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CULTO DI PROSERPINA - PERSEPHONE - KORE

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CORE

Per l’antica Grecia l’arrivo della primavera era connesso al mito del ritorno di Persephone dal regno notturno, dove era regina.

La Dea era caratterizzata da due aspetti: uno era Kore, la fanciulla, la figlia quasi indistinta dalla madre, un altro era Persephone, Regina degli Inferi, saggia Guida dell’aspetto oscuro delle cose.

PERSEFONE
"Io sono Kore: la giovinezza, l’innocenza, la leggerezza.

Sono la Dea del Fiore, una stagione nella natura e nella vita di ogni donna.

Io ho conosciuto l’oscurità dell’Ade, ho assaggiato i chicchi della melagrana

ritrovando così il mio nome: Persefone, la Terribile,
Silenziosa Signora del Regno dei Morti.

Solo dopo aver varcato la soglia del buio,
traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce

tenendo fra le mani la sacra melagrana,
simbolo dell’eterno ritorno
" (Omero).

Dea greca, nei poemi omerici moglie di Ade, re dell'Tartaro, simile a Medusa; a lei, regina dei morti, si rivolgono gli uomini perchè le loro imprecazioni abbiano efficacia.

Dunque la Dea ha doppia valenza: ingenua e vergine fanciulla, e Regina del Dio oscuro, e lei stessa connessa alla magia e agli inferi. Insomma maga e dominatrice.

Come figlia di Demetra, Dea della terra apportatrice di vita, e di Zeus o, Poseidone o, secondo altri, di Stige, era una dolce fanciulla che giocava con le Ninfe e cogliere fiori. Infatti Core significa fanciulla.

Un giorno però venne fuori dalla terra Ade che la rapì su un cocchio tirato da 4 cavalli e la condusse negli abissi.

Il culto di Demetra passò nel territorio italico insieme ai suoi misteri, associandosi all'antica Cerere, con sua figlia Core o Proserpina o Persefone. Proserpina deriva dal latino "proserpere", cioè "serpeggiare", muoversi come un serpente.

Demetra, a causa del suo dolore, impedisce alla terra di dare frutti e tutti gli uomini rischiano di perire. Ma Zeus riesce a placare la Dea facendo sì che Persefone possa rimanere con la madre per alcuni mesi dell'anno.

Per Diodoro la Dea si è manifestata per prima sul suolo italico, ma in realtà si tratta di Cerere:

"Le Dee apparvero per la prima volta in quest’isola e la Sicilia per prima produsse il frutto del grano grazie alla fertilità della sua terra… 

E infatti nella piana di Lentini e in molti altri luoghi della Sicilia nasce anche ora il così detto grano selvatico. Insomma se si facesse un’indagine sulla scoperta del grano, cioè in qual parte della terra esso sia apparso per la prima volta, è verosimile che si riconosca il primato alla terra più fertile. Conformemente a quanto si è detto, è possibile constatare che le dee che hanno scoperto il grano sono straordinariamente venerate dai Sicelioti."



Diodoro:

"Dopo il ratto di Kore, Demetra, poiché non riusciva a trovare la figlia, accese le fiaccole dai crateri dell’Etna, si recò in molti luoghi della terra abitata e beneficò gli uomini che le offrirono la migliore ospitalità, dando loro in cambio il frutto del grano.

Gli Ateniesi accolsero la Dea con grandissima cortesia, e a loro per primi, dopo i Sicelioti, Demetra donò il frutto del grano, in cambio di ciò il popolo di Atene onorò la Dea molto più degli altri, la onorò con famosissimi sacrifici e con i misteri eleusini, i quali, superiori per antichità e sacralità, divennero famosi presso tutti gli uomini… 

Gli abitanti della Sicilia, avendo ricevuto per primi la scoperta del grano per la loro vicinanza con Demetra e Kore, istituirono in onore di ciascuna delle dee, sacrifici e feste cui dettero il nome di quelle e la cui data di celebrazione indicava chiaramente i doni ricevuti.
Fissarono, infatti, il ritorno di Kore sulla terra nel momento in cui il frutto del grano si trova ad essere perfettamente maturo. 


