Le cause delle tre rivolte di Israele contro i Romani che le trasformarono in tre guerre e tre sconfitte per i Giudei, vanno ricercate soprattutto nell'epoca precedente alla dominazione romana, dove vennero sviluppare le teorie apocalittiche e premessianiche, che trovarono spazio nella letteratura d'epoca e in special modo nel Libro di Daniele, teorie che identificarono nell'Impero romano il quarto impero premessianico.
Sotto Roma, i rapporti religiosi furono di estrema tolleranza da parte dei romani che dapprima non toccarono i templi ebraici e lasciarono libero culto ai Giudei del loro unico Dio, ma di estrema intolleranza da parte degli ebrei che consideravano insulto ed empietà la presenza dei templi romani. Il monoteismo non ammette altri Dei e trova giusto e santo combattere tutti coloro che non condividono il culto del vero unico Dio.
Tutte e tre le guerre giudaiche terminarono con la vittoria dei Romani sui Giudei. Sono infine da ricordare altre due ribellioni ebraiche contro i Romani, sebbene non siano normalmente incluse tra le "guerre giudaiche":
Tutte e tre le guerre giudaiche terminarono con la vittoria dei Romani sui Giudei. Sono infine da ricordare altre due ribellioni ebraiche contro i Romani, sebbene non siano normalmente incluse tra le "guerre giudaiche":
- la rivolta ebraica contro Gallo del 351-352, terminata con la distruzione delle città ribelli,
- la rivolta ebraica contro Eraclio del 613, che portò gli Ebrei a governare Gerusalemme per cinque anni.
Nel 70 d.c., un certo numero di rivoltosi scampati alla disfatta dei Giudei trovarono rifugio ad Alessandria d'Egitto e a Cirene. Qui si adoperarono per diffondere le loro idee nei livelli inferiori della popolazione ma non ebbero seguito presso le classi superiori e la borghesia cittadina che, lieti del migliore tenore di vita acquisito con i nuovi conquistatori, non solo rimasero fedeli a Roma ma anzi consegnarono molti dei ribelli alla giustizia.
Pertanto per quarant'anni i rapporti tra Roma e Giudei furono distesi e l'imperatore Nerva abolì l'obolo dovuto dai Giudei a Roma, ma la tensione ad Alessandria tra Giudei e Greci restò sempre alta, dando vita spesso a scontri e tumulti.
La maggioranza dei rabbini e della popolazione accettava la sottomissione di Roma come fase transitoria ma necessaria in quanto voluta da Dio in espiazione dei loro peccati, ma pure in attesa dell'avvento dell'età messianica, sempre prossima a verificarsi. La regola attuale era l'abbandono delle armi, lo studio dei testi sacri e l'osservanza della Legge divina.
In alcuni ambienti della Palestina e della Diaspora prevaleva invece una convinzione di matrice apocalittica, ovvero che la distruzione di Gerusalemme e del Tempio fosse il momento culminante del periodo di tribolazione antecedente all'era del riscatto divino con l'immancabile vittoria giudaica.
TRAIANO |
IL MESSIA
Il Messia nell'ebraismo è un re futuro che porterà la salvezza a Israele e all'umanità ed insegnerà la Torah. Nell'Era Talmudica significa "il Re unto", e si riferisce al re ebraico che riscatterà Israele nella "Fine dei giorni" e che la condurrà verso un'era messianica di pace e prosperità sia per i vivi che per i morti. Il Messia ebraico, a differenza di quello cristiano, non viene considerato divino e non corrisponde alla figura di Gesù di Nazaret.
L'ebraismo ortodosso sostiene che:
L'ebraismo ortodosso sostiene che:
- il Messia discenderà dal padre secondo il lignaggio della Casa di Davide,
- radunerà gli ebrei riportandoli in Terra di Israele,
- inaugurerà un'era di pace,
- costruirà il Terzo Tempio,
- genererà un erede maschio,
- ricostituirà il Sinedrio,
- La malvagità e la tirannia non potranno resistere di fronte al suo comando (Isaia 11:4)
- Le nazioni riconosceranno i torti che hanno fatto a Israele (Isaia 52:13–53:5)
- L'intero mondo adorerà l'Unico Dio di Israele (2:17 Isaia)
- I popoli del mondo si rivolgeranno agli Ebrei per ricevere guida spirituale (Zaccaria 8:23)
- Non vi sarà più fame o malattia, e la morte cesserà (Isaia 25:8)
- Tutti i morti risorgeranno (Isaia 26:19)
Queste idee bizzarre vennero trascritte in una produzione letteraria fra il 70 e il 135 d.c., l'"Apocalisse di Baruc" e il "Quarto libro di Esdra" dove ci si interrogava sulla distruzione del Tempio e sul suo significato, con allegorismi vari: il leone è il Messia e l'aquila che soccombe è l'Impero Romano.
