Li descrive dettagliatamente Giulio Cesare nel suo racconto del suo "De bello gallico". I Belgi, o "Belgae" che è il nome latino dei "belgi", diedero il nome alla provincia romana della Gallia Belgica e, molto più tardi, all'attuale Belgio.
Si crede che il nome etnico Belgae derivi dalla radice proto-celtica -belg- o -bolg- che significa "gonfiarsi (esaltazione in battaglia)", come l'aggettivo olandese "gebelgd" ("diventare arrabbiato"), come pure il verbo inglese antico belgan, "essere arrabbiato" ovvero "la furia in battaglia", il che la dice lunga sul carattere guerriero di questo popolo.
- Atrebati (Galli)
- Atuatuci (che discenderebbero dalle tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni)
- Bellovaci (Galli)
- Ceresi (Germani)
- Caleti (Galli ?)
- Condrusi (Germani)
- Eburoni (Germani)
- Helvetii
- Leuci
- Lingones
- Mediomatrici
- Menapi (Germani)
- Morini (Germani)
- Nervi (Germani)
- Pemani (Germani)
- Raurici
- Remi (Galli)
- Sequani
- Suessioni (Galli)
- Treveri
- Veliocassi (Galli)
- Viromandui (Galli)
Giulio Cesare informa che la Gallia al tempo delle sue conquiste (58-51 a.c.) era divisa in tre parti: quella abitata dagli Aquitani a sud-ovest, dai Galli la parte più grande centrale, che nella loro lingua erano chiamati Celti, e dai Belgi al Nord e dice che i Belgi erano:
"i più coraggiosi, perché i più lontani dalla civiltà e dalla raffinatezza della Provincia, e i mercanti ricorrono meno frequentemente a loro e importano quelle cose che tendono a effeminare la mente; essi sono i più vicini ai Germani, che abitano al di là del Reno, con i quali sono continuamente in guerra"
Mentre Cesare o le sue fonti descrivevano i Belgi come nettamente diversi dai Galli, Strabone affermò che le differenze tra i Celti (Galli) e i Belgi erano minime, mentre erano maggiori tra i Aquitani e Celti. Se i Belgi vivevano in Gallia significa che in un certo senso erano Galli, che spiegherebbe la frase di Cesare "I Belgi hanno lo stesso metodo di attaccare una fortezza come il resto dei Galli".
"Quando Cesare chiese loro quali stati erano in armi, quanto erano potenti e cosa potevano fare in guerra, gli venne risposto che la maggior parte dei Belgi discendevano dai Germani, che avendo attraversato il Reno e appurato la fertilità della terra, vi si stabilirono cacciando i Galli che vi abitavano e che erano gli unici che, nella memoria dei loro padri, quando tutta la Gallia fu invasa, avevano impedito ai Teutoni e ai Cimbri di entrare nei loro territori; per questo, essi assunsero grande autorità e superbia nel campo militare."
(Cesare - De Bello Gallico II)
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MONETA TRIBU' BELGA |
Pertanto Cesare usa il termine "Germani" in due modi. Come un raggruppamento di tribù all'interno dell'alleanza belga, distinguendoli dai loro vicini. Oppure si riferisce a quelle tribù imparentate a est del Reno, che non erano celtiche. Così i Germani tra i Belgi sarebbero chiamati i Germani cisrhenani, per distinguerli dagli altri Germani che vivevano ad est del Reno.
Ma Tacito precisa: "I primi ad attraversare il Reno e cacciare i Galli, quelli che ora si chiamano Tungri, furono allora chiamati Germani. Fu il nome di questa nazione, non una razza, che gradualmente divenne di uso generale. Ed essi furono tutti chiamati Germani dal nome dei conquistatori per il terrore che ispiravano, e poi, una volta ideato il nome, lo adottarono loro stessi."