Scelsero per il sacrificio in onore di Demetra il periodo in cui si incomincia a seminare il grano. Celebrano per dieci giorni la festa che prende il nome della dea, una festa splendidissima per la magnificenza dell’allestimento, durante la cui celebrazione si attengono all’antico modo di vita. In questi giorni hanno l’abitudine di rivolgersi frasi oscene durante i colloqui, poiché la dea, addolorata per il ratto di Kore, scoppiò a ridere a causa di una frase oscena."

Dunque infanzia, erotismo, ed inferi, come dire Nascita, Accoppiamento, e Morte. Le fasi della vita. Nell'Asino d'oro di Apuleio si dice che Proserpina è la Dea dei Siciliani. Il suo nome è legato ai serpenti, rivelandola come Dea Primigenia, probabilmente più antica di quella greca. Comunque Diodoro precisa che alle due Dee erano riservati culti distinti, oltre a quelli eseguiti congiuntamente.

Persefone era solitamente raffigurata come una giovane Dea che tiene in mano dei covoni di grano e di una torcia fiammeggiante. Qualche volta è apparsa in compagnia di sua madre Demetra, e l'eroe Trittolemo, il maestro di agricoltura. Altre volte lei appare in trono accanto Haides.

TEMPIO DI PLUTONE E PROSERPINA A TIVOLI


TITO LIVIO

"Fu riferita in senato la lettera del pretore Q.Minucio, che governava la provincia dei Bruzi: tal tesoro di Proserpina nella città di Locri di notte era di nascosto stato sottratto del denaro, né v'era alcuna traccia del ladro. 

Con sdegno il senato sopportò questa cosa; al console C.Aurelio fu affidato l'incarico di scrivere al pretore nei Bruzi che il senato voleva che si facesse un'indagine sui tesori trafugati, che fossero puniti coloro che avevano rubato il denaro, e che si compissero sacrifici espiatori. 

I prodigi segnalati in più luoghi accrescevano la preoccupazione di espiare la profanazione di quel tempio.

Si riportava che tra i Lucani il cielo fosse divenuto ardente, nell'agro di Priverso il sole fosse tutto rosso, a Lanuvio nel tempi di Giunone Inviolata fosse sorto un grande rumore di notte.


I decenviri ordinarono che fossero considerati segni divini quelle che dopo questo prodigio erano avvenute. Avevano anche ordinato, infine, che un carme fosse cantato per la città per tre volte da vergini."

Frammento di un testo di Thurii, sud Italia, III sec.a.c, dei "Misteri di Proserpina"


Proserpina Stigiana

(l'adepto)
"Io vengo in purezza da un popolo puro,
Oh Regina della Morte;
e mi proclamo discendente della tua razza benedetta.
Ma il destino e il fulmine scagliato dalle stelle
mi hanno travolto, ed ora ho volato fuori
della triste e pesante ruota.
Mi muovo con passi ansiosi
di toccare la tua Corona, e sprofondare nel tuo grembo,
Mia Grande Signora; Oh Regina della Morte.
"

(Proserpina)
"Felice e benedetto sarai poi,
come un Dio, non più mortale.
Sarai come un bambino,
caduto nel mio dolce latte di madre."

Lei è la personificazione e divinizzazione del ciclo di vita.
In mano tiene un melograno, frutto legato al parto, nonché la sua capacità di rendere la terra fertile, di far crescere le creature e poi di dar loro la morte.


Demetra e i Misteri Eleusini

Dopo il ratto, la madre di Persephone, la Dea dell'agricoltura Demetra, vagando per la città stato di Eleusi divenne nurse di un bambino.

EDICOLE VOTIVE - TEMPIO DI DEMETRA E PROSERPINA
Quando si rivelò come Dea, gli Eleusini le costruirono un tempio.
Del famoso e venerato tempio di Cerere ad Enna non sono rimaste testimonianze visibili a causa dello sviluppo moderno della città. 

Ubicato all'interno dell'acropoli sommitale, oggi Castello di Lombardia, il tempio principale era affiancato nelle zone circostanti da sacelli e santuari ove veniva effettuata la maggior parte dei riti. 

La presenza di una via sacra è attestata nelle fonti storiche, estendendosi nel settore settentrionale che dalla cittadella sommitale si estende fino alla Rupe di Cerere.













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