AUGUSTO
LA SUA GENS
Gli Octavii provenivano dall'antica città volsca di Velitrae, ovvero Velletri, ritenuta in genere Volsca, ma secondo alcuni etrusca e secondo altri latina, posta sui colli Albani. Essendo famiglia plebea le sue origini sono sconosciute, ma divenendo poi imperatore fiorirono le leggende sulla provenienza familiare. Lo storico Svetonio nella De vita Caesarum così scrive sulla famiglia di Augusto:
«1. Molti particolari confermano che la famiglia Ottavia era stata un tempo una delle più cospicue di Velitrae. Infatti uno dei quartieri più popolosi della città già da un po' si chiamava Ottavio, inoltre si mostrava un'ara consacrata ad un Ottavio che, quando era comandante supremo durante una guerra contro i vicini, all'annuncio di una improvvisa incursione dei nemici, proprio mentre stava facendo sacrifici a Marte, tolse dal fuoco, ancora semicrude le interiora delle vittime e le fece a pezzi, dopo di che attaccò battaglia e ne uscì vincitore. Vi era anche un decreto ufficiale che stabiliva, da allora in poi, di sacrificare le interiora a Marte in quel modo e di portare agli Ottavii i resti delle vittime.
2. Questa famiglia, che il re Tarquinio Prisco aveva ammesso al Senato tra quelle di secondo rango e che poi Servio Tullio aveva elevato al patriziato, con il passare dei secoli ritornò plebea, quindi, dopo un lungo intervallo, fu reintegrata nella sua antica dignità dal divino Giulio. Il primo dei suoi membri ad ottenere una carica con il suffragio del popolo fu Caio Rufo. Costui, divenuto poi questore, ebbe due figli, Gneo e Gaio: essi diedero vita a due rami della famiglia degli Ottavii, che ebbero destini diversi.
Gneo e tutti quelli che discesero via via da lui esercitarono le più alte cariche, mentre Caio e i suoi discendenti, vuoi per caso, vuoi volontariamente, rimasero nell'ordine equestre fino al padre di Augusto. Il bisavolo di Augusto, durante la II guerra punica, servì in Sicilia come tribuno militare agli ordini del comandante Emilio Papo. Il nonno si limitò alle cariche municipali e visse la sua vecchiaia felicemente, con un cospicuo patrimonio a disposizione.
Queste notizie, tuttavia, ci vengono da altre fonti, perché Augusto dice semplicemente di venire da famiglia equestre, antica e agiata, nella quale il primo senatore fu suo padre. Marco Antonio gli rimproverava di aver avuto come bisavolo un liberto, un funaiolo della contrada di Turi, e per nonno un agente di cambio. Di più non ho potuto sapere sugli antenati paterni di Augusto.»
(Svetonio, De vita Caesarum, Augustus)
Tuttavia nè Livio né Dionigi citano gli Octavii quando parlano di Velitrae, e la famiglia non viene nemmeno citata prima del III secolo a.c., per cui la sua origine antica è poco credibile. Comunque il nomen Octavius era diffuso nel Latium fin dagli inizi della Repubblica, nome che in origine designava l'ottavo figlio, secondo l'antica e poco affettiva usanza di indicare come nome solo il numero occupato dal figlio tra i vari figli: primo, secondo e così via. I praenomina più usati dagli Octavii furono Gnaeus, Gaius, Marcus e Lucius. Durante il periodo imperiale sono attestati anche Publius e Servius.
Il fondatore della gens ottavia fu Gneo Ottavio Rufo, che ebbe due figli, Gneo e Gaio; alcuni discendenti del ramo di Gneo ricoprirono importanti magistrature, mentre i discendenti di Gaio, trisnonno di Augusto, rimasero nell'ordine degli equites che era comunque un lavoro piuttosto rispettato. Il figlio di Gaio fu tribunus militum nel 216 a.c. durante la II guerra punica e partecipò e sopravvisse alla battaglia di Canne, anche Marco Antonio, rivale di Ottaviano, lo citò come un liberto che lavorava come "restius" (funaio).
