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SOTTO SAN GIOVANNI DELLA PIGNA

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La chiesa di San Giovanni della Pigna è dedicata a San Giovanni Battista; l'appellativo della Pigna fa riferimento alla grande pigna di bronzo scoperta nella zona, oggi conservata nel Cortile della Pigna all'interno della Città del Vaticano, nel Cortile della Pigna. La chiesa si trova nel centro storico di Roma, nel rione Pigna, in piazza della Pigna. Dal 2007 è "chiesa degli italiani nel mondo".

Il Pignone è una scultura bronzea antica, alta quasi quattro metri e facente riferimento al culto della Dea frigia Cibele, collocata nel Cortile della Pigna (a cui dà il nome) nel complesso dei Musei Vaticani. Il simbolo della pigna venne anche venerato nel culto dionisiaco greco e romano, spesso portato dalle menadi danzanti, issato su un bastone avvolto d'edera, il tirso.

LA PIGNA ROMANA

LA PIGNA

La statua colossale venne trovata nel medioevo presso le Terme di Agrippa, quindi di epoca romana, dedicata da un certo Publio Cincio Savio. Doveva decorare il vicino Tempio di Iside al Campo Marzio, da cui vennero sicuramente estratti anche i marmi per decorare gli altari delle varie chiese, inclusa S. Giovanni della pigna. 

Nel 1608 la gigantesca pigna venne infine collocata al centro dell'esedra del cortile di Bramante, oggi chiamato, appunto, Cortile della Pigna. La pigna riguardava la festa dell’"Arbor intrat", celebrazione nella quale un albero veniva fatto entrare nel Phrygiarum, santuario della Dea Cibele e del figlio Attis. La Pigna riguardava il perpetuarsi della vita oltre la morte, così come il pino sopravvive attraverso la pigna.

La Pigna, di fattura antica romana, si trova oggi in un nicchione sopra una scalinata a doppia rampa progettata da Michelangelo, poggiato su un capitello con l'iscrizione "Incoronazione di un atleta vittorioso", opera del III secolo proveniente dalle terme di Nerone, ed è affiancata da due pavoni bronzei (copie, gli originali sono nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani) di epoca adrianea, probabilmente provenienti dal mausoleo di Adriano.

L'INTERNO

PIAZZA DELLA PIGNA

L’attuale conformazione quadrangolare della Piazza della Pigna fu stabilita nel '500 quando vennero costruiti gli edifici che la delimitano, con demolizione di altri fabbricati, tra cui l’antica chiesa dei “Ss. Cosma e Damiano de pinea”, nella quale venne istituita la Compagnia della Pietà ai Carcerati che nel 1584 passò all’antistante chiesa di S. Giovanni della Pigna, come evidenziato dall’iscrizione sull’architrave. 

Dominante dovette essere il nucleo baronale delle Case dei Porcari sulla piazza, poiché questa era allora denominata “piazza dei Porcari”. L'edificio si trova in Vicolo della Minerva, 51, nei pressi di Torre Argentina e risale all’inizio del X secolo, ma fu poi prima ricostruita da Angelo Torriani nel 1624 e successivamente completamente ristrutturata nel 1837 da Virginio Vespignani. L’ultimo intervento è del 1983.

IL SOFFITTO VOLTATO E LUNETTATO

LA CHIESA DI S: ELEUTERIO E SAN GENESIO

La chiesa era originariamente dedicata ai santi martiri San Eleuterio (Papa martire) e Genesio, documentata in una bolla papale di papa Agapito II del 955 e in una di Giovanni XII del 962, tanto che una parte del corpo di S. Genesio riposa tuttora sotto l’altare maggiore, mentre l’altra parte fu concessa da Sisto V alla chiesa di S. Susanna.


San Genesio

Nella sua agiografia del VI secolo, Genesio, mimo e comico di corte a Roma sotto Diocleziano, venne chiamato dall'imperatore a imitare comicamente il Battesimo cristiano. Genesio finse di essere in punto di morte e chiese il battesimo ma quando l'acqua battesimale gli bagnò la fronte, ebbe una visione e si convertì. Sempre per farsa venne catturato dalle guardie, portato dall'imperatore e accusato di essere cristiano, ma qui Genesio fece pubblico atto di fede, e Diocleziano lo fece flagellare. poi rompere le costole e decapitare. 

