La gens Valeria era una gens patrizia romana di origine sabina, facente parte delle cento gentes originarie citate dallo storico Tito Livio ed avrebbe avuto come capostipite un Volusus o Valesus, venuto dalla Sabina (Dione Halicarnasso) assieme a Tito Tazio. Il praenomen Valesus divenne il nomen Valesius, trasformatosi successivamente in Valerius.
Nel 509 a.c. un discendente di Valesus, Publio Valerio Publicola, si attivò fortemente assieme a Lucio Giunio Bruto nella cacciata di Tarquinio il Superbo, dando inizio alla Repubblica Romana e ricoprendo per primo la magistratura consolare insieme a Lucio Giunio Bruto.
I Valerii furono una delle famiglie romane più illustri ed influenti, e ricoprirono per ben 74 volte la carica di Console, il che fa comprendere l'ascendente di questa gens sul popolo romano. Pur essendo patrizi molto si adoperarono per il riconoscimento dei diritti dei plebei, durante il primo periodo della repubblica, il che fa capire quale fosse la loro levatura morale.
I Valerii risiedevano tra il Palatinno e l'Oppio, sulla sommità della collina Velia, e proprio per quel riconosciuto senso di onestà e giustizia, godettero a Roma di straordinari privilegi. Tra questi quello di essere gli unici le cui porte si aprivano direttamente sulla strada; nel circo avevano un seggio speciale a loro riservato.
Inoltre potevano seppellire i loro defunti all'interno delle mura della città, privilegio riservato a pochissime famiglie, che mantennero anche quando passarono dall'uso dell'inumazione a quello della cremazione.
Sembra inoltre che durante il periodo di transizione dalla monarchia alla repubblica, i membri della Gens Valeria avessero il privilegio di esercitare i poteri regi, in virtù della loro origine sabina e quindi della loro appartenenza alla tribù dei Tities.
La Casa dei Valerii ( Domus Valeriorum ), grande famiglia di origine Sabina, occupava una grande superficie sul Celio e fiancheggiava l’Acqua Claudia con vasti giardini in pendio. La ricca domus giaceva ai piedi della Velia, la terra che connetteva il Palatino col Colle Oppio ed era l'unica domus di Roma dove le porte si aprivano direttamente sulla strada. Secondo la tradizione, una casa sub Veliis (Asc. in Pison. 52, ubi aedes Victoriae=Vicae Potae), o in Velia (Cic. de Har. resp. 16), fu concessa a Valerius come un onore speciale (cf. Plin. NH xxxvi. 112, ).
Tra i loro cognomen ricorrevano spesso: Publicola (o Poplicola), Potito, Voluso, Massimo, Corvo (Corvino), Flacco, Messalla, Falto, Laevino, Tappo, Triario, Acisculo, Catullo. Diversi membri della Gens Valeria ebbero diritto di coniare monete, sulle quali troviamo incisi i cognomen Acisculus, Barbatus, Catullus e Flaccus.
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PUBLIO VALERIO PUBLICOLA |
MEMBRI ILLUSTRI-
Marco Valerio Voluso - console nel
505 e nel 496 a.c., comandante nella Battaglia del Lago Regillo.
- Lucio Valerio Potito Publicola - console 483 a.c., 470 a.c.. Nel 485 a.c. fu uno dei due questori che accusarono Spurio Cassio Vecellino di ambire alla monarchia, gettandolo personalmente dalla Rupe Tarpea, cosa che lo rese inviso alla plebe. Accusò i soldati di avergli fatto perdere la battaglia coi Volsci per ostruzionismo, ma per i soldati lui non sapeva fare la guerra. Riottenne il consolato nel 470 a.c. e i due consoli vennero inviati a combattere Tiberio contro i Sabini e Lucio contro gli Equi ma i vari eserciti decisero poi di non attaccarsi e di tornarsene a casa.
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Publio ValerioPublicola - eletto console due volte, nel
475 e nel 460 a.c., figlio di Publio Valerio Publicola,
- Marco Valerio Massimo Lactuca - console 456 a.c. insieme con Spurio Verginio Tricosto
Celiomontano
- Lucio Valerio Potito Publicola - fu eletto con console nel 449 a.c. insieme al collega Marco Orazio Barbato e nel loro consolato vennero promulgate le Leges Valeriae Horatiae che, tra gli altri diritti, stabilivano l'inviolabilità dei tribuni della plebe e le modalità delle loro elezioni, e riconoscevano valore giuridico ai plebisciti.
