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SOTTO LA CHIESA DI S. CLEMENTE

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LA FACCIATA

L'edificio sacro sorge nella valle tra l'Esquilino e il Celio, sulla via di S. Giovanni unisce il Colosseo al Laterano, nel rione Monti. Ha la dignità di basilica minore ed è retta dalla provincia irlandese dei domenicani.

La Basilica di S. Clemente a Roma consta di diversi piani:

- Piano terra - Basilica attuale, di epoca medievale;
- I piano sotterraneo - Basilica  del IV secolo, in un edificio già dimora di un patrizio romano;
- II piano sotterraneo - edifici del I secolo, di epoca post-neroniana;
- III piano sotterraneo - Tempio di Mitra,
- IV piano sotterraneo - Case Romane ancora più antiche.

La basilica venne dedicata a papa Clemente I, poi fatto santo, probabilmente un liberto o figlio di un liberto della famiglia imperiale di Domiziano, e morto intorno all'anno 100 d.c., che ne includeva decine di migliaia. Essa venne edificata nel XII secolo e fu collegata al convento domenicano.

I due primi livelli al di sotto dell'attuale basilica sono stati riscoperti e portati alla luce dal 1857 grazie a padre Joseph Mullooly O.P., allora priore del convento, ma vennero aperti al pubblico solo nella seconda metà del '900.

La basilica superiore fu realizzata nel XII secolo da Anastasio, cardinale titolare tra il 1099 ed il 1120, ma Papa Pasquale II, già stato cardinale dal 1076 ca. al 1099 venne nominato papa nella stessa basilica. In questa epoca la basilica antica fu demolita nella parte superiore ed interrata fino alla quota di circa 4 m, utilizzando le vecchie strutture come fondazioni di quelle nuove e restringendone la larghezza.

Numerosi altri interventi successivi ne hanno trasformato sia interno che l'esterno; l'aspetto attuale deriva soprattutto restauro effettuato tra il 1713 ed il 1719 voluto da papa Clemente XI e realizzato dall'architetto Carlo Stefano Fontana, nipote del più famoso Domenico Fontana.

LE STRATIFICAZIONI SOTTO LA BASILICA


PAPA CLEMENTE

Della vita e morte di Clemente, a cui la chiesa è dedicata, non si sa nulla, poichè gli Atti del suo martirio, apocrifi e in lingua greca, furono stampati nel Patres Apostolici del 1724 (sei secoli dopo), riportano come convertì Teodora, moglie di Sisinnio, un cortigiano di Nerva che, dopo vari "miracoli", convertì 423 persone. Traiano indispettito bandì il papa in Crimea dove, con un miracolo, avrebbe dissetato 2000 persone, facendo edificare 75 chiese.

Traiano allora ordinò che Clemente fosse gettato in mare con un'ancora di ferro al collo ma ogni anno, il mare recedeva di due miglia, fino a rivelare un sacrario costruito "miracolosamente" che conteneva le ossa del martire e permetteva il culto ai fedeli. Nell'868, San Cirillo rinvenne in un tumulo delle ossa e un'ancora, ritenendole le reliquie di Clemente le portò a Roma dove papa Adriano II le fece deporre sotto l'altare maggiore della basilica inferiore di San Clemente. Oggi si ritiene che Clemente sia morto in esilio per cause naturali.



L'INTERNO

L'interno della basilica è suddiviso in tre navate, senza il solito transetto perpendicolare alle navate, con un'abside semicircolare; le navate sono separate da colonne romane di spoglio. Nell'abside centrale è conservato il celebre mosaico, del 1100, con Cristo crocifisso tra la Vergine e San Giovanni Evangelista.

La croce, su cui sono posate le dodici colombe bianche degli apostoli, si presenta come un Albero della vita che sorge da un cespo di acanto e si dirama in girali a ventaglio di origine classica, che inglobano oggetti e figure umane e di animali: uccelli di varie specie, eroti su delfini, musicanti, cornucopie, racemi, fiori, fontane. Al di sotto del mosaico è un affresco con gli Apostoli del XIV secolo. 

Il pavimento è in stile cosmatesco, quindi ricavato da un ricco pavimento marmoreo in opus sectile che si trovava nella domus romana, o sottratta a qualche tempio pagano. Al centro della navata si trova la schola cantorum del XII secolo, con frammenti della chiesa inferiore. Al termine della schola cantorum si trova l'altare maggiore con un ciborio medievale.