In altre parole, Tacito capì che il nome Germani era stato usato in Gallia prima per un popolo specifico con collegamenti oltre il Reno, essendo i Tungri il popolo che abitava dove gli Eburoni avevano abitato in epoca successiva, e poi venne adottato dai popoli non celtici al di là del Reno, nel modo in cui Cesare usò il termine.
Scrive Cesare:
"La Gallia è divisa in tre parti, una delle quali abitano i Belgi, l'altra gli Aquitani, e la terza quella in cui abitano quelli che non si chiamano Celti, e che noi chiamiamo Galli. Tutte queste differiscono l'una dall'altra nella lingua, nei costumi e nelle leggi. Tuttavia, molti studiosi moderni ritengono che i Belgi fossero un gruppo di lingua celtica."
Ma la maggior parte dei nomi tribali e personali belgi sono identificabili come gallici, compresi quelli dei Germani cisrhenani, e delle tribù oltre il Reno, come i Tencteri e gli Usipeti. Le iscrizioni sopravvissute indicano anche che il gallico era parlato almeno in una parte del territorio belga.
Secondo Strabone, il paese dei Belgi si estendeva lungo la costa dove vivevano 15 tribù dal Rhenus (Reno) al Liger (Loire) e sostiene che "Augusto Cesare, quando divise il paese in quattro parti, unì le Kelte alla Narbonnaise; gli Aquitani conservò gli stessi di Giulio Cesare, ma vi aggiunse altre quattordici nazioni di coloro che abitavano tra la Garonna e il fiume Loira, dividendo il resto in due parti, l'una che si estendeva ai distretti superiori del Reno (Gallia Lugdunensis), l'altra ai Belgi (Gallia Belgica)."Sembra che almeno alcune tribù belghe parlassero una lingua celtica gallica al tempo di Cesare, e tutte usassero tali lingue almeno in alcuni contesti.
LE TRIBU' DEI BELGI
Cesare menziona le seguenti tribù belgiche:
- Ambiani (forse Galli)- Atrebati (Galli)
- Atuatuci (che discenderebbero dalle tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni)
- Bellovaci (Galli)
- Ceresi (Germani)
- Caleti (Galli ?)
- Condrusi (Germani)
- Eburoni (Germani)
- Helvetii
- Leuci
- Lingones
- Mediomatrici
- Menapi (Germani)
- Morini (Germani)
- Nervi (Germani)
- Pemani (Germani)
- Raurici
- Remi (Galli)
- Sequani
- Suessioni (Galli)
- Treveri
- Veliocassi (Galli)
- Viromandui (Galli)
Più tardi, Tacito menzionò una tribù chiamata Tungri che viveva dove avevano vissuto i Germani cisrhenani, e affermò anche che un tempo erano chiamati Germani. Altre tribù che potrebbero essere state incluse tra i Belgi in alcuni contesti furono i Leuci, i Treveri e i Mediomatrici. Posidonio include anche gli Armoricani.
Cesare scrive che i Belgi stavano cospirando e armandosi in risposta alle sue precedenti conquiste; per questo creò due nuove legioni e ordinò ai suoi alleati gallici, gli Edui, di invadere il territorio dei Bellovaci, la più grande e feroce tribù dei Belgi.
Temendo il numero e il coraggio dei Belgi, Cesare inizialmente evitò una battaglia campale, ricorrendo a schermaglie di cavalleria ma scoperto che le sue truppe erano all'altezza, si accampò su una bassa collina protetta da una palude sul davanti e dal fiume Aisne dietro, vicino a Bibrax (tra l'odierna Laon e Reims) nel territorio dei Remi.
I Belgi attaccarono oltre il fiume, ma furono respinti dopo una feroce battaglia. Rendendosi conto che non potevano respingere i romani e consapevoli dell'avvicinamento degli Edui nelle terre dei Bellovaci, i Belgi tornarono alle proprie terre. Gli informatori di Cesare gli riferirono che qualunque tribù Cesare avesse attaccato per prima, gli altri sarebbero venuti in loro difesa.
