EUDOCIA E ROMANO (O COSTANTINO X DUCAS) |
Nascita: Cappadocia, 1030 circa
Regno: 1º gennaio 1068 - 26 agosto 1071
Morte: Isola di Proti, 29 giugno 1072
Padre: Costantino Diogene
Mogli: Anna, figlia del re bulgaro Alusian, e poi l'imperatrice Eudocia Macrembolitissa, moglie del suo predecessore Costantino X Ducas
Ma, nel 1029, fu accusato di cospirare per la deposizione dell'imperatrice Zoe Porfirogenita e fu costretto ad assumere i voti monastici al Monastero di Studion; la madre era figlia di Basilio Argiro, fratello dell'imperatore Romano III.
Ora Romano doveva risollevare le sorti dell'impero, per cui assoldò slavi, armeni, bulgari e normanni e richiamò alle armi i coscritti dei themata per combattere i Turchi che, approfittando della riduzione dell'esercito imperiale, avevano più volte saccheggiato la Mesopotamia, Melitene, la Siria, la Cilicia e la Cappadocia.
Ma a causa della politica negligente di Costantino IX e Costantino X, l'esercito era disorganizzato, male equipaggiato e senza esperienza. Mentre si dirigeva verso Antiochia col suo esercito, Romano seppe
che un esercito selgiuchide aveva fatto un'incursione nel Ponto, prese allora con sé una piccola forza di cavalieri con la quale riuscì a sorprendere la retroguardia dei turchi e a tagliare loro la strada, costringendoli ad abbandonare il saccheggio e a rilasciare i prigionieri.
Il sultano Arslan, in inferiorità numerica e desideroso di avanzare verso la Palestina, non aveva alcun interesse ad attaccare l'esercito bizantino; dunque, propose condizioni di pace favorevoli a Romano che tuttavia convinto della vittoria decisiva respinse l'offerta.
La battaglia, anche se non inferse grosse perdite all'esercito bizantino, mise in grave pericolo l'impero a causa dell'apertura della falla nel confine orientale, che rimase esposto, nel corso della guerra civile che intanto scoppiò nell'impero , alle penetrazioni delle bande turcomanne e oghuz , che si spinsero fino a Nicea, Iconio e al Mar di Marmara.
Eudocia Macrembolitissa tentò di conservare il trono per il marito ma l'opposizione aristocratica e parte del Senato, capeggiata da Giovanni Ducas e Michele Psello, costrinse l'imperatrice a ritirarsi in monastero; il trattato con i turchi fu quindi revocato e Romano deposto. L'imperatore, tuttavia, non accettò di farsi da parte per Michele VII Ducas e radunò le forze a lui fedeli.
Figli: da Anna ebbe Costantino Diogene che morì nel 1073, da Eudocia ebbe Niceforo Diogene e Leone Diogene
ORIGINI
Romano IV Diogene (in greco: Ρωμανός Δ΄ Διογένης, in latino Romanos IV Diogenes o Romanus IV) è stato un imperatore bizantino ovvero Basileus dei Romei, nato da una importante famiglia della Cappadocia (Turchia): il padre, Costantino Diogene, dopo aver servito l'imperatore Basilio II nella conquista della Bulgaria, aveva ricoperto importanti incarichi militari prima in Serbia e poi in Bulgaria.NOZZE DI EUDOCIA E ROMANO |
Il padre, dopo aver cercato di evadere dal monastero, morì suicida nel 1032 e Romano si dette alla carriera militare dove si distinse per le sue doti militari e per il suo carattere coraggioso e generoso, seppure molto ostinato, ma dovette farsi diverse inimicizie perchè nel 1067 venne arrestato con la accusa di voler usurpare il trono dei figli dell'appena deceduto Costantino X Ducas.
Mentre era in attesa di condanna Romano aveva dimostrato il suo coraggio di fronte all'inevitabile morte ironizzando sui suoi carcerieri, sulla corte e su se stesso.
Tale impavido coraggio dovette suscitare la curiosità dell'imperatrice reggente, Eudocia Macrembolitissa, basilissa dei Romei a pieno titolo dal 22 maggio 1067 al 1º gennaio 1068, che lo convocò e ascoltò le sue ragioni.
LA BASILISSA
Eudocia era la seconda moglie dell'imperatore bizantino Costantino X Ducas che lo ascoltò con molto interesse e, alfine, decise di perdonarlo e anzi lo volle come marito ed imperatore, forse perchè temeva che da sola avrebbe potuto perdere la reggenza, ma soprattutto perchè si era innamorata di Romano, la cui popolarità e le cui relazioni famigliari avrebbero potuto consolidare la dinastia Ducas.
Inoltre, e non era da poco, il nuovo imperatore possedeva coraggio ed ottime capacità militari per contrastare la minaccia dei turchi selgiuchidi che avevano invaso gran parte della Cappadocia ed avevano espugnato Cesarea.
