La gens Petronia fu un'importante gens della Repubblica e dell'Impero romano. La loro origine non era romana, ma era in parte etrusca, in parte umbra e in parte e soprattutto sabina. Nella città umbra di Perusia (Perugia) ne sono state ritrovate le urne cinerarie con iscrizioni etrusche.
Un ramo della famiglia ebbe in seguito il cognomen Umbrinus mentre a Montepulciano è attestato l'aruspice Gaio Petronio, figlio di Crispina (l'indicazione della madre è tipico della cultura etrusca); a Praeneste (Palestrina) ci sono tombe del VII-VI sec. che recano il nome etrusco "Petruni".
PETRONII D'EPOCA REPUBBLICANA
I Petronii compaiono solo nel II sec. a.c. nella storia romana.
- Un GAIO PETRONIO è nominato dallo storico Polibio, inviato in Asia nel 156 a.c. per esaminare le ragioni del contrasto tra i re di Pergamo e della Bitinia;
- Un LUCIO PETRONIO, di umile origine giunse al rango equestre nell'87 ac.
- All'epoca di Giulio Cesare, molti Petronii avevano un posto nell'esercito. Nell'anno 53 a.c. un PETRONIO servì sotto Marco Licinio Crasso e fu testimone oculare della sua morte nella campagna contro i Parti;
- MARCO PETRONIO era centurione della Legio VIII di Cesare: si sacrificò con i suoi soldati per conquistare Gergovia (52 a.c.).
- All'epoca di Giulio Cesare, molti Petronii avevano un posto nell'esercito. Nell'anno 53 a.c. un PETRONIO servì sotto Marco Licinio Crasso e fu testimone oculare della sua morte nella campagna contro i Parti;
- MARCO PETRONIO era centurione della Legio VIII di Cesare: si sacrificò con i suoi soldati per conquistare Gergovia (52 a.c.).
PETRONII D'EPOCA IMPERIALE
PETRONII SENZA COGNOMEN; PETRONII TURPILIANI
FLAVIO ANICIO PETRONIO PROBO |
- PUBLIO PETRONIO - prefetto d'Egitto - erroneamente chiamato Gaio - cavaliere romano, prefetto d'Egitto nel 25-21 a.c. circa, forse identico al tribuno militare di Crasso;
- PUBLIO PETRONIO TURPILIANO - triumviro monetale - direttore della zecca nel 20-18 a.c. circa, figlio del precedente, forse da identificare col proconsole della Hispania Baetica nel 6/5 a.c. Con lui la famiglia raggiunge il rango senatoriale;
- PUBLIO PETRONIO - augure - probabilmente figlio del precedente, augure, console suffetto nel 19, proconsole d'Asia nel 29-35, governatore di Siria nel 39-42;
- PETRONIA - Petronia - prima moglie di Vitellio - madre di Vitellio Petroniano;
- SERVIO CORNELIO DOLABELLA PETRONIANO - Servio Cornelio Dolabella Petroniano, console nell'86 assieme all'imperatore Domiziano, poi senatore;
- PUBLIO PETRONIO TURPILIANO - Publio Petronio Turpiliano - del ramo più prestigioso della gens Petronia - console nel 61 - morì nel 68 -
- TITO PETRONIO DETTO ARBITRO - Tito Petronio detto Arbitro - detto Petronius Arbiter elegantiarum - (Massilia 27 – Cuma 66) - politico e scrittore - autore del Satyricon;
- PUBLIO PETRONIO TURPILIANO - triumviro monetale - direttore della zecca nel 20-18 a.c. circa, figlio del precedente, forse da identificare col proconsole della Hispania Baetica nel 6/5 a.c. Con lui la famiglia raggiunge il rango senatoriale;
- PUBLIO PETRONIO - augure - probabilmente figlio del precedente, augure, console suffetto nel 19, proconsole d'Asia nel 29-35, governatore di Siria nel 39-42;
- PETRONIA - Petronia - prima moglie di Vitellio - madre di Vitellio Petroniano;
- SERVIO CORNELIO DOLABELLA PETRONIANO - Servio Cornelio Dolabella Petroniano, console nell'86 assieme all'imperatore Domiziano, poi senatore;
- PUBLIO PETRONIO TURPILIANO - Publio Petronio Turpiliano - del ramo più prestigioso della gens Petronia - console nel 61 - morì nel 68 -
- TITO PETRONIO DETTO ARBITRO - Tito Petronio detto Arbitro - detto Petronius Arbiter elegantiarum - (Massilia 27 – Cuma 66) - politico e scrittore - autore del Satyricon;
- GAIO PETRONIO - Gaio Petronio - console suffetto tra settembre e dicembre 25 - probabilmente fratello di Publio.
