NINFEO VILLA ALDOBRANDINI |
E' già sufficiente guardare, anzi ammirare gli splendidi ninfei delle ville, per capire, non solo quanto le ville dei secoli scorsi abbiano copiato dalle ville trovate in loco, ma quanto fossero belle le ville degli antichi romani, ville distrutte selvaggiamente e mai eguagliate in seguito. Persino queste ville che rieditano gli antichi horti romani sono rimaste oggi ineguagliate ricordo degli splendidi edifici romani.
Data la sua altitudine, in posizione dominante rispetto a Roma, offre una panoramica molto singolare, al di sotto del versante nord-ovest del monte Tuscolo, attraversato dalla Via Tuscolana, con un territorio compreso all'interno dei confini del Parco regionale dei Castelli Romani, tra Grottaferrata ad ovest e Monte Porzio Catone ad est.
I ritrovamenti archeologici più significativi risalgono all'epoca romana e appartengono alla villa patrizia di Lucullo (117 - 57 a.c.) e poi alla dinastia imperiale dei Flavi (69 - 96 d.c.). Ma le sue ville, edificate su antiche vestigia romane, richiamano molto nella struttura, ma particolarmente nei resti archologici, le antiche e splendide ville dei famosi "otii" romani (le ville dell'ozio), dove imperatori, generali e aristocratici romani andavano a ritemprarsi dalla vita convulsa dell'Urbe e dagli oneri del comando e delle guerre.
Qui ritroviamo gli splendidi marmi, spesso ricavati dalle ville sottostanti, vi si riconoscono infatti marmi di cave romane ormai estinte, vi ritroviamo gli splendidi trompe l'oeil che nonostante il nome non sono state inventate dai francesi ma dai romani, e gli splendidi giardini all'italiana che altri non sono che i giardini romani e che sono stati copiati dai francesi chiamandoli "giardini francesi" e così via, tutti inoltre caratterizzati dalla famosa "ars topiaria", cioè l'alte di dare una forma alle piante, che fu invenzione squisitamente romana.
Frascati è già un minuscolo insediamento urbano nel IX sec. Si suppone che il nome di Frascati derivi dal fatto che nella zona si raccoglieva la legna da ardere (frasche) da cui il nome delle trattorie: "fraschette" in quanto coperte da tettoie di di frasche (rami).
La cattedrale di "S. Maria in Vivario" venne innalzata sui resti del vivarium di una villa repubblicana (attribuita a Lucullo) che servì come cava alla chiesa. Anticamente la villa fu anche di proprietà di C.
Passieno Crispo, il secondo marito della potente Agrippina (già sposata a Domizio Aenobarbo) che l fece uccidere per sposare l'imperatore Claudio e assicurare il trono a suo figlio Nerone. La villa divenne poi di proprietà della gens Flavia fino a Domiziano, ma si mantenne ancora splendida fino all'imperatore Settimio Severo.
Sembra che la villa sorgesse su due terrazzamenti e su quello superiore sorse il primitivo insediamento di Frascati. La località, esattamente dove oggi sorge Piazza S. Pietro, era un importante nodo stradale dove si incrociavano la via Labicana e la via Albana.
Tusculum era stato fondato, secondo la tradizione, da Telegono, figlio di Ulisse e di Circe, in cima ai Colli Albani.Tusculum da Tusci, cioè Etruschi. Dopo la battaglia del Iago Regillo, Tusculum si uni con i Romani, divenne municipio e vide l'edificazione nelle sue vicinanze di splendide ville tra cui ricordiamo quella di Cicerone. A Tusculum nacque Catone il Censore.
LANCIANI
Cronologicamente parlando, il primo grande lavoro intrapreso e compiuto in questi classici luoghi è la riedificazione di Frascati incominciata da Paolo III nel 1538, e compiuta nel 1546 sotto la direzione del factotum Iacopo Meleghino, e dell'architetto Bartolomeo Baronino.
L'attuale centro storico della Città, che va da piazza del Mercato, via dell'Olmo, piazza Paolo III e piazza San Rocco, sorge sui resti della villa romana di Caio Passieno Crispo (secondo marito di Agrippina, la madre di Nerone).
I ritrovamenti archeologici di manufatti sia di questa villa che della grande villa suburbana di Lucullo, in prossimità di quella di Passieno, suggerisce che già in quell'epoca il sito fosse abitato, almeno per le case rurali di servitù alle ville romane di cui era disseminato tutto il colle tuscolano e che i possidenti romani edificarono fin dal I sec. a.c.
Nel quartiere di Cocciano si sono ritrovati da poco alcuni reperti archeologici, ed è stato costituito un Parco Archeologico.