L'ingresso alla basilica avviene dall'esterno direttamente sulla navata sinistra tramite una porta laterale realizzata nel 1590; l'ingresso principale della chiesa, usato solo in occasioni cerimoniali, avviene invece dal quadriportico. Masolino da Panicale (1383 - 1440) dipinse nella cappella di Santa Caterina una Annunciazione, con al centro la figura del Dio Padre benedicente. 

Nel 1450 circa fu edificata la cappella di San Giovanni Battista, nell'estremo nord-ovest, nel 1615 quella di San Cirillo, poi dedicata a San Domenico nel 1715, nell'estremo nord-est, nel 1617 quella del SS. Sacramento, nell'estremo sud-ovest, nel 1886 quella di San Cirillo, lungo la navata nord.

L'ABSIDE

L'ESTERNO

La facciata attuale è opera di Carlo Stefano Fontana, realizzata nel 1716 sopra il portico preesistente, con al centro un finestrone ad arco a tutto sesto contenuto ai lati da due lesene. Nella parte inferiore il portico ad archi è sorretto da colonne romane di spoglio.

Sul lato sinistro si trova il campanile, sempre in stile barocco, realizzato prima sul lato opposto, le cui vecchie fondazioni sono ancora visibili al livello inferiore della chiesa. L'ingresso ufficiale alla basilica, utilizzato solo nelle cerimonie, avviene dalla piazza di S. Clemente attraverso un piccolo protiro (portale a cuspide) in mattoni e due colonne romane, sempre di spoglio.

Da qui si entra nell'atrio a quadriportico. cioè con quattro portici: 
- il portico a est è su due piani e retto da pilastri quadrangolari in muratura, 
- i portici a nord e sud, con colonne romane di spoglio diverse tra loro, sono coperti da legno e tegole, 
- sul portico nord si trova un ulteriore accesso al convento domenicano. 

LA BASILICA ANTICA

LA BASILICA ANTICA

Intorno alla metà del III secolo il piano superiore dell'horreum fu demolito, il piano inferiore fu interrato ed al posto del suo livello superiore fu realizzato un nuovo edificio adibito a domus patrizia. Alcune testimonianze letterarie hanno fatto supporre agli studiosi paleocristiani che in questo edificio avvennero le prime riunioni di culto cristiano che lo hanno fatto individuare come "titulus Clementi".

Nei secoli successivi l'edificio venne modificato:

- nel IV secolo l'edificio divenne simile a una basilica cristiana, con una navata centrale e due navate laterali.
- all'inizio del V secolo fu aggiunta un'abside, realizzata occupando parte del livello superiore dell'edificio del Mitreo.
- nel VI secolo furono realizzati l'altare e la schola cantorum (un recinto dedicato ai cantori dei salmi) e fu posato un nuovo pavimento in mosaico floreale, in buona parte ancora visibile;
- tra l'VIII ed il IX secolo vi fu l'inserimento di colonne marmoree di spoglio, ed alcuni affreschi;
-nell'XI secolo, dopo l'incendio e il saccheggio delle truppe normanne di Roberto il Guiscardo, si dovettero rinforzare il colonnato sud e il nartece.

Tra gli affreschi presenti della basilica inferiore spicca l'affresco con la Morte e riconoscimento di Sant'Alessio, di fine XI secolo; negli affreschi della basilica sono raffigurati alcuni miracoli di san Clemente. e la leggenda miracolosa del prefetto Sisinnio, il quale, arrabbiato per la conversione della moglie Teodora, la seguì e sorpresala che assisteva ad una messa celebrata da Clemente, ordinò il suo arresto. 

Dio però accecò Sisinnio e i soldati, che invece di Teodora e Clemente, trascinarono colonne. Evidentemente li aveva resi non solo ciechi ma forti come Ercole. Il prefetto restò cieco fino al suo ritorno a casa.

Il dipinto rappresenta un frammento della Passio Sancti Clementis, in cui Sisinnio ordina ai suoi servi  di legare e trascinare san Clemente, ma questi, accecati come il padrone, trasportano invece una colonna di marmo. Vi si legge: 
Sisinium: «Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite. Falite dereto co lo palo, Carvoncelle!», 
San Clemente: «Duritiam cordis vestris, saxa traere meruistis». 
Traduzione: 
Sisinnio: «Figli di puttana, tirate! Gosmario, Albertello, tirate! Carvoncello, spingi da dietro con il palo», 
San Clemente: «A causa della durezza del vostro cuore, avete meritato di trascinare sassi».