Intanto gli Equi, i Volsci e i Sabini si muovono contro Roma: prima di partire per la guerra, i due consoli fanno incidere nel bronzo le leggi delle XII tavole. Mentre Marco Orazio si occupa dei Sabini, Valerio dei Volsci ed Equi e ambedue vinsero ma il senato irato per le leggi a favore del popolo, negò loro il trionfo.
Ma, per la prima volta nella storia di Roma, i comizi tributi, ignorando la volontà del Senato, decretarono il trionfo per i due consoli. Tito Livio commenta: «Non capitano spesso consoli come Valerio e Orazio, che antepongono la libertà delle persone ai propri interessi»
- Caio Valerio Potito - tribuno consolare 415 a.c., combatte contro i Volsci. L'elezione venne dopo 5 anni in cui a Roma non si erano eletti tribuni consolari, a causa del veto dei tribuni della plebe Gaio Licinio Calvo Stolone e Lucio Sestio Laterano, e fu dovuta all'attacco che Velletri portò a Tusculum, città alleata dei Romani.
- Lucio Valerio Potito - tribuno consolare del 414 - 406 - 403 - 401 - 398 a.c..
- Caio Valerio Potito Voluso - console 410 a.c..
- Lucio Valerio Potito - nel 406 a.c. tribuno militare con podestà consolare, è sconfitto dai Volsci.
- Lucio Valerio Potito - Venne eletto Tribuno militare con poteri consolari in cinque occasioni, nel 414, 406, 403, 401, e 398 a.c.. Eletto console nel 393 a.c., con Publio Cornelio Maluginense, ma dovettero dimettersi entrambi per auspici vitio facti, ma vennero eletti nuovamente nel 392 a.c., con Marco Manlio Capitolino, vinsero anche la guerra contro gli Equi, per cui Valerio ottenne il trionfo e Marco Manlio Capitolino un'ovazione.
- Lucio Valerio Publicola - tribuno consolare 388 a.c..
- Publio Valerio Potito Poplicola - tribuno militare con Furio Camillo nel 386 a.c. portò guerra a Anzio, nel 377 a.c. sconfisse i Latini a Satrico.
- Tito Valerio - tribuno consolare nel 385 e nel 382 a.c..
- Lucio Valerio - tribuno consolare nel 379 a.c..
- Publio Valerio Potito Publicola III - tribuno consolare nel 379
- Valerio - tribuno consolare nel 374 a.c.
- Marco Valerio Publicola - eletto console nel 355 a.c. per la prima volta avendo come collega Gaio Sulpicio Petico, entrambi patrizi, in violazione delle leggi licinie-sestie. Nonostante le proteste dei plebei e dei tribuni della plebe, i due consoli riuscirono a far sì che anche per l'anno successivo la carica fosse appannaggio di due patrizi. Nel 353 a.c. fu eletto console per la seconda volta ed ebbe come collega il patrizio Gaio Sulpicio Petico, al suo quarto consolato. Gaio Sulpicio venne eletto dittatore e Marco Valerio fu suo magister equitum. A Sulpicio fu affidata la campagna contro Tarquinia ed a Publicola quella contro i Volsci, che minacciavano gli alleati Latini. Quando però sembrò che Cere fosse entrata in guerra, alleandosi a Tarquinia, fu nominato dittatore Tito Manlio Imperioso Torquato.
- Publio Valerio Poplicola - console nel 352 a.c.
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Caio Valerio Potito Flacco - console 331 a.c. con M. Claudio Marcello e fu aedile nel 329 a.c..
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Lucio Valerio Flacco - magister equitum del dittatore Marco Emilio Papo nel 321 a.c..
- Marco Valerio Massimo Corvino - console 312 a.c. combatte i Sanniti, nel 309 a.c., come legato, combatte nuovamente contro i Sanniti ed è console per la seconda volta nel 289 a.c..
- Marco Valerio Massimo - console 286 a.c. nel suo consolato vi furono delle agitazioni a causa della Lex Hortenzia.
- Lucio Valerio Potito - inviato nel 282 a.c. ambasciatore a Taranto, viene dapprima maltrattato e poi ucciso.