Tuttavia nè Livio né Dionigi citano gli Octavii quando parlano di Velitrae, e la famiglia non viene nemmeno citata prima del III secolo a.c., per cui la sua origine antica è poco credibile. Comunque il nomen Octavius era diffuso nel Latium fin dagli inizi della Repubblica, nome che in origine designava l'ottavo figlio, secondo l'antica e poco affettiva usanza di indicare come nome solo il numero occupato dal figlio tra i vari figli: primo, secondo e così via. I praenomina più usati dagli Octavii furono Gnaeus, Gaius, Marcus e Lucius. Durante il periodo imperiale sono attestati anche Publius e Servius.
Il fondatore della gens ottavia fu Gneo Ottavio Rufo, che ebbe due figli, Gneo e Gaio; alcuni discendenti del ramo di Gneo ricoprirono importanti magistrature, mentre i discendenti di Gaio, trisnonno di Augusto, rimasero nell'ordine degli equites che era comunque un lavoro piuttosto rispettato. Il figlio di Gaio fu tribunus militum nel 216 a.c. durante la II guerra punica e partecipò e sopravvisse alla battaglia di Canne, anche Marco Antonio, rivale di Ottaviano, lo citò come un liberto che lavorava come "restius" (funaio).
Il primo discendente di Gaio a diventare senatore fu Gaio Ottavio, il padre di Augusto. Durante la Repubblica l'unico cognomen portato dagli Octavii fu Rufus, Octavii, di discendenza non nota furono i Balbus (da balbuzie), Naso (forse un naso pronunciato o con molto fiuto), Ligur e Marsus (dagli antichi popoli Liguri e dei Marsi).
GAIO OTTAVIO
495 a.c. - Ottavio Mamilio - che sposò la figlia di Tarquinio il Superbo.
230 a.c. - Gneo Ottavio Rufo - primo membro della gens a ricoprire una magistratura (questore intorno al 230 a.c.). Fu padre di Gneo Ottavio e Gaio Ottavio.
206 a.c. - Gneo Ottavio - edile nel 206 a.c. e pretore nel 205 a.c. durante la II guerra punica (218 ac. - 202 ac.), fu governatore della Sardegna 205-203 a.c., propretore e comandante della flotta romana in Sardegna dove catturò ottanta navi da carico cartaginesi. Dopo la battaglia di Zama Scipione gli ordinò di marciare su Cartagine.
- Gaio Ottavio - il figlio più giovane di Gneo Ottavio, forse poco ambizioso perchè rimase un eques a vita.
205 a.c. - Gaio Ottavio - figlio del precedente, nipote del questore Gneo Ottavio Rufo, padre del magistrato di Velitrae Gaio Ottavio, nonno del pretore Gaio Ottavio e bisnonno dell'imperatore Augusto. Fu "tribunus militum" nel 216 a.c. durante la II guerra punica, e quando i Cartaginesi entrarono nell'accampamento romano, Ottavio e il suo collega, il tribuno Publius Sempronius Tuditanus, riuscirono a farsi strada attraverso il nemico e arrivarono sani e salvi a Canusium, pertanto uno dei pochi sopravvissuti alla battaglia di Canne e nel 205 a.c.. Operò in Sicilia agli ordini del pretore Lucio Emilio Papo nel 205 a.c. Marco Antonio per denigrare Augusto, disse che Ottavio era un liberto e un costruttore di corde di Thurii (in Calabria), diffamando un brillante combattente.
165 a.c. - Gneo Ottavio - Figlio di Gneo Ottavio che console nel 165 a.c., e di nuovo fu eletto console nel 128 a.c. avando come collega Tito Annio Rufo. Viene ricordato da Cicerone come uno dei migliori oratori del suo tempo.
