L'Animismo piano piano si attenuò e trasformò per lasciare il passo alla Grande Madre, o Grande Dea, o Dea Madre, una divinità femminile primordiale, appartenente a una vasta gamma di culture, civiltà e popolazioni di varie aree del mondo a partire dalla preistoria, nel paleolitico, e nel neolitico.
Occorre unire tra di loro Storia, Archeologia, Antropologia, Psicologia, Etnologia, Storia delle religioni e Storia della filosofia, cosa che già fece lo svizzero Carl Gustav Jung, psicologo e studioso del mito, e con lui l'ungherese Caroly Kerényi, il rumeno Mircea Eliade, gli inglesi M. Esther Harding e Robert Graves. Attraverso i loro studi si sono rinvenute civiltà matriarcali, dove il principio femminile fu al centro di culti e culture per un lungo periodo di tempo che, iniziato nel Paleolitico, perdurò fino all'età del Bronzo.
La Grande Madre rimanda al simbolismo materno della creatività, della nascita, della fertilità, della sessualità, del nutrimento e della crescita, conosciuta dai Fenici come Ashtoreth, in Mesopotamia come Ishtar, dai Semiti come Astarte, in Arabia come Allatu, dagli Egizi come Hathor e come Iside, dai cretesi come Britomarti, dai Greci come Afrodite, in Anatolia come Cibele, a Roma come Mater Matuta e così via.
La mente dell'uomo si trasforma, da piccolo nucleo familiare diventa tribù e da tribù diventa clan, Il branco umano si allarga e pertanto si organizza in gerarchie, e altrettanto fa con la Natura. Come l'uomo non può funzionare senza gerarchia nemmeno la Natura funziona senza un gerarchia, per cui l'essere umano mette la Grande Dea madre a capo delle entità animistiche. Ella rappresenta e guida la Natura.
Cibele Idea (dal monte Ida), chiamata a Roma la “magna mater”, era una divinità primordiale, il cui nome (dal greco: Κυβέλη – Kybelē; latino: Cibelis) e le cui peculiarità sono stati oggetti di culto in area anatolica e preellenica: Dea della natura, degli animali (potnia theron) e dei luoghi selvatici, aveva un santuario di straordinaria importanza a Pessinunte, nella Frigia, dove la Dea era venerata nella forma di pietra nera.
La Grande Madre Cibele venne richiesta a Roma dai libri Sibillini durante la Seconda Guerra Punica, nel 205 a.c., recuperando a Pessinunte la pietra nera della Madre degli Dei. Pietra che fu recuperata e momentaneamente conservata nel Tempio di Vittoria.
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LA GRANDE MADRE CRETESE |
Imperatore Giuliano II - Orazione a Cibele:
- Chi è allora la Madre degli Dei? Lei è la sorgente degli Dei intellettuali e creativi, che a turno guidano gli dei visibili: lei è sia madre e sposa del mitico Zeus; venne per succedere ma anche per regnare insieme col grande Creatore; Lei ha il controllo di ogni forma di vita, e la Causa di tutte le generazioni; Lei porta facilmente alla perfezione tutte le cose che sono fatte. Senza dolore Lei porta alla nascita... Lei è la Vergine senza Madre, al fianco dello stesso Zeus, e in assoluta verità lei è Madre di tutti gli Dei ... -
Connessa al culto della Madre Terra, che lei rappresentava come Dea Tellus, cioè come Natura, distinguendosi in Natura Naturans e Natura Naturata, (la natura che crea la natura e la natura che è creata dalla natura, cioè la natura visibile e l'invisibile, ovvero l'Anima della Natura) esprimendo l'interminabile ciclo di nascita-sviluppo-maturità-declino-morte-rigenerazione che caratterizzava sia le vite umane, sia i cicli naturali e cosmici.
Qui sopra la Dea cretese Britomarti, coi seni scoperti simbolo di nutrimento e accrescimento, che brandisce i due serpenti, simboli dell'istinto degli esseri viventi e con un gatto sopra la testa, cioè l'animale che sa vedere nel buio, simbolo della capacità umana di guardarsi dentro.
Così torna il CONOSCI TE STESSO che non è il cristiano conoscimento dei propri limiti, tanto più che in questa religione il mondo è stato creato per lui, ma il conoscere le pulsioni profonde del nostro essere che verrà ripropugnato da Sigmund Freud due millenni dopo.
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DIANA EFESINA |
La Grande Madre, o Triplice Dea, o Dea Trina. è la Dea Natura, colei che crea traendo le cose da se stessa, quindi in realtà non crea ma si trasforma nelle pietre della Terra, nei suoi mari e fiumi, negli uomini, negli animali, negli alberi e nelle piante. Lei è la formica del formicaio, e il lichene sul sasso e la ragnatela del ragno perchè anche il ragno è la trasformazione di se stessa, perchè lei trasformandosi crea nuove forme con nuove capacità.
Perciò essa sola fu detta Gran Madre degli dei
e madre delle fiere e genitrice del nostro corpo.
Di lei cantarono un tempo i dotti poeti di Grecia
che dal trono su un cocchio guidasse due leoni aggiogati,
significando così che l'immensa molte terrestre
è sospesa negli spazi dell'aria
e che la terra non può poggiare sulla terra.