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Publio Valerio Levino - console
281 a.c. insieme a Tiberio Corouncanio, Posto a capo delle truppe romane nella battaglia di Eraclea, venne sconfitto dalle truppe epirote/tarantine comandate dal re Pirro d'Epiro che nella battaglia usò, per la prima volta, gli elefanti da guerra.
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Manio Valerio Massimo Corvino Messalla - fu console nel
263 a.c., con Manio Otacilio Crasso e censore nel 252 a.c. con Publio Sempronio Sofo. durante la I guerra punica, i due consoli scesero in Sicilia al comando di una legione ciascuno. I Fasti trionfali riportano che Messalla riportò delle grandi vittorie, conquistando 67 cittadine, tra cui Messina e Catania, e vincendo un'importante battaglia contro Gerone e i cartaginesi ad Imera.
- Lucio Valerio Flacco - Fu eletto console nel 261 a.c. con Tito Otacilio Crasso con cui comandò le operazioni belliche in Sicilia contro i Cartaginesi.
- Quinto Valerio Falto - pretore comandò la flotta romana alla battaglia delle isole Egadi, nel 241 a.c., sostituendo il console Gaio Lutazio Catulo che soffriva per una ferita. Il suo valore nella battaglia lo rese famoso presso i Romani e presso i nemici. Ottenne una grande vittoria ponendo fine fine alla I guerra punica., per cui gli venne accordato il trionfo di rango pretorio. Fu poi eletto console nel 239 a.c. con Gaio Mamilio Turrino.
- Publio Valerio Faltone - console nel 238 a.c..
- Publio Valerio Flacco - console nel 227 a.c.. Nel 215 a.c. venne nominato praefectus classis alla guida di cinquantacinque navi, comprese le cinque navi che avevano trasportato i prigionieri macedoni, i quali avevano tentato di mettere in contatto Filippo V di Macedonia con Annibale. La flotta partì da Ostia a Taranto (dove imbarcarono i soldati di Varrone, posti sotto il comando di Lucio Apustio Fullone) onde proteggere il litorale della Puglia e a fare ricognizione lungo le coste orientali dell'Adriatico per controllare le mosse di Filippo.
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Marco Valerio Massimo Messala - console nel 226 a.c. con Lucio Apustio Fullone. Impiegò l'anno del consolato per organizzare una leva generale in tutta Italia, onde affrontare una prevista invasione di popoli provenienti della Gallia cisalpina ed pure da oltralpe.
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Marco Valerio Publio Levino - console nel 220 e 210 a.c.; proconsole e comandante della flotta in Sicilia fino al 207 a.c.; pretore e propretore in Grecia negli anni 214 a.c. - 211 a.c.; propretore e comandante di una flotta nel 201 a.c.
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Quinto Valerio Faltone - console 239 a.c., pretore nel 242 a.c., comandò con Gaio Lutazio Catulo la flotta contro i Cartaginesi su cui nel 241 a.c. ottennero presso le Egadi una vittoria schiacciante che guadagnò loro il trionfo.
- Publio Valerio Faltone - console 238 a.c.
- Publio Valerio Lucio Flacco - console 227 a.c. Nel 215 a.c. venne nominato praefectus classis con cinquantacinque navi, comprese le cinque navi che avevano trasportato i prigionieri macedoni che tentaronodi mettere in contatto Filippo V di Macedonia con Annibale. La flotta partì da Ostia a Taranto per proteggere il litorale della Puglia e controllare lungo le coste orientali dell'Adriatico le mosse di Filippo
- Marco Valerio Massimo Messalla - console 226 a.c. con Lucio Apustio Fullone, nell'anno del consolato organizzò una leva generale in tutta Italia, per fronteggiare un'invasione gallica dalla Gallia cisalpina e pure da oltralpe.
- Marco Valerio Messalla - comandante della flotta in Sicilia nel 210 a.c. durante la II guerra punica
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Lucio Valerio Flacco - console nel
195 a.c.. Fratello di Gaio Valerio Flacco, fu edile curule nel 201 a.c.; l'anno seguente fu nominato pretore ed ottenne la Sicilia. Venne eletto pontefice massimo ma lo stesso anno anche console con il collega Marco Porcio Catone.