- L'intero mondo adorerà l'Unico Dio di Israele (2:17 Isaia)
- I popoli del mondo si rivolgeranno agli Ebrei per ricevere guida spirituale (Zaccaria 8:23)
- Non vi sarà più fame o malattia, e la morte cesserà (Isaia 25:8)
- Tutti i morti risorgeranno (Isaia 26:19)
Queste idee bizzarre vennero trascritte in una produzione letteraria fra il 70 e il 135 d.c., l'"Apocalisse di Baruc" e il "Quarto libro di Esdra" dove ci si interrogava sulla distruzione del Tempio e sul suo significato, con allegorismi vari: il leone è il Messia e l'aquila che soccombe è l'Impero Romano.
A questa produzione letteraria si aggiungevano idee altrettanto bizzarre come quella che Nerone fosse ancora vivo dopo il 69 d.c., e che assumeva un ruolo positivo ove, colpendo i suoi connazionali, li avrebbe puniti anche per la distruzione del Tempio e per la persecuzione di Israele (raccolta Oracoli sibillini).
LA RIVOLTA
Questa tensione farneticante portò alla grande rivolta tra il 115 e il 117 d.c., che coinvolse numerose e importanti comunità giudaiche in Egitto, in Cirenaica, a Cipro e in Mesopotamia, cogliendo di sorpresa lo stesso imperatore Traiano, già impegnato in una campagna militare in Oriente, visto che la fedeltà delle aristocrazie romano-giudaiche della Diaspora e della Palestina aveva fino ad allora garantito un quarantennio di pace.
La rivolta scoppiò in Cirenaica nel 115 d.c. per poi estendersi in Egitto e Cipro con violentissimi scontri tra i Giudei e i residenti prima nelle città e poi nei villaggi; poi la rivolta si spostò verso Oriente, e poi in Egitto, forse per passare in Palestina.
A confermare l'attesa apocalittica-messianica vi fu un violentissimo terremoto che nel 115 devastò la capitale della Siria e le regioni orientali, evento visto come l'inizio della vendetta di Dio verso i pagani, anche se in realtà colpi pure i credenti.
Infatti secondo un vaticinio contenuto negli Oracoli sibillin (tra l'altro oracoli di origine italica adottati poi dai Romani) la città di Antiochia era destinata alla distruzione prima dell'avvento del Messia; ma fu una conferma pure la presenza di Traiano, imperatore del quarto impero messianico, che per giunta rimase leggermente ferito. La predetta liberazione sarebbe poi terminata con il ritorno alle terre d'esilio, ovvero alla Palestina.
IN EGITTO
In Egitto i tumulti scoppiarono prima nelle campagne, ed i Greci si rifugiarono ad Alessandria, dove impedirono ai Giudei di prendere il controllo della città, circoscrivendone la rivolta alle campagne dove vennero però annientati dopo vari scontri nell'autunno del 117 d.c.
Nell'isola di Cipro i ribelli distrussero la città di Salamina con un eccidio spietato che praticamente annientò gli abitanti. Per questo, dopo la repressione, a nessun Giudeo venne permesso di mettere piede nell'isola pena la morte.
IN CIREANAICA
In Cirenaica, nel 115, gli scontri riguardarono dapprima le città principali e poi i villaggi; la rivolta si spostò quindi verso Oriente, fino all’Egitto, dove però non riuscì ad attecchire nelle città e quindi i ribelli furono ben presto, nel 117, sterminati.
In Mesopotamia la rivolta scoppiò durante la Guerra Partica di Traiano. L'imperatore aveva già conquistato la Mesopotamia, l'Armenia e altri territori ma la conquista venne vanificata dalla rivolta delle popolazioni da poco sottomesse. I Giudei parteciparono alla sollevazione per motivi religiosi, mentre le popolazioni locali, già sotto il dominio partico, a cui era stato concesso un elevato livello di autonomia, temevano che la rivoluzione portasse a diminuzione del traffico delle carovane e pertanto un crollo economico.