"Cronologicamente parlando, il primo grande lavoro intrapreso e compiuto in questi classici luoghi è la riedificazione di Frascati incominciata da Paolo III nel 1538, e compiuta nel 1546 sotto la direzione del factotum Iacopo Meleghino, e dell'architetto Bartolomeo Baronino.
Questa opera importante comprese la fabbrica della rocca o castello, residenza ordinaria del «governatore della città di Tusculano" e straordinaria dei pontefici nelle loro gite campestri; quella delle nuove mura castellane, l'apertura di due piazze, e il gettito delle «case che occupano le strade per dirizzarle».
Se si richiama alla mente il fatto che l' intera città giace sopra le rovine di una sola antica villa imperiale, come ho descritto minutamente nel Bull. com. tomo XII, a. 1884, pp. 141, appare certo che gli architetti preposti al lavoro devono avere raccolto, per conto di casa Farnese, larga messe di antichità.
Santa Maria in Vivario, o, San Rocco, (il cui nome fa presupporre che in zona abbondassero i Vivaria romani, cioè luoghi di allevamento di animali selvatici e non, nonchè i "Pratoni del Vivaro", un altopiano dei Colli Albani sicuramente in antico adibito a detto allevamento, è la cattedrale del XVII secolo, il cui interno, a tre navate, è scandito da colonne in pietra con capitelli marmorei ionici di epoca tardo imperiale.
- Villa Lancellotti -
Edificata dai Padri Oratoriani nel 1582, acquistata poi dal banchiere Roberto Primo della famiglia Borghese. Dopo una serie di successioni, tra cui la famiglia Piccolomini, giunse nel 1866 ad Elisabetta Borghese Aldobrandini, moglie del Principe Filippo Massimo Lancellotti, della cui casata è ancora proprietà.
I ritrovamenti archeologici più significativi risalgono all'epoca romana e appartengono alla villa patrizia di Lucullo (117 - 57 a.c.) e poi alla dinastia imperiale dei Flavi (69 - 96 d.c.). Ma le sue ville, edificate su antiche vestigia romane, richiamano molto nella struttura, ma particolarmente nei resti archologici, le antiche e splendide ville dei famosi "otii" romani (le ville dell'ozio), dove imperatori, generali e aristocratici romani andavano a ritemprarsi dalla vita convulsa dell'Urbe e dagli oneri del comando e delle guerre.
SCALINATA FRASCATANA RINASCIMENTALE OVVERO SU MODELLO ROMANO |
Frascati è già un minuscolo insediamento urbano nel IX sec. Si suppone che il nome di Frascati derivi dal fatto che nella zona si raccoglieva la legna da ardere (frasche) da cui il nome delle trattorie: "fraschette" in quanto coperte da tettoie di di frasche (rami).
La cattedrale di "S. Maria in Vivario" venne innalzata sui resti del vivarium di una villa repubblicana (attribuita a Lucullo) che servì come cava alla chiesa. Anticamente la villa fu anche di proprietà di C.
Passieno Crispo, il secondo marito della potente Agrippina (già sposata a Domizio Aenobarbo) che l fece uccidere per sposare l'imperatore Claudio e assicurare il trono a suo figlio Nerone. La villa divenne poi di proprietà della gens Flavia fino a Domiziano, ma si mantenne ancora splendida fino all'imperatore Settimio Severo.
Sembra che la villa sorgesse su due terrazzamenti e su quello superiore sorse il primitivo insediamento di Frascati. La località, esattamente dove oggi sorge Piazza S. Pietro, era un importante nodo stradale dove si incrociavano la via Labicana e la via Albana.
Tusculum era stato fondato, secondo la tradizione, da Telegono, figlio di Ulisse e di Circe, in cima ai Colli Albani.Tusculum da Tusci, cioè Etruschi. Dopo la battaglia del Iago Regillo, Tusculum si uni con i Romani, divenne municipio e vide l'edificazione nelle sue vicinanze di splendide ville tra cui ricordiamo quella di Cicerone. A Tusculum nacque Catone il Censore.
IL CELEBRE VINO DI FRASCATI: EST EST EST |
LANCIANI
Cronologicamente parlando, il primo grande lavoro intrapreso e compiuto in questi classici luoghi è la riedificazione di Frascati incominciata da Paolo III nel 1538, e compiuta nel 1546 sotto la direzione del factotum Iacopo Meleghino, e dell'architetto Bartolomeo Baronino.
Questa opera importante comprese la fabbrica della rocca o castello, residenza ordinaria del «governatore della città di Tusculano» e residenza straordinaria dei pontefici nelle loro gite campestri. L'opera comprese pure le nuove mura castellane, l'apertura di due piazze, e il gettito delle « case che occupano le strade per dirizzarle».