Ricevette il comando dell'esercito e sconfisse i Galli Boi, uccidendone 8000. Nel 194 a.c. fu proconsole nella Gallia Cisalpina e sconfisse i Galli Boi e gli Insubri, uccidendone oltre 10.000. Nel 191 a.c. servì sotto Manio Acilio Glabrione nella guerra contro Etoli e Macedoni e sconfisse alle Termopili Antioco III di Siria.
Assieme a Catone il Censore, sconfisse i Galli Boi e gli Insubri presso Mediolanum nel 191 a.c.. Censore nel 183 a.c. con Marco Porcio Catone, nello stesso anno fu nominato princeps senatus. Morì nel 180 a.c. con la carica di pontefice.
- Gaio Valerio Flacco - fratello del precedente, nel 199 a.c. è edile curule e viene nominato contro la sua volontà Flamen Dialis. Il fratello giura al posto suo dato che al Flamen Dialis il giuramento era vietato. Nel 183 a.c. è nominato pretore.
- Lucio Valerio Messalla - pretore nel 193 a.c.
- Lucio Valerio Tappone - pretore in Sicilia nel 192 a.c.; comandante della flotta in Sicilia nel 191 a.c. , con Attilio Serano e Lucio Valerio Flacco nel 189 a.c. venne mandato dal Senato di Roma nella zona dove una volta sorgeva Felsina, per l’insediamento di tremila coloni romani su 12.000 ettari di terreno da coltivare, costruendo la città di Bonomia (Bologna).
- Marco Valerio Messalla - console nel 188 a.c..
- Caio Valerio Levino - console suffecto nel 176 a.c.. Quando Marco Fulvio Nobiliore fu eletto console nel 189 a.c., Levino lo seguì nelle campagne militari e nell'assedio di Ambracia, dove gli la lega etolica lo scelse come intermediario con il console. Nobiliore garantì agli abitanti di Ambracia ed alla lega etolica condizioni vantaggiose, inviandolo a Roma con la delegazione avversaria, dove il Senato ratificò gli accordi. Nel 179 a.c. ottenne la Sardegna come provincia. Morto il console Gneo Cornelio Scipione Ispallo Levino fu scelto dal Senato come console suffetto e a tre giorni dalla nomina, andò in Liguria per prendere il comando delle sue legioni. Riuscì a trionfare sui Liguri solo l'anno successivo (175 a.c.).
- Marco Valerio Messalla - console 166 a.c..
- Lucio Valerio Flacco - eletto console nel 152 a.c. con Marco Claudio Marcello. Morì durante l'anno del suo magistrato.
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Lucio Valerio Flacco - console nel 131 a.c. con Publio Licinio Crasso Dive Muciano mentre era flamine marziale, per cui gli fu proibito di partecipare alla campagna contro Eumene III di Pergamo.
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Lucio Valerio Flacco - console 100 a.c, figlio del precedente, console suffetto nell'86 a.c., interrex e magister equitum del dittatore Silla nell'82 a.c..
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Lucio Valerio Flacco - pretore 63 a.c. - figlio del console del 100 a.c..
- Valerio Anziate - annalista nel I secolo a.c. che scrisse almeno fino al 78 a.c., ultima data ricavabile dai resti della sua opera.Cercò di glorificare le gesta della sua Gens Valeria con esagerazioni e pure falsificazioni. Scrisse gli Annali (Annales) o Storie (ab urbe condita), in almeno 75 libri, dalla fondazione di Roma fino al 78 a.c. data della morte di Silla. Per i caratteri romanzeschi e le cifre iperboliche, Anziate fu molto criticato da Tito Livio, che ne utilizzò, comunque, l'opera.
- Lucio Valerio Flacco - console suffecto nell'86 a.c. al posto di Gaio Mario.
- Lucio Valerio Flacco - tribuno militare nella II guerra piratica in Cilicia ca. 80 a.c.
- Quinto Valerio Sorano - tribuno della plebe 82 a.c., poeta e grammatico latino, venne giustiziato da Gneo Pompeo per ordine del dittatore Silla, ufficialmente per aver pubblicamente rivelato il nome segreto della città di Roma, che avrebbe potuto essere utilizzato nel rituale di evocatio da parte dei nemici, ma in effetti in quanto era legato alla fazione di Caio Mario.
