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SOTTO SANT'APOLLINARE ALLE TERME

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La basilica di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine, più semplicemente conosciuta come Sant'Apollinare, è una basilica minore di Roma posta nel rione Ponte, tra Piazza Navona e Palazzo Altemps. La chiesa fu fondata da papa Adriano I intorno al 780, su resti di epoca romana, e fondò accanto alla chiesa un monastero per monaci basiliani in fuga da Costantinopoli.

La prima citazione dell'edificio si trova nel Liber pontificalis; un'altra in una cronaca del X secolo del monaco Benedetto del Soratte, che cita una cappellina "...infra civitatem Romam non longe ab aecclesia sancti Apolinaris in templum Alexandrini ". La chiesa fu dotata anche di un collegio di canonici, nel 1284, e che durò fino al 1576. Nel 1517 papa Leone X la elevò a titolo cardinalizio soppresso in seguito e, dal 1935, ripristinato da Pio XI col nome di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine.
 
L'INTERNO

DESCRIZIONE

Originariamente la facciata era preceduta da un piccolo portico e, al suo interno, era suddiviso in tre navate con abside. Successivamente fu ricostruita da Ferdinando Fuga (1699 - 1782) per volontà di papa Benedetto XIV tra il 1742 e il 1748, anno in cui venne consacrata.

Sant'Apollinare divenne parte di un vasto complesso edilizio che fu sede del Collegio Germanico-Ungarico dei Gesuiti dal 1574 al 1773; poi sede del Pontificio istituto di Sant'Apollinare. Nel 1992 l'intera struttura, compresa la chiesa, di proprietà dell'APSA (organismo della Santa Sede che si occupa della gestione del suo vasto patrimonio economico) è stata data in affitto alla Prelatura dell'Opus Dei, che vi ha installato la sua Pontificia Università della Santa Croce.

Nel 2008 è stato completato il lungo restauro dell'intero immobile e della piazza antistante a spese dello stato italiano.



LA FACCIATA

La facciata della chiesa, che si affaccia su piazza di Sant'Apollinare, è suddivisa in due registri (uno inferiore e uno superiore) da un cornicione marmoreo. Nella fascia inferiore si trovano il portale e due finestre laterali, in quella superiore un grande finestrone e sulla sommità un timpano.

Dal portale si accede all'atrio, anticamente un portico, trasformato in cappella. Qui è conservata un'immagine del XV secolo raffigurante una Madonna tra gli apostoli Pietro e Paolo. A questa immagine è legato un episodio della storia di Roma: durante il passaggio dei soldati di Carlo VIII di Francia nel 1494, l'immagine venne ricoperta dall'intonaco per nasconderla e proteggerla dai soldati che avevano posto l'accampamento davanti alla chiesa. L'immagine fu così dimenticata e riapparve grazie ad un terremoto che ne staccò l'intonaco nel 1647.

MADONNA DELL'APOLLINARE

L'INTERNO

La chiesa è costituita da una navata unica con 6 cappelle laterali, tre per lato. La volta della navata, a botte, è decorata con un affresco di Stefano Pozzi che raffigura la Gloria di Sant'Apollinare. Le cappelle del lato destro sono dedicate ai santi Luigi Gonzaga, Giuseppe e Francesco Saverio; quelle del lato sinistro sono dedicate ai santi Giovanni Nepomuceno, Josemaría Escrivá de Balaguer ed Ignazio di Loyola.

La pala d'altare della cappella di San Giuseppe è la Sacra Famiglia, di Giacomo Zoboli. L'altare maggiore, nell'abside rettangolare, è opera di Bernardino Ludovisi del 1746; la tela raffigurante il santo titolare è di Ercole Graziani. Tra i molti abbellimenti dell'altare maggiore vi figurano due candelabri di Luigi Valadier, famoso argentiere romano padre dell'architetto Giuseppe.

