nel 2004.
L'analisi degli ultimi scavi archeologici ha chiarito che il canale risalirebbe, come già detto, al 50 circa. Questo canale sembra fosse largo 12-14 metri e scavato per 3 metri di profondità.
Furono poi scoperte tracce di una alzaia lungo il canale, il che conferma il canale. Le alzaie sono robuste funi che servono per l'alaggio, e cioè per il traino di un'imbarcazione da una postazione su terraferma, allo scopo di imprimere il moto o controllare la direzione del natante, o per portare in secca le imbarcazioni, allo scopo di rendere possibili i lavori di manutenzione alle carene.
IL GENERALE CORBULO (?) |
Per mantenere il livello dell'acqua, potrebbero esserci state dighe con canali di scarico, sebbene gli archeologi non le abbiano ancora identificate. Ove necessario, le banchine possono essere state di legno. I dati dendrocronologici di queste strutture indicano che il canale fu migliorato dall'imperatore Adriano (117 - 138), che visitò la regione nel 121.
Nel 1989, nel nuovo quartiere Rietvink di Leidschendam sono stati scoperti depositi di argilla (insoliti in una regione di torbiera) e tracce di antiche lavorazioni del legno. È stato possibile stabilire che il canale era profondo circa tre metri e largo quindici metri, abbastanza per due navi.
Si è potuto perfino stabilire che lungo le rive c'erano ninfee, iris gialle, giunco fiorito e zizzanie a punta. Sulla riva occidentale sabbiosa, vicino alle dune, c'erano faggi, querce, noccioli, cespugli di ginepro, erbe, erba e olivello spinoso. Dal 1993, un moderno ponte in stile romano (ispirato al ponte Giulio Cesare costruito sul Reno) è visibile sul sito dell'antico canale.
BIBLIO
- Svetonio - Claudio -
- Tacito - Annales, II - Annales, XI.
- Edward N. Luttwak - La grande strategia dell’Impero romano -
- Frontino - Stratagemmata - trad. Roberto Ponzio Vaglia - Milano - Ed. Sonzogno - 1919 -
- Klaus Grewe - "tunnel e canali", in: John Peter Oleson - ed. Il Manuale Oxford di Ingegneria e Tecnologia nel mondo classico - Oxford University Press - 2008 -
BIBLIO
- Svetonio - Claudio -
- Tacito - Annales, II - Annales, XI.
- Edward N. Luttwak - La grande strategia dell’Impero romano -
- Frontino - Stratagemmata - trad. Roberto Ponzio Vaglia - Milano - Ed. Sonzogno - 1919 -
- Klaus Grewe - "tunnel e canali", in: John Peter Oleson - ed. Il Manuale Oxford di Ingegneria e Tecnologia nel mondo classico - Oxford University Press - 2008 -