I Belgi smontarono il campo poco prima di mezzanotte. All'alba, compreso che la ritirata non era una trappola, Cesare inviò la cavalleria a colpire la retroguardia, seguita da tre legioni. Molti dei Belgi furono uccisi in battaglia. Cesare marciò quindi nel territorio dei Suessiones e assediò la città di Noviodunum (Soissons).
Vedendo le macchine d'assedio dei romani, i Suessiones si arresero, al che Cesare si rivolse ai Bellovaci, che si erano ritirati nella fortezza di Bratusspantium (tra le moderne Amiens e Beauvais). Si arresero rapidamente, come fecero gli Ambiani. I Nervi, insieme agli Atrebati e ai Viromandui, decisero di combattere (anche gli Atuatuci avevano accettato di unirsi a loro, ma non erano ancora arrivati).
Si nascosero nei boschi e attaccarono la colonna romana presso il fiume Sabis, un attacco rapido e inaspettato. Alcuni dei romani non ebbero il tempo di togliere le fodere dai loro scudi o di indossare gli elmi. Tuttavia Cesare afferrò uno scudo, si diresse in prima linea e organizzò rapidamente la difesa.
Le due legioni romane a guardia delle salmerie sul retro finalmente arrivarono e le sorti mutarono. Cesare dice che i Nervi furono quasi annientati nella battaglia, e loda il loro coraggio, chiamandoli "eroi". Gli Atuatuci, che accorrevano in loro aiuto, alla notizia della sconfitta si ritirarono in una roccaforte che venne messa sotto assedio, e presto si arresero e consegnarono le armi.
La resa fu però uno stratagemma, e gli Atuatuci, armati delle armi che avevano nascosto, tentarono di evadere durante la notte. I romani avevano il vantaggio della posizione e ne uccisero 4000. Il resto, circa 53.000, furono venduti come schiavi.
STERMINIO DELLE COORTI ROMANE
Nel 53 a.c., gli Eburoni, guidati da Ambiorix, insieme ai Nervi, Menapii e Morini, si ribellarono di nuovo e sterminarono 15 coorti, solo per essere sconfitti da Cesare.
I Belgi combatterono nella rivolta di Vercingetorige nel 52 a.c. dove Cesare vinse e unì le tre parti della Gallia, il territorio dei Belgi, dei Celti e degli Aquitani, in un'unica provincia, la Gallia Comata, poi riorganizzata da Augusto.
La provincia della Gallia Belgica era delimitata ad est dal Reno e si estendeva dal Mare del Nord al Lago di Costanza (Lacus Brigantinus), includendo parti dell'attuale Svizzera occidentale, con capitale nella città di Remi (Reims ). Sotto Diocleziano venne ripartita in, Belgica Prima (capitale Augusta Trevirorum, Treviri) e Belgica Secunda (capitale Reims).
IN BRETAGNA
I Belgi avevano passato il Canale della Manica stabilendosi nel sud della Gran Bretagna. Dopo la conquista romana della Britannia, i Belgi confinavano a nord con i britannici Atrebati e ad est con i Regnesi, anch'essi Belgi.
Un gran numero di monete degli Ambiani della metà del II secolo a.c. sono state rinvenute nella Britannia meridionale con i resti di un forte belga nel Kent. Basandosi sulle immagini sulle monete, al tempo della conquista romana, alcune tribù della Britannia sud-orientale probabilmente erano governate da una nobiltà belga. La Britannia romana ebbe città come Portus Adurni (Portchester) e Clausentum (Southampton). La capitale era Venta Belgarum (Winchester).
IN IRLANDA
Nel suo "De vita et moribus Iulii Agricolae" Tacito afferma che suo suocero Gneo Giulio Agricola, mentre era governatore della Britannia (78-84d.c.), accolse un principe irlandese in esilio (forse Túathal Techtmar) e che su questo pianificò una conquista dell'Irlanda, che però non avvenne.