LE NOZZE
Ignorando il testamento di Costantino X, Eudossia e Romano convinsero il Patriarca Giovanni ad acconsentire alle nozze; il Senato non si oppose ed il 1º gennaio 1068 si fecero le nozze, Romano fu incoronato come Romano IV imperatore e i figli di Costantino X, Michele, Costanzo, e Andronico Ducas divenneno co-imperatori.
La famiglia Ducas, e soprattutto dal "Kaisar" Giovanni, fratello dell'ex imperatore Costantino X, non approvarono la nomina di Romano a "Basileus autokrator" e custode dei suoi figliastri e co-imperatori, e altrettanto una parte della Guardia Variaga e pure i burocrati della capitale.
LE BATTAGLIE
ROMANUS IV |
Ma a causa della politica negligente di Costantino IX e Costantino X, l'esercito era disorganizzato, male equipaggiato e senza esperienza. Mentre si dirigeva verso Antiochia col suo esercito, Romano seppe
che un esercito selgiuchide aveva fatto un'incursione nel Ponto, prese allora con sé una piccola forza di cavalieri con la quale riuscì a sorprendere la retroguardia dei turchi e a tagliare loro la strada, costringendoli ad abbandonare il saccheggio e a rilasciare i prigionieri.
Ricongiunto con il resto dell'esercito, Romano avanzò fino alla Cilicia, invase l'emirato di Aleppo, conquistò e cercò di fortificare la città di Hierapolis per consolidare la frontiera ma, non ottenendo grandi successi, ripiegò verso Alessandretta, e qui seppe che i turchi avevano espugnato Amorium per poi ripiegare verso le loro basi.
SENZA UN ATTIMO DI RESPIRO
Nel gennaio 1069, l'imperatore tornò a Costantinopoli, progettando di riprendere la campagna ma una parte dei mercenari normanni, per il ritardo dei pagamenti, cominciò a saccheggiare la regione di Edessa, dove stazionavano. Romano riuscì a sedare la rivolta solo dopo mesi ma vi fu subito una nuova incursione dei turchi in Cappadocia.
Romano mise a morte tutti i prigionieri catturati, incluso un capo turco che aveva offerto un immenso riscatto per la sua vita ed attraversò l'Eufrate nei pressi di Metilene. Parte dell'esercito, sotto il comando di Filaterio Bracami, rimase a presidio della frontiera della Mesopotamia, ma il contingente più grosso, al comando di Romano mosse verso l'Armenia bizantina.
Filatero, in grande inferiorità numerica, venne sconfitto dai turchi, dovette abbandonare la spedizione in Armenia e tornò in Cilicia ponendo la base presso Sebastea, Romano fece chiudere dal duca di Antiochia i passi di montagna, e poco dopo attaccò i turchi ad Eraclea Cibistra ma costoro, abbandonando il bottino e parte dell'equipaggiamento, riuscirono a fuggire ad Aleppo.
POLITICA INTERNA
Tornato a Costantinopoli, Romano dovette attendere per oltre un anno alle questioni amministrative e ai possedimenti bizantini in Italia meridionale, ridotti alla città di Bari assediata dai normanni da più di due anni. Romano si limitò ad inviare un contingente navale che però venne intercettato e affondato, Bari dovette arrendersi il 15 aprile 1071.
Per risanare le finanze, Romano rimise in vigore la tassazione di Isacco I Comneno, abolì numerose cariche di corte, ridusse le spese cerimoniali e gli stipendi dei funzionari, sospese ogni lavoro di pubblica edilizia nella capitale ed abolì le feste pubbliche, compresi i giochi all'Ippodromo. Ciò da un lato bloccò i commerci e dall'altro gli alienò sia la nobiltà che la popolazione.
Tornato a Costantinopoli, Romano dovette attendere per oltre un anno alle questioni amministrative e ai possedimenti bizantini in Italia meridionale, ridotti alla città di Bari assediata dai normanni da più di due anni. Romano si limitò ad inviare un contingente navale che però venne intercettato e affondato, Bari dovette arrendersi il 15 aprile 1071.
Per risanare le finanze, Romano rimise in vigore la tassazione di Isacco I Comneno, abolì numerose cariche di corte, ridusse le spese cerimoniali e gli stipendi dei funzionari, sospese ogni lavoro di pubblica edilizia nella capitale ed abolì le feste pubbliche, compresi i giochi all'Ippodromo. Ciò da un lato bloccò i commerci e dall'altro gli alienò sia la nobiltà che la popolazione.
BATTAGLIA DI MAZINCERTA |
MAZINCERTA
Romano aveva intanto affidato l'esercito a Manuele Comneno, un nipote dell'ex imperatore Isacco I ma in uno scontro con i selgiuchi fu sconfitto e fatto prigioniero da un generale turco, cperò da buon diplomatico, Manuele riuscì a convincerlo a firmare un'alleanza con lo stesso Romano. Intanto il sultano Alp Arslan invase l'Armenia bizantina conquistando Manzicerta e Archesh che Romano tentò inutilmente di scambiare con la città di Hieropolis.
