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SOTTO SAN GIACOMO IN AUGUSTA

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LA FACCIATA

La chiesa di San Giacomo in Augusta è un luogo di culto cattolico di Roma, sito nel rione Campo Marzio, in via del Corso 499, annessa all'ospedale omonimo, detto anche "di San Giacomo degli Incurabili". Nel XVI secolo, la sua ricostruzione venne affidata all'architetto Francesco Capriani da Volterra, cui subentrò nel 1598, dopo la sua morte, Carlo Maderno che terminò i lavori nel 1602.

Nel 1824 Leone XII eresse la chiesa a parrocchia del rione. Durante il biennio della Repubblica romana del 1849, la chiesa fu trasformata in stalla e perse gran parte delle opere e dell'arredo originale, che vennero bruciati dai rivoltosi in piazza del Popolo.

Il restauro successivo, voluto da Pio IX e operato da Gaetano Morichini tra il 1861 e il 1863, interessò l'intera chiesa che venne ritinteggiata, mentre la volta venne affrescata e venne posato il pavimento marmoreo. Un altro intervento del 1912 interessò l'ex battistero, a sinistra dell'ingresso.

La chiesa presenta due campanili gemelli ai lati dell'abside, soluzione non comune a Roma, opera di Carlo Maderno, così come l'armonica facciata. Questi sono visibili dal cortile interno del complesso. Il portale di ingresso si affaccia su via del Corso, elegantemente incorniciato dalle estremità dei due bracci simmetrici dell'ex ospedale di San Giacomo. L'ordine superiore della facciata presenta in posizione centrale la Conchiglia di San Giacomo.



INTERNO

CRISTO DEL BERNINI
L'interno è a pianta ellittica con tre cappelle per ciascun lato. L'altare maggiore è posto di fronte al portale di accesso affacciato su via del Corso. Tale altare è opera di Carlo Maderno, eretto con marmi provenienti dal vicino Mausoleo di Augusto di cui molto anzi tutto è stato spogliato per abbellire diverse chiese.

La pala d'altare è opera di Francesco Grandi (1831-1891) e rappresenta la Santissima Trinità. La volta, affrescata nel XIX secolo da Silverio Capparoni, raffigura la Gloria di san Giacomo.
Qui a lato Il Cristo del Bernini, ultima opera della sua vita.


Lato destro

- Sull'altare della I cappella a destra vi è la"Resurrezione" del pittore manierista Giuseppe Passeri del Pomarancio.
- Nella II cappella, detta della Madonna dei Miracoli, vi sono: un'immagine sacra del secolo XV a cui fu attribuito un miracolo che dette origine alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli in piazza del Popolo. La pala scultorea in marmo San Francesco di Paola implora la Vergine Maria per gli invalidi (1717) di Pierre Le Gros.
- Nella III cappella sono visibili Il battesimo di Gesù di Domenico Cresti, detto il Passignano, l'Ultima cena di Giovanni Battista Ricci, La storia di Melchisedec e Storia della Manna nel Deserto dipinti da Vespasiano Strada.


Lato sinistro

- Nella prima cappella vi è l'"Adorazione dei Pastori" di Antiveduto Gramatica.
- La II cappella ospita una statua del santo di Ippolito Buzio. 
- La III cappella, eretta da Donna Vittoria Tolfia, ha diverse opere di Francesco Zucchi.



L'OSPEDALE

L'Ospedale di San Giacomo in Augusta (per la vicinanza al Mausoleo di Augusto divenuti, nel Medioevo, roccaforte della famiglia Colonna),  posto in via del Corso (via Lata) 499, adiacente alla Chiesa di San Giacomo in Augusta, venne rivalutato a presidio onnitaumaturgico nel 1339, per volontà del cardinale Pietro Colonna, discendente del Barbarossa, che lo aveva requisito rivendicandolo e che ne fece lascito testamentario. 

Lo testimonia l‘iscrizione posta nel cortile: "Hoc hospitali ad laudem Dei et sub vocabuli Beati Iacobi pro animam R.mi p(a)tris et Dni. Dni. Petri de Columna Sci. Angeli quondam dyaconi cardinalis fundatum fuit‖" Nella seconda metà del XV secolo la gestione dell'ospedale venne affidata alla Compagnia del Divino Amore.