128 a.c. - Marco Ottavio - Figlio di Gneo Ottavio, fratello di un altro Gneo Ottavio che fu console nel 165 a.c., e zio paterno di Gneo Ottavio console nell'87 a.c., venne eletto tribuno della plebe nel 133 a.c, e console nel 128 a.c. Ebbe fama di buon oratore. Sebbene suo caro amico Ottavio si oppose a Gracco e, per volere del senato, gli pose ripetutamente il veto alla sua riforma agraria. Gracco fece allora in modo che l'Assemblea plebea lo espellesse nel 133 a.c.. per cui i tribuni plebei annullarono il suo il veto alla riforma di Tiberio.
107 a.c. - Gneo Ottavio - questore nel 107 a.c, forse coincidente col console dell'87 a.c..
87 a.c. - Gneo Ottavio - (130 a.c. - Roma 87 a.c.) Plutarco lo descrive di buona reputazione politica e lo enumera tra gli antenati di Ottaviano Augusto. Nel 100 a.c. Ottavio assunse le parti del Senato contro le azioni sovversive di Lucio Appuleio Saturnino; Cicerone infatti menziona gli Ottavi tra le famiglie che presero le armi dal magazzino pubblico contro il tribuno e i suoi sostenitori. Ricoprì la pretura entro il 90 a.c.. Nell'88 a.c. si candidò al consolato; in quell'anno però il Senato tolse il comando della guerra contro Mitridate VI a Silla dandolo a Gaio Mario. Silla marciò con le sue legioni su Roma. Ottavio vinse il consolato per l'anno successivo insieme a Lucio Cornelio Cinna.
Nell'87 a.v. Silla partì da Roma per combattere Mitridate, Cinna ripropose la legge sulla distribuzione dei nuovi cittadini nelle tribù, ma i suoi sostenitori furono attaccati da quelli di Ottavio in una sanguinosa battaglia di 10.000 morti. Malgrado Cinna avesse dalla sua parte italici e schiavi, Ottavio ebbe la meglio e fece un massacro. Il Senato destituì Cinna da console, ma questi si alleò con Gaio Mario il Giovane, Gneo Papirio Carbone e Quinto Sertorio. Ottavio e il Senato convocarono Gneo Pompeo Strabone a difesa della città, ma questi si fermò a Porta Collina. Ottavio e il Senato si ritrovarono assediati e Ostia fu rasa al suolo.
Secondo Plutarco "Ottavio danneggiava la sua stessa causa, non tanto per mancanza di abilità, quanto per un'osservanza troppo scrupolosa delle leggi, a seguito di cui trascurava incautamente i bisogni del momento". Metello Pio ordinò alle truppe di Pompeo di recarsi a Roma, da Ottavio, ma preferirono unirsi all'esercito di Cinna, riconoscendolo come console. Ottavio chiese di evitare lo spargimento di sangue, cosa a cui Cinna acconsentì, ma non Mario, che fece strage e tra le prime vittime vi fu Ottavio stesso, cui fu tagliata la testa da Gaio Marcio Censorino, che la presentò a Cinna, il quale ordinò di appenderla ai rostri.
«Cinna e Mario avevano giurato a Ottavio, e gli auspici e gli indovini avevano predetto che non avrebbe subito danni, ma i suoi amici gli consigliarono di fuggire. Rispose che non avrebbe mai abbandonato la città mentre era console. Così si ritirò dal foro al Gianicolo con la nobiltà e quel che restava del suo esercito, dove occupò la sella curule e vestì le vesti d'ufficio, assistito come console dai littori. Qui fu attaccato da Censorino con un corpo di cavalleria, e di nuovo i suoi amici e i soldati che gli stavano accanto lo esortarono a fuggire e gli portarono il suo cavallo, ma disdegnò persino di alzarsi e aspettò la morte. Censorino gli tagliò la testa e la portò a Cinna, e fu lasciata nel foro davanti ai rostri, la prima testa di un console così esposta.»