La chiesa attuale risale al XVIII secolo ma venne fondata alla fine dell’VIII secolo da Papa Adriano I. Apollinare era venerato come discepolo diretto di San Pietro e fondatore della chiesa di Ravenna Sant’Apollinare in Classe, edificata sulla sua tomba nel VI secolo. La chiesa romana di Sant’Apollinare viene totalmente ricostruita nel XVIII secolo da Ferdinando Fuga per Papa Benedetto XIV, che la consacrò nel 1748.

A destra della chiesa si trova un monastero fondato da Papa Adriano insieme alla chiesa per i monaci basiliani che fuggivano dalla furia iconoclasta a Costantinopoli. Divenne il Collegio Germanico Ungarico dei Gesuiti dal XVI al XVIII secolo per poi venire usato dal seminario del Pontificio Istituto di S. Apollinare. Quando il seminario si trasferì sulla Via Aurelia, l’edificio viene occupato dall'Università della Santa Croce nel 1992.

Le Terme di Nerone o Alessandrine si chiamano così perché fondate da Nerone e restaurate da Alessandro Severo nel III secolo. Delle terme rimangono in piedi due altissime colonne nella piazza di Sant’Eustachio accanto al Pantheon. Nel medioevo la chiesa veniva governata da un capitolo diretto da un arciprete, per cui la chiesa anticamente si chiamava anche Sant’Apollinare in Archipresbyteratu. 

Nell’epigrafe che si trova ai piedi dell'immagine della Madonna, si legge una preghiera in latino che i fedeli romani Le rivolsero per ottenere aiuto e intercessione nel 1657, per essere liberati dall’epidemia di peste: “Santa Maria, riparatrice della concordia tra i fedeli cristiani, intercedi per noi presso Dio perché possiamo essere liberati dall’epidemia e dai mali presenti e futuri”.



IL BOSS FAMOSO SEPPELLITO QUALE UOMO ILLUSTRE IN S. APOLLINARE

La basilica di Sant'Apollinare fece cronaca per avere ospitato per oltre vent'anni la tomba di Enrico "Renatino" De Pedis, famoso criminale italiano nonché boss dell'organizzazione mafiosa romana banda della Magliana. La sepoltura di Enrico De Pedis presso Sant'Apollinare è legata alla sparizione della 15nne Emanuela Orlandi che abitava in Vaticano, e che nel 1983, mentre rientrava a casa dopo le lezioni di musica era scomparsa nel nulla. 

SEPOLCRO DE PEDIS IN S. APOLLINARE
Il fatto divenne uno dei più celebri casi irrisolti della storia italiana e vaticana, con implicazioni e sospetti che coinvolsero e chiamarono in causa lo stesso Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l'Istituto per le opere di religione, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Stati, nonché la banda della Magliana e alcune organizzazioni terroristiche internazionali.

Il fratello di Emanuela: "Il boss della Magliana Renatino De Pedis era di casa a Sant’Apollinaire dove, oltre alla scuola di musica di Emanuela Orlandi, vi era anche un ufficio di Oscar Luigi Scalfaro". Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, cerca testimonianze su quegli incontri cordiali tra il Cardinal Poletti, De Pedis, il rettore Don Vergari, e parla di una foto che documenta questi quadretti confidenziali citando una segnalazione molto attendibile che coinvolgerebbe il futuro presidente Oscar Luigi Scalfaro.

Dalla sua morte nel 1990 fino al 2012 vi era seppellito in una cripta Enrico De Pedis, nel 2012 la Procura di Roma dispose la traslazione della salma per poi concederne la cremazione archiviando il caso in atto. La vicenda fu collegata alla quasi contemporanea sparizione di un'altra adolescente romana, Mirella Gregori, scomparsa il 7 maggio 1983, anch'essa quindicenne e anch'essa mai più ritrovata, xhe forse aveva raccolto qualche confidenza di Emanuela.




