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FILIPPICO

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FILIPPICO


Nome: Filippico, Bardane
Nascita: ?
Morte: 713
Padre: Niceforo
Regno: 711-713


LE ORIGINI

Filippico, il cui nome originale era Bardane, è stato un imperatore bizantino che governò dal 711 fino alla sua morte nel 3 giugno 713. Venne ritenuto da molti di origine armena, a causa del suo nome (forma ellenizzata di "Vardan"). Lo storico Christian Settipani lo collega alla famiglia Mamikonian, attraverso suo padre Niceforo, patrizio nel 668. 

I cronisti Teofane Isaurico (758-817) e Michele il Siro ( 1126 - 1199) lo presentano come un uomo colto e molto eloquente, anzi Teofane si scandalizza per come l'intelligenza dei suoi discorsi contrasti con le sue sordide azioni. Di famiglia patrizia, era figlio di un certo Niceforo non meglio identificato, ma in qualità di aristocratico svolse il suo cursum honorum facendo una rapida carriera sotto Giustiniano II (669 - 711) dove raggiunse il grado di ufficiale. 



L'ESILIO

Non andò altrettanto bene nel 702/703, sotto l'Imperatore Tiberio III (... - 706) in quanto ebbe l'ingenuità di raccontare a dei suoi amici di corte un sogno notturno in cui si vedeva imperatore. Era solito tra i cortigiani sgomitare tra loro per accattivarsi la simpatia e quindi la generosità dell'imperatore, la reggia di Costantinopoli non fece eccezione. 

I suddetti amici che intrigavano per il favore dell'imperatore riferirono il sogno a quest'ultimo suggerendogli la pericolosità della situazione. Giustiniano si fece condizionare e temendo Filippico come un rivale, lo fece esiliare a Cefalonia.

ARISTOCRAZIA BIZANTINA


LA RIVOLTA

Più tardi, nel 711, Giustiniano II inviò una spedizione punitiva contro Cherson, dove era stato esiliato, ma la popolazione di Cherson si rivoltò e si ribellarono anche Filippico insieme allo spathiaros (guardia del corpo del generale) Elia; così la popolazione, che già lo conosceva come ottimo generale, proclamò Filippico imperatore. 

Giustiniano II inviò quindi una flotta per sedare la rivolta ma la spedizione fallì e i soldati, un po' perchè conoscevano la vendetta dell'imperatore, un po' perchè erano stanchi della sua crudeltà, passarono dalla parte dei ribelli e a loro volta riconobbero Filippico come imperator, allora questi, con l'appoggio dell'esercito e dei Cazari, un popolo nomade che già aveva sostenuto Eraclio contro i Persiani, marciò su Costantinopoli. 



L'ACCLAMAZIONE

Saputo ciò Giustiniano II vi si diresse repentinamente per rifugiarsi nella capitale, ma quando arrivò sulla riva asiatica del Bosforo, Filippico e Mauro erano già entrati in città. La popolazione di Costantinopoli ed il Senato furono molto soddisfatti della caduta di Giustiniano ed accolsero soddisfatti Filippico proclamandolo a loro volta il nuovo imperatore.

Filippico fece giustiziare i principali ministri di Giustiniano II e uccisero per quanto ancora un bambino il suo figlioletto Tiberio, strappandolo dall'altare della chiesa delle Blacherne, nonostante le suppliche della madre Teodora. 

I rivoltosi si recarono poi al campo di Giustiniano presso Calcedonia, dove catturarono e decapitarono il deposto imperatore nel novembre del 711. La sua testa fu inviata a Filippico, che la fece spedire a Ravenna e pure a Roma a monito di eventuali dissidenti.



IL MONOTELISMO

Da lungo tempo la tolleranza romana per le religioni era svanita e con il Cristianesimo aveva avuto inizio una serie vastissima di discordie su particolari assurdi che dettero luogo a infinite persecuzioni rivolte non solo ai pagani, ma anche ai cristiani. Queste persecuzioni dettero origine al nome 
"MALLEUS HAERETICORUM" il martello degli eretici, che vennero pertanto perseguitati e uccisi.

Il monotelismo (o eresia di Sergio) affermava che Cristo avesse una libera volontà umana distinta da quella divina Tale dottrina fu dichiarata eretica dalla Chiesa cattolica perchè se così fosse stato il Cristo avrebbe potuto anche ribellarsi a quest'ultima e dunque anche peccare, evenienza esclusa dai concili di Efeso e di Costantinopoli II, per i quali egli era immune da passioni o inclinazioni ribelli alla volontà di Dio.

Come molti Armeni, Bardane era seguiva la dottrina del monotelismo, sperando di poter riconciliare la Chiesa Ortodossa con i monofisiti, ma venne condannata come eretica dal Sesto Concilio Ecumenico del 680. La Chiesa Ortodossa dell'impero bizantino ritenne e ritiene di essere l'unica Chiesa universale fondata da Gesù Cristo, del resto anche la Chiesa Cattolica ritenne di essere l'unica Chiesa universale fondata da Gesù Cristo.

