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CULTO DI EPONA

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Epona è una figura della religione celtica adottata poi dalla religione romana, era la Dea dei cavalli, dei muli e degli asini. Il nome della Dea deriverebbe infatti da "epos" che in lingua celtica significa "cavallo". La presenza della cornucopia che, in alcuni casi, costituisce il simbolo tipico di questa divinità, sottolinea la sua funzione di protettrice e dispensatrice di doni e fertilità. Altri simboli a lei cari sono la patera, la frutta, lo scettro, la fiaccola.

Anche se si pensa esistesse una Dea pre-romana e quindi italica con gli stessi attributi, Epona era comunque una divinità di origine gallica e il suo stesso nome è celtico. Secondo alcuni deriverebbe da un antico culto in onore dei cavalli, comune ai popoli provenienti dalle praterie dell'Asia centrale, che si espansero lungo la valle del Danubio, in Europa centrale ed occidentale.

Questi erano tribù nomadi che usavano i cavalli per spostarsi per cui vedevano nei cavalli, nei muli e negli asini una risorsa indispensabile per sopravvivere. Non essendo infatti dediti all'agricoltura, dopo aver raccolto semi, spighe e bacche del territorio prescelto, dovevano poi cambiare zona per trovare nuovi frutti da cogliere, il loro sostentamento proveniva infatti principalmente dalla caccia e talvolta della pesca, soprattutto fluviale.

DEA EPONA

Da lei deriva l'antico nome, Eporedia, dell'attuale città di Ivrea, in Piemonte, nella quale ancora oggi si effettua una delle più importanti fiere di cavalli d'Italia. Il termine pony deriverebbe dalla Dea Epona, ma non ve ne è certezza. Ella era una delle divinità proprie degli Equites singulares Augusti, che erano reclutati di preferenza tra unità di cavalleria dislocate nelle regioni sul Reno e sul Danubio.

Divenne poi popolare soprattutto tra il primo e il quarto secolo d.c. all’interno di una cultura celtico-romana. Se ne hanno tracce in tutto l’impero romano, in Italia, in Germania, nelle regioni renane e del basso Danubio, Bretagna, Gallia, Spagna, Renania, Nord Africa, fino alla Bulgaria; il tempio più grande della Dea era in Borgogna, zona rinomata per l’allevamento di cavalli.   

DEA EPONA - MUSEO LORRAIN NANCY
Epona viene rappresentata, nella maggioranza dei casi, corredata della presenza dei cavalli; spesso ella è in groppa a una giumenta, a volte seguita da un puledro. Questa immagine della Dea in sella a una cavalla, potrebbe anche essere un simbolo funerario, poichè in questo caso evocherebbe il viaggio dell’anima nell’oltretomba.

La Dea preservava dal malocchio gli animali, e quindi la sua immagine era posta nelle stalle, era invocata nelle gare circensi e nei circhi, e una pittura che la raffigurava era stata trovata nel circo di Massenzio. Appare specialmente in rilievi e arule votive, in bronzi e, specialmente in Gallia, in figurine di terracotta. 

Le popolazioni celtiche che vivevano quasi sempre sulla groppa dei cavalli, consideravano i cavalli come esseri oracolari, cioè molto vicini agli spiriti e agli Dei, e infatti vi erano numerosi rituali che prevedevano la presenza di questi animali per interpretare il volere delle divinità. 

Il cavallo venne addomesticato, secondo le prove in nostro possesso circa nel 4.500 a.c. e ben presto
divenne l'artefice della loro sopravvivenza, per spostarsi in nuove terre, per fuggire dal nemico o per raggiungere il nemico. L'animale non divenne però fonte di cibo perchè se si ammalava o invecchiava e non era più adatto al compito veniva ucciso e sepolto ritualmente.

Epona era una divinità legata ad una concezione magica del creato e alla tradizione dei rituali druidici.
II culto di Epona era diffuso soprattutto in Gallia e in Renania tra le tribù degli Edui, dei Lingoni e dei Treveri, ma comparve anche in aree più remote come la Britannia e I'lberia. Anche in Romania ed in lugoslavia si sono trovate delle iscrizioni che la citano come divinità.

I re irlandesi celebravano una cerimonia della "nascita simbolica" da Epona sotto forma di un puledro bianco, durante le cerimonie di proclamazione della loro regalità che ricevevano appunto in nome della Dea. In altre cerimonie, gli stessi re si "coniugavano ritualmente con la Dea Epona nel matrimonio sacro, per legittimare il proprio potere. Epona fu l'unica dea celtica adottata dai romani.



- 18 dicembre - EPONALIA -

Nel secondo giorno dei Saturnali, almeno fin quando vennero festeggiati, si celebravano gli Eponalia, festa di Epona, Dea Madre e Patrona di cavalli, asini e altri animali. ma pure Madre Terra, fertilità, rinascita e abbondanza. 

 Gli ufficiali della cavalleria romana adottarono la Dea celtica, ne posero le statue nelle loro stalle e stabilirono una festa ufficiale in suo onore ogni anno il 18 dicembre. Lei è l'unica divinità celtica ad avere avuto questo onore, dovuto all'amore dei Romani per i cavalli.

Questo amore si esprimeva non solo da parte dei cavalieri verso le loro cavalcature ma soprattutto da parte del pubblico romano che impazziva per le manifestazioni equestri, a cominciare dalla celebrazione dei trionfi alle gare di corsa dei cavalli che coronavano la maggior parte delle feste romane e dove i Romani amavano scommettere e tifare accanitamente di conseguenza.


BIBLIO

- Phyllis Fray Bober, reviewing Réne Magnen, Epona, Déesse Gauloise des Chevaux, Protectrice des Cavaliers in American Journal of Archaeology
- Miriam Robbins Dexter, "Horse Goddess," in Encyclopedia of Indo-European Culture (Taylor & Francis, 1997),
- Theo Brown, "Tertullian and Horse-Cults in Britain" Folklore 1950, pp. 31–34) p. 33.
- Benoît, F. (1950). Les mythes de l'outre-tombe. Le cavalier à l'anguipède et l'écuyère Épona. Brussels, Latomus Revue d'études latines.
- Magnen, R. - Epona - Delmas - 1953 -
- Oaks, L. S. - "The goddess Epona" - M. Henig and A. King, Pagan Gods and Shrines of the Roman Empire - Oxford - 1986 -
- Thevenot, Emile 1949. "Les monuments et le culte d' Epona chez les Eduens," L'antiquité Classique
- Vaillant, Roger (1951), Epona-Rigatona, Ogam, Rennes, pp 190–205.

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