(Lucretius, De Rerum Natura)
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ASTARTE SIGNORA DELLA VITA E DELLA MORTE |
Alla sua figura, in cui ha confluito inoltre il mito della Dea Vergine, vengono ricondotte non solo le cosiddette Veneri steatopigie dell'età della pietra, ma molte Grandi Dee, come Maat egizia, Iside egizia, Athena greca, Diana efesina dalle infinite mammelle, ma pure la cattolica Vergine Maria.
Ne fanno riscontro numerose Dee, a cominciare dalla Dea romana Dia, da cui derivò il termine Dio, volto al maschile. Fu un'antichissima divinità romana protettrice della fecondità della terra, venerata in particolare dal collegio degli Arvales col nome di Bona Dea.
Lei era la Virgo, cioè colei che ha forza dell'uomo e la Virtus dell'anima. E' vergine ma essendo Natura si accoppia con tutti e tutto, pur restando vergine perchè lo è nell'animo, ella è la Dea Natura, indomita e regina, madre di tutti i viventi ma pure dei non viventi, perchè è l'Anima Mundi.
Accoppiandosi mette al mondo creature, uomini, animali e Dei, così il mondo degli Dei nasce da lei che però ne resta la regina. Il suo ruolo sessuale si vede anche nell'aspetto della Dea Hator che si affaccia alla finestra come una prostituta, infatti lei era citata come La Grande Prostituta, perchè si accoppia con tutto e sempre prolifera.
Nel mondo mediterraneo fu soprattutto Afrodite che nasce dal mare con il suo corteo di ninfe oceanine e con il suo carro portato da tritoni o delfini. Ma sulla Terra diventa Dea dell'amore della sensualità e della riproduzione.
«Cantiamo la stirpe onorata di Afrogenia
e l'origine grande, regale, da cui tutti
nacquero gli immortali alati Amori,
dei quali alcuni con dardi intellettivi saettano
le anime, affinché punte da stimoli sublimanti di desideri,
agognino vedere le sedi d'igneo splendore della madre;
altri, invece, in obbedienza ai voleri
e ai preveggenti, salutari consigli del padre,
desiderosi d'accrescere con nuove nascite il mondo infinito,
eccitano nelle anime il dolce desiderio della vita terrena.
Altri ancora sui vari sentieri degli amplessi nuziali
incessantemente vigilano, onde da stirpe mortale
immortale rendere il genere degli uomini oppressi dai mali
e a tutti stanno a cuore le opere di Citerea, madre d'amore.
Ma, o dea, poiché tu dovunque porgi orecchio attento,
o che circondi il vasto cielo, dove dicono che tu
sia l'anima divina del mondo eterno,
o che risiedi nell'etere al di sopra dell'orbite dei sette pianeti,
riversando su di noi, che da te discendiamo, indomite energie,
ascolta, e il doloroso cammino della mia vita
guida coi tuoi santissimi strali, o veneranda,
placando l'impeto gelido dei desideri non pii.»
(Proclo, Inno ad Afrodite)
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MINERVA - EX GRANDE MADRE - CON NIKE |
Qui sopra c'è Athena greca. ex Grande Madre e Patrona di Atene, Ella è Dea della guerra e quindi del lato distruttivo. E dunque Dea della morte, ma soprattutto dei nemici degli ateniesi, a cui procura la difesa e la vittoria come testimonia la Nike nella sua mano.
Lei fu la patrona di Atene, aggiudicata per votazione: le donne votarono Atena e gli uomini votarono Nettuno. Vinsero le donne ma dissero che era per un solo voto in più. Allora i maschi greci si ribellarono e tolsero il voto alle donne, misero loro il peplo e gli allungarono le vesti fino a terra.
Ma se è vero che la Grande Madre è Dea della guerra e della morte, è pure colei che fa spuntare lo stelo d'erba e il fiore dall'asfalto, che fa risorgere la natura in primavera e di conseguenza la fa morire in autunno per risvegliarla nella primavera successiva. Lei è morte e rinascita, all'infinito. Ella era la più potente degli Dei, ma il tempo passò e il potere del Pantheon divino passò dalle femmine ai maschi, finchè la Dea divenne la sposa del suo paredro che infine ebbe potere su di lei.
L'immagine di Diana Efesina è ancora la rappresentazione della Natura che con le sue infinite mammelle allatta tutti gli esseri, infatti nutre le vite con le altre vite di animali e piante. Sul suo corpo sono allineate le infinite creature selvagge che lei fa nascere e crescere, perchè lei è la Potnia THeron, ovvero la Signora delle belve.
Il suo aspetto è oscuro, spesso riprodotto nelle antiche Madonne, non perchè si siano annerite al fumo delle candele, una spiegazione piuttosto comica, ma perchè lei è anche la Signore della Morte. Lei dà la vita, fa crescere e fa morire, è tre in una, ecco la Santissima Trinità, poi copiata dal cristianesimo con Dio, Cristo e Spirito Santo, senza che nessuno però possa partorire, ad eccezione forse della colomba che però partorisce solo uccelli.
BIBLIO
- Proclo - Inno ad Afrodite - Firenze - Fussi - 1957 -
- Larson, Jennifer Lynn - Greek Nymphs: Myth, Cult, Lore - New York - Oxford Univ. Press - 2001 -
- Claudia Dal Pan - Le anguane, magia, appartenenza e identità nell'Oltrechiusa Ladina - Borca di Cadore - Istituto ladin de la Dolomites - 2011 -