ELEMOSINIERA DEL S. GIACOMO RIPORTA LA FIGURA DI UN
INFERNO IN CARROZZELLA, ANTICAMENTE CHIAMATA CARRIOLA

Dopo l'opera di Baldassarre Peruzzi negli ultimi anni della sua vita (1534 - 1536), la facciata venne rinnovata dal Giorgio da Coltre, sotto la guida di Antonio da Sangallo il Giovane che ne redasse il progetto ancor oggi visibile. Ai lati della struttura si trovavano due edifici, ancora attuali: la chiesa di St.a Maria Portae Paradisi, su Via di Ripetta e il cui nucleo originario risaliva alla costruzione dell'ospedale, e la chiesa di San Giacomo, contemporanea al primo rinnovamento.

Nel 1579 iniziò la ricostruzione dell'ospedale ad opera del cardinale Anton Maria Salviati, progettate da F. Capriani e realizzate da B. Grillo. Il cardinale vincolò il complesso, lasciandolo per testamento del 1593, all'eterno uso ospedaliero, donando varie decine di immobili, tenute, e titoli di investimento, per garantirne il sostegno perpetuo. La bolla pontificia del 1610 del Papa Paolo V Borghese sancì "il divieto assoluto di cambiarne la finalità, vendere, affittare, permutare, dare in enfiteusi, sotto alcun diritto o alcun Stato".

L'INTERNO DELLA CHIESA

I lavori furono ultimati nel 1592 e, contemporaneamente, venne costruita la chiesa di San Giacomo in Augusta, attigua all'ospedale e terminata nelle forme rinascimentali ancora oggi visibili, in occasione del Giubileo del 1600 a opera dell'architetto Carlo Maderno.

Durante la pestilenza del 1656 il San Giacomo fu utilizzato come lazzaretto, a fine '600, l'Ospedale deteneva 62 proprietà urbane, tra case, vigne e botteghe. Nell'800 venne ampliato con una sorta di centro di rianimazione.

Caduto lo Stato Pontificio nel 1870, l'ospedale entrò nell'Ente morale Pio Istituto Santo Spirito ed Ospedali Riuniti, che riunì nel patrimonio e nell' amministrazione tutti gli ospedali romani. 

Nel 1914 fu decisa la chiusura del San Giacomo per la costruzione del Policlinico Umberto I, ma a seguito di interrogazioni parlamentari rimase aperto. Nel 1933 venne fondata nei locali del San Giacomo la "Scuola Missionaria di Medicina e Chirurgia d'Urgenza".

Dal 2003 iniziò una nuova fase di ristrutturazione, un reparto alla volta. Ma dopo un'attività ospedaliera ininterrotta di ben 670 anni, venne chiuso improvvisamente nel 2008. Nel 2021 il Consiglio di Stato ha dichiarato l'illegittimità della chiusura del San Giacomo. La regione Lazio ha tuttavia fatto ricorso contro tale Sentenza.

FONTANA DEL LEONE


LE FONTANE

All'interno del cortile vi sono due fontane cinquecentesche: una è forse attribuibile al fontaniere Giovanni Antonio Nigrone, in cui l'acqua sgorgava da una testa di leone attorniata da due putti. 

La seconda fontana è detta "del Mascherone" ed è probabilmente collegata all'opera di allacciamento all'Acqua Vergine che avvenne nella seconda metà del secolo.


BIBLIO

- Mario Zocca - L'architetto di San Giacomo in Augusta - in Bollettino d'Arte - Roma - De Luca Editori d'Arte - 1936 -
- Mariano Armellini - Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX - Roma - 1891 -
- Claudio Rendina - Le Chiese di Roma - Milano - Newton & Compton Editori - 2000 -
- M. Quercioli - Rione IV Campo Marzio - in AA.VV - I rioni di Roma - Newton & Compton Editori - Roma - 2000 -
- Mario Zocca - La Cupola di S. Giacomo in Augusta e le cupole ellittiche in Roma - con 6 tavole fuori testo - Reale istituto di studi romani - 1945 -
- Rodolfo Amedeo Lanciani - Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di antichità - Loescher - 1902 -


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