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VULCACIO RUFINO - VULCACIUS RUFINUS

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STATUA DI TOGATO

Nome: Vulcacius Rufinus,
Nascita:
Morte: 368 d.c. 
Parentele: fu fratello (o fratellastro) di Nerazio Cereale (fratello di Galla, moglie di Giulio Costanzo, figlio dell'imperatore Costanzo Cloro e fratellastro dell'imperatore Costantino I.), fu fratello di Galla (la madre di Costanzo Gallo) e fu zio materno di Giuliano l'Apostata.
Professione: politico romano

COSTANTIO GALLO


CURSUM HONORUM

A causa della sua nobile parentela ma pure della sua rara abilità salì e spaziò in una delle più straordinarie carriere di cui si ha menzione e in cui visse i ruoli di:
 
- "pontifex maximus" (pontefice massimo, r. CIL , VI 32051 = ILS 1237), 

- "consularis Numidiae" cioè governatore per la Numidia, 

- "comes ordinis primi intra consistorium" sotto l'imperatore Costante I o suo fratello Costanzo II, 

- "comes per orientem Aegypti et Mesopotamiae" (comandante in capo), 

- per easdem (per gli stessi, cioè per Aegypti et Mesopotamiae) venne nominato "vice sacra iudicans" (cioè giudice) dal 5 aprile 342, 

- praefectus praetorio per l'Italia dal 344 al 347 (tra le prefetture di Fulvio Placidio e Ulpio Limenio) - "Memmio Vitrasio Orfito (degli Praetextati) fu convinto di peculato in seguito all'accusa di un panettiere romano, proprio quel Terenzio di cui I 'asino di Pistoia aveva prefigurato l'ascesa politica; nel 364 dovette andare in esilio e subire la confisca dei beni. II tipo di attacco, realizzato utilizzando la delazione di un presunto cliente, fa che fosse stato ordito da casate aristocratiche rivali. Però, doveva essere del tutto estraneo alla questione tantoché, quando alla sua prima udienza, il nuovo prefetto del pretorio Vulcacio Rufino chiese di richiamare dall'esilio Memmio Vitrasio Orfito, subito lo concesse.

- console ordinario prior per il 347 con Flavio Eusebio, 

- praefectus praetorio per l'Illyricum tra il 347 e il 352, 

IMPERATORE MAGNENZIO

- mentre era prefetto, fu inviato dall'usurpatore Magnenzio, che aveva spodestato Costante, in una ambasciata presso Costanzo II, assieme a Marcellino, Massimo e Nunechio. Rufino non venne arrestato, a differenza dei suoi compagni, e rimase prefetto dell'Illyricum per Costanzo. 

- præfectus prætorius Galliarum, nel 354, dopo la caduta di Magnenzio, cioè fu prefetto in Gallia, risiedendo nella capitale Constantina (Arles), ma fu rimpiazzato da Gaio Ceionio Rufio Volusiano Lampadio, forse in quanto parente di Costanzo Gallo, quando questi cadde in disgrazia presso l'imperatore. 

- Tra il 365 e il 368 fu prefetto del pretorio per l'Italia, la Gallia e l'Africa, succedendo a Claudio Mamertino. 

Morì in servizio, non si sa se di incidente o malattia.
« Per haec tempora (368) Vulcatio Rufino absoluto vita, dum administrarat, ad regendum praefecturam praetorianam ab urbe Probus accitus... ». "In questo periodo (368) Vulcacio Rufino lasciò la sua vita, mentre amministrava, e mentre deteneva la prefettura pretoriana sotto il comando di Probo"


BULLETTINO DELLA COMMISSIONE ARCHEOLOGICA COMUNALE DI ROMA 
LA CASA DI VULCACIO RUFINO

Nel giorno 21 decembre del 1883 cavandosi le terre per la fondazione del braccio posteriore del palazzo del Ministero e precisamente verso il centro di detto braccio si discopri, sopra un pavimento incrostato di ricchi marmi (bigio, broccatello, alabastro a nuvoli) ed addossato ad una parete rivestita pure essa di altri splendidissimi marmi, un piedistallo marmoreo di statua adorno delle rozze modanature del secolo quarto: il consueto orciuolo vi è scolpito sul lato sinistro, la patera sul destro. 