EDIFICI ROMANI

L'HORREUM

E' una grossa struttura rettangolare, originariamente di due piani, realizzata nel I secolo d.c. con grossi blocchi di tufo, suddivisa in celle coperte con volta a botte poste sul perimetro, e con un vasto cortile interno; la larghezza dell'edificio è di 29,60 m, mentre non è ancora stato possibile rilevarne la lunghezza esatta. La forma e la struttura dell'edificio hanno fatto ipotizzare che si trattasse di un horreum, cioè un magazzino, realizzato a servizio della vicina area dei Ludi edificata nel I secolo intorno al Colosseo

Gli edifici riscoperti al livello più basso sui quali insiste la basilica sono due, separati da uno stretto vicolo largo ca. 70 cm, oggi percorribile grazie agli scavi: un grosso edificio destinato probabilmente a magazzino (horreum) ed un edificio residenziale (insula), noto come "edificio del Mitreo". Al di sotto sono state rinvenute tracce di edifici precedenti, che tuttavia non sono stati scavati e studiati sufficientemente per poterli descrivere.

MITREO DI SAN CLEMENTE

IL MITREO

Il secondo edificio, situato oltre il vicolo, a due piani sotto la CHiesa, era costituito da un'insula, cioè una casa suddivisa in vari appartamenti posti intorno ad un cortile centrale interno, realizzata in opus latericium intorno al I secolo. In questo cortile, tra la fine del II e l'inizio del III secolo, fu realizzato un Mitreo, dedicato al culto del dio Mitra, di origine orientale ed importato a Roma molto probabilmente con le legioni di ritorno dalle campagne in Asia Minore, intorno al 67 a.c., uno dei più bei mitrei sul suolo italico.

Vi si arriva mediante un vasto corridoio scavato nella pietra e corredato di reperti romani rinvenuti in sito, il tutto dato in appalto a un ordine di cappuccini che hanno ristrutturato il passaggio e fatto sparire dal vestibolo la statua del cosiddetto Buon Pastore, in realtà il Dio Mitra che veniva raffigurato coll'ariete o con l'agnello sulle spalle, forse perchè ingenuamente il parroco l'aveva spacciato, specificandolo nel depliant, per una statuetta di Gesù.

Dal vestibolo si passa alla sala con ai lati i banconi di muratura per gli iniziati, che non ci stavano sdraiati come si racconta, anche perchè non ce ne sarebbero entrati più di sei in tutto. ma seduti. Al centro, un altare scolpito sui quattro lati, così come sono scolpite alcune delle pareti.

Sul fondo Mitra bambino che nasce da una roccia, ovvero che sta su un omphalos, la famosa pietra a squame, caratteristica della Grande Madre poi trasferita ad Apollo. le squame erano riferite al serpente, simbolo in ogni parte del mondo della Madre Terra, visto che striscia e che veniva allevato nel tempio a lei dedicato. Non per nulla le sue sacerdotesse oracolanti venivano chiamate pitonesse o pitie, dal nome appunto del serpente pitone. 

Pertanto l'omphalos rappresentava l'ombelico del mondo. attaccato per mezzo del suo cordone alla invisibile Grande Madre, cioè la Natura, considerata viva e intelligente. Ma come Apollo si era appropriato del sacro tumulo, così anche Mitra l'aveva fatto suo e il Dio Mitra bambino nasceva al solstizio d'inverno dall'omphalos.

Sull'ara del Dio sono inoltre effigiati a rilievo Cautes e Cautopates, sempre ai due lati di Mitra, si che qualcuno ha sospettato che i due ladroni ai lati del Cristo fossero ispirati a quelli, tanto più che solo uno dei due nella tradizione cristiana vede la luce. Così Cautes, che porta la fiaccola diretta in alto porterà la luce, mentre Cautopates, con la fiaccola piegata in basso, porterà l'ombra notturne, nel gioco eterno del giorno e della notte, della vita e della morte. 


BIBLIO

- S. Girolamo - De viris illustribus -
- John Osborne - Medieval Wall-Paintings in the lower Church of San Clemente - Rome - New York - Garbud - 1984 -
- Leonard Boyle - Piccola guida di S. Clemente - Roma - Collegio San Clemente - 1989 -
- B.V. Cosentino - L'atrio della basilica di San Clemente - Studi Romani - XXXVII - 1989 -
- Edouard Junyent - La basilica superior de Sant Clement i le sevese reformes successives - Analecta Sacra Tarraconensia - VI - 1930 -
- Edouard Junyent - Il Titolo di San Clemente - Roma - 1932 -
- Federico Guidobaldi - Il complesso archeologico di San Clemente - Romae - apud S. Clementem - 1978 -


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