L'attuale centro storico della Città, che va da piazza del Mercato, via dell'Olmo, piazza Paolo III e piazza San Rocco, sorge sui resti della villa romana di Caio Passieno Crispo (secondo marito di Agrippina, la madre di Nerone).
VILLA FALCONIERI |
"Cronologicamente parlando, il primo grande lavoro intrapreso e compiuto in questi classici luoghi è la riedificazione di Frascati incominciata da Paolo III nel 1538, e compiuta nel 1546 sotto la direzione del factotum Iacopo Meleghino, e dell'architetto Bartolomeo Baronino.
Questa opera importante comprese la fabbrica della rocca o castello, residenza ordinaria del «governatore della città di Tusculano" e straordinaria dei pontefici nelle loro gite campestri; quella delle nuove mura castellane, l'apertura di due piazze, e il gettito delle «case che occupano le strade per dirizzarle».
IL VINO DEI CASTELLI OVVERO LE VIGNE |
Ulisse Aldovrandi ricorda tra i marmi farnesiani - una spoglia o trofeo bellissimo con una Medusa . . . grifoni e teste di arpie e di leoni con un panno avvolto in spalla ... un trofeo spoglia armata all'antica di porfido ... un candeliere triangolare con vittorie alate ed una donna trionfante a lato, e arpie giù ai piedi » opere tutte ritrovate a Frascati. E qui giovi ripetere a illustrazione delle cose dette il passo del Cod. Tusc. 14, I, 11, e. 146: -
La villa dove oggi è fondata la città di Frascati non dubito che fosse la più ampia e spaziosa del territorio Tusculano, e se ne vedono sino ad ora le vestigie sotto la porta Romana, e si stendeva sino al giardino e palazzo dei sigg. Cherubini che poi comprò il colonnello Guaina, e questo signore, nel cavare che fece, vi trovò alcune statue di molta considerazione che trasferì in Roma nel suo palazzo.
Sotto il Castello o Rocca vi è il duomo vecchio, ed in questo luogo vi era, prima che lo fabbricassero, un altro vivaro ».
Santa Maria in Vivario, o, San Rocco, (il cui nome fa presupporre che in zona abbondassero i Vivaria romani, cioè luoghi di allevamento di animali selvatici e non, nonchè i "Pratoni del Vivaro", un altopiano dei Colli Albani sicuramente in antico adibito a detto allevamento, è la cattedrale del XVII secolo, il cui interno, a tre navate, è scandito da colonne in pietra con capitelli marmorei ionici di epoca tardo imperiale.
All'interno alcuni sarcofagi e reperti romani, insomma abbonda dei reperti di una grandiosa villa romana con relativo territorio e ricco vivaio di pesci, un'antica villa romana già ricostruita nel XIII sec. e poi abbattuta nel XVII per edificarvi la cattedrale.
L'altare maggiore è ricavato da un sarcofago del V sec.. Un'antica colonna marmorea romana è stata riutilizzata per il pulpito sulla destra.
Nella parte sottostante una cripta recentemente restaurata, riprende la struttura rettangolare del vivario su cui poggia la chiesa.
L'altare maggiore è ricavato da un sarcofago del V sec.. Un'antica colonna marmorea romana è stata riutilizzata per il pulpito sulla destra.
Nella parte sottostante una cripta recentemente restaurata, riprende la struttura rettangolare del vivario su cui poggia la chiesa.
VILLA TORLONIA |
Le 12 Ville Tuscolane
Le Ville Tuscolane attinsero molto dai resti delle ville romane che lì giacevano abbandonati, ispirando i nuovi edifici e pure gli ampi giardini sia nell'architettura che nei giochi d'acqua con le relative fantasiose fontane.
Le Ville Tuscolane attinsero molto dai resti delle ville romane che lì giacevano abbandonati, ispirando i nuovi edifici e pure gli ampi giardini sia nell'architettura che nei giochi d'acqua con le relative fantasiose fontane.
Frascati è famosa per le ville tuscolane: costruite dalla nobiltà papale fin dal XVI sec, per rappresentanza e soggiorno estivo della corte pontificia.
Le ville tuscolane, da iniziali "case di campagna" circondate da terre coltivate e da boschi, divennero ricchi palazzi adornati dai più valenti architetti ed artisti dei secoli XVI e XVII, che si rifecero tuttavia alla villa romana d'epoca imperiale come luogo di ritrovo e meditazione, insomma la villa dell'otium, con l'utilizzo del "ninfeo" come apparato decorativo del giardino, insomma tale e quale le ville degli antichi romani.