Sulla fronte incorniciata di listello e di gola rovescia è incisa con pessimi caratteri e con non pochi errori una epigrafe eulogica di Vulcacio Rufino. Sebbene questa sia stata già divulgata dal Lanciani (Notizie degli scavi, 1884 p. 190 48 Scoperte archeologiche e Bull. arch. com. 1884 p. 45), pure credo utile il riprodurla ora che qualche particolare aggiungiamo intorno al chiarissimo personaggio cui essa si riferisce: 

SINGULARI AUCIORITATIS • SPLENDORE POLLEN TI ADMIRABILISQVE ELOCUJENTIAE BENI UOLENTIE FELICITATE GLORIOSOUCNC TARUMQ • DIGNITAIUM FASTIGIA FABO RABILI MODERATIoNE lUSIIIIAE SUPER GRESSO UULCACIO RVFINO U • C- CONS ORDIN • PRAEI • PRAETORIO GOMITI PER ORLENTEM AECYPTI ET MESOPOTAMIAE PER PASDEM VICE SACRA IVDICANTI GOMITI ORDINIS PRIMI INTRA CONSISTORI VM NVMIDIAE CONSVLARI PONTIFICI MAIORI OB INNVMRRABILES SVBLIMIS BENIGTATIS TIIVLoS RAVENNATES MONVMENVTM PFRENNIS MEMoRIAE IN VESTIBVLO DOMVS STATVALI VENE RATIONE DICAVERVNT VT 

PIEDISTALLO STATUA NERAZIO CEREALE

Traduzione:
[ Vigoroso nel rilevante splendore dell'autorità, glorioso nella buona fortuna di ammirabile eloquenza e benevolenza, a colui che ha preso su di sé il peso di tutti gli uffici con favorevole moderazione, a Vulcacio Rufino, vir clarissimus, console ordinario, prefetto del pretorio e giudice rappresentante dell'Imperatore per l'Oriente, l'Egitto e la Mesopotamia, comes del primo ordine nel concistorio imperiale, consularis di Numidia, pontefice maggiore, per gli innumerevoli esempi di eminente favore, i Ravennati dedicano questo monumento alla sua eterna memoria nel vestibolo della sua casa, onorandolo con una statua. Così sia. ]

La statua di Vulcacio era stata eretta dai Ravennati in vestibulo domus (nel vestibolo della casa). Scoperto, come già dissi, il piedistallo sopra l'antico pavimento ed addossato all'antica parete, non può cadere dubbio alcuno intorno alla ubicazione del vestibolo e però della casa di Vulcacio Rufino. 

Ammìano Marcellino, narrando della morte di Gallo, dice quel Cesare figlio di Costanzo, fratello di Costantino imperatore, e di Galla sorella di Rufino e di Cereale i quali nobilitarono il consolato e la prefettura: 
« Gallus natus apud Tuscos in Massa Veternensi patre Constantia Constantini fratre imperatoris, matreque Galla sorore Rufini et Cerealis, quos trabeae consulares nobilitarunt et praefecturae ». 
(Lib. XIY e. ult.). 

Dalle riferite parole di Ammiano, che sono il primo ricordo storico di Vulcacio Rufino, apprendiamo pure come egli fosse zio materno dell'imperatore Giuliano l'Apostata fratello di Gallo Cesare. Lo stesso storico ne assicura che nell'anno 361 Massimo fu chiamato da Giuliano alla prefettura di Roma in luogo di Tertullo, in grazia di Vulcacio Rufino: 
« lulianus  in locum Tertulli Maximum urbi praefecit aeternae, ad Rufini Vulcatii gratiam». 
(Lib. XXI, 12, 24). 

