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SERVIO SULPICIO GALBA (Cesaricida)

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SERVIO SULPICIO GALBA

Nome: Servius Sulpicius Galba
Nascita: 95 a.C.
Morte: 43 a.C.
Professione: Politico e militare


Sulpicio Galba fu un cesariano, legato di Gaio Giulio Cesare dal 58 a.c. al 50 a.c. nella guerra di conquista della Gallia, ovvero nella campagna di conquista delle regioni che oggi formano l'attuale Francia (eccetto la parte meridionale, ovvero della Gallia Narbonense, già sotto il dominio romano dal 121 a.c.), il Belgio, il Lussemburgo e parte della Svizzera, Paesi Bassi e Germania, iniziata e portata a termine da Gaio Giulio Cesare dal 58 al 51/50 a.c. e da lui narrata nel De bello Gallico.

Sebbene Cesare tenda a presentare la sua invasione come un'azione di difesa preventiva di Roma e dei suoi alleati gallici, molti studiosi ritengono che la sua sia stata una guerra imperialista per conquistare fama e potere, cosa che gli riuscì dimostrando una capacità militare straordinaria forse ineguagliata nella storia.

Venne nominato retore nel 54 a.c. e si candidò alle elezioni consolari per il 49 a.c., come uomo di parte cesariana, ma fu battuto. Prese poi parte alla congiura contro Cesare delle idi di marzo del 44 a.c. e per questo venne condannato a morte nel 43 a.c., in base alla Lex Pedia.

La data del 15 marzo 44 a.c. non fu scelta a caso. Era l’ultima possibilità per i Cesaricidi di ammazzare il presunto tiranno, prima che partisse per l’Oriente, in vista della progettata campagna contro i Parti e vendicare così la disfatta di Carre del 9 giugno del 53 a.c.. La partenza era programmata tre giorni dopo le fatidiche Idi.

L’omicidio avvenne a Roma, nell’Area Sacra di Torre Argentina. Questo perché, nel posto prescelto, sorgeva la Curia realizzata da Gneo Pompeo Magno, nel Campo Marzio. Proprio nell’adiacente Teatro di Pompeo, Decimo Bruto aveva riunito un gruppo di gladiatori (come supporto), con il pretesto di organizzare i ludi gladiatori in onore della dea Anna Perenna.

Cesare morì, secondo quanto riportato dagli storici antichi, ai piedi della statua di Pompeo, suo antico nemico che comunque egli sempre stimò dolendosi della sua morte da lui non desiderata. Nel 2012 sono stati effettuati degli scavi archeologici nel sito, per individuare lo scranno dove si sarebbe seduto Cesare.
Dopo la morte di quest’ultimo, il luogo divenne maledetto e presto abbandonato.



L'AUTOPSIA

É lo storico Svetonio a ricordare che fu il medico ellenista Antistione ad aver eseguito l’esame autoptico, sul corpo esanime di Caio Giulio Cesare. Delle 23 pugnalate inferte dai senatori Cesaricidi, soltanto una è risultata mortale. Dopo la morte del dittatore, il luogo divenne maledetto e presto abbandonato.

La paura fece tremare le mani ai congiurati che comunque riuscirono nel loro intento delittuoso, ma fallirono nel riportare Roma sotto il controllo senatoriale; come i fatti successivi avrebbero ampiamente dimostrato.



SERVIO SULPICIO GALBA

Egli fu posto al comando della futura Dodicesima legione fulminata. La Legio "portatrice del fulmine", costituita da Gaio Giulio Cesare nel 58 a.c. rimase attiva fino all'inizio del V secolo a guardia dell'attraversamento dell'Eufrate a Melitene.

Servio si candidò alle elezioni consolari per il 49 a.c., come uomo di parte cesariana, la massima carica in cui due magistrati, eletti ogni anno, esercitavano collegialmente il supremo potere civile e militare ed erano quindi dotati di potestas e imperium, Ma Servio fu battuto mentre vennero eletti Lucio Cornelio Lentulo Crure, apertamente ostile a Cesare e Gaio Claudio Marcello senior anche lui tenace oppositore di Gaio Giulio Cesare nonchè alleato politico di Gneo Pompeo Magno.

Viene da chiedersi come mai questo repentino cambiamento di parte al punto che non solo abbandonò Cesare ma addirittura prese parte alla congiura contro di lui nelle idi di marzo del 44 a.c. e fu tra i suoi assassini forse sperando in un forte riconoscimento di carriera di ritorno.

Invece gli andò malissimo, non riuscì a fuggire, venne arrestato e in base alla Lex Pedia, il senatus consultum con cui si punivano gli assassini di Cesare e venne condannato a morte nel 43 a.c., .

Suo pronipote fu l'imperatore romano Lucio Servio Sulpicio Galba (Terracina, 24 dicembre 3 a.c. –Roma, 15 gennaio 69).
CESARE


I  22  CESARICIDI E LA LORO FINE


CESARIANI

Servio Sulpicio Galba (pretore 54 a.c.), cesariano, fine ignota (probabilmente assassinato).
Lucio Minucio Basilo, cesariano. Assassinato nel 43 a.c..
Publio Servilio Casca, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
Gaio Servilio Casca (fratello del precedente), cesariano. Fine ignota.
Decimo Giunio Bruto Albino, cesariano. Ucciso in Gallia per ordine di Marco Antonio 43 a.c.
Lucio Tillio Cimbro, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
Gaio Trebonio, cesariano, ucciso in Asia per ordine di Publio Cornelio Dolabella 43 a.c..


REPUBBLICANI

Gaio Cassio Longino, repubblicano, suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
Marco Giunio Bruto, repubblicano, ucciso o suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
Quinto Ligario, repubblicano, fine ignota.
Lucio Cassio Longino (fratello di Gaio Cassio Longino) repubblicano.
Gaio Cassio Parmense, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano ad Atene (catturato dopo Azio, 31 a.c.).
Domizio Enobarbo, repubblicano.
Cecilio Bucoliano (fratello di Bucoliano), repubblicano. Fine ignota probabilmente assassinato con il fratello.
Bucoliano Cecilio (fratello di Cecilio), repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Rubrio Ruga, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Marco Spurio, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Publio Sesto Nasone, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Lucio Ponzio Aquila, repubblicano. Ucciso nella battaglia di Modena 43 a.c.
Petronio, repubblicano. Ucciso a Efeso per ordine di Marco Antonio nel 41 a.c.
Publio Decimo Turullio, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano dopo Azio nel 31 a.c.
Pacuvio Antistio Labeone, repubblicano. Probabilmente suicida dopo sconfitta battaglia di Filippi.


BIBLIO

- Luciano Canfora - Giulio Cesare. Il dittatore democratico - Laterza -1999 -
- J. Carcopino - Giulio Cesare, traduzione di A. Rosso Cattabiani - Rusconi Libri -
- Svetonio - De vita Caesarum - Galba - 23 -
- Cesare - De Bello civili - I -
- Cesare - De bello Gallico - VIII -
- Cassio Dione - Storia romana - XL -

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