Le ville tuscolane, da iniziali "case di campagna" circondate da terre coltivate e da boschi, divennero ricchi palazzi adornati dai più valenti architetti ed artisti dei secoli XVI e XVII, che si rifecero tuttavia alla villa romana d'epoca imperiale come luogo di ritrovo e meditazione, insomma la villa dell'otium, con l'utilizzo del "ninfeo" come apparato decorativo del giardino, insomma tale e quale le ville degli antichi romani.
"Cronologicamente parlando, il primo grande lavoro intrapreso e compiuto in questi classici luoghi è la riedificazione di Frascati incominciata da Paolo III nel 1538, e compiuta nel 1546 sotto la direzione del factotum Iacopo Meleghino, e dell'architetto Bartolomeo Baronino.
Questa opera importante comprese la fabbrica della rocca o castello, residenza ordinaria del «governatore della città di Tusculano e, straordinaria dei pontefici nelle loro gite campestri;, quella delle nuove mura castellane, l'apertura di due piazze, e il gettito delle « case che occupano le strade per dirizzarle».
Questa opera importante comprese la fabbrica della rocca o castello, residenza ordinaria del «governatore della città di Tusculano e, straordinaria dei pontefici nelle loro gite campestri;, quella delle nuove mura castellane, l'apertura di due piazze, e il gettito delle « case che occupano le strade per dirizzarle».
Se si richiama alla mente il fatto che l' intera città giace sopra le rovine di una sola antica villa imperiale, come ho descritto minutamente nel Bull. com. tomo XII, a. 1884, pp. 141, appare certo che gli architetti preposti al lavoro devono avere raccolto, per conto di casa Farnese, larga messe di antichità.
Ulisse Aldovrandi ricorda tra i marmi farnesiani:
FRASCATI |
- una spoglia o trofeo bellissimo con una Medusa,
- grifoni,
- teste di arpie,
- teste di leoni,
- un trofeo spoglia armata all'antica di porfido,
- un candeliere triangolare con vittorie alate,
- una donna trionfante a lato,
- arpie giù ai piedi.
- grifoni,
- teste di arpie,
- teste di leoni,
- un trofeo spoglia armata all'antica di porfido,
- un candeliere triangolare con vittorie alate,
- una donna trionfante a lato,
- arpie giù ai piedi.
opere tutte ritrovate a Frascati.
Il panorama fu usurpato più tardi da Atanasio Kircher, il quale ne formò tre tavole per il suo Latium, intitolandole « schematismus villarum tusculanarum » e notando in esso i cambiamenti di proprietà avvenuti dal 1620 in poi.
Di questi è necessario tenere stretto conto, per riconoscerne l'origine e il luogo di ritrovamento, di molte iscrizioni tusculane, e per restituire il nome a molti ruderi di ville, di piscine e di sepolcri.
Paragonando questi due documenti grafici, del Greuter e del Kircher, con quelli contenuti nella "Raccolta delle principali fontane dell' inclitta città di Roma dessegnate et intagliate da Domenico Parasacchi", con la nova aggiunta disegnata da Girolamo Felice Romano et intagliata da Pietro Miotto Borghi, edita da Giambattista de Rossi in Agone pel giubileo del 1650: nelle "Fontane delle ville di Frascati disegnate da Gio. Battista Falda " edite da Giangiacomo de Rossi al tempo di Alessandro VII, ecc., si può ricostituire il seguente latercolo cronologico:
(Le dodici Ville Tuscolane, che ricadono nel territorio comunale di Frascati e nei territori dei confinanti Monte Porzio Catone e Grottaferrata):
VILLA ALDOBRANDINI |
- Villa Aldobrandini -
Detta anche Villa Belvedere, sorge su un'altura panoramica che sovrasta l'ingresso alla cittadina, e fu costruita per il cardinale Pietro Aldobrandini, nipote del Papa Clemente VIII su di un edificio preesistente del 1550 appartenuto a monsignor Alessandro Rufini.- Villa Falconieri -
"La fabbrica coi suoi giardini, con le terrazze e conserve di acqua, fu piantata sugli avanzi di una villa romana, " i quali si continuano a discoprire anche di presente per cura del chiaro ing. Ferdinando Gerardi."
Nel 1563 Annibal Caro acquistò un terreno dall'abbazia di Grottaferrata presso Frascati su cui costruì una villa Caravilla, che nel 1579 passò alla famiglia Cenci, poi al cardinale Tolomeo Galli di Como, al cardinale Scipione Borghese, al Duca di Gallese, Giovanni Angelo Altemps, al Cardinale Ludovico Ludovisi, e nel 1622 tutti i reperti antichi presenti nella villa, circa 50 pezzi, furono trasferiti alla Villa Ludovisi di Roma, poi divenuto museo romano.