LE TERME


RODOLFO LANCIANI

I RESTI DELLE TERME DI NERONE
"Flaminio Vacca num. 34 ricorda il dono fatto da Pio IV al celebre Rutilio Alberini, sindaco e notaio dei maestri delle strade nel 1559, di una delle tre conche di granito delle terme Alessandrine che stavano abbandonate in istrada alla Dogana presso s. Eustachio."

Le Terme di Nerone furono anche dette Alessandrine poiché volute da Nerone nel 62 d.c. ma ingrandite e restaurate da Alessandro Severo nel 227-229. 

Si trovavano tra piazza della Rotonda, la piazza del Pantheon, via del Pozzo delle Cornacchie e via della Dogana Vecchia, per un'estensione che di circa 190x120 m. 

Ma Alessandro le estese ulteriormente, e che distrusse edifici privati, che stavano accanto alle terme per crearvi un bosco in cui potessero passeggiare al fresco i cittadini.

Le Terme erano contigue alle terme di Agrippa, comunicanti attraverso un bacino artificiale, il laghetto creato da Nerone su cui sorgerà il Colosseo.

"Palazzo de' Giustinani e quello di contro detto del Governo, son fondati sulle ruine delle Terme di Nerone ovvero Alessandrine, poichè Alessandro Severo, giusta la più comune opinione, ristorando le ampliò. Se già magnifiche erano a' tempi del fondatore al dir di Marziale :
- Quid melius Thermis Neronianis? - (Cosa può essere meglio delle terme di Nerone?) quanto mai non doverono essere meravigliose dopo ristauri del grandioso Alessandro.

FONTANA PROVENIENTE DALLE TERME DI NERONE

Ruine delle medesime si riconobbero, e molte ancora se ne ravvisano:
- sotto il Palazzo Giustiniani,
- sotto il Patrizj altresì;
- per tutta la via che tra questi due edifizj conduce al Panteon di Agrippa,
- in piazza Rondanini,
- al di qua della chiesa della Maddalena,
- in tutta la piazza di S. Luigi de' Francesi,
- e già si trovarono rocchi d'immense colonne di bel granito dell'Elba, pregiato tanto dagli antichi, e tanto vilipeso da' moderni.

VIA DI S. EUSTACHIO (ROMA)


THERMAE ALEXANDRIANAE

" 1197 Celestino III riedifica la chiesa di s. Eustachio fra le rovine delle terme alessandrine. Era a tre navi con due ordini di colonne, di diversi marmi, otto per parte. L' iscrizione della conca porfiretica sotto l'altare di mezzo, dice: « ego Coelestinus corpora sanctorum et oculis vidi et manibus tentavi et recondidi cum titulo antiquo in mausoleo sub altari » . Vedi De Rossi, Inscr. Chr. tomo II, p. 449, n. 216. L'iscrizione ap. de Rossi 1. e. p. 447, n. 207, porta la data del 1195. 

Flaminio Vacca scrisse che ai suoi tempi si rinvennero molti resti di colonne di granito, il cosiddetto granito dell'Elba, in piazza di S. Luigi dei Francesi, e tre vasche di granito accanto alla Chiesa di S. Eustachio, attribuite fin da allora alle terme. Altre grandi colonne si rinvennero accanto alla stessa Chiesa, impiegate da Papa Alessandro VII per rimpiazzare quelle mancanti nel portico del Panteon.

LE DUE COLONNE PRESE DALLE TERME
ED INSERITE NEL PANTHEON
Nel cortile del palazzo Madama rimanevano visibili sino al tempo di Benedetto XIV resti di grandi mura appartenenti alle terme alessandrine e nei lavori della casa che sta all'angolo tra la salita dei Crescenzi e piazza della Rotonda furono scoperti altri muri di queste terme.

La Chiesa di S. Luigi secondo lo studioso Nibby fu edificata su una sala delle terme, infatti la pavimentazione conserva parti marmoree di quella romana antica. Alcuni avanzi in forma di abside restano nell'albergo situato sulla piazza Rondanini.