(Appiano di Alessandria, Storia Romana, Guerre Civili, I, 71)
Secondo Plutarco "Ottavio danneggiava la sua stessa causa, non tanto per mancanza di abilità, quanto per un'osservanza troppo scrupolosa delle leggi, a seguito di cui trascurava incautamente i bisogni del momento". Metello Pio ordinò alle truppe di Pompeo di recarsi a Roma, da Ottavio, ma preferirono unirsi all'esercito di Cinna, riconoscendolo come console. Ottavio chiese di evitare lo spargimento di sangue, cosa a cui Cinna acconsentì, ma non Mario, che fece strage e tra le prime vittime vi fu Ottavio stesso, cui fu tagliata la testa da Gaio Marcio Censorino, che la presentò a Cinna, il quale ordinò di appenderla ai rostri.
«Cinna e Mario avevano giurato a Ottavio, e gli auspici e gli indovini avevano predetto che non avrebbe subito danni, ma i suoi amici gli consigliarono di fuggire. Rispose che non avrebbe mai abbandonato la città mentre era console. Così si ritirò dal foro al Gianicolo con la nobiltà e quel che restava del suo esercito, dove occupò la sella curule e vestì le vesti d'ufficio, assistito come console dai littori. Qui fu attaccato da Censorino con un corpo di cavalleria, e di nuovo i suoi amici e i soldati che gli stavano accanto lo esortarono a fuggire e gli portarono il suo cavallo, ma disdegnò persino di alzarsi e aspettò la morte. Censorino gli tagliò la testa e la portò a Cinna, e fu lasciata nel foro davanti ai rostri, la prima testa di un console così esposta.»
(Appiano di Alessandria, Storia Romana, Guerre Civili, I, 71)
82 a.c. - Marco Ottavio Ligure - senatore e tribuno della plebe assieme al fratello Lucio nell'82 a.c.. Verre lo costrinse a tornare a Roma in un processo su una proprietà ereditata in Sicilia, e poi gli addebitò i costi del processo.
- Marco Ottavio - tribuno della plebe (l'anno è incerto), emanò una legge con la quale veniva alzato il prezzo di vendita del grano alla plebe.
76 a.c. - Gneo Ottavio - console nell'76 a.c. e oratore modesto. Soffrì tanto di gotta, da perdere l'uso di entrambi i piedi.
75 a.c. - Lucio Ottavio - console nell'75 a.c., morì l'anno seguente mentre era proconsole in Cilicia: gli successe Lucullo.
73 a.c. - Lucio Ottavio Ligure - tribuno della plebe assieme al fratello Marco, e suo difensore nel processo intentato da Verre. (73 a,c,) Forse è lo stesso personaggio nominato da Cicerone in una delle sue lettere ad Attico.
72 a.c. - Ottavio Grecino - uno dei generali di Quinto Sertorio (126 a.c. – 72 a.c.) in Spagna, che si distinse in battaglia contro Pompeo nel 76 a.c., Nel 72 a.c. si unì alla cospirazione di Marco Perperna, nella quale morì Sertorio.
67 a.c. - Lucio Ottavio - legato di Pompeo nel 67 a.c. durante la guerra piratica. Successe a Quinto Cecilio Metello Cretico al comando di Creta.
Nel suo governo della provincia, ebbe uguale giustizia e risoluzione; poiché sconfisse i Bessiani e i Traci in una grande battaglia, e trattò gli alleati della repubblica in modo tale che, ci sono lettere da Cicerone, in cui esorta suo fratello Quinto, che deteneva il proconsolato dell'Asia senza grande reputazione, a imitare l'esempio del suo vicino Ottavio, per guadagnarsi gli affetti degli alleati di Roma.
Dopo aver lasciato la Macedonia, prima che potesse dichiararsi candidato per il consolato, morì improvvisamente, lasciando una figlia, la maggiore Octavia, da parte di Ancharia, e un'altra figlia, Ottavia la minore, e Augusto, da Atia, che era figlia di Marco Atius Balbo e di Giulia, sorella di Caio Giulio Cesare.