Nel 1661 venne acquistata da Pompeo Colonna, passò alla famiglia Cesarini-Sforza e nel 1841 alla famiglia Torlonia. Tutti hanno profuso ricchezze per realizzarvi opere di straordinaria bellezza ancora oggi fruibili. Nel 1943 la villa subì un bombardamento tanto che fu completamente demolita (sig!) e venne ricostruito un edificio residenziale, mentre il parco divenne pubblico.
Nel 1661 venne acquistata da Pompeo Colonna, passò alla famiglia Cesarini-Sforza e nel 1841 alla famiglia Torlonia. Tutti hanno profuso ricchezze per realizzarvi opere di straordinaria bellezza ancora oggi fruibili. Nel 1943 la villa subì un bombardamento tanto che fu completamente demolita (sig!) e venne ricostruito un edificio residenziale, mentre il parco divenne pubblico.
VILLA LANCELLOTTI |
- Villa Lancellotti -
Edificata dai Padri Oratoriani nel 1582, acquistata poi dal banchiere Roberto Primo della famiglia Borghese. Dopo una serie di successioni, tra cui la famiglia Piccolomini, giunse nel 1866 ad Elisabetta Borghese Aldobrandini, moglie del Principe Filippo Massimo Lancellotti, della cui casata è ancora proprietà.
VILLA TUSCOLANA - DIONISO COMBATTE GLI INDIANI MOSAICO ROMANO |
"et io, come curioso delle antichità, nel detto anno 1656 prima del contagio, con un altro religioso cappuccino cavammo vicino a dette nicchie ricoperte di terra, e scoprendo dette nicchie trovassimo attaccate al muro le conchiglie marine col tartaro, come si usa ora di accomodare le fontane.... e nel piedistallo dette nicchie erano lavorate di finissimo e bellissimo mosaico che il cardinal Sacchetti volse vendere."
E' evidente che la villa sorgeva su una romana con il suo ninfeo. - Villa Vecchia -
Il casino architettato dal Vignola è piantato sugli avanzi di una fabbrica romana, la più vasta del territorio, conosciuta oggi sotto il nome di Barco. Un antico ambulacro fu mutato in istalla capace di contenere cento cavalli, e altre stanze furono adattate per uso di alloggio di fittavoli. Presso il ca.sino di Villa Vecchia, sul lato destro del viale che ad esso discende da villa Taverna, si trovano gli avanzi ben conservati dell'antica piscina » (vedi Bull. com. tomo XII, a. 1884, p. 185).
- Villa Sora -
La villa, ubicata a Frascati in via Tuscolana, sorge su una superficie che un tempo faceva parte del “Tusculano” di Licio Licinio Lucullo (117-57 a.c.) e, in epoca successiva, della villa di Saverio Sulpicio Galba (Imperatore di Roma dal 68 al 69 d.c.). Sopra a queste vestigia venne costruita la villa come casale di campagna nella II metà del Cinquecento dalla famiglia Moroni. La villa, conosciuta con il nome di “Torricella”, nel 1600 venne venduta al Marchese di Sora Giacomo Boncompagni (figlio naturale di Gregorio XIII).
Il casino architettato dal Vignola è piantato sugli avanzi di una fabbrica romana, la più vasta del territorio, conosciuta oggi sotto il nome di Barco. Un antico ambulacro fu mutato in istalla capace di contenere cento cavalli, e altre stanze furono adattate per uso di alloggio di fittavoli. Presso il ca.sino di Villa Vecchia, sul lato destro del viale che ad esso discende da villa Taverna, si trovano gli avanzi ben conservati dell'antica piscina » (vedi Bull. com. tomo XII, a. 1884, p. 185).
VILLA SORA |
- Villa Sora -
La villa, ubicata a Frascati in via Tuscolana, sorge su una superficie che un tempo faceva parte del “Tusculano” di Licio Licinio Lucullo (117-57 a.c.) e, in epoca successiva, della villa di Saverio Sulpicio Galba (Imperatore di Roma dal 68 al 69 d.c.). Sopra a queste vestigia venne costruita la villa come casale di campagna nella II metà del Cinquecento dalla famiglia Moroni. La villa, conosciuta con il nome di “Torricella”, nel 1600 venne venduta al Marchese di Sora Giacomo Boncompagni (figlio naturale di Gregorio XIII).
Nel 1893 Rodolfo Boncompagni Ludovisi, principe di Piombino, cedette la villa con tutti gli arredi al grande incisore di cammei Tommaso Saulini che la tenne fino al 1900, per poi cederla ai Salesiani, attuali proprietari. Fu originariamente un palazzo quadrato a tre piani con cortile centrale e torre belvedere, come si osserva dalle riproduzioni del 1620 di Matteo Greuter. Esso era dotato di due torrette: una con vista su Roma, l’altra, più piccola, prospiciente la facciata principale.