Nel martirio Genesio ripeteva: “Non vi è altro Dio all'infuori di quello che io ebbi la fortuna di conoscere. Io non adoro né servo altro che lui: a lui solo starò sempre unito, dovessi anche soffrire mille morti



SAN GIOVANNI DELLA PIGNA

IL PORTALE
Poi la chiesa, caduta in rovina, nel 1584, venne concessa da papa Gregorio XIII all'Arciconfraternita della Pietà verso i carcerati, che la riedificò dalle fondamenta. Della costruzione della nuova chiesa fu incaricato l'architetto Torroni; terminata nel 1624, con il titolo di "Sancti Ionanis de Pinea". 

"Tuttavia essa esisteva ancora, nel Seicento, come appare dal Decreto emanato dopo la Visita regionale compiuta dal mons. Carlo Andrea Bassi nel mese di luglio del 1641, nel quale è detto che per la riedificazione della cappella di s. Giovanni Battista esistente nella nostra parrocchiale, come si è ricordato, l’arcivescovo permetteva che si usassero, con il materiale ottenuto dalla demolizione della chiesa estiva di s. Lorenzo e dell’oratorio dei ss. Gervaso e Protaso, anche le macerie ricavate dall’abbattimento del nostro s. Genesio."

È stata nuovamente restaurata nel secolo successivo e nel 1837 sotto la direzione di Virginio Vespignani.
Nel 1870, Pio IX la concesse alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco e, dal 1985, Papa Giovanni Paolo II, la concesse alla diaconia di san Giovanni della Pigna. Nel 2007 viene restaurata all'esterno.

EDICOLA SU UN LATO DELLA CHIESA DI
MADONNA CON BAMBINO E SANTI (XVII SECOLO)


LA FACCIATA

La facciata su cui è posto a coronamento un timpano triangolare, è a doppio spiovente, in un moderato stile barocco. Essa è divisa in tre ordini da lesene con capitelli ionici a tutta altezza. Sopra le lesene si estende il cornicione, con iscrizione in latino sull'Arciconfraternita della Pietà verso i carcerati.

Ognuno dei due ordini laterali ospita, in alto, una finestra rettangolare priva di cornice e davanzale. Nel settore centrale si trova il portale con architrave a bassorilievo raffigurante un angelo ed un frontone circolare. Il timpano è sormontato da una croce in ferro.



L'INTERNO

L’interno è a una navata e al suo inizio sono collocate le trecentesche tombe di Nicola e Giuliano Porcari con decorazione a mosaico. Lungo la navata, coperta con volta a botte lunettata, si trovano, entro grandi nicchie intervallate da lesene in marmi policromi, quattro altari laterali, due per lato. 

Il primo altare a destra è dedicato a sant'Eleuterio papa, il secondo di destra a San Genesio di Arles con la reliquia che gli appartiene; il primo a sinistra, invece, è dedicato alla Madonna ed ospita la tela Madonna col Bambino e Angeli, del XVIII secolo, copia di un'immagine del XIV secolo della Madonna di San Luca, il secondo a destra a Santa Teresa d'Avila.

Il povero santo venne fatto a pezzi per farne reliquie che si trovano in parte a San Giovanni della Pigna, in parte nella chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano, in parte nella chiesa a lui dedicata a Palazzo Canavese (TO), parte nella cappella di San Lorenzo nella Basilica di Santa Sabina e parte a San Ginesio (MC) nella collegiata di Santa Maria Assunta.

Posto in fondo alla navata e delimitato da una balaustra, vi è il presbiterio (spazio riservato al sacerdote officiante) a pianta quadrata con volta a cupola decorata e con abside semicircolare con la volta a cassettoni. 

Qui è posto l'altare maggiore decorato in marmi policromi che presenta, tra due coppie di colonne corinzie, la pala San Giovanni Battista, degli inizi del XVII secolo, opera di Baldassare Croce, e più in alto, la Pietà di Luigi Garzi.

La chiesa che vediamo oggi nel suo interno è frutto dei rifacimenti del XVIII secolo.


BIBLIO

- C. Villa - Rione IX Pigna - AA.VV - I rioni di Roma - Milano - Newton & Compton Ed. - 2000 -
- Ridolfino Venturini - Accurata, E Succinta Descrizione Topografica, E Istorica Di Roma - Carlo Barbellieni - Roma - 1768 -
- Mariano Armellini - Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX - Roma - 1891 -
- Christian Hülsen - Le chiese di Roma nel Medio Evo - Firenze - 1927 -
- Claudio Rendina - Le Chiese di Roma - Milano - Newton & Compton Editori - 2000 -


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