PETRONII NIGRII
I Petronii Nigri furono probabilmente imparentati strettamente con i Petronii senza cognomen e con i Petronii Turpilliani.
- GAIO PETRONIO PONZIOS NIGRINO - forse figlio di Lucio Ponzio Nigrino - forse adottato da Gaio Petronio (console suffetto 25) - console nel 37 -
- PUBLIO PETRONIO NIGRO - console suffetto del 62, figlio del precedente, talvolta confuso con Petronio Arbitro;
- PONZIA - probabilmente figlia di Petronio Nigro;
- GAIO PETRONIO UMBRINO;
- PETRONIA - figlia del precedente, sposa Galeo Tettieno;
- QUINTO PETRONIO UMBRO - figlio di Gaio, legato di Nerone nel 54;
- MARCO PETRONIO UMBRINO - figlio del precedente, console suffetto dell'81;
- MAECO PETRONIO CREMUZIO - figlio del precedente, arvale nell'87.
ALTRI PETRONII DEL I SECOLO
- PETRONIO MUSA - farmacologo;
- PETRONIO ARISTOCRATE (34-62) - di Magnesia, filosofo, amico e insegnante di Aulo Persio Flacco;
- AULO PETRONIO LURCONE - console suffetto del 58;
- PETRONIO PRISCO - bandito nel 65 per aver partecipato alla cospirazione di Pisone;
- MARCO PETRONIO FLACCO e MARCO PETRONIO NARCISSO - menzionati come cavalieri in Pannonia nel 61;
- PETRONIO URBICO - procuratore in Norico nel 68 -
PUBLIUS PETRONIUS TURPILIANUS |
PETRONII PROBIANI
- PETRONIO PROBIANO - Petronius Probianus (315-331; ... – ...) uomo politico dell'Impero romano, console nel 322, praefectus urbi nel 329-331. Probiano discendeva da una famiglia di rango senatoriale. Suo figlio era Petronio Probino, console nel 341, e suo nipote Sesto Petronio Probo, console del 371. Fu proconsole d'Africa nel 315-317, ricoprì un incarico nel 321 (forse prefetto del pretorio), fu console prior del 322 (la sua nomina non fu riconosciuta in Oriente) e infine praefectus urbi dall'ottobre 329 al aprile 331. Scrisse dei versi, conservati nell'Anthologia Latina (I 783); Quinto Aurelio Simmaco compose dei versi in suo onore ('Lettere, I.2).
- PETRONIO PROBINO -
figlio di Petronio Probiano, praefectus urbi di Roma dal 329 al 331, mentre suo figlio Sesto Petronio Probo fu prefetto del pretorio; tra i suoi nipoti ci furono i consoli del 395, Anicio Probino e Anicio Ermogeniano Olibrio, il console del 406 Anicio Petronio Probo e l'aristocratica Anicia Faltonia Proba. Probino fu console posterior nel 341 e praefectus urbi di Roma dal 5 luglio 345 al 26 dicembre 346.
- PETRONIO PROBIANO - Petronius Probianus (315-331; ... – ...) uomo politico dell'Impero romano, console nel 322, praefectus urbi nel 329-331. Probiano discendeva da una famiglia di rango senatoriale. Suo figlio era Petronio Probino, console nel 341, e suo nipote Sesto Petronio Probo, console del 371. Fu proconsole d'Africa nel 315-317, ricoprì un incarico nel 321 (forse prefetto del pretorio), fu console prior del 322 (la sua nomina non fu riconosciuta in Oriente) e infine praefectus urbi dall'ottobre 329 al aprile 331. Scrisse dei versi, conservati nell'Anthologia Latina (I 783); Quinto Aurelio Simmaco compose dei versi in suo onore ('Lettere, I.2).
- PETRONIO PROBINO -
figlio di Petronio Probiano, praefectus urbi di Roma dal 329 al 331, mentre suo figlio Sesto Petronio Probo fu prefetto del pretorio; tra i suoi nipoti ci furono i consoli del 395, Anicio Probino e Anicio Ermogeniano Olibrio, il console del 406 Anicio Petronio Probo e l'aristocratica Anicia Faltonia Proba. Probino fu console posterior nel 341 e praefectus urbi di Roma dal 5 luglio 345 al 26 dicembre 346.