VILLA SCIARRA |
- Villa Sciarra -
Venne edificata a Frascati da Mons. Ottaviano Vestri da Barbiano, nel 1570 con la denominazione Villa Bel Poggio. Passò poi al Duca di Ceri, e ai principi Pallavicini, nel 1919 fu ceduta a Maffeo Barberini Colonna di Sciarra, VIII principe di Carbognano, il quale nel 1929 la cedette a Leone Weinstein.
Venne edificata a Frascati da Mons. Ottaviano Vestri da Barbiano, nel 1570 con la denominazione Villa Bel Poggio. Passò poi al Duca di Ceri, e ai principi Pallavicini, nel 1919 fu ceduta a Maffeo Barberini Colonna di Sciarra, VIII principe di Carbognano, il quale nel 1929 la cedette a Leone Weinstein.
Nel 1932 la villa venne acquistata alle Suore dell'Opera Pia Casa della Provvidenza che vi istituirono un orfanotrofio fino alla sua completa distruzione durante gli eventi della II guerra mondiale.
Ne resta il parco - giardino con ruderi classici di età romana e la terrazza panoramica. Attualmente la Villa ricostruita ed il Parco sono adibiti a scuola pubblica.
Ne resta il parco - giardino con ruderi classici di età romana e la terrazza panoramica. Attualmente la Villa ricostruita ed il Parco sono adibiti a scuola pubblica.
E' una delle dodici Ville Tuscolane realizzate dalla nobiltà papale nel XVI secolo in agro di Frascati, nei Castelli Romani. L'origine di questa « regina villarum » si fa risalire alla visita fatta da Gregorio XIII al card. Altemps il 21-23 ottobre del 1572, e al desiderio da lui manifestato di veder sorgere un casino di delizia sui ruderi di quello già appartenuto ai fratelli Quintilii, Condiano e Massimo, che domina tutto l'orizzonte romano da un ciglione di monte alto 416 m. sul mare.
Attualmente però appartiene al comune di Monte Porzio Catone, posta su di una collina a 416 msm, a circa 20 km a sud-est di Roma, vicino all'antica città di Tusculum. L'edificio, acquistato nel 1981 dall'Università degli studi di Roma "Tor Vergata", è divenuto un centro congressi.
- Villa Parisi o Borghese -
In origine villa molto modesta, del cardinale Ferdinando Taverna, acquistata nel 1614 dal cardinale Scipione Borghese. La sistemazione definitiva della villa si deve al cardinale Scipione che poté contare sull’appoggio dello zio Paolo V, che amò soggiornarvi più volte e che vi fece una strada che comunicasse direttamente con Roma.
La costruzione è formata da più corpi uniti tra loro, di cui quello centrale, il maggiore, è il casino vero e proprio, che reca sulla facciata d’ingresso, al di sopra del portale, una terrazza balaustrata sul fronte e delimitata negli altri lati dai corpi del casino.
Attualmente però appartiene al comune di Monte Porzio Catone, posta su di una collina a 416 msm, a circa 20 km a sud-est di Roma, vicino all'antica città di Tusculum. L'edificio, acquistato nel 1981 dall'Università degli studi di Roma "Tor Vergata", è divenuto un centro congressi.
VILLA PARISI (O BORGHESE) |
- Villa Parisi o Borghese -
In origine villa molto modesta, del cardinale Ferdinando Taverna, acquistata nel 1614 dal cardinale Scipione Borghese. La sistemazione definitiva della villa si deve al cardinale Scipione che poté contare sull’appoggio dello zio Paolo V, che amò soggiornarvi più volte e che vi fece una strada che comunicasse direttamente con Roma.
La costruzione è formata da più corpi uniti tra loro, di cui quello centrale, il maggiore, è il casino vero e proprio, che reca sulla facciata d’ingresso, al di sopra del portale, una terrazza balaustrata sul fronte e delimitata negli altri lati dai corpi del casino.
VILLA GRAZIOLI |
- Villa Grazioli -
La villa sorse in agro di Frascati, attualmente a Grottaferrata, edificata nel 1580 dal cardinal Antonio Carafa, passata poi a Ottavio Acquaviva d'Aragona, marchese di Atri, a cui si devono la decorazione di gran parte dei soffitti e delle volte al piano nobile.
Venne poi acquistata dal card. Scipione Borghese nel 1610 ma nel 1613 la cedeva al cardinal Taverna che a sua volta la vendette al principe Michele Peretti di Montalto, passando poi ai Savelli, i quali nel 1683 la cedono al duca Livio Odescalchi, che cura il consolidamento della struttura tra il 1696 e il 1698, sotto la direzione dell'architetto Giovanni Battista Fontana.