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Gaio Valerio Triario - ufficiale romano legato di Lucullo nella III guerra Mitridatica, conquistò Apamea nel 73,vinse la Battaglia di Tenedo ottenendo il trionfo navale nel 72 a.c. , sconfisse Mitridate presso Comana nel 68 ma ne fu sconfitto l'anno seguente a Zela.
- Lucio Valerio Flacco - pretore 63 a.c., propretore in Asia l'anno seguente.
- Marco Valerio Messalla Niger - console 61 a.c., censore nel 55, valente oratore, difese nel 54 Emilio Scauro.
- Quinto Valerio Orca - pretore nel 57 a.c., legato di Cesare in Sardegna durante la guerra civile.
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Marco Valerio Messalla Rufo - console 53 a.c., accusato di pratiche illecite nelle elezioni, prima da Quinto Pompeo Rufo e prosciolto, nonostante la sua evidente colpevolezza, grazie all'eloquenza dello zio Quinto Ortensio; accusato una seconda volta fu invece condannato. Durante la guerra civile si schierò con Giulio Cesare. Fu augure per cinquantacinque anni e scrisse un trattato sull'arte della divinazione.
- Marco Valerio Messalla Corvino - di ideali repubblicani, a Filippi combatté per di Bruto e Cassio. Passò poi dalla parte di Antonio ed infine di Ottaviano. Fu Console suffectus nel 31 a.c. con Ottaviano, e con lui prese parte alla Battaglia di Azio. Nel 28-27 a.c. combatté contro i Salassi, come proconsole della Gallia, dove soppresse anche una rivolta tra gli Aquitani. Per queste imprese celebrò un trionfo.
Fu nominato praefectus urbi nel 26 a.c., ma rinunciò dichiarandosi incapace. Nel 2 a.c., come princeps senatus, avanzò la proposta dell'attribuzione a Ottaviano del titolo di pater patriae. Incoraggiò la letteratura con il "Circolo di Messalla" in cui c'erano Tibullo, Ligdamo e la poetessa Sulpicia. Fu amico di Orazio ed Ovidio.
- Marco Valerio Messalla - console suffecto nel 32 a.c.
- Marco Valerio Messalla Corvino - console 31 a.c.
- Publio Valerio Catone - poeta e grammatico romano I secolo a.c. della Gallia Cisalpina che perse i possedimenti durante le requisizioni di Silla e rimase povero per tutta la vita, specie in vecchiaia. Visse a Roma dove esercitò fino a tarda età l'attività di maestro di poesia e grammatico. Considerato il fondatore della poetica neoterica ed il primo vero critico letterario del mondo latino. Opere: Lydia, Dictynna (o Diana), Indignatio, in cui si difendeva dalle accuse raccontando i suoi casi
- Marco Valerio Messala Barbato - marito di Domizia Lepida e padre di Messalina.
- Marco Valerio Messalla Messallino - console 3 a.c. Nel 6 fu proconsole dell'Illirico e dovette battersi contro l'invasione della Boemia dei Marcomanni dal Danubio, partendo da Carnuntum, sotto l'alto comando di Tiberio. La rivolta dalmato-pannonica, lo costrinse a tornare in Illiria, riuscendo a mettere in fuga 20.000 Dalmati attirati in un'imboscata, e poi condusse l'esercito, senza grandi perdite, nella fortezza legionaria di Siscia. Tiberio, che si unì a lui solo verso la fine dell'anno, costrinse Valerio ad operare da solo, difendendo prima la provincia illirica, poi sbarrando la possibile invasione dell'Italia ai ribelli dalmati e pannoni. Per questo ricevette gli ornamenta triumphalia, e la sua legione, la XX ottenne l'appellativo di Valeria Victrix, da Valerio Messalla Messalino.
- Lucio Valerio Messalla Voleso - console 5 d.c.
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Marco Valerio Messalla Messalino - console nel 20 d.c. insieme allo zio Marco Aurelio Cotta Massimo Messalino, durante il regno di Tiberio.
- Marco Valerio Messalla Barbato - padre di Messalina.
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Messalina - Costretta a sposare Claudio, un uomo più grande di lei di trent'anni, balbuziente, zoppo e al terzo matrimonio, ebbe da lui due figli. Dopo che i pretoriani uccisero Caligola, lei e suo marito Claudio furono eletti imperatori di Roma.