Nel 1071 Romano guidò l'esercito alla riconquista della fortezza di Manzicerta, ma la marcia venne rallentata dalla scarsa disciplina delle truppe: i soldati saccheggiavano le regioni di passaggio e quando Romano cercò di imporre la disciplina, un intero reggimento di mercenari tedeschi si ammutinò il che ritardò ancora la marcia.
Intanto Romano inviò un distaccamento, con a capo il generale Filareto Bracamio, ad attaccare Akhlat mentre con il resto dell'esercito avanzò e riconquistò la rocca di Manzicerta. Però il distaccamento incontrò l'esercito selgiuchide ed un gruppo di mercenari Uzi per cui disertò a favore dei turchi: l'imperatore inviò messaggeri perchè il distaccamento inviato a conquistare Akhlat si ricongiungesse all'armata ma si imbatterono in un altro esercito turco e dovettero ritirarsi.
Nel 1071 Romano guidò l'esercito alla riconquista della fortezza di Manzicerta, ma la marcia venne rallentata dalla scarsa disciplina delle truppe: i soldati saccheggiavano le regioni di passaggio e quando Romano cercò di imporre la disciplina, un intero reggimento di mercenari tedeschi si ammutinò il che ritardò ancora la marcia.
Intanto Romano inviò un distaccamento, con a capo il generale Filareto Bracamio, ad attaccare Akhlat mentre con il resto dell'esercito avanzò e riconquistò la rocca di Manzicerta. Però il distaccamento incontrò l'esercito selgiuchide ed un gruppo di mercenari Uzi per cui disertò a favore dei turchi: l'imperatore inviò messaggeri perchè il distaccamento inviato a conquistare Akhlat si ricongiungesse all'armata ma si imbatterono in un altro esercito turco e dovettero ritirarsi.
Il sultano Arslan, in inferiorità numerica e desideroso di avanzare verso la Palestina, non aveva alcun interesse ad attaccare l'esercito bizantino; dunque, propose condizioni di pace favorevoli a Romano che tuttavia convinto della vittoria decisiva respinse l'offerta.
Il 26 agosto 1071 i due eserciti si combatterono restando alla pari finché l'imperatore ordinò ad una parte del suo contingente di rientrare nelle basi; a questo punto, Andronico Ducas, figlio del Cesare Giovanni e cugino del co-imperatore Michele, approfittò della confusione dello scontro per sobillare l'esercito: disse che l'imperatore era morto con 30.000 soldati e con queste false notizie indusse la retroguardia, circa 15.000 soldati, ad arretrare.
Romano, scoperto il tradimento, decise di caricare i turchi: combatté valorosamente finché il suo cavallo fu ucciso e fu ferito alla mano; impossibilitato ad impugnare la spada, fu catturato e portato al cospetto del sultano Alp Arslan.
In un primo momento, il sultano non riconobbe l'imperatore, poi, dopo averlo costretto ad inchinarsi, comandò che fosse trattato come un sovrano; Romano rimase prigioniero per otto giorni nel corso dei quali fu impegnato in trattative con il sultano: all'inizio Arslan, pretese un riscatto di dieci milioni di nomismata, poi acconsentì a ridurlo ad un milione e mezzo, con un tributo annuali 360.000; Romano accettò l'offerta e fu immediatamente liberato.
LA MORTE
La battaglia, anche se non inferse grosse perdite all'esercito bizantino, mise in grave pericolo l'impero a causa dell'apertura della falla nel confine orientale, che rimase esposto, nel corso della guerra civile che intanto scoppiò nell'impero , alle penetrazioni delle bande turcomanne e oghuz , che si spinsero fino a Nicea, Iconio e al Mar di Marmara.
ROMANUS IV |
L'esercito dei Ducas sconfisse quello di Romano che fu costretto a ritirarsi ad Adana, in Cilicia; dopo le assicurazioni sulla sicurezza personale, Romano si arrese e prese i voti in monastero.
Poco prima di lasciare la fortezza, raccolse tutto il denaro che aveva e lo inviò al sultano con un messaggio: "Da Imperatore, ti ho promesso un riscatto di un milione e mezzo. Detronizzato ed in balia di altri, ti invio tutto quello che possiedo come prova della mia gratitudine.".
L'accordo stipulato tra Romano e Andronico Ducas fu, però, rigettato da Giovanni Ducas che il 29 giugno 1072, e proprio sotto gli occhi dei tre vescovi garanti della sua incolumità e con la loro approvazione, Romano IV Diogene fu arrestato e accecato con il ferro rovente, in una maniera talmente rozza e brutale che due mesi dopo morì, ad appena quaranta anni. Ad Eudocia, fu permesso di onorarlo con un funerale.
BIBLIO
- Alexandru Madgearu - Ruled indeed Basil Apokapes the Paradunavon Theme? - Acta Musei Varnensis" - The Bulgarian Lands in the Middle Ages - International Conference - Varna - 2005 -
- Anna Comnena - Dawes - Elizabeth A. - ed. "The Alexiad - 2001 -
- Connor, Carolyn R. - Women of Byzantium - Connecticut: Yale University Press - 2004 -