Dunque nel gennaio del 712, Filippico depose il patriarca Ciro e lo sostituì con Giovanni VI, favorevole alla teoria monotelita, organizzò un concilio solamente bizantino che annullò quello del 680 e impose il monotelismo come dottrina ufficiale dell'Impero e la maggioranza dei vescovi, tra cui il futuro patriarca Germano, allora metropolita di Cizico, si sottomisero. Naturalmente la delibera non piacque al Papa, dove i rappresentanti dell'imperatore furono espulsi dalla città. 

ICONOCLASTIA


ICONOCLASTIA

Durante il breve regno di Filippico, iniziarono le prime tendenze iconoclaste (demolizione delle immagini), con la distruzione di un dipinto del palazzo imperiale rappresentante il VI concilio ecumenico e con la rimozione di un'iscrizione commemorativa posta davanti al palazzo; al suo posto venne messa un'effigie dell'imperatore e una del patriarca Sergio, fervente monotelita. 

Altri imperatori iconoclasti rimossero poi le immagini religiose, dando invece massima pubblicità ai ritratti dell'imperatore. La lotta era accanita perchè le tendenze religiose approvate dall'imperatore acquisivano beni e prebende, togliendole alla fazione avversa.

Alla rimozione della rappresentazione del VI concilio ecumenico dal palazzo imperiale di Costantinopoli, il Papa rispose facendo portare nella chiesa di San Pietro immagini che rappresentavano tutti e sei i concili. Così la lotta tra l'imperatore e il papa una lotta continuò attraverso l'accettazione o il rifiuto di determinate rappresentazioni iconografiche. 

Nacquero così le numerosissime eresie che si trasformarono in continue battaglie e condanne feroci, e il popolo non fu insensibile alle lotte, trasformando spesso la tifoseria delle corse dei carri che si svolgevano nel circo in una lotta religiosa tra i vari sostenitori, principalmente tra i "verdi" e gli "azzurri", sempre in contrasto tra loro.

STEMMA DELL'IMPERO DI BISANZIO


LA FINE DEL REGNO DI FILIPPICO

Nel 712, le truppe arabe, comandate da Maslama ben Abd al-Malik, invasero l'Asia Minore, saccheggiando Amasea, nel tema armeno, e Misthia, in quello anatolico. Le battaglie cessarono durante l'inverno ma in primavera distrussero per sempre la città di Antiochia di Pisidia.

Dopo l'attacco degli arabi a Costantinopoli i Bizantini riuscirono a sconfiggerli ripetutamente e i soldati romani sul fronte fondando tre grandi themi: Anatolikon, Armeniakon e Opsikion. Quando i Bulgari del khan Tervel, che voleva vendicare Giustiniano II da cui aveva ricevuto aiuti, regali e privilegi, accorsero fino alle mura di Costantinopoli, ne distrussero tutti i territori d'intorno, dove le più ricche famiglie bizantine avevano splendide ville destinate alle vacanze estive. 

Allora l'imperatore Filippico incaricò Giorgio Burafo, stratego del thema di Opsikion, di fermare le truppe bulgare, ma questi già avverso segretamente al sovrano usurpatore, si alleò con un ricco patrizio di nome Teodoro Myakios e decise di porre fine al regno di Filippico. 

Il 3 giugno, alla vigilia della Pentecoste, inviò a Costantinopoli un reggimento comandato dal suo ufficiale Rufo che irruppe a sorpresa nel palazzo mentre Filippico dormiva, lo rapirono e lo condussero all'Ippodromo, dove lo accecarono. Secondo le tradizioni bizantine, riprese da quelle orientali, le mutilazioni impedivano a una persona di regnare in quanto dimostravano la mancanza del favore divino.
 
Probabilmente l'intento di queste azioni era di far incoronare imperatore Giorgio Burafo, ma i cospiratori non tennero conto di un'ulteriore cospirazione, stavolta a favore dell'ex imperatore, e il giorno seguente fu il protasekretis (capo degli asēkrētai, la classe più elevata dei notai imperiali) Artemio a essere proclamato basileus dalla folla raccolta a Santa Sofia, con il nome di Anastasio II che durò nel suo regno meno di Filippico (713-715). 

Quest'ultimo fece comunque punire i congiurati con la legge del taglione, secondo i dettami della Bibbia, facendo accecare chi aveva accecato Filippico che fu poi inviato al monastero dei Dalmati, dove morì, dopo soli tre anni di regno, all'inizio del 714.


BIBLIO

- Teofane Confessore - Cronaca -
- Agapio di Gerapoli - Storia Universale -
- Georg Ostrogorsky - Storia dell'Impero bizantino - Milano - Einaudi - 1968 -
- John Julius Norwich - Bisanzio - Milano - Mondadori - 2000 -
- Silvia Ronchey - Lo stato bizantino - Torino - Einaudi - 2002 -
- Alexander P Kazhdan - Bisanzio e la sua civiltà -  Bari - Laterza - 2004 -
- Ralph-Johannes Lilie - Bisanzio la seconda Roma - Roma - Newton & Compton - 2005 -
- Giorgio Ravegnani - Imperatori di Bisanzio - Bologna - Il Mulino - 2008 -

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