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CARMENTA |
Ovidius narra che Porrimam e Postvertam con Carmenta fuggirono dall'Arcadia senza sorelle e senza compagni ("sive sorores sive fugae comites"), e che celebrarono due volte le Ferie Carmentali nel mese di febbraio (11 et 15 Ianuarii); Postvertam conosceva le cose del futuro. Per Macrobio: "ad Prudentiam regis sollertiamque referendum est qui et praeterita nosset et futura prospiceret; sicut Antevorta et Postvorta, divinitatis scilicet aptissimae comites, apud Romanos coluntur".
Scrive Varrone:
"Moltissimi Dei proteggevano la vita del bambino, dal momento in cui era rinchiuso nel grembo della madre. Infatti le due Carmente, di cui una era chiamata Postverta, l'altra Prorsa, si prendevano cura del nascituro quando stava per venire alla luce. Poichè in verità il Dio Silvano era ritenuto assai dannoso ai parti, la loro protezione era stata affidata agli Dei dell'Intercidona, Pilunno e Deverra, che scacciavano Silvano con una scure, con un giavelotto e con una scopa, se per caso si avvicinava ai letti durante la notte."
Sembra che a Roma, secondo alcuni autori, non vi fosse una sola Dea Carmenta ma due Dee Carmente, a cui vennero dedicati due altari perchè portassero aiuto nei parti. La Dea dal parto retto (cioè corretto) fu detta Prosa o Prorsa o Porrima, la Dea dal parto obliquo (quando il neonato si poneva di traverso nel ventre) fu detta invece Postverta o Postvorta (volta indietro).
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DEA DALLE DUE FACCE |
DEA CARMENTAIn realtà questi sono miti più tardi, la Dea Carmenta era unica ma possedeva due facce, una rivolta al passato ed una al futuro, ed erano dette Antevorta (rivolta al prima) e Postvorta (rivolta al dopo). Ambedue le Dee erano considerate divinità oracolari.
La prima conosceva il passato e s'invocava per riparare i mali incorsi. La seconda prediceva l'avvenire e s'invocava per prevenire i mali venturi ed erano comunque ambedue invocate nei parti. Da lei tutte le donne che profetavano si dissero Carmente.
Dice Plutarco che Carmenta presso i Greci era la stessa Dea Temi. Comunque Carmenta era la Dea protettrice dei bambini, della profezia e delle levatrici. Si dice che fu lei a inventare l'alfabeto latino.
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CARMENTA |
Alla Carmenta venne poi sostituito il culto di Giano con due volti, uno al passato e uno al futuro, mentre Antevorta e Postvorta vennero relegate al parto, protettrici del neonato a seconda della sua posizione podalica.
La Dea era venerata anche come l'inventrice dell'alfabeto latino e del calendario, perchè anticamente il suo tempio era retto unicamente da sacerdotesse che determinavano anche la cultura del popolo.
La Dea non presiedeva solo agli umani ma pure agli animali, essendo in definitiva una Ptonia Theran. Nel suo tempio era infatti proibito indossare abiti ed oggetti di pelle o di pelliccia, in quanto erano le parti cadaveriche dell'animale ucciso.
Anche se il nutrimento attraverso gli animali era consentito, era proibito sacrificare animali e portare nel tempio resti di animali uccisi. Le sacerdotesse si astenevano dai prodotti animali.
Carmenta era anche Dea della musica e della danza e veniva rappresentata con sul capo una corona di fave, il frutto che nasconde i suoi semi per cui doveva possedere i Sacri Misteri.
Altro suo attributo era un'arpa con cui intonava le melodie dell'universo, attributo passato poi al Dio Apollo. Quando nasceva un bambino veniva portato al tempio perchè gli si profetizzasse il futuro. Al culto pubblico della Dea a Roma era preposto il Flamen Carmentalis, il flamine carmentale.
La Dea Carmenta, e quindi le Dee Prorsa e Postvorta, venivano festeggiate l'11 gennaio, nei Carmentalia a cui, successivamente, si aggiunse il 15 gennaio come secondo giorno di festa voluto dalle matrone romane per onorare la Dea che le aveva favorite nella loro battaglia contro il Senato che aveva proibito loro l'uso delle carrozze.
Per non essere costrette a casa o ad estenuanti camminate, le donne si coalizzarono negando ai propri mariti il piacere dei sensi finché le agitazioni e le proteste costrinsero il Senato a tornare sulle sue decisioni.
BIBLIO
- Dumézil - La religione romana arcaica. Miti, leggende, realtà della vita religiosa romana - Milano -Rizzoli - 2001-
- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane -
- Marija Gimbutas - Le dee viventi - Milano - Medusa - 2005 -
- J. Eckhel - Doctrina numorum veterum - IV - Vienna - 1794 -
- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -