NICEFORO I |
LA PRESA DEL POTERE
Fu un patrizio della città di Seleucia Sidera, probabilmente di origine araba, che venne nominato sovrintendente alle finanze dall'Imperatrice Irene, da cui il soprannome Logoteta (logothetēs tou genikou). Con l'aiuto di alcuni eunuchi di corte e di alcuni patrizi progettò la detronizzazione di Irene, che aveva grande fiducia in lui.Ella regnò sull'Impero dal 780 all'802, quando venne deposta dal suo sovrintendente alle finanze (logothetēs tou genikou), Niceforo I il Logoteta. Fu l'unica donna ad assumere anche il titolo imperiale maschile facendosi "basileus dei romei": Zoe, Teodora ed Eudocia Macrembolitissa saranno infatti "solo" imperatrici regnanti.
Intanto il popolo e il clero che erano favorevoli ad Irene si presentarono alle porte del Palazzo chiedendo Irene sul trono ma questa, fidandosi delle promesse di Niceforo, che le avrebbe concesso di stabilirsi nel Palazzo dell'Eleuterio a Costantinopoli, si ritirò dal governo. Invece Niceforo la esiliò prima sulle Isole dei Principi e poi a Lesbo, dove morì in povertà nell'803.
- nell' 809 organizzò un censimento generale per la nuova fiscalità imperiale dopo il governo di Irene;
- costrinse gli abitanti dei temi dell'Asia Minore a vendere i possedimenti e a trasferirsi nelle Sclavinie;
- fece pagare gli abitanti dei villaggi una tassa per comprare l'equipaggiamento ai soldati poveri;
- fece pagare una tassa per l'iscrizione nell'elenco dei contribuenti; annullò gli sgravi fiscali concessi da Irene;
- fece pagare le tasse ai monasteri e agli istituti di beneficenza;
- fece tassare ed esaminare attentamente i nuovi ricchi esaminati dagli ufficiali e oppressi;
- tutti quelli che nei precedenti 20 anni avevano scoperto tesori vennero privati del loro denaro;
- pose tasse sull'eredità e sugli schiavi;
- costrinse gli armatori di Costantinopoli a contrarre prestiti con lo stato con un tasso elevato.
- Rivendicò il primato del potere imperiale sulla chiesa.
- Il villaggio contadino divenne il centro dell'economia del governo e dell'organizzazione territoriale, sotto il profilo economico, produttivo e ovviamente fiscale mentre scomparve il tardo latifondo romano.
- Niceforo non riconobbe assolutamente il titolo imperiale a Carlo Magno e rivendicò per sé, in forma esclusiva, il titolo di "basileus ton romaion", di 'imperatore dei romani'. Per giunta vietò al patriarca ogni relazione diplomatica con il Papa di Roma che aveva incoronato Carlo, dichiarando un tradimento e un'illegalità l'incoronazione del natale 800.
- Invece contro Bulgari e Arabi Niceforo venne duramente sconfitto nell'806 ed obbligato a pagare altissimi tributi al califfo abbaside Hārūn al-Rashīd. Morto il califfo nell'809 smise di pagare e iniziò una nuova campagna contro i Bulgari, che venne perduta.
- Nel maggio dell'811 Niceforo, dopo avere riunito un esercito enorme mosse nuovamente contro i Bulgari per riprendere Pliska, che, nel frattempo Krum aveva riconquistato. Il Khan si ritirò, secondo la sua abituale tattica, sulle montagne dei Balcani e Pliska, così, fu di nuovo espugnata dai Bizantini. A Pliska, però, avvennero massacri indiscriminati, contrari alla tradizione bellica e in genere alla storia militare bizantina: donne inermi e bambini anche in fasce subirono un terribile massacro, spesso operato attraverso l'uso di mazze chiodate.
LA COPPA DI KRUM |
LA MORTE
Ma pochi mesi dopo, il 26 luglio 811 nella battaglia di Pliska l'esercito bizantino venne massacrato dai Bulgari e Niceforo venne catturato e decapitato. Le cronache narrano che dal teschio di Niceforo I fu tratta una coppa per il re bulgaro Krum.
STAURACIO
Gli succedette alla guida dell'impero il figlio Stauracio, che aveva seguito il padre nell'impresa bulgara, e che riuscì a sfuggire al massacro ma, durante la battaglia, fu ferito gravemente ed ebbe la schiena spezzata. Fu trasportato in condizioni disperate a Costantinopoli, dove, dal momento che il suo matrimonio con Teofania era stato infecondo, prese i voti e si ritirò in un monastero.
Era il 2 ottobre dell'811 e Stauracio indicò nel cognato, fratello di Teofano, Michele Rangabe, il suo successore. Tre mesi dopo, agli inizi dell'812, Stauracio, per la gravità delle ferite patite moriva.
BIBLIO
- Teofane - Cronaca -
- Georg Ostrogorsky - Storia dell'Impero bizantino - Milano - Einaudi - 1968 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano - Garzanti - 1985 -
- Giorgio Ravegnani - I bizantini in Italia - Bologna - il Mulino - 2004 -
- Ralph-Johannes Lilie - Bisanzio la seconda Roma - Roma - Newton & Compton - 2005 -
- Giorgio Ravegnani - Bisanzio e Venezia - Bologna - il Mulino - 2006 -
- Giorgio Ravegnani - Introduzione alla storia bizantina - Bologna - il Mulino - 2006 -
- Giorgio Ravegnani - Imperatori di Bisanzio - Bologna - Il Mulino - 2008 -