- Valerio Mariano - senatore romano sotto Vespasiano (da Plinio il Vecchio) -
- Decimo Valerio Asiatico - console nel 35 e nel 46 - il più importante membro della congiura che portò alla morte di Caligola, venne da Messalina costretto a uccidersi avendolo fatto falsamente accusare per impadronirsi delle sue ricchezze.
- Marco Valerio Messalla Corvino - console 58
- Valerio Paolino - procuratore della Narbonese nel 69 - Nato a Forum Julio (Fréjus) - destinatario di lettere di Plinio il Giovane, amico di Vespasiano.
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Valerio Massimo - storico (I sec.a.c.- I sec.d.c.): Nel 27 accompagnò il proconsole Sesto Pompeo in Asia e questi lo aiutò ad entrare nel circolo letterario, del quale il poeta Ovidio fece parte. Divenne famoso al tempo di Tiberio (14-37) con un manuale di esempi retorico-morali "Factorum et dictorum memorabilium libri IX", opera erudita di carattere divulgativo, in 9 libri con 95 categorie di vizi e virtù, suddivisi in romani ed esterni. Tratti per la maggior parte dalla storia romana e un po' da quella greca, gli aneddoti riportano esempi virtuosi o aberranti dei grandi uomini del passato. Nel IV secolo venne pubblicato in due compendi; uno, che ci è giunto integralmente, di Giulio Paride, l'altro, che si arresta al III libro, di Nepoziano .
- Gaio Calpetano Rancio Quirinale Valerio Festo - console suffecto 71 -
- Gaio Valerio Flacco - poeta del I secolo, autore degli Argonautica, dedicati all'imperatore Vespasiano.
- Lucio Valerio Liciniano - avvocato I secolo d.c..
- Valerio Probo - grammatico I secolo d.c., Scrive Svetonio che Probo, nato a Berito, dopo aver a lungo aspirato al grado di centurione, si dedicò agli studi leggendo opere di scrittori ormai dimenticati, con «un ostinato amore per la letteratura arcaica». Volle «emendare, distinguere e annotare», quegli scritti, con un gruppo di amici «tra molte chiacchiere e rare letture». Così fece poche e brevi pubblicazioni su alcune «minute questioncelle», ma lasciò molte osservazioni sull'antico latino.
Curò edizioni critiche di Lucrezio, Virgilio, Orazio, Terenzio e Persio, attento soprattutto alla letteratura latina arcaica. Gli furono attribuite le "Notae iuris" e una biografia di Virgilio. Presentano interpolazioni e aggiunte i suoi commenti alle Bucoliche e alle Georgiche di Virgilio. Tra le opere perdute, una "Epistula ad Marcellum", il "Commentarius de occulta litterarum significatione in epistularum C. Caesaris scriptura" e, in ambito grammaticale, "De inaequalitate consuetudinis", "De temporum conexione", "De genetivo graeco", "De litteris singularibus".
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Marco Valerio Bradua Maurico - console 191.
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Lucio Valerio Messalla Trasea Prisco - console 196, patrizio. Fu triumviro monetale, poi membro dei Salii e tribunus militum della Legio II Adiutrix in Pannonia inferiore, agli ordini di Sesto Quintilio Cordiano o di Sesto Quintilio Massimo, che comandavano l'esercito durante la guerra in Pannonia.
Sotto Marco Aurelio e Commodo fu questore; poi fu "adlectus inter praetorios" (guardia pretoriana), "sevir equitum Romanorum" (comandante squadrone di cavalleria), probabilmente sotto Settimio Severo. Nel 211/212 fu messo a morte per ordine di Caracalla.
- Lucio Valerio Messalla Apollinare - console 214
- Publio Valerio Comazone Eutichiano - console 220. Era un commediante e un danzatore, ma sotto Commodo iniziò la carriera militare in Tracia, come soldato semplice. Sotto Settimio Severo fece una rapida carriera e nel 218, divenne prefetto della Legio II Parthica, di stanza in Siria; si alleò con Gannys, l'eunuco tutore di Eliogabalo, nell'organizzazione del colpo di mano militare che destituì Macrino. Sotto Eliogabalo, Comazone divenne cavaliere e prefetto del pretorio, e nel 220 divenne console ordinario, con Eliogabalo come collega; nello stesso anno ricevette la prefettura del pretorio per la seconda volta.
