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CIMBRI (Nemici di Roma)

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I CIMBRI

I Cimbri (greco Κίμβροι, Kímbroi; latino Cimbri) erano un'antica tribù in Europa identificati dagli antichi  come germani, celti, galli o cimmerii. Avevano il loro habitat nello Jutland, chiamato anche penisola cimbra e parlavano, secondo alcuni studiosi un germanico, secondo altri celtico.

Insieme ai Teutoni e agli Ambroni, combatterono la Repubblica Romana tra il 113 e il 101 a.c. durante la Guerra Cimbra. I Cimbri ebbero inizialmente successo, in particolare nella battaglia di Arausio, in cui un grande esercito romano fu sbaragliato. In seguito razziarono vaste aree in Gallia e in Hispania. 

Ma nel 101 a.c., durante un tentativo di invasione della penisola italiana, i Cimbri furono decisamente sconfitti nella battaglia di Vercellae da Gaio Mario, e il loro re, Boiorix, fu ucciso. Alcuni dei prigionieri sopravvissuti sono riportati essere stati tra i gladiatori ribelli nella Terza Guerra Servile.

I CIMBRI


ORIGINARI DELLO JUTLAND

Non si conosce l'origine del nome dei Cimbri è sconosciuta, forse correlata al "il popolo della costa" oppure deriva dai Cimmeri. Alcuni studiosi credono che i Cimbri fossero una tribù germanica originaria dello Jutland, sebbene siano state suggerite anche origini celtiche. 

Alcune fonti greche e romane associano i Cimbri alla penisola dello Jutland. Secondo le Res gestae di Augusto, i Cimbri si trovavano ancora nella zona intorno alla fine del I secolo d.c:
"La mia flotta salpò dalla foce del Reno verso est fino alle terre dei Cimbri, nelle quali, fino a quel momento, nessun romano era mai penetrato né per terra né per mare, e i Cimbri e i Caridi e i Semnoni e altri popoli dei Germani di quella stessa regione attraverso i loro inviati cercarono la mia amicizia e quella del popolo romano".

Il geografo greco contemporaneo Strabone testimoniò che i Cimbri esistevano ancora come tribù germanica, presumibilmente nella "penisola cimbra" vivendo essi presso il Mare del Nord e pagando un tributo ad Augusto. 

"Essi mandarono in dono ad Augusto il calderone più sacro del loro paese, con una supplica per la sua amicizia e perdono alle loro precedenti offese, e quando la loro richiesta fu accolta salparono per tornare a casa". 
(Strabone, Geographica 7.2.1)

Sulla mappa di Tolomeo, i "Kimbroi" sono collocati nella parte più settentrionale della penisola dello Jutland, cioè nel moderno paesaggio dello Himmerland a sud del Limfjorden (poiché Vendsyssel-Thy a nord del fiordo era a quel tempo un gruppo di isole).




LA MIGRAZIONE

- Poco prima del 100 a.c. molti Cimbri, con Teutoni e Ambroni, migrarono verso sud-est. Fermati dai Boii e altre tribù celtiche, andarono verso il 113 a.c. nel Norico, dove invasero le terre di uno degli alleati di Roma, i Taurisci.

- Su richiesta del console romano Gneo Papirio Carbo, inviato a difendere i Taurisci, si ritirarono, solo per ritrovarsi ingannati e attaccati nella battaglia di Noreia, dove sconfissero i Romani. Solo una tempesta, che separò i combattenti, salvò le forze romane dal completo annientamento.

Si diressero allora a ovest verso la Gallia, entrando spesso in conflitto con i Romani, che di solito ne uscivano perdenti. Nei Commentarii de Bello Gallico gli Aduaticii, belgi di origine cimbra, si schierarono ripetutamente con i nemici di Roma;

- nel 109 a.c. sconfissero un esercito romano sotto il console Marco Giunio Silano, che era il comandante della Gallia Narbonensis;

- nel 107 a.c. sconfissero un altro esercito romano sotto il console Gaio Cassio Longino, che fu ucciso nella battaglia di Burdigala (l'odierna Bordeaux) contro i Tigurini, che erano alleati dei Cimbri;

nel 105 a.c. al Rodano, i Cimbri si scontrarono con gli eserciti romani. La discordia tra i comandanti romani, il proconsole Quinto Servilio Caepio e il console Gneo Mallius Maximus, ostacolò il coordinamento romano e così i Cimbri riuscirono prima a sconfiggere il legato Marco Aurelio Scauro e poi inflissero una devastante sconfitta a Caepio e Maximus nella battaglia di Arausio. I Romani persero fino a 80.000 uomini, secondo Tito Livio.


MARIO VITTORIOSO SUI CIMBRI


GAIO MARIO

Roma era nel Metus Cimbricus (terrore dei Cimbri) aspettandosi di vedere i nuovi Galli alle porte di Roma. Non restava che rivolgersi a uno dei più grandi generali di tutti i tempi, degno zio di Giulio Cesare che molto apprese da lui.
Nel 104-103 a.c. i Cimbri saccheggiarono la penisola iberica ma sconfitti da una coalizione di Celtiberi. tornarono in Gallia, dove si unirono ai Teutoni per scendere in Italia attraverso i passi occidentali, mentre Cimbri e Tigrini dovevano passare attraverso il Reno e poi per le Alpi centro-orientali.



LA PRIMA VITTORIA ROMANA

All'estuario dell'Isère, i Teutoni e gli Ambroni incontrarono il grande Gaio Mario, che li seguì fino "Ad Aquae Sextiae" dove li vinse in due battaglie e fecero prigioniero il re teutone Teutobod.



LA SECONDA VITTORIA ROMANA

I Cimbri intanto erano penetrati attraverso le Alpi nell'Italia settentrionale. Il console Quinto Lutazio Catulo non aveva osato fortificare i passi, ma si era invece ritirato dietro il fiume Po, e così la terra era aperta agli invasori. I Cimbri non si affrettarono, e i vincitori di Aquae Sextiae ebbero il tempo di arrivare con i rinforzi. 

Nella battaglia di Vercellae, alla confluenza del fiume Sesia con il Po, nel 101 a.c., vennero sconfitti da Mario in modo devastante. Due capi tribù morirono sul campo, mentre gli altri capi tribù Caesorix e Claodicus furono catturati. Le donne uccisero se stesse e i loro figli per evitare la schiavitù.

ROMANI CONTRO CIMBRI

IL CARATTERE DEI CIMBRI

I Cimbri sono rappresentati come guerrieri feroci che non temevano la morte ed erano seguiti da donne e bambini su carri. Donne anziane, sacerdotesse, vestite di bianco sacrificavano i prigionieri di guerra e cospargevano il loro sangue, profetizzando il futuro.

"Le loro mogli, che li accompagnavano nelle loro spedizioni, erano assistite da sacerdotesse che erano veggenti; queste avevano i capelli grigi, vestite di bianco, con mantelli di lino fissati con fermagli, cinti da cinture di bronzo, e i piedi nudi; ora, spada alla mano, queste sacerdotesse incontravano i prigionieri di guerra in tutto il campo, e dopo averli prima incoronati con corone li conducevano ad un vaso di bronzo di circa venti anfore; e avevano una piattaforma rialzata su cui la sacerdotessa saliva, e poi, chinandosi sul bollitore, tagliava la gola di ogni prigioniero dopo che era stato sollevato; e dal sangue che sgorgava nel recipiente alcune sacerdotesse traevano una profezia, mentre altre aprivano il corpo e da un'ispezione delle viscere pronunciavano una profezia di vittoria per il loro popolo; e durante le battaglie battevano sulle pelli che erano stese sui vimini dei carri e in questo modo producevano un rumore ultraterreno."
(Strabone, Geographica)

La Donna di Haraldskær scoperta nello Jutland nell'anno 1835, con evidenti segni di bruciature e fori sulla pelle, gettata in una palude piuttosto che seppellita o cremata, dimostrerebbe la tortura e l'uccisione rituale praticata dai Cimbri.


BIBLIO

- C. Rawlinson - On the Ethnography of the Cimbri - Journal of the Anthropological Institute of Great Britain and Ireland - 1877 -
- Tacitus - Germania 37 - History 4 -
- Julius Caesar - De Bello Galico -
- Livy - Periochae - 67 -
- Strabo - Geographica - IV -
- Plinio - Naturalis Historia - IV -
- Markale - Celtic Civilization - 1976 -
- Beck, Frederick George Meeson - Cimbri - In Chisholm, Hugh (ed.) - Encyclopædia Britannica - Cambridge University Press - 1911 -
- Hubert - The Greatness and Decline of the Celts - 1934 -


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