Nel 1833 la proprietà passa al Collegio di Propaganda Fide che la vende nel 1870 al duca Pio Grazioli, che fa compiere grandi restauri anche nel parco. Buona parte delle stanze della villa e della galleria al secondo piano, vantano affreschi seicenteschi e settecenteschi di Agostino Ciampelli, Giovanni Paolo Pannini e Antonio Carracci.
La villa sorse in agro di Frascati, attualmente a Grottaferrata, edificata nel 1580 dal cardinal Antonio Carafa, passata poi a Ottavio Acquaviva d'Aragona, marchese di Atri, a cui si devono la decorazione di gran parte dei soffitti e delle volte al piano nobile.
Venne poi acquistata dal card. Scipione Borghese nel 1610 ma nel 1613 la cedeva al cardinal Taverna che a sua volta la vendette al principe Michele Peretti di Montalto, passando poi ai Savelli, i quali nel 1683 la cedono al duca Livio Odescalchi, che cura il consolidamento della struttura tra il 1696 e il 1698, sotto la direzione dell'architetto Giovanni Battista Fontana.
Nel 1833 la proprietà passa al Collegio di Propaganda Fide che la vende nel 1870 al duca Pio Grazioli, che fa compiere grandi restauri anche nel parco. Buona parte delle stanze della villa e della galleria al secondo piano, vantano affreschi seicenteschi e settecenteschi di Agostino Ciampelli, Giovanni Paolo Pannini e Antonio Carracci.
INGRESSO DI VILLA MUTI |
- Villa Muti -
Clemente VIII trasformò l'umile casino del Cerasoli in magnifico palazzo, circondato da parco e giardino, sopra suolo ricchissimo di antiche rovine, conforme ho dimostrato in Bull. com. tomo XII, a. 1884, p. 300 seg.
« vi era un'altra grandissima villa, nella quale altro non è restato in piedi che alcune grotte sotterranee, le quali avendo io con ogni diligenza misurato, ritrovai che la fabbrica fu quadra, di cento sessanta passi geometrici, circondata di muro, dentro la quale si vede un'altro ordine o loggia da passeggiare di longhezza quasi da seicento piedi et ha il lume estrinseco per alcuni archi.
Nel mezzo di questa fabbrica seguono sette ordini di camere segrete, et ogni camera è di longhezza cento ottantanove palmi (m. 42.14) e per larghezza trentadue palmi (m. 7.18) e per una si entra nell'altra per le porte, senza però lume alcuno o finestra... Sopra delle quali era fondato il palazzo, come mostrano sino ad oggi le rovine delle fabbriche... Vi erano anche nel medesimo luogo alcuni bagni, che dimostrano li canali per dove correva l'acqua.
Lontano da questa fabbrica quasi quattrocento piedi vi è un luogo per la strada incavato in forma di anfiteatro, quasi di grandezza di quanto è il Pantheon . . . di novantasei piedi geometrici di diametro, dal quale spazioso argine o orlo si cala per alcuni scalini... Oggi altro non si vede se non li muri antichi. E questa piscina oggi è commutata in orto ».
RESTI DEL MAUSOLEO OGGI |
Alla decadenza dell'Impero Romano i patrizi si accorsero che non era più possibile arricchirsi diventando generali degli eserciti di legionari. Con l'avvento del cristianesimo i romani non combattevano perchè era peccato, ma siccome occorreva combattere si fece uso dei soldati stranieri mercenari per difendere la patria.
Purtroppo questi soldati non avevano assolutamente nè il valore nè l'abilità dei legionari romani per cui le invasioni straniere non poterono essere più bloccate. Il nuovo potere fu invece quello ecclesiastico per cui i vecchi patrizi fecero la scalata al vescovato, al cardinalato e pure al papato.
Così i nuovi palazzi e monumenti vennero edificati spogliando i bei monumenti romani delle loro bellezze: blocchi di marmo, architravi lavorati, colonne, capitelli, statue e bassorilievi. Tutto fu asportato senza un rimpianto, condannando all'oblio tanti bei monumenti. tra questi il Mausoleo di Lucullo a Frascati.
Il p. Mattei attribuisce all'anno 1598 la distruzione del cosiddetto mausoleo di Lucullo:
« massiccio in figura conica, vicino le mura della città di Frascati, nel Borgo, alla parte destra della Porta Nuova per la strada che conduce a' Cappuccini; e fu spogliato de suoi ornamenti circa l'anno 1598 de quali si servì la città nella fabrica della nuova catedrale; ma le cose migliori e più rare furono prese da diversi cavallieri Romani per adornarne le loro gallerie: ne si sa che vi fusse trovata alcuna iscrizzione . . . bensì nel farvi alcune cave ne tempi nostri, poco lungi si sono trovate molte tegole di terracotta, che servivano per coprire alcune ossa » .