54 a.c. - Marco Ottavio Lenate Curziano - uomo eminente, oratore, uno dei difensori di Marco Emilio Scauro durante il processo del 54 a.c.
31 a.c. - Marco Ottavio - assieme a Marco Insteio comandò la parte centrale della flotta di Marco Antonio alla battaglia di Azio.
- Ottavia Maggiore - figlia maggiore del pretore Gaio, sorellastra di Augusto e moglie di Sesto Appuleio. Figlia maggiore di Gaio Ottavio e della sua prima moglie Ancaria, sorellastra di Ottavia minore e dell'imperatore Augusto. Ebbe due figli, Sesto Appuleio, console nel 29 a.c. con lo zio Augusto e Marco Appuleio, console nel 20 a.c. Dal figlio Sesto ebbe un nipote, anche lui di nome Sesto Appuleio, console nel 14. L'ultimo discendente di Ottavia Maggiore è il suo bisnipote, anche lui Sesto Appuleio, figlio di suo nipote e di sua moglie, Fabia Numantina.
53 a.c. - Ottavio - legatus nell'esercito di Marco Licinio Crasso, morto nel 53 a.v. durante la battaglia di Carre.
50 a.c. - Marco Ottavio - edile nel 50 a.c., seguace di Pompeo durante la guerra civile e, assieme a Lucio Scribonio Libone, fu al comando delle flotte liburna e achea, agendo come legatus di Marco Calpurnio Bibulo.
43 a.c. - Ottavio Marso - legatus di Publio Cornelio Dolabella, che nel 43 a.c. lo inviò in Siria con una legione. Quando Laodicea cadde nelle mani di Gaio Cassio Longino, Dolabella e Ottavio si suicidarono.
31 a.c. - Marco Ottavio - assieme a Marco Insteio comandò la parte centrale della flotta di Marco Antonio alla battaglia di Azio.
- Ottavia Maggiore - figlia maggiore del pretore Gaio, sorellastra di Augusto e moglie di Sesto Appuleio. Figlia maggiore di Gaio Ottavio e della sua prima moglie Ancaria, sorellastra di Ottavia minore e dell'imperatore Augusto. Ebbe due figli, Sesto Appuleio, console nel 29 a.c. con lo zio Augusto e Marco Appuleio, console nel 20 a.c. Dal figlio Sesto ebbe un nipote, anche lui di nome Sesto Appuleio, console nel 14. L'ultimo discendente di Ottavia Maggiore è il suo bisnipote, anche lui Sesto Appuleio, figlio di suo nipote e di sua moglie, Fabia Numantina.
OTTAVIA MINORE
- Ottavia Minore - figlia minore di Gaio e sorella di Augusto; sposò dapprima il console Gaio Claudio Marcello e poi Marco Antonio.
27 a.c. - Gaio Ottaviano - il primo imperatore romano. Fu adottato da Cesare nel suo testamento e nominato Augustus dal Senato nel 27 a.c.
- Ottavio Rufo - amico di Plinio il Giovane. Ad Ottavio Rufo: "Si scusa bellamente del non poter prestare il Suo patrocinio a Gallo contro i Betici. Considera a che altezza mi poni, attribuendomi la stessa possanza e lo stesso regno che diè Omero a Giove Ottimo Massimo: Parte gli assente Giove, e parte niega. Giacché anch' io con pari assenso e dissenso risponder posso a tua richiesta. E di vero, in
quel modo che m'è lecito, a tuo riguardo specialmente, astenermi dalla difesa de' Betici contro un solo avversario, cosi sarebbe contrario a mia lealtà, ed alla costanza che tu pregi, l' impugnare una provincia, che mi affezionaron già tante mie sollecitudini, tante fatiche, e perfino pericoli. Io m'atterrò dunque al temperamento di scegliere fra le due, cui chiedi una, la cosa che sia al tuo desiderio, e sia al giudizio soddisfaccia. Perché non solamente io debbo aver rispetto a quello che tu, saggio come sei, di presente domandi, ma a quello ancora che approverai sempre. Spero di essere in Roma intorno ai quindici d'Ottobre; e allora potrò confermare tutto questo anche in persona al tuo e mio Gallo: alle però dotte facoltà di far fede fin d'ora dell'animo mio. "
42 a.c. - Lucio Ottavio Balbo - un eminente giurista e giudice (judex) dell'epoca di Cicerone; nel 42 a.c. fu bandito e condannato a morte dai triumviri.