Delle terme oggi restano: due colonne di granito rosa reimpiegate per il restauro del pronao del Pantheon, un capitello conservato nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, una cornice e due colonne a piazza Sant'Eustachio, una colonna rialzata nel 1896 presso Porta Pia, una vasca di granito.

Altri resti sono sotto Palazzo Madama: durante i lavori di manutenzione del Senato fu scoperta alla fine degli anni '80 una grande vasca di granito nero-rosso, del tipo importato dall'Egitto in epoca imperiale, probabilmente utilizzata nel calidarium delle terme.

Restaurata nei suoi tre punti di frattura, fu collocata come fontana su di un piedistallo rinascimentale nello slargo esterno all'ingresso fornitori, da allora ribattezzato Piazza della Costituente, che collega via degli Staderari con via della Dogana vecchia e piazza Sant'Eustachio.

Ma soprattutto il palazzo del Marchese Vincenzo Giustiniani, architettura di Giovanni Fontana e del Borromini, venne edificato sulle suddette Terme di Nerone, con un gran numero di statue, busti, ed altri marmi antichi, trovati la maggior parte nelle stesse Terme.

Il vestibolo è ornato di:
- dodici colonne antiche,
- due statue d'Apollo,
- d'una di Domizia,
- di due Ercoli,
- e di vari bassiorilievi.

- Nel cortile vi sono 14 statue, e diversi bassorilievi, 
Nella scala:
- le statue d'Apollo,
- di Marco Aurelio,
- di Caligola,
- di Domiziano,
- di Antinoo,
- di Mercurio.

PLANIMETRIA DELLE TERME

Ai piani superiori le statue di
- Marcello Console Romano trionfante,
- due Fauni,
- un Gladiatore,
- un Faunetto,
- busti di Filosofi,
- busto di Scipione Africano e d'Alessandro Magno colle teste di basalto,
- due statue di Musa,
- Paride in difesa, 
- due Cereri,
- una Baccante,
- un busto con bellissima testa antica di Traiano,
- un gran vaso nel mezzo ornato d'un baccanale,
- una Venere,
- un bellissimo Caprone,
- un Ercole giovane,
- tre belle teste, una di Vitellio, 
- una di Giove Serapide, 
- una d'Apollo.
- e una testa di Saffo.



BIBLIO

- Giuseppina Ghini - Thermae Neronianae/ Alexandrinae - in Eva Margareta Steinby  - Lexicon Topographicum Urbis Romae - - Roma - Quasar - 1999 -
- Francesco Sabatini - La chiesa S. Salvatore in Thermis: il "Salvatorello" al Palazzo Madama - Roma - L. Filippucci - 1907 -
- Guglielmo Matthiae, Ferdinando Fuga e la sua opera romana - Roma -1952 -
- I. Staccioli - Le terme romane - Tascabili Newton Compton - Roma - 1995 -
- I. Nielsen - Thermae et balnea. The architecture and Cultural History of Roman Public Baths - Aarrhus - 1991 -
- Francesco Danieli - Johannes Grohe - Interessante parato di reliquiari per l'altare maggiore di Sant'Apollinare in Roma - Notizie dall'Apollinare - giugno 2010 -
- Francesco Danieli - Johannes Grohe, I reliquiari per l'altare maggiore di Sant'Apollinare in Roma - Le urne donate da W. W. von Mosheim und Salach (1571-1651) - Notizie dall'Apollinare - ottobre 2009 -
- Corriere.it - Sant'Apollinare, il corpo è di De Pedis «Trovati anche altri resti nella cripta»
- Oggi.it - Caso Emanuela Orlandi: nella tomba di Sant'Apollinare c'è il cadavere di De Pedis. E una misteriosa cassetta.
- Corriere della Sera - 14 maggio 2012 - Sant'Apollinare, il corpo è di De Pedis - «Trovati anche altri resti nella cripta» -
- De Pedis traslato e cremato a Prima Porta - "Caso chiuso" - Roma Today -18 giugno 2012 -  


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