All'anno 338 appartiene il ritratto morale che Ammiano (Lib. XXVII, 7, 2) ci offre di Vulcacio: 
« cui ideo Vulcatius successit Rufinus, omni ex parte perfectus et velut apicem senectutis honoratae praetendens, sed lucrandi oportunas occasiones occuitationis spe, nunquam praetermittens, qui nanctus copiam principis, Orfìtum ex praefecto urbis solutum exilio, patrimonii redintegrata iactura remitti fecit in lares». 

Nello stesso anno, sempre per testimonianza di Ammiano (Lib. XVII, 11, 1), Vulcacio, esercitando la dignità di prefetto del pretorio, moriva: 
« Per haec tempora (368) Vulcatio Rufino absoluto vita, dum administrarat, ad regendum praefecturam praetorianam ab urbe Probus accitus... ». 

Oltre i citati ricordi storici, sono noti intorno a Vulcacio Rufino due altri monumenti epigrafici. Il primo è "Valbus ordinis coloniae Thamugadensis
(Mommsen,Ephem. epigraphica III p. 78; C. L L Vili, 2403). 

In questo albo che altro non è se non una lista senatoria di Tamngaddi in Africa, pertinente all'anno 360 circa, il primo fra i patroni viri clarissimi è appunto Vulcacio Rufino: 
ALBVS ORDINIS COL THAMG VV • ce VVLCACIVS R.VFINVS PTR MARIVS DECIANVS PTR INSTEIVS LAMPADIVS PTR 

La seconda iscrizione è quella di Savaria (f. /. L III, 4180) e ricorda la prefettura del pretorio di Rufino nell'anno 349: 
BEATITVDINE • D • NCONSTANTIS • VICTORIS AC TRIVMFATORIS SEMPER • AVG PRO VI SA CO PI A QV AE HORREIS DEERAT POSTE A QVAM CONDENDIS HORREA DEESSE COEPERVlT H AEC WLC • RVFINVS • V • C • PRAEF • PRAET • PER SE COEPTA IN SECVRITATEM PERPETEM REI ANNONARIAE DEDICAVIT 

Finalmente alcuni rescritti del Codice Teodosiano sono pure indirizzati a Vulcacio Rufino; fra questi ricordo: 
- De hereditate decurionum V Kal. lan. Limenio et Catullino coss. (a 349: Lib. VI tit. LXI). 
- Qui testamenta facere possunt eie. V Kal. Mari. Constantio Àug. et Constante Caes. coss. (a 352: Lib. VI tit. XXII). 

L'iscrizione trovata nei nostri sterri oltre all'essere importantissima per la topografia, lo è pure per l'esposizione dell'intiero "cursus honorum" dell'illustre personaggio. Rufino ci appare console ordinario (a. 347), prefetto del pretorio (349), iterum (368), governatore di Oriente, comes per Orientem, di Egitto e di Mesopotamia, comes Aegypti et Mesopotamiae e per le stesse Provincie giudice in appello, per easdem "vice sacra iudicans". 

È menzionato inoltre come appartenente alla comitiva "ordinis primi intra consistorium". È noto che il "consistorium" era una trasformazione avvenuta nel secolo IV del "consilium principis" istituito da Augusto. Al governatore della Numidia spettava nello stesso secolo il titolo di "consularis" e così è ricordato Rufino nell'epigrafe nostra. Fu egli inoltre insignito della dignità di pontefice maggiore.  

Mi piace da ultimo notare la frase della dedicazione STATVALI VENERATIONE che, per quanto io sappia, è al tutto nuova nell'epigrafia latina. Delle sigle VT onde è terminata l'iscrizione non so rendere interpretazione alcuna plausibile. Vulcacio Rufino fu pure legato per vincoli di parentela, come ne dimostra il gentilizio, con Vulcacio Gallicano scrittore dell'era constantiniana ed autore della vita di Avidio Cassio nell'historia Augusta. 

(Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma)



ALESSANDRO CAPANNARI

In questo albo che altro non è se non una lista senatoria di Tamngaddi in Africa, pertinente all'anno 360 circa, il primo fra i patroni viri clarissimi è appunto Vulcacio Rufino:
ALBVS ORDINIS COL THAMG VV • ce VVLCACIVS R.VFINVS PTR MARIVS DECIANVS PTR INSTEIVS LAMPADIVS PTR

La seconda iscrizione è quella di Savaria (f. /. L III, 4180) e ricorda la prefettura del pretorio di Rufino nell'anno 349:
BEATITVDINE • D • NCONSTANTIS • VICTORIS AC TRIVMFATORIS SEMPER • AVG PRO VI SA CO PI A QV AE HORREIS DEERAT POSTE A QVAM CONDENDIS HORREA DEESSE COEPERVlT H AEC WLC • RVFINVS • V • C • PRAEF • PRAET • PER SE COEPTA IN SECVRITATEM PERPETEM REI ANNONARIAE DEDICAVIT

Finalmente alcuni rescritti del Codice Teodosiano sono pure indirizzati a Vulcacio Rufino; fra questi ricordo:
De hereditate decurionum V Kal. lan. Limenio et Catullino coss. (a 349: Lib. VI tit. LXI). Qui testamenta facere possunt eie. V Kal. Mari. Constantio Àug. et Constante Caes. coss. (a 352: Lib. VI tit. XXII).
L'iscrizione trovata nei nostri sterri oltre all'essere importantissima per la topografia, lo è pure per l'esposizione dell'intiero cursus honorum dell'illustre personaggio. Rufino ci appare console ordinario (a. 347), prefetto del pretorio (349), iterum (368), governatore di Oriente, comes per Orientem, di Egitto e di Mesopotamia, comes Aegypti et Mesopotamiae e per le stesse Provincie giudice in appello, per easdem vice sacra iudicans.

È menzionato inoltre come appartenente alla comitiva "ordinis primi intra consistorium". È noto che il consistorium era una trasformazione avvenuta nel secolo IV del consilium principis istituito da Augusto. Al governatore della Numidia spettava nello stesso secolo il titolo di consularis e così è ricordato Rufino nell'epigrafe nostra.

Fu egli inoltre insignito della dignità di pontefice maggiore. ' Mi piace da ultimo notare la frase della dedicazione STATVALI VENERATIONE che, per quanto io sappia, è al tutto nuova nell'epigrafia latina. Delle sigle VT onde è terminata l'iscrizione non so rendere interpretazione alcuna plausibile. Vulcacio Rufino fu pure legato per vincoli di parentela, come ne dimostra il gentilizio, con Vulcacio Gallicano scrittore dell'era constantiniana ed autore della vita di Avidio Cassio nell'historia Augusta.

(Alessandro Capannari)


Ma i pubblici e privati edifici che sorsero nella vasta zona compresa tra l' aggere serviano, l'Alta Semita, le case dei Nummii e di Vulcacio Rufino e la via che metteva alla porta Viminale, sparvero sulla fine del secolo III, per dar luogo alla immensa fabbrica delle terme di Diocleziano.


BIBLIO

- Prosopographia Imperii Romani - PIR - progetto della Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften - BBAW - per la raccolta delle informazioni su personaggi di rango dell'Impero romano tra l'epoca di Augusto e la fine del III secolo -
- Sesto Aurelio Vittore - De viris illustribus Urbis Romae -
- John Morris, Arnold Hugh Martin Jones; John Robert Martindale - The prosopography of the later Roman Empire - Cambridge University Press -1992 -
-  Le storie di Ammiano Marcellino - tradotte da Francesco Ambrosoli con note vol. unico - Antonio Fontana - 1829 -

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