(Memorie dell'antico Tusculo pp. 61-62)
CISTERNA ROMANA PRESSO LA VILLA DI GALBA
Sotto Frascati esiste ancora la cisterna romana per la raccolta delle acque che alimentava la villa dell’imperatore Galba, villa che doveva sorgere sotto Frascati in località Campitelli.
Si tratta di una cisterna quadrata di oltre 36 metri di lato, con un muro perimetrale di 60 centimetri di spessore con all’interno 25 pilastri di 1,20 metri di lato, disposti 5 X 5, che sorreggono un soffitto con volte a crociera, alto 5,5 metri dal pavimento.
L'interno della cisterna, scavato nel tufo, è rivestita di intonaco di coccio pesto.
Essa venne riprodotta dall’abate Angelo Uggeri (Gersa 1754 - Roma 1837) in una delle 24 incisioni che compongono la parte dedicata a “Tusculum” del suo lavoro “Vues pittoresques des edifices de Rome antique et ses environs” realizzato tra il 1793 e il 1810 con il disegno che vediamo qua appresso.
Però se ne può scorgere solo la sommità, e non è facile distinguerla, nel tratto di Via Enrico Fermi antistante il cosiddetto “ospedale nuovo” con tracce della struttura esterna poco oltre l’ingresso al fabbricato dell'ospedale.
Però se ne può scorgere solo la sommità, e non è facile distinguerla, nel tratto di Via Enrico Fermi antistante il cosiddetto “ospedale nuovo” con tracce della struttura esterna poco oltre l’ingresso al fabbricato dell'ospedale.
Si tratta di una cisterna quadrata di oltre 36 metri di lato, con un muro perimetrale di 60 centimetri di spessore con all’interno 25 pilastri di 1,20 metri di lato, disposti 5 X 5, che sorreggono un soffitto con volte a crociera, alto 5,5 metri dal pavimento.
Esso è composto da tre sale comunicanti con delle basse porte, la malta idraulica non essendoci più acqua si è essiccata scollandosi dalle pareti.
Due pozzi, attualmente chiusi, sono stati usati come discarica del terreno soprastante, riempiendo parzialmente due locali della cisterna.
Come al solito l'Italia non si cura delle meraviglie del suo passato, ritendone la cura una spesa eccessiva, ma un popolo non è nulla senza il suo passato, e in Italia il passato è Roma, la città che insegnò la civiltà al mondo.
La cisterna venne realizzata nel I secolo d.c. per il rifornimento della sottostante villa della famiglia dei Sulpici, alla quale appartenne l’imperatore Sergio (Servio) Sulpicio Galba.
Galba fu il sesto imperatore romano, dopo Cesare, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. Nacque a Terracina il 24 dicembre del 3 a.c., fu imperatore dal 9 giugno 68 al 15 gennaio 69, quando morì in battaglia contro Marco Salvio Otone che lo sconfisse presso il Lago Curzio e prese il suo posto nella guida dell’Impero.
BIBLIO
- Antonio Nibby - Viaggio antiquario ne' contorni di Roma di Antonio Nibby membro ordinario dell'Accademia Romana di Archeologia - Roma - Vincenzo Poggioli stampatore camerale - 1819 -
- Antonio Nibby - Delle vie degli antichi, aggiunta a Roma Antica di Famiano Nardini -
- Stefano Zen - Baronio storico. Controriforma e crisi del metodo umanistico («La Ricerca Umanistica», 2) - Napoli - Vivarium - 1994 -
- F. Borsi e G. Pampaloni - Monumenti d'Italia -Ville e giardini - Ist. Geog. De Agostini - 1985 -
- Rodolfo Lanciani - La distruzione dell'antica Roma - Roma - A. Curcio - 1986 -
BIBLIO
- Antonio Nibby - Viaggio antiquario ne' contorni di Roma di Antonio Nibby membro ordinario dell'Accademia Romana di Archeologia - Roma - Vincenzo Poggioli stampatore camerale - 1819 -
- Antonio Nibby - Delle vie degli antichi, aggiunta a Roma Antica di Famiano Nardini -
- Stefano Zen - Baronio storico. Controriforma e crisi del metodo umanistico («La Ricerca Umanistica», 2) - Napoli - Vivarium - 1994 -
- F. Borsi e G. Pampaloni - Monumenti d'Italia -Ville e giardini - Ist. Geog. De Agostini - 1985 -
- Rodolfo Lanciani - La distruzione dell'antica Roma - Roma - A. Curcio - 1986 -