Malgrado il suo stretto legame con Eliogabalo, Comazone sopravvisse alla caduta del giovane imperatore, ottenendo dal suo successore Alessandro Severo la prefettura per la terza volta.
- Lucio Valerio Massimo - console 233, patrizio, oppositore all'imperatore barbaro Massimino Trace e per questo venne scelto nella commissione senatoriale dei vigintiviri. Fu prima "triumvir monetarum", poi "quaestor urbanus", poi questore in una provincia non nota, poi "praetor tutelaris", (giudice sulle tutele) e pure "Curator Laurentium Labinatium". Nel 233 ricevette il consolato; come comes dell'imperatore Pupieno lo seguì durante i suoi viaggi, nel 255 divenne praefectus urbi e nel 256 console per la seconda volta.
- Valerio Massimo - console 253.
- Marco Valerio Romolo - console 309. figlio primogenito di Massenzio, cesare e poi usurpatore, e di Valeria Massimilla, figlia dell'imperatore romano Galerio. Nato nel 294 quando Massenzio aveva solo sedici anni, non ebbe mai rilevanza politica. Venne insignito del titolo di clarissimus puer da bambino, e in seguito di quello di nobilissimus vir. Tenne il consolato con il padre nel 308 e nel 309; sembra che morì nel 309, probabilmente affogato nel Tevere. Massenzio seppellì il figlio nel mausoleo lungo la Via Appia, presso la propria villa. Venne divinizzato, e nel Foro Romano gli fu dedicato un tempio.
- Valerio Messalla Avieno - Prefetto del pretorio d'Italia (399-400). Era pagano, noto per la sua eloquenza e per la sua cultura letteraria. Tra il 396 e il 398 fu legato senatoriale. Nel 399 fu nominato Prefetto del pretorio d'Italia dall'imperatore Onorio, e tenne la carica fino al 400. Durante questo mandato ricevette diverse lettere di Quinto Aurelio Simmaco conservatesi sino ad oggi.
- Giulio Valerio Alessandro Polemio - erudito del IV secolo, sotto Costanzo II. Si pensa che la nomina di Polemio e del suo collega Flavio Urso a consoli per il 338 fosse una ricompensa all'esercito di cui erano comandanti, per il sostegno dato a Costanzo in occasione delle purghe del 337, che avevano eliminato i pretendenti al trono dopo la morte di Costantino I. Costanzo si dovette occupare della frontiera sasanide dell'impero, e in occasione di una delle campagne condotte dall'imperatore, intorno al 340, venne composto e dedicato a Costanzo l'Itinerarium Alexandri ("Il viaggio di Alessandro"), che conteneva le imprese di Alessandro Magno durante la sua campagna contro i Persiani. L'opera, un parallelo tra le imprese del re macedone e dell'imperatore romano, contiene anche una traduzione del Romanzo di Alessandro, forse dello stesso Polemio.
- Valerio Publicola - senatore del IV secolo, padre di santa Melania la giovane, ricchissimo possidente con estese proprietà a Roma, in Sicilia, in Spagna, in Gallia, in Aquitania, in Bretagna e in Africa settentrionale. Costrinse la figlia a sposarsi per avere nipoti ma infine si riconciliò e le lasciò in eredità la sua fortuna.
IMPERATORI
- Flavio Giulio Valerio Crispo - Cesare e console nel 318, 321, 324.
IL MAUSOLEO DEI VALERII
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MAUSOLEO DEI VALERI |
Il Mausoleo, risalente al II sec. d.c., situato al centro del percorso di visita che conduce alla sepoltura di Pietro, è noto per l'importanza delle decorazioni a stucco, opere d'arte di straordinario valore che da tempo attendevano di essere sottoposte a un meticoloso restauro perché danneggiate in passato dalle instabili condizioni microclimatiche e da risarcimenti realizzati con materiali impropri.
Hypnos, il sonno, è raffigurato con ali di pipistrello da uno stucco del mausoleo "H", "dei Valerii". Altri stucchi, ai margini e dentro le nicchie, rappresentano antenati della famiglia dei Valerii e personaggi mitologici: Oceano, Minerva, Iside, Satiri, Menadi ed altri elementi che sembrano ispirati soprattutto ai culti misterici di Iside e di Dioniso.