In Mesopotamia la rivolta scoppiò durante la Guerra Partica di Traiano. L'imperatore aveva già conquistato la Mesopotamia, l'Armenia e altri territori ma la conquista venne vanificata dalla rivolta delle popolazioni da poco sottomesse. I Giudei parteciparono alla sollevazione per motivi religiosi, mentre le popolazioni locali, già sotto il dominio partico, a cui era stato concesso un elevato livello di autonomia, temevano che la rivoluzione portasse a diminuzione del traffico delle carovane e pertanto un crollo economico.
LA PROTEZIONE ROMANA DEI GIUDEI
Comunque anche dopo le guerre del 66-70, (e pure quelle del 115 e del 135), i romani continuarono a mantenere in vigore i provvedimenti che autorizzavano i giudei a vivere a modo loro nell'ambito dell'impero, ivi compresa l'esenzione di fare atto di ossequio all'imperatore in quanto Dio.
Come testimonia Flavio Giuseppe, i giudei erano molto malvisti dai pagani, soprattutto in oriente, e soltanto la protezione dei romani assicurava la loro incolumità, protezione che non venne meno neppure dopo le grandi ribellioni del I e del II secolo. Non a caso Tito rifiutò di estradare i giudei dalle province romane, come la popolazione chiedeva a gran voce.
Come testimonia Flavio Giuseppe, i giudei erano molto malvisti dai pagani, soprattutto in oriente, e soltanto la protezione dei romani assicurava la loro incolumità, protezione che non venne meno neppure dopo le grandi ribellioni del I e del II secolo. Non a caso Tito rifiutò di estradare i giudei dalle province romane, come la popolazione chiedeva a gran voce.
Basta leggere i Vangeli per rendersi conto che i Romani, che riuscivano a gestirle di solito abbastanza agevolmente, in Giudea avevano grosse difficoltà a causa del carattere particolare del popolo ebraico, che si considerava, e si considera, eletto da Dio e pertanto speciale.
Così tra il 113 e il 116 Traiano, occupata la capitale partica Ctesifonte, ridusse a province l’Armenia, la Mesopotamia e l’Assiria, cercando l'appoggio delle comunità ebraiche disseminate nell’impero partico, sostenendole finanziariamente e costruendo loro una nuova strada che avrebbe loro consentito di rientrare in Palestina. Ma il tentativo andò in fumo. L'attesa messianica era più forte del buon senso.
Traiano allora usò un comportamento molto più pesante nei confronti dei Giudei della Mesopotamia, volendoli punire in modo esemplare. Anche la Giudea, pur non avendo partecipato alla rivolta, ebbe dei contraccolpi. Il controllo del territorio venne rafforzato con lo stanziamento di un secondo contingente permanente.
All’origine delle guerre giudaiche vi furono pertanto le teorie escatologiche, apocalittiche e messianiche che si erano diffuse in Israele prima della dominazione romana. Dagli stessi Vangeli si evince come all’epoca di Gesù esse fossero diffusissime: gli Ebrei attendevano un “unto” che avrebbe dovuto liberarli, la cui venuta era considerata imminente quando visse Gesù e fu considerata ancora tale anche dopo, fino alla terza guerra giudaica in cui il capo dei rivoltosi si era proclamato Messia.
- Giulio Firpo - Le rivolte giudaiche - Bari - Laterza - 1999 -
- Martin Goodman - Roma e Gerusalemme. Lo scontro delle civiltà antiche - Roma-Bari - Editori Laterza - 2009 -
- Martin Goodman - Roma e Gerusalemme. Lo scontro delle civiltà antiche - Roma-Bari - Editori Laterza - 2009 -
- Flavio Giuseppe - De Bello Iudaico - 1559 -
- Edward Gibbon - On the Triumphs of the Romans - 1764 -
- Edward Gibbon - On the Triumphs of the Romans - 1764 -
- Giovanni Brizzi - 70 d.c. La conquista di Gerusalemme - Roma-Bari - Laterza - 2015 -
- Piganiol André - Le conquiste dei romani - Milano - Il Saggiatore - 1989 -