AUREOLO |
Nascita: Sirmio 220
Morte: Mediolanum 268
Professione: militare romano
Gens: Acilia
Aureolo era di famiglia modesta, come parecchi altri di quel tempo, grazie all'anarchia militare che regnava nell'Impero, mentre le incursioni dei barbari ne devastavano in vasta parte i territorî. Aureolo fu comandante di cavalleria di stanza a Mediolanum (Milano) al servizio dell'imperatore Gallieno, contese a quest'ultimo il trono nel 267 mentre il legittimo imperatore era impegnato in una campagna contro i Goti.
Aureolo era di famiglia modesta, come parecchi altri di quel tempo, grazie all'anarchia militare che regnava nell'Impero, mentre le incursioni dei barbari ne devastavano in vasta parte i territorî. Aureolo fu comandante di cavalleria di stanza a Mediolanum (Milano) al servizio dell'imperatore Gallieno, contese a quest'ultimo il trono nel 267 mentre il legittimo imperatore era impegnato in una campagna contro i Goti.
Gallieno ebbe una infinità di usurpatori, per la ragione che era inviso al suo esercito, ma non perchè era incapace e debole come molti hanno supposto, ma perchè era piuttosto avaro nel concedere i bottini e soprattutto i saccheggi ai suoi militari.
Egli appare nelle cronache per la prima volta in Pannonia come comandante della cavalleria, sotto gli ordini dell'imperatore Gallieno. Sembra fosse originario della Dacia a Sirmio, combatté con grande coraggio con le sue truppe di cavalleria di cui era comandante degli equites singulares Augusti, per le armate dell'imperatore Gallieno.
Egli si battè contro quelle dell'usurpatore Ingenuo in Mesia, nel 258, nella vittoria di Mursa (Osijek in Slavonia) Ciò gli guadagnò grande stima presso l'imperatore, il quale, poco dopo, gli affidò la difesa dell'Illirico (Illiricianos exercitus regens).
Questo successo lo portò in grande considerazione presso l'Imperatore, il quale, poco dopo, gli affidò la difesa dell'Illirico (Illiricianos exercitus regens), contro altri due usurpatori venuti da Oriente, Macriano Maggiore insieme ai figli Macriano Minore e Quieto (nel 261), mentre Gallieno era impegnato in Gallia contro Postumo.
Infatti nell'Illirio sconfisse i due Macriani, il padre e il figlio imperatore, il cui esercito passò al suo comando. Ma già le notizie le notizie sono discordanti, perchè Aureolo sarebbe stato all'epoca imperatore, e la vittoria sui Macriani sarebbe dovuta a un suo legato di nome Domiziano.
Sembra che nel corso del 267, Gallieno, grazie all'appoggio di Aureolo, sempre in qualità di magister equitum, ed alla perizia militare del suo magister militum, Claudio il Gotico (dux totius Illyrici), combatté con successo le armate galliche secessioniste di Postumo, il quale ingenuamente aveva preferito associare al potere un certo Vittorino, richiedendo anche aiuto alle vicine tribù germaniche dei Franchi.
CLAUDIO IL GOTICO |
Ma anche Aureolo, comandante coraggioso e capace, figura ancora come generale di Gallieno nella guerra contro Postumo, proclamato imperatore in Gallia: nella quale guerra ebbe il compito di difendere l'Italia da un eventuale tentativo da parte del ribelle.
Si pensa che comandando le truppe di cavalleria. Aureolo potrebbe aver rivestito il ruolo di comandante degli equites singulares Augusti e potrebbe essere stato posto al comando, già dal 260, dei nuovi squadroni della nuova cavalleria appena riformata da Gallieno.
Però quando Aureolo venne lasciato da Gallieno a Mediolanum a capo della cavalleria, incaricato di sorvegliare un eventuale arrivo di Postumo in Italia, anche lui come altri, sotto la spinta dei militari che avevano in spregio Gallieno, si autoproclamò imperatore nel 268.
Sembra, inoltre, che abbia offerto la sua alleanza a Postumo, il quale però preferì rimanere neutrale nel conflitto tra lo stesso e Gallieno.
Alla notizia che Aureolo stava raccogliendo un grosso esercito per muoversi su Roma, Gallieno tornò in Italia costringendo il suo avversario a rinchiudersi nelle mura di Mediolanum (Milano), dopo averlo sconfitto sul fiume Adda, nella battaglia di Pontirolo (pons Aureoli).
Si hanno vaghe e contraddittorie notizie su di lui, e sono false le monete a lui attribuite, né è così certa l'autenticità dell'epigrafe metrica greca, posta nel Pons Aureoli, a lui intitolato, di cui uno scrittore antico pretende di conservarci la traduzione latina, poi a sua volta ritradotta in greco.
AURELIANO |
LA MORTE
Mentre era ancora in corso l'assedio, Aureolo aveva cercato di venire a patti con Gallieno (che nel settembre del 268 venne poi ucciso dai suoi generali).
Mentre era ancora in corso l'assedio, Aureolo aveva cercato di venire a patti con Gallieno (che nel settembre del 268 venne poi ucciso dai suoi generali).
Poi cercò di scendere a patti con Marco Aurelio Claudio, che era diventato il nuovo imperatore, ma si dice che venne trucidato verso la fine del 268 dai suoi stessi ufficiali per tema di una vendetta da parte dell'imperatore.
Secondo altri invece venne messo a morte da Aureliano, contro il parere dello stesso Aurelio Claudio. Sulla sua fine esistono differenti versioni.
Una delle quali riferisce che Aureolo morì in un conflitto con Claudio, presso il ponte che ebbe appunto da lui il nome di Pons Aureoli (Pontirolo, sull'Adda).
Ivi Claudio gli avrebbe fatto alzare un modesto tumulo, al quale doveva appartenere l'epigramma greco sopra ricordato.
Questo epigramma è però ispirato alla tradizione che Aureolo fosse stato ucciso contro il volere di Claudio e l'uccisore sarebbe stato Aureliano.
BIBLIO
- Aurelio Vittore - De Caesaribus -
- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita -
- Corpus Inscriptionum Latinarum, edidit Theodor Mommsen - Berolini 1863 -
- Corpus Inscriptionum Latinarum, edidit Theodor Mommsen - Berolini 1863 -
- Tyranni triginta -
- Guido Migliorati - Aureolo in Rezia nel 268 d.c.: un dux ducum - Problemi di storia militare del III secolo d.c. - Milano - 2013 -
- Giovanni Zonara - Epitome delle storie -
- Roger Rémondon, Agostino Pastorino - La crisi dell'impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio, - Milano - Mursia - 1975 -
- Ronald Syme - Ammianus and the Historia Augusta - Oxford - Clarendon Press - 1968 -
- Giovanni Zonara - Epitome delle storie -
- Roger Rémondon, Agostino Pastorino - La crisi dell'impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio, - Milano - Mursia - 1975 -
- Ronald Syme - Ammianus and the Historia Augusta - Oxford - Clarendon Press - 1968 -