- Gaio Ottavio Lampadione - un filologo, che suddivise il Bellum Poenicum di Nevio in sette libri.
Publio Ottavio, epicureo famoso durante il regno di Tiberio.
34 d.c. - Gaio Ottavio Lenate - curator aquarum dal 34 al 38 durante i regni di Tiberio e di Caligola.
58 d.c. - Ottavio Sagitta - tribuno della plebe nel 58, uccide l'amante Ponzia Postumia che, dopo aver lasciato il marito, rifiuta di sposarlo. Condannato ed esiliato, tornerà a Roma dopo la scomparsa di Nerone
184 d.c. - Gaio Ottavio Vindice - consul suffectus nel 184.
217 d.c. - Gaio Ottavio Appio Suetrio Sabino - originario di Histornium, nel Sannio, figlio del senatore Suetrio Sabino e nipote di Appia Veturia Coeciva Sabinilla, figlia di Appio Claudio Pulcro. Fu decemvir stilitibus Iudicandis (193/194), quaestor candidatus (201), tribunus plebis candidatus (203) e praetor de liberalibus causis (206). Nel 207 fu legato d'Africa, poi curator viarum della Via Latina (209/210), iuridicus per Aemiliam et Liguriam (210/211), pontifex e augure. Nel 211-213 Sabino fu legato della Legio XXII Primigenia in Germania superiore. Accompagnò l'imperatore Caracalla, come comes e comandante di alcune vessillazioni della XI Claudia, nella campagna germanica dell'estate-autunno 213, dopo la quale divenne legato della Rezia per tre mesi (ottobre-dicembre 213). Nel 214 Sabino divenne console, poi prefetto dell'annona (215/216), venendo nominato "electus ad corrigendum statum Italiae". Divenne poi governatore della Pannonia inferiore, incarico dal quale venne destituito dall'imperatore Macrino nel 217. Nel 240 concluse la sua carriera col secondo consolato.
- Ottavio Oraziano - a cui viene talvolta attribuito il Rerum Medicarum Libri Quatuor, che invece i più attribuiscono a Teodoro Prisciano, medico che visse a Costantinopoli nel IV secolo.
- Marco Ottavio Erennio - mercante, fece erigere una cappella a Ercole presso Porta Trigemina ai piedi dell'Aventino, presumibilmente come ringraziamento per essere stato liberato dai pirati. Si ignora la data,
- Marco Ottavio Erennio - mercante, fece erigere una cappella a Ercole presso Porta Trigemina ai piedi dell'Aventino, presumibilmente come ringraziamento per essere stato liberato dai pirati. Si ignora la data,
BIBLIO
- Cicerone - De officiis - II -
- Valerio Massimo - Factorum ac Dictorum Memorabilium -
- Cassio Dione - Storia romana -
- Tacito - Annales -
- Tacito - Historiae -
- Masurio Sabino - Memoralia -
- Plinio - Epistulae -
- Svetonio - De viris illustribus -
- Velleio Patercolo - Historia romana -
- William Smith - Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology - Londra, Taylor, Walton & Maberly, 1849.
- Tacito - Historiae -
- Masurio Sabino - Memoralia -
- Plinio - Epistulae -
- Svetonio - De viris illustribus -
- Velleio Patercolo - Historia romana -
- William Smith - Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology - Londra, Taylor, Walton & Maberly, 1849.