La Repubblica:Il Mausoleo dei Valeri
(
Fonte)
"E' un mondo sterminato, oscuro. Forse tra i più densi di storia a Roma, considerata la stratigrafia complessiva, l' imponenza di ciò che lo sovrasta, il valore simbolico. Nella necropoli distesa al di sotto della basilica di San Pietro c'è qualcosa di nuovo.
Sono i volti di Caio Valerio, con la moglie Flavia Olympia e i due figli Olimpiano e Valeria Massima, di 4 e 12 anni, incastonati nel mausoleo che porta il nome della loro famiglia. Pagani, a pochi passi dalla Tomba di Pietro, sotto la volta centrale della Basilica emblema della cristianità.
E' stato un restauro rapido e intenso a rimettere sotto nuova luce il monumento che, nemmeno due secoli dopo la nascita di Cristo, un liberto - un ex schiavo - della famiglia dei Valerii, uomo colto e padre di famiglia, si fece costruire sotto forma di sontuoso mausoleo pagano.
Nella città sotterranea del Vaticano, si alternano sepolcri restaurati e altri che sono ancora coperti dall' interramento costantiniano, le facciate maestose costruite con raffinati criteri architettonici e i decori scolpiti nella terracotta tinta in vari colori, mosaici e finti marmi seguono altre zone da recuperare.
Il Mausoleo dei Valeri si staglia chiaro, con la sua nicchia semicircolare in cui è custodita l' impronta di una perduta statua di un Dio, probabilmente trafugata già in tempi antichi. Ai lati le statue di Minerva e una Diana o forse Giunone.
Accanto alla triade divina, i componenti della famiglia dei Valeri atteggiati come antichi filosofi e circondati da simboli della sapienza. A sorvegliare il sonno dei fratellini Olimpiano e Valeria, uccisi da un' epidemia di peste nel 166, la statua di Hypnos, il Dio del sonno. La sovrastano da due amorini che reggono una cornucopia di semi di papavero."
ALESSANDRO CAPANNARI
Della famiglia di Quinto Vegeto, oltre la madre Gomena Severina e la moglie Etrilia Afra, ci è pur noto un Mummie Nigro Valerio Vegeto il quale, possedendo una sontuosa villa detta Calvisiana, nell'agro Viterbese, la dotò di « acque a mezzo di un acquedotto parte in muratura, parte a sifone. Gli acquisti dei terreni e la concessione di far passare il detto acquedotto per "vias limitesque publicos" son registrati nel singolarissimo titolo viterbese (Lanciani, Silloge aquaria p. 378).
A questo Mummio che assai probabilmente fu figlio di Quinto Valerio e di un'altra sua moglie della gente Mummia, si riferisce forse la iscrizione di Aeca (Troia) C. /. L IX, 948:
lOVI Dolicheno EXVPERANTISSi mo L • MVMMIVS NIGr QVINTVS VALERIV5 WeGeiVS SEVERINts C • AVCIDIVS TERTVL lus COS • V S •
Dì una Valeria Vegeta che senza dubbio alcuno deve essere legata da stretti vincoli di parentela col nostro console, ci dà notizia l'iscrizione di Emerita (Lusitania) C. /. /.. II n« 500. Un L Valerius L lib. Vegetius è ricordato nel titolo sepolcrale scoperto a Petronella (Pannonia Superiore).
A quanto io mi sappia non si conoscono, oltre le addotte, altre memorie intorno ai Valerii Vegeti; di altre persone però pertinenti a varie genti e che adottarono il cognome di Vegeto, non sono rari gli esempi offerti dall'epigrafia.
BIBLIO
- Münzer - De Gente Valeria
- Plutarch - The Life of Publicola
- Briscoe - Valerius Maximus,
- Cicero - Pro Flacco, 36 - De Oratore, 38 -
Aelius Lampridius, "The Life of Commodus"
Julius Capitolinus, "The Life of Antoninus Pius
- Suetonius, De Illustribus Grammaticis,
- Valerius Maximus - Factorum ac Dictorum Memorabilium -
- Marcus Valerius Martialis - Epigrammata (Epigrams).
Priscus, quoted in the Excerpta de Legationibus.
Cornelius Nepos, "The Life of Cato