Tuttavia gli scavi archeologici hanno portato alla luce manufatti romani in molti siti associati a Túathal, come Tara e Clogher. Lo storico Vittorio Di Martino ha ipotizzato che i Romani possano aver aiutato Túathal a riconquistare il trono, onde avere un potente alleato irlandese, per porre fine alle scorrerie irlandesi in Britannia.
Giovenale (II secolo), che potrebbe aver servito in Britannia sotto il comando di Agricola, dichiara che preferirebbe fuggire fino ai confini della terra tra i Sarmati e il mare ghiacciato (Irlanda) piuttosto che vivere tra moralisti ipocriti, e afferma pure che "le armi furono portate oltre le coste irlandesi".
Tacito dice che nell'82 Agricola traversò il mare e sconfisse popoli sconosciuti, anche se non specifica quale mare, ma subito dopo tratta dell'Hibernia, di come i popoli che vi abitano siano simili a quelli britannici e ricorda che il suocero diceva spesso che quest'isola poteva essere conquistata con una sola legione e poche truppe ausiliarie.
C'è chi pensa che la traversata e lo scontro con popoli sconosciuti di cui parla Tacito si riferiscano a una spedizione esplorativa di Agricola in Irlanda. Gli storici Warner e Hughes credono vi fosse stata un'altra campagna militare romana in Hibernia, guidata dal governatore della Britannia Maximus, nell'anno 225, che portò l'occupazione del Leinster (la regione irlandese dove si trova Drumanagh) e portò alla creazione della Rocca di Cashel (Cashel dal latino "castrum"), attualmente una città del Tipperary.
Nel sud-est dell'isola si trovano molte tombe in stile romano-britannico, associate con numerosi oggetti di fattura romana, probabilmente dovuti alla tribù dei Briganti (nell'area sono pochi i reperti non romanizzati).
Nell'isola di Lambay, di fronte alla costa di Dublino, sono state trovate tombe con ornamenti romanizzati del I secolo, che dimostrano l'esistenza di un attivo commercio con la costa britannica. In Irlanda sono stati trovati reperti archeologici romani (gioielleria e monete) dei primi secoli d.c., nel complesso religioso-militare di Tara vicino a Dublino, nel forte settentrionale di Clogher e nella cittadella fortificata di Cashel nel meridione irlandese. Anche a Newgrange sono emerse monete romane.
Le tre località sono diventate sedi di rispettivi regni locali nel Medioevo e tutte le loro tradizioni storiche si rifanno alla Britannia romanizzata. Drumanargh, 20 km a nord di Dublino, è un promontorio fortificato difeso da tre file di fossati paralleli, simili ai fossati della Britannia romana (come il Vallo di Wat). Studiosi come Di Martino e Warner lo considerano un possibile forte romano.
Sul promontorio di Drumanagh sono emersi manufatti e gioielleria di completa fattura romana, ora conservati nel "National Museum of Ireland" assieme a monete romane con effigi degli imperatori Tito, Traiano e Adriano. L'ipotesi di una presenza temporanea in Hibernia di legionari romani ai tempi di Agricola prende sempre più consistenza tra gli studiosi.
BIBLIO
- Caesar -The Conquest of Gaul - trans. S. A. Handford - new intr. by J. F. Gardner - Penguin Books - 1982 -
- Julius Caesar - Commentarii de Bello Gallico -
- Tacitis - Germania - trans. H. Mattingly - revised by J. B. Rives - Penguin Books 2009 -
- Aldhouse-Green, Miranda Jane - The Celtic World - 1995 -
- King, Anthony - Roman Gaul and Germany - 1990 -
- Wightman, Edith Mary - Gallia Belgica - University of California Press -1985 -
- Wightman, Edith Mary - Gallia Belgica - University of California Press -1985 -
- Hamilton, H.C. (trans.) - The Geography of Strabo - George Bell & Sons - 1892 -
- Busse, Peter E. - "Belgae" - In Koch, John T. (ed.) - 2006 -