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HORTI EPAPHRODITIANI

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PIAZZA FANTI - PRESUNTI HORTI EPAPHRODITIANI

Gli Horti Epaphroditiani erano dei giardini situati a Roma sul colle Esquilino, nella zona di Porta Maggiore, della Regio V augustea (Esquiliae) e prendevano il nome dal proprietario Tiberio Claudio Epafrodito, un funzionario romano di Nerone, di origine greca che fu liberato dall'imperatore Claudio e, poiché i liberti adottavano il nome del padrone che li aveva liberati, il suo nome divenne Tiberio Claudio Epafrodito.
 
Epafrodito divenne poi segretario imperiale "a libellis" di Nerone, (una delle sezioni in cui era divisa la Cancelleria Imperiale), che si occupava delle petizioni rivolte all'imperatore; è anche menzionato come "apparitor Caesarum", ossia come inserviente della famiglia imperiale Giulio-Claudia. Fu anche "viator tribunicius", magistrato imperiale con poteri tribunizi.

Secondo Tacito, nel 65 Epafrodito venne a sapere che un gruppo di congiurati guidati da Gaio Calpurnio Pisone stava organizzando un attentato a Nerone perciò, comunicata la cosa all'imperatore, fece arrestare tutti i colpevoli. Dopo che i congiurati furono giustiziati (tranne Seneca che si suicidò), Epafrodito ricevette gli onori militari ed acquistò grandi appezzamenti di terreno sull'Esquilino, a est della Domus Aurea, divenendo ricco e potente.

Durante la cospirazione del 68 che pose fine all'impero di Nerone, Epafrodito seguì l'imperatore nella fuga e, poiché esitava a suicidarsi, lo aiutò a trafiggersi. Per questa azione Domiziano (51-96) prima lo esiliò e poi lo fece uccidere, adducendo come pretesto che egli non avesse fatto nulla per impedire la morte di Nerone. Secondo Svetonio, fu ucciso dall'imperatore Domiziano per impossessarsi dei suoi beni, cosa che appare molto verosimile.

IL SARCOFAGO DI EPAFRODITO


LA LOCALIZZAZIONE

Frontino localizza gli Horti Epaphroditiani nella zona in cui l'acquedotto Anio novus si riversava nel condotto dell'aqua Tepula, dietro di Horti Pallantiani con cui essi confinavano. Gli Horti Pallantiani erano situati nella Regio V augustea e prendevano il nome da Pallante, potente liberto imperiale arricchitosi sotto il regno Claudio, che Nerone fece uccidere nel 62 d.c. per impossessarsi dei suoi beni. 

Quello di ammazzare chi possedesse belle dimore fu un vezzo di diversi imperatori e loro congiunti.
Grosso modo gli Horti Epaphroditiani dovrebbero corrispondere all'area in cui sorge Piazza fanti a Roma, dove in effetti sono stati effettuati vari scavi.

Secondo un'altra interpretazione gli Horti Epaphroditiani sarebbero da posizionare in un'area esterna a Porta Maggiore.

(fig. 13)

Francesca D'Andrea 

Ancora una volta, le fonti non indicano esplicitamente se e quali modifiche subirono gli horti Tauriani dopo la loro confisca. Furono Jérôme Carcopino e Pierre Grimal i primi a suggerire che i terreni, entrati a far parte del demanio imperiale, fossero divenuti oggetto di una successiva divisione e riassegnazione, operata prima da Claudio e in seguito da Nerone, per ricompensare con le terre i propri influenti liberti Pallante ed Epafrodito.
 
Da tali elargizioni avrebbero così avuto origine due nuovi giardini, noti con il nome di horti Pallantiani e horti Epaphroditiani. L’assenza di chiare testimonianze letterarie e archeologiche non consente di stabilire con certezza in che misura i precedenti horti Tauriani fossero stati divisi tra i due ricchi liberti imperiali e quanto i loro successivi giardini ne ricalcassero gli originari confini.
 