- SESTO PETRONIO PROBO - figlio del precedente, console nel 371 (CIL V, 5344, Verona);
- ANICIO PETRONIO ERMOGENIANO OLIBRIO - figlio di Anicia Faltonia Proba e di Sesto Petronio Probo, console nel 395, uno dei più influenti uomini della sua epoca e console nel 371, e fratello di Flavio Anicio Probino, col quale divise il consolato per l'anno 395;
- ANICIO PETRONIO PROBO - della gens Anicia, Petronia e Olybria, figlio di Sesto Petronio Probo (console nel 371) e di Anicia Faltonia Proba, poetessa cristiana; i fratelli maggiori furono Anicio Ermogeniano Olibrio e Anicio Probino (consoli nel 395). Nel 400 circa fu questore eletto (dall'imperatore), fu console nel 406.
( 351-362; ... – ...) figlia di Probiano (console nel 322) e di Demetria, sorella di Petronio Probino, console del 341, suo nonno paterno fu Pompeo Probo, console nel 310. Sposò Clodio Celsino Adelfio, praefectus urbi nel 351, dal quale ebbe almeno due figli, Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio e Faltonio Probo Alypio, tutti alti funzionari imperiali. Ebbe anche una nipote, Anicia Faltonia Proba, figlia di Olibrio e Tirrania Anicia Giuliana: attraverso questo matrimonio Faltonia Proba si era dunque imparentata anche con l'influente gens Anicia. Nata da famiglia pagana, Proba si convertì da adulta, facendo poi convertire anche il marito e i figli. Faltonia Proba morì prima di Celsino, e venne probabilmente sepolta assieme a lui nella basilica di Sant'Anastasia al Palatino, la prima chiesa cristiana a Roma, dove, fino al XVI sec. c'era un'iscrizione funebre, apposta su di una colonna presso l'altare maggiore della chiesa, che fu poi ricollocata a Villa Borghese nel XVIII sec. prima di scomparire. Era proprietaria, assieme al marito, degli Horti Aciliorum, posti a Roma sul Pincio.
Fu la più importante e influente poetessa di lingua latina della Tarda antichità, famosa per aver scritto il "Cento vergilianus de laudibus Christi", un centone (poema composto da collage di frasi) composto da versi di Virgilio formanti un poema epico centrato sulla figura di Gesù. Il primo poema, forse composto quando era ancora pagana, riguardava lo scontro tra l'imperatore Costanzo II e l'usurpatore Magnenzio.
San Gerolamo espresse un giudizio negativo su questa opera, affermando che una «vecchia chiacchierona» voleva «insegnare le scritture prima di averle comprese», ritenendo «il Marone [Virgilio] senza Cristo un cristiano» (Lettera 53.7); invece sant'Isidoro di Siviglia la lodò. Ma san Girolamo aveva una scarsa simpatia per le donne.
Papa Gelasio I (492-496) dichiarò il De laudibus Christi un'opera apocrifa e, sebbene non eretica, ne proibì la declamazione in pubblico. Ma l'opera godette di un certo successo e venne copiata per gli imperatori Arcadio e Teodosio II, mentre durante il Medioevo si continuò a utilizzarla per scopi educativi, e Giovanni Boccaccio inserì Proba tra le donne illustri nel suo De mulieribus claris; l'edizione a stampa del De laudibus Christi, risalente al 1472, fu probabilmente la prima di un'opera composta da una donna.
Papa Gelasio I (492-496) dichiarò il De laudibus Christi un'opera apocrifa e, sebbene non eretica, ne proibì la declamazione in pubblico. Ma l'opera godette di un certo successo e venne copiata per gli imperatori Arcadio e Teodosio II, mentre durante il Medioevo si continuò a utilizzarla per scopi educativi, e Giovanni Boccaccio inserì Proba tra le donne illustri nel suo De mulieribus claris; l'edizione a stampa del De laudibus Christi, risalente al 1472, fu probabilmente la prima di un'opera composta da una donna.
- PETRONIO PROBINO - console nel 489, figlio di Rufio Achilio Mecio Placido (console nel 481), ebbe un figlio di nome Rufio Petronio Nicomaco Cetego (console nel 504) e una figlia, Blesilla. Era famoso per le sue capacità retoriche
- RUFIO PETRONIO NICOMACO CETEGO - figlio del precedente, console senza collega nel 504. Nel 512 ottenne il patriziato, che tenne fino al 558 circa; in seguito divenne magister officiorum e fu portavoce del senato (caput senatus).
BIBLIO
- Tacito - Historiae -
- Svetonio - De vita Caesarum -
- Mario Enzo Migliori - L’Origo Gentis Romanae. Ianiculum e Saturnia - 2015 -