La posizione finora condivisa continua comunque a riconoscere il carattere di recenziorità e dipendenza degli horti Pallantiani ed Epaphroditiani rispetto ai giardini posseduti dagli Statili Tauri.

Una prova dell’esistenza sull’Esquilino degli horti Epaphroditiani è stata offerta, per lungo tempo, unicamente da Frontino, che li utilizzò come punto di riferimento per indicare il luogo in cui l’Anio Novus versava 163 quinarie all’aqua Tepula. La supposta vicinanza di questo sito con il castellum aquae dell’aqua Claudia e dell’Anio Novus ha da sempre messo in relazione la collocazione degli horti Epaphroditiani con quella degli horti Pallantiani. 

Prendendo come riferimento l’area del castello terminale indicata da Frontino, si è generalmente proposto che i giardini di Pallante si fossero estesi a nord verso la via Tiburtina Vetus, collocando i giardini di Epafrodito a sud-est dei primi. A partire dal castellum aquae, questi ultimi si sarebbero estesi fino a raggiungere l’area attualmente occupata dal piazzale di Porta Maggiore (fig. 8).

La collocazione degli Horti Epaphroditiani, finora proposta in base al testo di Frontino e all’epigrafe rinvenuta in giacitura secondaria, può ora essere definita con maggiore precisione grazie alla riscoperta del monumentale sepolcro, che il liberto eresse presumibilmente entro le sue proprietà. 

(E' ovvio che nessuno andasse a spendere soldi in un luogo lontano e difficilmente raggiungibile quando poteva usufruire della stessa area nell'ambito dei propri Horti erigendo un monumento con i tempi e i costi che desiderava e che i suoi eredi potessero visitare comodamente).

Il confronto più vicino è offerto dagli stessi horti Pallantiani, sul cui lato settentrionale si ergeva il "monumentum" descritto da Plinio il Giovane, ma lo stesso fenomeno trova dei precedenti a pochi metri di distanza con le tombe di Mecenate e Orazio ricordate dalle fonti e collocate lungo il margine settentrionale degli "Horti Maecenatis". 

Si è proposto che il monumento di Pallante sorgesse lungo il principale lato di accesso ai suoi giardini dalla Tiburtina Vetus, parimenti, è plausibile pensare che la tomba di Epafrodito si trovasse all’ingresso degli horti Epaphroditiani, lungo un diverticolo della Labicana-Praenestina, come segnacolo evidente per chiunque entrasse in città.

In conclusione, il paesaggio del settore sud-orientale dell’Esquilino, durante la seconda metà del I secolo d.c., avvicinandosi a Roma lungo la via Labicana-Praenestina, oltrepassati gli acquedotti e il vasto sepolcreto, si giungeva presso il retro degli horti Pallantiani. Da quel punto era possibile osservare la monumentale tomba di Epafrodito, che segnalava l’ingresso ai suoi giardini, estesi verso occidente secondo un orientamento desumibile proprio dal posizionamento del sepolcro (fig. 13).


BIBLIO

- Lawrence Richardson, Jr. - Horti Epaphroditiani - in A New Topographical Dictionary of Ancient Rome - Baltimore - JHU Press - 1992 -
- Samuel Ball Platner e Thomas Ashby - Horti Epaphroditiani - in A Topographical Dictionary of Ancient Romee topographique sur la Région de la Porte Majeure - in Mélanges d'archéologie et d'histoire - 1936 -
- Danila Mancioli - Horti Epaphroditiani - in Eva Margareta Steinby (a cura di) - Lexicon Topographicum Urbis Romae III - Roma - Quasar - 1996 -
- Rodolfo Lanciani - Delle scoperte principali avvenute nella prima zona del nuovo quartiere esquilino - in Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma - gen-mar 1874 -
- Rodolfo Lanciani - Forma Urbis Romae - Milano - 1893-1901 -

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